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Impressioni ed appunti attraverso scarpe diverse

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Messaggi di Aprile 2018

Primavera

Post n°846 pubblicato il 07 Aprile 2018 da feliperun
 

Struggente zagara
colma di te é
l'umida alba

#primavera #Sicilia #haiku

 

 
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il bagaglio per la maratona!

Post n°845 pubblicato il 06 Aprile 2018 da feliperun
 

Ed è arrivato il momento di preparare il bagaglio per la maratona.
La prima regola aurea è che il completino da indossare per la gara, calzini e scarpe troveranno posto in uno zainetto che cammina aderente al corpo del runner. Sono le cose che serviranno per la gara, quelle già rodate in allenamento. Metterle nel bagaglio spedito è giocare col fuoco! Se non dovessero arrivare significherebbe comprare tutto nuovo, mai provato. Scarpe nuove e calzini nuovi possono essere una combinazione favorevolissima per vesciche indimenticabili. Qualcuno per non correre questo rischio indossa tutto già dalla sera precedente alla trasferta, scarpe incluse.
E poi i gel, feticcio di molti podisti. Alcuni sfoggiano cartuccere fornite di ogni integratore: alla caffeina, al guaranà, al ginseng, al caciocavallo, alla mandorla sicana, alla vaniglia malgascia, alla quinoa andina, dal colore futuristico, con edulcorante ipermegasuper performante. Precisi piani di assunzione, modalità di sorseggio stabilite dalla Nasa! Solo che poi si dimenticano di bere l'acqua e daranno la colpa al "gellino" che non andava bene con quella angolazione del sole.
I più in verità hanno solo quelli che hanno usato in allenamento e se li faranno bastare.
Il freddo prima della partenza è nemico del podista, così nel pregara si osservano strani figuri rivestiti di sacchi di plastica (quelli della pattumiera), oppure di tute di tessuto non tessuto (perfetti per dare una mano di bianco o per essere scambiati in CSI sulla scena del crimine), altri indossano abiti vecchi (vintage) di cui si liberano prima della partenza. Per questo motivo dopo l'inizio della gara le griglie di partenza assomigliano ad un campo profughi.
Ricapitoliamo, completino e scarpe nello zainetto a mano, nel bagaglio spedito tutto il resto (unguenti miracolosi, integratori mirabolanti, cartuccera, buff di sette colori diversi, manicotti, passamontagna, gilet antivento, giacca anti pioggia, cappellino, calze a compressione set completo da pre a post gara, amuleto), gps, cellulare e caricabatterie. Fondamentale il cellulare non tanto per comunicare con casa, quanto per inviare su tutti i social network la foto con l'abbigliamento gara provvisto di pettorale adagiato sul letto dell'albergo! La maratona è vicina.

 

 
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Mulinare di gambe e braccia

Post n°844 pubblicato il 04 Aprile 2018 da feliperun

Gli appelli si ripetevano. Nella sala c'era chi si produceva in esercizi di allungamento, chi seduto tradiva la tensione con movimenti intermittenti delle gambe, chi sfoggiava sbadigli da ippopotamo.

I nomi a gruppi di otto venivano chiamati, prendevano corpo in umani con cuffia e occhialini. Si formava una piccola fila guidata dal giudice. La fila si fermava a bordo vasca. Il pubblico accompagnava i movimenti in vasca con alte grida, in vasca ognuno faceva del suo meglio per arrivare da un estremo all'altro, lì al centro gli otto stavano immobili in attesa del loro turno.
Il giudice fece un cenno e si mossero alla volta dei blocchi. Alcuni ripetevano definiti gesti, scioglievano le braccia facendole penzolare lungo il corpo come corde, altri le roteavano, altri fissavano il vuoto oltre le lenti colorate degli occhialini.
I nomi vennero annunciati al microfono e ciascuno rispose con un cenno al pubblico.
Si piegarono sopra i blocchi ed al suono della sirena si spinsero in acqua.
Iniziò il mulinare di braccia e gambe.
Ero lì in mezzo al gruppo quando giunse il momento di virare e spingersi con forza alla parete della vasca. Tutto il corpo è impegnato in quello sforzo, muoversi in un altro elemento, respirare ritmicamente, mentre le pulsazioni aumentano. Altra virata, un altra spinta forte, una fase subacaquea, e scorgi che quello accanto è lì. Ancora bracciate, conti le vasche e realizzi che sei ad un quarto di gara, il gruppo è ancora compatto, nessuno è andato via. Ancora una virata, ma è meno potente delle precendenti, sono troppo preso dalla competizione per allungarmi e scivolare, uso la forza. Le mattonelle blu terminano descrivendo una T è ora di virare ancora ma anticipo troppo e sono troppo distante per spingere bene, i piedi scivolano sulla parete viscida. Mi scompongo, annaspo cercando di riprendere la linea di nuota, la bocca si apre per cercare aria e trova l'acqua. Il movimento è impacciato, scomposto, si accendono tutti gli allarmi, se continuo a bere prosciugherò la piscina! rallento vistosamente, gli altri sono andati via tutti. Penso solo ad arrivare alla fine, ho perso il conto delle vasche, solo nuotare e respirare, nuotare e respirare, alla gara penserò un'altra volta. L'ultima vasca accellero un po', non sono neppure stanco, ultimo della batteria, ma almeno arrivo con un po' meno ritardo, mentre l'altro gruppo di otto è pronto sui blocchi.

 

 
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Aria di maratona

Post n°843 pubblicato il 01 Aprile 2018 da feliperun
 


Le maratone più importanti e partecipate d'Europa sono alle porte, l'otto aprile, ad esempio, correranno tra Parigi, Roma e Milano non meno di 50.000 persone.
Chi avrebbe mai immaginato un movimento del genere appena 20 anni fa?
Di certo tra questi c'è chi si è iscritto per scommessa ed ha corso due o tre volte a settimana, confidando nella buona sorte, ma la maggior parte dei podisti arriva alla maratona dopo una lunga ed impegnativa preparazione.
I mesi invernali sono trascorsi, settimane e settimane di allenamenti, di medi, di lunghi, di salite, di ripetute di fartlek e tutte le altre mille diavolerie di cui sono capaci allenatori, coach, maestri e tabelle scaricate da internet.
Ci si è allenati con il sole e con la pioggia, incastrando la corsa nelle altre cose della vita, magari al mattino prima dell'alba oppure la sera sfidando il freddo pungente.
Superando acciacchi, influenza e magari anche una fastidiosa bronchite.
La preparazione di una maratona assomiglia ad un puzzle, gli allenamenti, i recuperi, gli inconvenienti sono le tessere del puzzle, ma il risultato finale lo si vede il giorno della maratona.
Tutti i mesi di corsa, condensati in poche ore.
Però a ben vedere la bellezza dei puzzle sta nel realizzarli oltre che nell'ammirarne il risultato, ed è per questo motivi che finitone uno si pensa subito al successivo.

 
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