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Impressioni ed appunti attraverso scarpe diverse

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Messaggi di Gennaio 2018

E' corsa campestre se...

Post n°837 pubblicato il 29 Gennaio 2018 da feliperun
 

sospesi tra un prato ed i raggi del sole,
in un dedalo di fettucce bianche e rosse,
finchè hai ancora fiato nei tuoi polmoni,
finchè hai ancora forza nei tuoi piedi

terme vigliatore campestre

 
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Quei pazzi prima dell’alba

Post n°836 pubblicato il 25 Gennaio 2018 da feliperun
 
Tag: corsa, notte, run

 

Li incontri in ogni città, ormai.
A volte infagottati con giubbini tempestati di catarifrangenti, e cappelli dalle foggie strane, a volte spavaldi con maglietta e pantaloncini a sfidare il freddo ed il buio di prima che sorga il sole.
Sono i runner del mattino, quelli che iniziano la giornata con una sveglia che suona alle 5 o prima o un po' dopo, indossano le scarpe da corsa ed escono a correre.
Alcuni preparano meticolosamente tutto prima di andare a dormire compresa la programmazione del gps, altri afferrano le cose che gli capitano a portata di mano e vanno.
Ve ne sono di tutte le andature da quelli che col passo rasente al suolo a quelli che mangiano l'asfalto con falcate ampie, sono tutti accomunati dal fatto che quando inizierà la giornata "normale" loro hanno già corso, ed hanno un bel carico di endorfine che durerà fino a sera.

 

 
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E' corsa campestre se

Post n°835 pubblicato il 21 Gennaio 2018 da feliperun
 

E' corsa campestre se
odora di terra bagnata,
il vento gelido sferza i volti,
ogni passo è diverso dal precedente,
a metà le scarpe sono già zuppe,
alla fine avresti fatto volentieri un altro giro.

piazzaarmerinacampestre

ph G. Saja

 
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Tutte le volte che...

Post n°834 pubblicato il 14 Gennaio 2018 da feliperun
 

Tutte le volte che si completa una gara lunga o lunghissima (dalle maratone in sù per dare un riferimento preciso) si pensa alla successiva.
A volte prevale la bramosia alla ricerca di rivalsa, di correggere gli errori commessi, magari anche per rinfacciare ai detrattori battute e battutine.
E così ricomincia come una rincorsa, in cui non si vede l'ora di iniziare di nuovo, subito sotto con gli allenamenti, nella convinzione che non si debba perdere il vantaggio acquisito.
A volte, se è andata particolarmente bene, si veleggia sulle ali dell'entusiamo, ogni obiettivo sembra raggiungibile, e si è già pronti a provare di nuovo quelle sensazioni (positive).
A volte, reduci da troppa fatica, troppa stanchezza, troppi km, troppi dolori, troppo di tutto, certe volte è andata male o malissimo (ritiri o peggio infortuni), la "prossima gara" è associata ad una sensazione di nausea, e non se ne vuole neppure parlare.
In tutti i casi bisognerebbe ascoltare il proprio corpo, ma ascoltarlo veramente. Capire quanto ha bisogno di recuperare, di fare altro, di lasciare stare di battere sempre sull'incudine. Invece ci convinciamo che la mente comanda, che la decisione è presa (non si sa neppure da chi) e si riprende a martellare!

 
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Neppure un metro di asfalto

Post n°833 pubblicato il 11 Gennaio 2018 da feliperun
 

Nel percorso di 33 km denominato Zingaro trail non c’è neppure un metro di asfalto.

La Riserva Naturale dello Zingaro entra a fare parte del trail agonistico nel 2018. Infatti un primo assaggio risale ad alcuni anni fa (mi sa il 2011, e molti amici ricorderanno quel trail experience organizzato con Giuseppe Cuttaia) con trail autogestito, ma i sentieri dello Zingaro sono luogo di trail per molti appassionati già da molti più anni.

Nel trail proposto da Ecotrail Sicilia si parte dal paese e si inizia con una salita ripidissima su una pista sterrata che si inoltra in contrada Bosco, fino a collegarsi con la pista sterrata che unisce Castello di Balata di Baida con la strada per San Vito. Poi si entra in riserva e si va in discesa fino al sentiero più conosciuto e frequentato (quello grazie al quale si accede alle famose calette, come Capreria o Disa) verso contrada Sughero e poi verso borgo Cusenza (il cuore della attività agricola di un tempo ma anche di ora a scopi didattici). Qui si apprezzerà una salita terrificante fino a conquistare i sentieri alti con cui si torna verso Scopello.
Oltre 2300 m D+ in 33 km fanno presagire salite e discese ininterrotte, ed è proprio così, rocce calcaree e terre rosse, l’immancabile palma nana, la ddisa, i frassini, i carrubbi, ma anche qualche orchidea allietano un tracciato dove solo poche piste sono praticabili con le auto.
La riserva fu istituita per via di una iniziativa popolare che bloccò la costruzione della strada costiera che avrebbe collegato Scopello a San Vito lo Capo, con una marcia pacifica ma determinata.

Era la fine degli anni ‘70 ed la Sicilia fu una delle prime regioni a promulgare una legge organica sulle aree naturali protette. Da allora sono state istituite molte riserve e parchi regionali adesso tutti luoghi di trail. Dopotutto grazie a quella marcia pacifica oggi possiamo attraversare tanti luoghi di Sicilia lasciando solo l’impronta delle nostre scarpe da corsa.

 

felipe allo zingaro

 
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