DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
PENTIMENTO
Io rimpiango
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Messaggi del 11/06/2015
Post n°214 pubblicato il 11 Giugno 2015 da mygangsta
Mi ricordo. Mi ricordo di come, ad un certo punto, tutto ruotasse attorno alle sostanze e di come non potessi farne a meno. Ma (almeno all'inizio) cercavo, per come potevo, di salvare l'apparenza. E mi ricordo una volta, dovevo andare alla presentazione di un libro di un conoscente e dovevo prendere il treno per arrivarci. Ovviamente, le dosi prima di tutto. E, già in stazione, sentivo il battito accelerare e una gran confusione in testa, come se io non fossi fisicamente presente nel luogo in cui mi trovavo. Una fatica enorme per arrivare al treno camminando talmente piano che una formica mi avrebbe superato. Ma tutto fluttuava e io non mi sentivo in equilibrio. Sul treno il battito continuava ad accelerare e non riuscivo a stare seduto. L'unica era camminare (senza equilibrio) avanti e indietro lungo le carrozze attirando su di me sguardi interrogativi. Arrivato a destinazione, sempre con il battito a mille e la sensazione di impazzire, impiegai non so quanto per arrivare alla libreria, dovevo fermarmi spessissimo per non perdere l'equilibrio. Una volta arrivato, il conoscente venne a salutarmi e io cercai di apparire il più tranquillo possibile ma mi sentivo talmente instabile che pensavo di cadere da un momento all'altro. Alla presentazione, lui parlava e io sentivo la sua voce lontana e non riuscivo a sopportare il brusio degli altri che conversavano nella stanza perchè sentivo le loro voci prima alte e poi basse e ciò mi irritava parecchio. Non riuscivo a stare seduto e mi girava la testa. Non so come io abbia fatto a resistere fino alla fine con tutta quell'angoscia che avevo in testa. Alla fine, lui mi salutò di nuovo e io cercai di sorridere nonostante tutto. Ma mi sentivo strano. Lui mi raccontava delle sue poesie e io lottavo per tenere gli occhi aperti e non gli rispondevo. Angosciato, mi defilai quasi subito. Nella piccola stazione mi addormentai di colpo e persi i due treni successivi. Finalmente sul treno, lunga lotta per non addormentarmi di nuovo e stessa cosa sull'autobus. A casa, di corsa a letto.
Morale della favola: non vale la pena di ridursi così. Garantito. |
Inviato da: cassetta2
il 14/01/2024 alle 03:31
Inviato da: mygangsta
il 21/12/2023 alle 22:10
Inviato da: Cherrysl
il 05/12/2023 alle 16:57
Inviato da: mygangsta
il 22/07/2023 alle 22:41
Inviato da: Cherrysl
il 16/07/2023 alle 19:18