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Messaggi del 07/05/2021

Ben venga Maggio. Es lacht der Mai. Fabiani, Napolitano e famiglie

Post n°1079 pubblicato il 07 Maggio 2021 da giuliosforza

 

989

   Ben venga maggio
   e 'l gonfalon selvaggio!
   Ben venga primavera,
   che vuol l'uom s'innamori:
   e voi, donzelle, a schiera
   con li vostri amadori,
   che di rose e di fiori,
   vi fate belle il maggio,
   venite alla frescura
   delli verdi arbuscelli.
   Ogni bella è sicura
   fra tanti damigelli,
   ché le fiere e gli uccelli
   ardon d'amore il maggio.

   ……..

   Es lacht der Mai!

   Der Wald ist frei von Eis und Reifgehänge.

   Der Schnee ist fort,

   am grünen Orter schallen Lustgesänge.

   Sorride maggio! La foresta è liberata dalla morsa del ghiaccio e della brina
   La neve se n'è andata, sui prati verdi risuonano canti festos
i.

         Così il Goethe della ballata Die erste Walpurgisnacht, messa in musica dal giovane genio tanto amato ed ammirato di Mendelssohn.

   Ma maggio non viene, anzi è fosco l’aere, il cielo è buio / ed io sul tacito veron poggiato, in solitaria malinconia osservo la pioggerellina cadere silenziosa sui silenzi delle vie, delle case, dei pini dei pioppi svelti come betulle dei ciliegi selvatici e delle mimose del Parco delle Tartarughe, e m’abbandono ai ricordi, complici due foto in bianco e nero sbiadite dal tempo.

  Vent’anni, primi anni Cinquanta. Ho appena scalato, (faccio per dire, mi sono solo sgraziatamente arrampicato) la più bassa delle due cime del Gelas, il più alto delle Marittime dopo Argentera, Matto, Maledia, Marguareis, Mongioia (che in realtà è già delle Cozie ed è, del gruppo italo-francese che fa corona ad Entracque, coi suoi 3300 e passa la cima più alta). La prima delle due foto mi coglie aggrappato a spuntoni di roccia, quasi indistinguibile, camaleonticamente con essi mimetizzato, masso con masso; la seconda, ginocchioni su uno spiazzo della Sella del Gelas, a disegnar note su un quadernone di musica poggiato sull’erba ed aperto alla prima pagina, ove campeggia la scritta Missa Alpina ad quattuor voces organo comitante. Sì, perché fra le illusioni della mia giovanile ebbrezza fu anche quella di competere col Richard Strauss dell’Alpensymphonie, e di tradurre sacralmente il mio naturalismo panteistico, inconsciamente fin dall’infanzia vissuto, ma all’epoca non ancora problematizzato e …ufficializzato. Il quadernone è ancora qui, affastellato fra i manoscritti, ma dopo il Gloria le pagine sono desolatamente bianche: ispirazione e sogni erano evidentemente presto svaniti!  

   In gioventù e poi nel resto della vita fino agli ottanta ho amato assai camminare, in pianura in collina in montagna, solo dopo gli ottanta gradualmente cedendo e solo ora, alle soglie dei novanta, con dolore arrendendomi. È camminando (quasi sempre solo, poche le volte, ma esaltanti, in compagnia) che ho pensato  le mie cose più belle, ho esercitato corpo e anima alla gioiosa fatica dell’ascendere, dello stare  contemplando, del ridiscendere e anche, talvolta, del precipitare (pur esso gioioso, anche solo nel ricordo: m’ebbero precipite ghiacciai, morene petrose, forre folte di triboli e spine, ma sempre, fortunosamente, se pur variamente dolorante, indenne), del sostare a meditare, in una valletta amena o su un poggio, a poetare, a musicare, a  variamente filosofare.  Le due foto ben documentano due dei momenti in cui il Giulio fenomenico, ma non solo, s’accenna: ché per chi ha occhi penetranti da forare il fenomeno (l’epidermide), anche il noumeno, kantianamente intuibile se non (sentore di paradosso!) conoscibile, si s-vela in due degli aspetti più significativi della sua essenza profonda.

 

*

Gioia intensa. Zauberflöte nella sontuosa edizione scaligera del 1995 diretta da Muti. Per l’ennesima volta mi chiedo come si faccia, dopo il Flauto magico, a non la sciarsi incantare dalla spiritualità e dalla ritualità massoniche. Massone vorrò essere se rinascerò. Purché tutta la massoneria abbia recuperato la sua iniziale purezza. Il ‘Fiore azzurro’ , Novalis per i suoi amici, mi accompagnerà a Sais. E leggerò sul volto dell’Isi velata il mio stesso volto e quello della mia amata (come l’anche lui discepolo di Sais Dante aveva ammirato il proprio in quello di Dio: “…dentro da sé, del suo colore stesso / mi parve pinta de la nostra effige” Par. XXXIII 130-131).

