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Alcuni film ci tengono incollati allo schermo. Si fanno vedere e rivedere. Si lasciano riscoprire alla seconda o alla terza proiezione. Non si esauriscono con il primo passaggio ma portano con se diversi livelli di lettura. Mi soffermo, come faccio per ogni lavoro d’arte, per cercare di individuare quel qualcosa che rende il film.. vivo. Così come la pittura, accantonando tutti gli aspetti tecnici e osservando il movimento delle emozioni che si susseguono in un film si ripropongono alcune considerazioni.
1. Un film che intende stupire lo spettatore con effetti speciali troppo appariscenti e ripetuti cade nell’anonimato troppo presto. Lo spettatore non viene coinvolto.
2. Un film che sviluppa una trama piatta, nel senso che non offre una chiave di lettura più ampia, si esaurisce alla prima visione. Lo spettatore può al massimo godere della prima proiezione.
3. Un film ha bisogno di zone “scure” per far emergere le zone di “chiaro” (è una metafora), e tutto ciò dipende dalla coerenza del chiaroscuro.
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