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« "LightingPA > La salita ... | benchmark e podismo » |
Accade spesso che le novità vengano accolte con freddezza, pare si tratti della "solita" paura dell'ignoto.
A tale regola non sfuggono le manifestazioni podistiche. Gli amatori si affollano nelle gare che già conoscono ed infatti le gare più frequentate sono quelle con distanze codificate (maratone, mezze maratone e 8-10 km) e percorsi per lo più pianeggianti.
Ma nel caso di manifestazioni o percorsi che differiscono da quelle distanze o da quelle pendenze le cose cambiano e solo i più "coraggiosi" o "incoscienti" si cimentano in qualcosa di differente.
E così correre di notte diventa "pericoloso" perchè non si vede dove si mettono i piedi, un percorso di sola salita mette a rischio i tendini, la discesa è troppo pericolosa per le caviglie e le ginocchia, la pista poi "vade retro" fonte di ogni infortunio, le campestri sono vissute come un incubo, il trail raccoglie tutti questi pericoli e quindi neppure a parlarne.
E così va a finire che si corrono sempre le stesse manifestazioni, che l'attenzione si concentri sul cronometro e sull'avversario abituale, ed al tempo stesso si perde l'essenza della corsa: l'essere un modo di spostarsi (veloce ma non troppo) per conoscere nuovi luoghi e nuovi limiti (anche interni a noi stessi)
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
Inviato da: Telenovelas
il 21/11/2020 alle 09:49
Inviato da: cassetta2
il 18/07/2019 alle 10:16
Inviato da: Mr.Loto
il 24/04/2019 alle 13:25
Inviato da: Mr.Loto
il 17/07/2018 alle 10:09