Creato da EnricoDC_gallery il 15/12/2006
ma porca miseria, è mai possibile che bisogna urlare in questa casa?!? appunti di un artista vicentino

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EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 24/11/09 alle 11:56 via WEB
ieri alla radio dicevano che si innamora soltanto chi non ha speranze.. E gli altri sperano e sognano. La filosofia taoista unisce tutto in un unico sistema fatto di equilibri dove ad una cosa ne corrisponde un'altra. E' tutto un rincorrersi di sentimenti che alla fine.. sono solo dentro di noi. come tu dici è un pellegrinaggio in noi stessi (che bel modo di dire!). Com'è buffo credere che non esista simpatia o antipatia se non nella nostra testa. Il prossimo che ci passa davanti è sempre lo stesso..
 

 
Egure
Egure il 14/11/09 alle 18:49 via WEB
E' nel calore che si prova nella pancia, quando siamo in noi e fuori di noi, con l'altro. Qui..tra dire e il fare, non basta nemmeno il proverbio..
 

 
Egure
Egure il 14/11/09 alle 18:46 via WEB
Forse lo so io! Riscopri il reale, ti riappropri di te stesso nella profondità del carattere dell'ambiente che ti circonda e soprattutto ciò che hai d'attorno riprende a parlarti. Chi parla ed esegue arte, secondo me ha molto amore per se stesso, coraggio e forza di indagare..un concentrato di passioni da esplicitare al prossimo, da esteriorizzare senza posa. Questo senso trabocca, come la curiosità, come quello che alla luce delle nostre esperienze deviate - marciapiedi che cambiano - ci appare ogni volta differente. Ed è bella questa scomposta compagine dell'animo umano. Ti succede mai di svegliarti ogni giorno e pensare di non essere più chi eri quando ti sei addormentato? A me sì, causa un piacevole stupore consapevole. Col corso che sto facendo su Caravaggio..durante la lezione non smetto di pensare perchè molte delle domande poste dal professore su Caravaggio le affrontiamo qui. Il suo realismo cosa nascondeva come esito della ricerca?.. L'ambizione non c'è, nel momento creativo del fare, perchè credo un'artista non possa fare a meno delle emozioni che provengono dal mettere in gioco se stesso. Un'opera è viva e ci parla se questo dialogo è cresciuto o passato interiormente per chi l'ha creata. L'ha vissuta, amata, odiata, sognata, desiderata, immaginata..fatta sua. Buona serata,E.
 

 
EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 13/11/09 alle 11:37 via WEB
è sempre bello sguazzare in queste riflessioni amletiche.. del tipo è meglio il rimpianto o il rimorso? credo che la risposta non sia mai ferma.. a volte è meglio fermarsi e riflettere in sè e di sè.. e a volte è bello uscire, cambiare e farsi cambiare.. Sennò dov'è la vita, dov'è il divertimento!
 

 
EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 12/11/09 alle 15:27 via WEB
Ah... la penso come te.. ma ciò non toglie il dubbio di seguire un qualcsa di inutile. Di seguire l'ombra di se stessi arrivando ad innamorarsene. Per questo appena me ne accorgo cambio ancora marciapiede e riparto. Dall'azione. Quella so che è una strada giusta. Là non arriva l'ambizione, ma solo il sogno. (non so bene cosa voglio dire ma suona bene!) :D
 

 
Egure
Egure il 04/11/09 alle 20:32 via WEB
Oggi ho riflettuto tanto su quest'ultima domanda che poni. Sul rapporto che c'è fra il prodotto artistico e questa ricerca. Pensavo che forse è un anelare continuo, una ricerca quasi senza meta, che sembra infinita ma che un punto centrico ce l'ha. Ed è noi stessi, ritrovarsi, ritrovarci. Gli artisti sono sempre persone molto sensibili, o questo è quel che credo, ed è la ferita con l'altro che cercano di sanare, scavando la materia, dipingengo altereghi, altri posti, luoghi di memorie non sopite..ma poichè è sempre immateriale ed effimero l'abbraccio a cui si va incontro, con una scultura, un dipinto, un'istallazione. Ecco che si continua il pellegrinaggio in noi stessi e verso il rapporto con il prossimo che evidentemente ci preme. Circostanziale. E se penso questo non mi stupisco del famoso Michelangelo - se chiese al Mosè - perchè non parli.. ieri notte prima di addormentarmi pensavo ad una frase che ho letto recentemente nel libro che sto leggendo e si dice che per guarire il nostro io interiore, abbiamo bisogno di fare esperienze con altri uomini. Possiamo anche abbracciare un albero, ma non è quello ad averci ferito, sono le persone..ed è con loro che dobbiamo confrontarci. Che pioggia, piove a Vicenza? E.
 

