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ma porca miseria, è mai possibile che bisogna urlare in questa casa?!? appunti di un artista vicentino

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paralleli col cinema

Post n°207 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da EnricoDC_gallery

Alcuni film ci tengono incollati allo schermo. Si fanno vedere e rivedere. Si lasciano riscoprire alla seconda o alla terza proiezione. Non si esauriscono con il primo passaggio ma portano con se diversi livelli di lettura. Mi soffermo, come faccio per ogni lavoro d’arte, per cercare di individuare quel qualcosa che rende il film.. vivo. Così come la pittura, accantonando tutti gli aspetti tecnici e osservando il movimento delle emozioni che si susseguono in un film si ripropongono alcune considerazioni.

1. Un film che intende stupire lo spettatore con effetti speciali troppo appariscenti e ripetuti cade nell’anonimato troppo presto. Lo spettatore non viene coinvolto.

2. Un film che sviluppa una trama piatta, nel senso che non offre una chiave di lettura più ampia, si esaurisce alla prima visione. Lo spettatore può al massimo godere della prima proiezione.

3. Un film ha bisogno di zone “scure” per far emergere le zone di “chiaro” (è una metafora), e tutto ciò dipende dalla coerenza del chiaroscuro.

 
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Commenti al Post:
Egure
Egure il 26/01/11 alle 19:38 via WEB
una cosa te la dico subito. secondo me una pellicola non deve manifestare creatività di pensiero ma la deve celare per farla produrre nella mente dello spettatore. forse vale anche nell'arte. Così siamo e saremo sempre coinvolti ed il nostro sguardo sull'oggetto e l'esperienza si rinnova.buona serata
(Rispondi)
 
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