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Post n°1481 pubblicato il 21 Aprile 2007 da n.cave
Celeberrimo racconto di Poe, ha una riduzione operistica del 1925 di di Adriano Lualdi (1885-1971), autore nazionalista molto legato al Fascismo e molto apprezzato all'epoca, critico musicale e direttore d'orchestra. Forse aveva perso di vista che, in quell'opera, Poe mette alla berlina proprio quei valori che erano fondativi di un tipo di borghesia conservatrice e assolutizzante. Ma forse è questa la grandezza di Poe, che affascina chiunque in qualuncuqe ideologia. Oppure, semplicemente, come accadeva nell'arte di regime durante il fascismo, si svuotava una forma di contenuti e rimaneva solo l'evento circense. Amo l'idea di una rivoluzione del tempo. Amo l'idea di starmene su di un campanile a vedere una massa di stolti che si affanno per le loro velleità, per la loro vanità, per la loro avidità. Ognuno convinto in sé di Sè, ma pronto a tremare, al cambiar di un vento che scuote le sue certezze. Mi piace rimanere in alto, mentre gli idioti sguazzano nella loro merda, giù in basso. In foto: bozzetto di Buzzati per l'opera di Lualdi. |