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Messaggi di Giugno 2018
Tannu si currìa ca magghia ri lana, i quasiette a tubbu (allora correvamo con le magliette di lana e le calze tubolari)
Tannu Boris curria a peri 'nterra (allora c'era Boris che correva scalzo)
Tannu si vincìanu i picciuli veri (allora i premi delle gare erano in denaro contante)
Tannu si facìanu i tempi si currìa forti, c'erano campiuna! (allora, si facevano i tempi! Si correva forte, c'erano campioni)
Tannu pi trasini nto spogliatoio 'a menza a 1 e vinti nun ci bastava (allora avevano accesso agli spogliatoi solo chi poteva dimostrare un personale nella mezza maratona inferiore a 1ora e 20 ')
Tannu Iachinu si manciava sette pizze e vinticincu panini chi panielle e diciottu ca meusa (allora Gioacchino si mangiò sette pizze, venticinque panini con le panelle e diciotto con la milza)
Tannu c'era acqua limiuni e sali o acqua e zammu' (allora non c'erano solo acqua limone e sale o acqua e anice)
Tannu u cavuru era cavuru e friddu era friddu (allora il caldo era caldo ed il freddo freddo)
Si potrebbe continuare ancora (e se vi va continuate pure) però allora era allora e oggi è oggi, ed a correre (e non solo) siamo molti di più.
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prendete gli uliveti salentini, tracciate linee di muri a secco e punteggiate di costruzioni di pietra, spargete macchie di lentisco e condite il tutto col frinire intenso delle cicale e vi troverete nella riserva naturale boschi e paludi di Rauccio a due passi da Lecce.
Questa mattina si parlava più inglese che italiano ed alle nove Saverio dava il via e tutti a correre fendendo l’aria calda ma mossa da un leggero maestrale.
Ed alla fine colazione con pasticciotto leccese (in un bar ad un km dal luogo della manifestazione) si capisce che parkrun è proprio pensare globale ed agire locale.
Un ringraziamento speciale ai volontari, veri motori di ogni parkrun, quest’oggi al Parkrun del Salento Luana e Saverio
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Un posto speciale per correre è tra Isola delle Femmine e Sferracavallo.
E' un tratto di lungo mare, si costeggia la spiaggia (partendo da Capaci) e con lo sguardo indeciso tra l'isola, il mare e le montagne.
L'isolotto di "Isola delle Femmine" dista appena un braccio di mare, senza onde sarebbe a portata di bracciate, ma con le onde è bello e terrificante vedere quella energia poderosa flaggellare le impassibili rocce. Infatti da sabbia si è passati alla roccia, si attraversa il paese lambendo il porto e si prosegue verso la statale. Un tratto in salita corribile che diventa discesa appena si entra nel territorio di Palermo e con le prime case di Sferracavallo. Qui si può proseguire sulla strada oppure riprendere il lungomare, con quello che rimane degli scivoli, fino a giungere nel borgo. Ancora un porticciolo e si prosegue sulla costa orlata di trottoir a vermetidi (una specie di barriera corallina non fatta di coralli ma di molluschi dai gusci saldati a formare roccia che si attacca alla roccia) e le cave di tufo di qualche migliaio di anni fa. Si può arrivare fino alla Riserva di Capo Gallo, dove il blu intenso del mare contrasta con il verde inteso del leccio dove non vi sono case, né rumori solo una parete a picco sul mare ed il mare. Da qui si può solo tornare indietro #500parole1foto #iocorroqui
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
Inviato da: Telenovelas
il 21/11/2020 alle 09:49
Inviato da: cassetta2
il 18/07/2019 alle 10:16
Inviato da: Mr.Loto
il 24/04/2019 alle 13:25
Inviato da: Mr.Loto
il 17/07/2018 alle 10:09