 
Egure
Egure il 03/11/09 alle 23:33 via WEB
L'arte è qualcosa di puro, virginale. Innanzitutto perchè prende forma tramite un processo creativo, e perciò intatto e intonso di per sè. Se la dovessi astrarre penserei ad una biglia infuocata come l'idea che la genera, riflessa nel retro dell'occhio di chi la pensa. Un nucleo la cui vibrazione e sostanza trasparisce per via della sua forza di concetto, inesplicabile altrimenti ma da esternare. Tutto questo per dire che vedo questo nesso con il fascino che può provare il sistema di mercato per l'arte. Diventa davvero qualcosa di sfuggente e inconcepibile, perchè esula dalla logica materialistica. Paradossalmente scatta la sete d'acquisto per questi emblemi, il denaro quasi un viatico di comprensione concettuale. In effetti molti esprimono una critica d'arte con il prezzo.. I geni e gli artisti più grandi, non erano forse in fondo amati dai mecenati quanto le opere che generavano. Quasi come se l'opera prendesse poi vita a sè e si staccasse dalla matrigna -artista che l'ha cresciuta. Quella ricerca di calore io l'ho sempre letta come un immenso bisogno di condivisione e comprensione di tutto. E la sofferenza arriva quando il disincanto cade, e si comprende la disillusione di ognuno: le nostre paure.
 

 
Egure
Egure il 03/11/09 alle 23:16 via WEB
Non posso trovarmi più d'accordo, con te, in questo caso. Noi siamo così finiti..per me è del tutto naturale pensare che è l'altro ad incuriosirci, il diverso spesso, altrimenti nemmeno si spiegherebbero le ossessioni per i divieti, anche gli stessi odi raziali, che sono solo la repressione più perversa di una sete di conoscenza a cui non si dà accesso. In noi spesso c'è semmai un labirinto ma è bene evitare di perdersi e imboccare la finestra che per ognuno è una musa diversa. Personalmente adotto spesso il cuore, sentendo e interiorizzando ma il ricambio d'aria ai nostri pensieri è secondo me necessario. Abbiamo una tendenza centrifuga e ad espanderci..come leggevo su Repubblica l'altro giorno. In noi c'è un po' lo stesso "spasmo"dell'universo, e forse è uno dei più bei complimenti che ci possiamo fare. Un saluto, E.
 

 
Egure
Egure il 03/11/09 alle 23:10 via WEB
Quando cammini non puoi fare a meno di mettere i piedi uno davanti all'altro e lasciare dei passi, alcuni sono impronte, altri no. La ricerca artistica è quanto di più completo secondo me possa tendere a far affermare un essere umano; perchè vi è proprio umanità nell'espressione sentimentale di sè. Nell'autodeterminarsi, razionalmente e impulsivamente mettendosi in gioco. E succede perchè si lavora col corpo, dirigendo una linea, un tratto, una pressione sulle superfici. L'anatomia di un'opera d'arte visiva - specie se pittorica, scultorea, dove la forma materica è impressa all'oggetto da un altro elemento determinante quale il corpo - è unica. Irripetibile nella sostanza. Un'esecuzione musicale a seconda del maestro d'orchestra cambierà densità dei suoni. Nella vita d'artista vi è un viatico a se stessi ed il dialogo di rimando col prossimo, che forse completa, forse demolisce, forse raccorda, forse fa da ponte proprio alla ricerca. Come lo sono i nostri passi che ci separano dalla distanza da cui siamo partiti. Notte, E.
 

 
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EnricoDC_gallery il 22/10/09 alle 16:17 via WEB
sai, le donne arrivano sempre prima a certe riflessioni. Se l'età che leggo sul tuo profilo è reale, mi stupisce il tuo punto di vista su molte cose. Forse dipende molto dal tuo percorso di crescita, dalle scelte che sei stata spinta a prendere. La cosa più curiosa di certi momenti creativi è che lasciano un segno sulla tua memoria, ed ogni fase creativa porta con se ricordi diversi. Ma il momento più bello è quando ti senti cambiato e ti senti pronto di dire qualcosa. E' un momento grandioso e irripetibile. In quei momenti mi sento un po' esaltato.. ;P A volte mi succede visitando mostre che mi muovono dentro. Mi svelano aspetti che possiedi ma che non hai ancora avuto modo di usare. Allora non vedo l'ora di tornare in studio e mettermi alla prova...
 
 
 
 

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