|
Mi spiace del ritardo, ma d'altra parte volevo anche riflettere e non sono certa della riuscita della risposta.
A me interessano molto le tue considerazioni filosofiche,pittore.
Ho tergiversato,poi,perchè non ricordavo più come ero arrivata a formularmi questa domanda e a rivolgerla. E' stato per Monicelli. Nei suoi film non c'è solo una storia ma una creatività emozionante che sembra proprio quella casualità perfetta della vita. E poi ha scelto il suicidio, pur avendo amato per forza a tal punto la vita, da dedicarglisi per poterla descrivere in ogni scenografia, in ogni ciak, in ogni storia cinematografica italiana. Ed ho pensato come un'artista potrebbe mai compiere su sè, per sè o al di fuori di sè un gesto antitetico a quell'impulso che l'ha reso tale.
La domanda ha messo in crisi la concezione di molti artisti contemporanei in sè; cosa vogliono rappresentare se non si allinea alla vita e a tutto ciò che per l'uomo rappresenta? Amo molto i cimiteri monumentali, le sculture funebri perchè sono una sfida potente per chi crea ed in fondo ai vivi deve restituire un sapore a noi sconosciuto per quanto immaginato. Il valore della vita che potremmo rappresentare oggi, la nostra sfida, potrebbe proprio essere cercare di concepire ciò che non ci appartiene. La vita d'artista assume valore quando l'artista smette di appartenersi e nel profondo si lascia convergere con le sue ispirazioni. Dio non lo so spiegare, ma se penso a qualcosa di divino in noi è proprio l'arte che in questo momento sociale è perdente, bistrattata, povera perchè bella ed i secoli non sono riusciti a corromperla,pur cercando di sfruttarla.
Auguri se non ci sentiamo prima, caro E.
|
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:25
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 10:20
Inviato da: Egure
il 27/07/2013 alle 18:42
Inviato da: EnricoDC_gallery
il 13/07/2013 alle 18:44
Inviato da: living_art
il 28/06/2013 alle 15:06