Creato da giuliosforza il 28/11/2008
Riflessione filosofico-poetico-musicale

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Di Federico II der Grosser, della musica, della guerra e d'altre cosucce.

Post n°985 pubblicato il 11 Giugno 2018 da giuliosforza

Post 906

    La figura di Federico II Der Grosser di Prussia, politico e guerriero spietato e nel contempo raffinato musicista, compositore e flautista, convinto illuminista, amico fraterno di Diderot e di Voltaire, mi ha sempre  rappresentato un problema. Mi son chiesto e mi chiedo come possa un intimo di Euterpe, un frequentatore delle stanze segrete di Frau Musika, amico e confidente delle nove Sorelle, chiaro spirito apollineo, tutte cose che secondo il comune sentire  son fatte per ingentilire gli animi, dirozzare e raffinare  caratteri e ingegni, ammansire le belve (quello spirto guerrier ch’entro ci rugge), addolcire asperità, flectere quod est rigidum, fovere quod est frigidum, regere quod est devium, come possa un cotale personaggio essere inabitato da istinti così contraddittori, alimentare passioni tanto tra sé cozzanti. Non mi do risposta né in fondo più di tanto mi cale. Grande è il mistero di Frau Musika, che può lenire affanni, consolare e rasserenare ma anche alimentare ed accompagnare in forma di canto o di squilli di tromba gli assalti alla baionetta. Da Tirteo in qua molti politici, i ritenuti tra i più efferati, erano, Stalin escluso, amanti della musica e di essa  nutrivano i propri riposi, una volta abbandonati agli ozi di Marte. Un poco, anzi tanto, puttana può esser Frau Musika e nel contempo non smettere di interpretare, meglio di filosofie, religioni ed arti consorelle, i sensi più riposti del reale, violare con Orfeo persino i confini degli inferi,  profondare (ertrinken, versinken, unbewusst, höchste Lust!)  con Isotta nel gran Mare dell’Assoluto, sondare il  poly’  pèlagos tou kalou’.

    Ancora più fitto il mistero Federico II. Ma tutto ci si può attendere dal supremo umorista progettatore di quel capolavoro dello spirito illuminato in pietra che è la sua residenza postdamiana. Tutto ci si può attendere da chi spinge la sua provocazione e la sua irriverenza fino a far imprimere sulla facciata uno dei più divertenti e concisi calembours della storia: sans, souci. Dove la virgola dopo sans (niente) non è un refuso: virgule, virgola, è un diminitivo di virga, che sta nel latino popolare, per pene. Né un refuso è il punto (point, niente, significato passato nel toscano punto) dopo soucis. “Senza preoccupazioni”, certo, ma  solo …senza c. niente (point) preoccupazioni! Birbone d’un Federico, flautista eccelso!

*        

    Quelle che seguono sono note sparse di diario già note agli amici di fb. Le ripubblico qui per i lettori del blog non frequentatori di quel salotto virtuale, che si sta giorno dopo giorno trasformando in una piazza cosmopolita (talvolta con dignità di agorà, ove, insieme a tante sciocchezze, volgarità e liti incivili dettate da livori ‘politici’,  si ha il piacere di leggere discorsi che nulla hanno da invidiare, in acume, ironia, lepidezza, a quelli dei frequentatori delle antiche agorài) che molti, io stesso, sono stati tentati sprezzantemente, ma stupidamente,  di snobbare. Lo so che Dio parla nel silenzio e nella solitudine. Ma quale più profondo silenzio, quale più vasta solitudine del silenzio e della solitudine delle segrete stanze dalle quali attraverso l’etere l’anima spicca un volo che nessun Icaro avrebbe mai potuto immaginare ed entra in comunicazione con l’Universo, con esso ri-fondendosi, riconquistando l’Unità primigenia?

*

    Chiedo l'aiuto di un tecnico del suono. Mi si verifica un fenomeno strano, per altro assai piacevole, una vera e propria sorpresa. Il mio stereo è sempre acceso, sintonizzato sul canale rai classica. Oggi ho voluto provare ad accedere contemporaneamente allo stesso canale via tv 'per vedere l'effetto che fa'. Ebbene, è successa una cosa per me straordinaria: i suoni delle due fonti non combaciano, ma si inseguono, a distanza di una battuta, a effetto 'canone', o eco. E il mio orecchio non li avverte cacofonici o discordanti, ma semplicemente più pieni e robusti, e quasi inseguentisi in una gara di perfezionismo e di velocità a chi arrivi prima al traguardo. E che quiete allorché si raggiungono e stanno!

    A questo punto rinuncio anche a conoscere il motivo tecnico del fenomeno. Svanirebbe l'incanto

    P.S. Il mio orecchio sinistro è da anni completamente spento, ma terribilmente rumoroso, forse a causa forse di un microtrombo. Chissà quale ancor più meraviglioso effetto...a due orecchi!

