corsa y mucho mas

Firenze per correre

Un treno dove pensavo di trovare altri podisti, invece alle 6.20 era pieno di ragazzi e ragazze con vestiti sdruciti, capigliature arruffate, scalari, asimmetriche. Stanchi, parlano piano, qualche risata, molti dormono. Ad ognuno il suo divertimento, loro tornano io vado, ci incontriamo all'alba. Anche io indosso vecchi pantaloni di velluto nero, consumati ed un giubbino che ha visto tempi migliori, ma scarpe e sacca da maratoneta, oltre ai capelli brizzolati, interrompono l'elenco delle similitudini. Poi sono saliti i venditori dai visi di ebano, con le mercanzie in borse capaci. Chi dorme e chi fa scorrere gli elementi di una collana tra le dita, chi guarda il cielo farsi più chiaro. I ragazzi con gli abiti sdruciti scendono, e nel frattempo salgono altri dai visi di ebano e molti altri dalla inconfondibile sacca dello sponsor della maratona con il numero appiccicato. Parlano di gare, di corse, di tempi cronometrici, di tempo metereologico, quasi tutti rilassati, qualcuno un po' teso e concentrato fin d'ora. Alla stazione di Firenze SMN tutti scendono, i podisti magicamente seguono una direzione che li porta ad incontrarsi con altri maratoneti ed al servizio navetta che conduce alla partenza. Il lungarno è tutto un corricchiare di persone insaccate in plastica verde, volti tesi, rilassati, ridanciani, scherzosi, cupi. Saluti e stragi di lupi, incontri inattesi e carrambate si susseguono. Appuntamenti improbabili sotto il gazebo x, o nella gabbia della prima onda. Incontro gli amici con cui correrò, abbandono i pantaloni di velluto sdruciti e il giubbino dalla cerniera irrecuperabile già nella gabbia della partenza. Un minuto di silenzio per le vittime dell'ultima alluvione e i serpentone multicolore si avvia per scorrere sui 42 chilometri e 195 metri di questa maratona. I compagni di viaggio ascoltano i consigli di prudenza, e ci dedichiamo a correre col passo stabilito senza stress. Pian piano recuperiamo terreno ai palloncini delle 3h e 30' ed incontriamo molti amici partiti più volte. Il sollazzo non manca, rimarcando sulle abitudini e manie degli amici in gara e a casa. La mezza arriva quasi inattesa, dopo un tappeto di bicchieri del rifornimento su asfalto viscido di liquidi zuccherini. Il sole scalda ed illumina l'Arno, fa sembrare accoglienti anche alcuni stradoni, scompare nelle stradine medioevali della parte determinante della maratona dopo il 30°. Non mi accorgo che uno dei miei compagni si è staccato, non deve accadere di nuovo. Ormai un'oretta di corsa e s'arriva al traguardo. I monumenti si susseguono, si corre nella storia d'Italia, tra un pubblico discreto che applaude non appenaviene interpellato. Qualcuno ha con se campanacci, bandiere e fischietti, ha studiato il percorso e segue i propri amici che si impegnano nell'impresa. Sembra lunga una maratona ma quando arriva il momento di tagliare il traguardo, correndo sul tappeto azzurro, si pensa già alla prossima.