 

Su questo mio Diario ho più volte parlato con irriverenza, non condividendo le sue invasioni di campo, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il borghesissimo napoletano comunista doc dai tratti principeschi, maliziosamente anche accennando alla sua somiglianza fisica con l’ultimo re d’Italia Umberto II e ai pettegolezzi che a questo riguardo ai miei tempi giravano. E nella irriverenza a lui associavo il cognato Guido Fabiani, inamovibile rettore di Roma Tre, poi assessore zingarettiano alla Regione Lazio. Ma quelli che io consideravo piccole malefatte e abusi di potere forse erano solo norma politica e accademica. E male facevo a scandalizzarmi. Ora in rete mi imbatto casualmente in un articolo, pubblicato su Barbadillo.it, autori Carlo Filippi e Martina Bernardini, che anch’esso associa i due nomi con pacata ironia. Eccolo:

   “Sì, perché Guido Fabiani, l’Assessore alle Attività produttive e allo Sviluppo Economico della nuova Giunta Zingaretti, è proprio lui. È l’(ormai) ex Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tre.  Già professore ordinario di Politica economica dal 1980, successivamente Preside nella Facoltà di Economia dello stesso Ateneo, Fabiani dal 1998 al marzo del 2013, quando è stato chiamato da Zingaretti al Consiglio Regionale, è stato ininterrottamente Rettore della Terza Università di Roma. Ininterrottamente per 14 anni. Strano? Sì, soprattutto se si pensa che da un po’ di anni a questa parte c’è chi reclama in piazza che perfino i parlamentari possano sedere in Parlamento per soli due mandati consecutivi, e poi “tutti a casa”.

Ma, si sa, l’uomo è debole di fronte alle tentazioni e, mentre si pretende che chi-di-dovere, ai piani alti del potere, dia il buon esempio, ai piani intermedi c’è chi agisce non sentendosi controllato, perché sa che i riflettori sono tutti puntati sui parlamentari.  Ma la politica non è solo quella dei grandi palazzi del potere. La politica è ovunque, e chiunque ha doveri ben precisi. E così, forse proprio per espletare i suoi doveri professionali (non siamo mica maliziosi), il rettore Fabiani, nel luglio del 2007, ha provveduto a modificare lo Statuto, introducendo una nuova disposizione, e cioè la possibilità per il Rettore uscente di candidarsi per ‘ulteriori mandati’, contrariamente alla disposizione precedente che vietava di ripresentarsi dopo l’espletamento del secondo mandato, di quattro anni ciascuno.  Insomma, proprio in linea con le richieste di svecchiamento della classe dirigente.

   Certo è che sarebbe stato carino quantomeno richiedere l’autorizzazione al Consiglio di Facoltà di Giurisprudenza. Ma non per dovere di correttezza (la legge non impedisce al Rettore di ricoprire incarichi politici, mentre lo vieta espressamente per i componenti del Senato e del Consiglio di Amministrazione), ma proprio perché richiedere l’autorizzazione è un obbligo, un dovere al quale, a quanto pare, l’ex Rettore di Roma Tre non ha adempiuto. Ma non dubitiamo che la pluriennale esperienza del Rettore Emerito sarà di giovamento all’esperienza del nuovo Consiglio Regionale.

   Sperando che sappia fare un po’ meglio di Astre, la scuola di eccellenza dell’Ateneo di Roma Tre, il cui progetto è ancora in fase sperimentale. Perché, seppur nobile nell’idea, Astre è riservata a soli 80 studenti, ai quali verranno erogate borse di studio, alloggi e mensa a prescindere da qualunque criterio reddituale, in barba ad ogni tipo di salvaguardia dei principi di equità sociale. Senza considerare che il progetto formativo lascia perplessi un po’ tutti, dagli studenti fino ad arrivare agli stessi docenti. O sperando ancora che con i fondi regionali – come invece fa il nostro Ateneo – non finanzi la Fondazione Maruffi, ottima produttrice di olio nostrano, ma, chiaramente, nulla a che vedere con i testi accademici.

   Fabiani, insomma, se ne va. Ma in qualche modo l’Ateneo conserverà il suo ricordo. Soprattutto quello fisico, grazie alla presenza di sua figlia Anna, docente di Biologia, e di Giulio Napolitano, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso il Dipartimento di Scienze Politiche, nonché attuale ghost writer di Enrico Letta e nipote del più famoso Giorgio, a sua volta cognato del (ex) Magnifico Rettore”.

   La pacatezza e la sottile ironia con cui gli autori narrano di Napolitano e di suo cognato Fabiani è onorevole e fa loro onore. A me vengono le madonne.

   Forse è bene sapere cosa è l’ASTRE e quali sono le sue finalità.

   “L’ASTRE, Alta Scuola Roma Tre, ideata e progettata dal Prof. Raffaele Simone, fa parte delle scuole superiori universitarie finanziate dal MIUR. Si tratta di una scuola biennale interdisciplinare: ASTRE riunisce studenti di tutti i corsi di laurea di Roma Tre, professori di Roma Tre e professori, italiani o stranieri, di chiara fama internazionale.

   Gli studenti, in numero di 40 per biennio, sono scelti, a seguito di domanda di ammissione e per selezione di merito, tra gli iscritti al primo anno dei corsi di laurea magistrale o al quarto dei corsi di laurea quinquennale. Gli studenti di ASTRE partecipano alle iniziative didattiche e scientifiche della Scuola. Ad essi è richiesto un impegno didattico supplementare in aula pari a circa cinquanta ore di lezioni per anno.

Gli studenti ammessi alla Scuola ricevono una borsa di studio. Essi inoltre usufruiscono, nel corso del biennio, di diverse facilitazioni, nell’uso delle strutture di Roma Tre, che possano loro permettere un proficuo svolgimento degli studi supplementari a loro richiesti.

Lo studente di ASTRE che porta a termine il biennio della Scuola, e il ciclo di studi del proprio corso di laurea, riceve un diploma ASTRE che attesta il suo successo nella Scuola.

Sono previste iniziative di raccordo e di Job Placement che possano mettere in contatto i diplomati di ASTRE con interlocutori diversi, del mondo del lavoro, della ricerca e delle istituzioni, interessati alla Scuola e alla formazione ulteriore che essa offre ai propri studenti”.

 

 
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