*

    Ciclisti: tra tutti gli sportivi la categoria più sventurata. Passano da forsennati tra i più bei panorami, città monti e valli, ma non vedono né si godono nulla, intruppati come sono, gli occhi fissi a terra come quadrupedi, tutto l'essere teso, anima e corpo, con sforzi sovrumani alla conquista di un traguardo che, pur se raggiunto, è sempre, per la maggioranza di essi, deludente o inadeguato. Ho pietà dei ciclisti, peones delle due ruote.

*

    Riflettevo: il mite e dimesso, così dicono, Mattarella, ha fatto scherzando scherzando un vero e proprio colpo di stato ... leonino (il gioco mi è consentito per essere egli stato alunno, per chi non lo sapesse, dalle elementari alla maturità, dell'istituto religioso romano "San Leone Magno") autoproclamandosi presidente di una repubblica presidenziale, abolendo de facto quella parlamentare. E non c'è un cane di "resistente" che se ne adonti. Chapeau.

*

    Io a Giancarlo Gidaro, che chiede la mia opinione sulla vexata quaestio della presunta italianità di Shakespeare.

    Caro Giancarlo, da secoli se ne discute e la questione resta aperta. Ma non mi tange. A me basta sapere che Giovanni Florio, italiano anglicizzato, era amico e discepolo e protettore di un tal Giordano Bruno nel suo periodo londinese, e traduttore, fra gli altri, di Boccaccio. E che Shakespeare fu uno strumento dello Spirito Universale, a quell'epoca paludato di rinascimentale italianità. Tutto il resto, diceva il grande scespirista Melchiori, ch'ebbi l'onore e il piacere di rispettare collega, tutto il resto è inutile chiacchiericcio.

*

    Ad Alessandra Carfagna, dottissima e polemicissima amica.

    Cara Alessandra, io, anarchico e libertario, da giovane (non mi tolga amicizia e saluto) fui gollista, e con gli amici pacciardiani (ex di ogni colore, compreso il fondatore di Paese Sera Smith e il generale antifascista Raffaele Cadorna, già comandante partigiano dei Volontari della Libertà) mi auspicai una Repubblica presidenziale di tipo gollista, per la quale ancora adesso, sempre più (paradossalmente?) anarchico e libertario ( e ne ho pagato il fio in questa repubblica degli stracci) non proverei particolare ripugnanza . Mattarella è presidente di una repubblica parlamentare (o mi sbaglio?) e non può assumersi poteri e prerogative che sono di un presidente di repubblica presidenziale. Ciò detto mi taccio, lasciando a voi esperti di diritto costituzionale l'ultima parola, se mai ci sarà. L'aquila dell'Assoluto, come diceva lo Stoccardiano (o stoccardese?), cambia di tanto in tanto nido. Ora se l'è rifatto in Germania fra le capaci braccia della Merkel, e Mattarella non può che prenderne atto. e comportarsi (vilmente, donabbondianamente?) di conseguenza. Buona giornata, pasionaria Ale!

*

    Questo è un libero pensiero di pensatore libero che mi procurerà qualche antipatia.

    Deve essere proprio tanta la strizza che quei due ragazzoni (soprattutto uno di essi) stan facendo venire ai poteri forti se una così furiosa canea si va scatenando nei loro confronti in alcuni ben individuati settori della politica e della finanza italiana, europea (soprattutto tedesca) e persino mondiale. Finirà che mi diventeranno simpatici e suggerirò loro il grido che fu di quel papa gigantesco, Giulio II Della Rovere (nomen omen) che osò confrontarsi col titano dei titani Michelagnolo Buonarroto: "Fuora i barbari"! (dove i barbari non sono per me, a scampo di equivoci, gli immigrati -"Chairete xenoi!"- ma i ripugnanti adoratori dello sterco del diavolo).

*

    Condivido non immaginate con quanto piacere una riflessione all’acido di Anton Monti dalla Finlandia. Non solo ‘chi vede dall’alto vede giusto’ (Victor Hugo) ma anche, direi soprattutto, chi vede da lontano.

     Io ho avuto la fortuna di vivere da ragazzino in Italia un periodo quando i presidenti della repubblica non contavano nulla. C'era Saragat che era pagato dalla CIA, c'era Leone - che peraltro era molto simpatico - che era pagato dall'industria militare americana e c'era quel vecchio rincoglionito di Sandro Pertini che l'unica cosa buona che fece fu quella di andarsi a vedere la finale del mundial del 1982. Essere del PSI ed essere peggio di Berlinguer: ce ne vuole. Pertini riuscì pure su quello. Però non contavano nulla i presidenti all'epoca. Poi arrivò il buon Cossiga, ma io me ne stavo già andando. Cossiga aveva capito tutto perché era la nostra faccia speculare. Non sopporto tutte le menate del Kossiga con la kappa e le SS. Facevamo sul serio noi e faceva sul serio lui. Finita la storia riconobbe la realtà storica e probabilmente era per l'amnistia. Poi sono arrivati quelli del mondo di mezzo e dopo di loro Napolitano e adesso Mattarella. Sarcofaghi, mummie di un centro ed un centrosinistra morente. Gente che dovrebbe solo farsi da parte. E come al solito questi dell'ex-PCI o i democratici-cristiani di sinistra sono i peggio”.

 

________________________

Chàirete Dàimones!

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

 
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