Creato da dottoressaFaber il 09/09/2006

I'm enduring it

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Un addio

Post n°134 pubblicato il 05 Novembre 2007 da dottoressaFaber
 

Giorgio se n'è andato.
Ci ha lasciati.
E' scomparso.
Cazzate, Giorgio mi saccagnerebbe di botte se sentisse sti giri di parole.
Giorgio è morto.
E' morto mangiato vivo dal cancro.
Non da un brutto male, da una lunga e dolorosa malattia, da una disgrazia che non perdona.
No, dal cancro.

Non ce l'ha fatta.
Non mi aspettavo che ce la facesse.
Nessuno ce la fa con un corpo devastato di metastasi, neanche se ha una mente come quella di Giorgio.
L'ho salutato tempo fa con una sua canzone.
Gli dico addio, oggi, con un'altra.
Non trovo niente di meglio.

DA CHEST PAÎS FOREST

Da chest paîs forest
cumò ch’i tu sês lât
che il pôc al è stât det e il plui scjafoiât
che ogni omp al è bessôl
ognun di nô a lu à savût
e alora i bêf chest tai di vin in to salût

**

Però a lunc al è stât biel
fâ l’autostop
rivâ lusints di contenteça e lâ via cul grop
e simpri a mi stupiva
la vita cui siei dêts sigûrs
ci cêmot ch’a cjata, a plata, a mostra, a met adun

**

E simpri a mi spaventa
chesta straçaria
prin imbastî un afiet e po butâlo via
taiâ ramaçs e sentiments
sumps, utopias e il rest
ma a è l’unica vita ch’i vin, non podin lâ a dimprest

**

In scjaipula par conformismo
ch’a è la leç dai plui e dai fuarts
i metin las tantas e diferents formas e muarts
ogni dî la sô piçula pôra
i si cusìn dintor una normalitât
però il realismo al copa la realtât

**

Jo no ch’i no noi rassegnât
i ai pazienza e ironia
tenereça, rabia, mans, vôi e fantasia
e ducj chescj sentiments
ju buti inta realtât
o jo o jê, la vita, prin o dopo a sbararà

**

Chest i volevi dîti
cumò tu l’âs savût
e alora i bêf chest tai di vin in to salût
chest i voi ch’i tu sêpis
dai miei amîs il plui amât
di che ch’a son,
e ch’a saran
e ch’a son stâts

****************

DA QUESTO PAESE STRANIERO

Da questo paese straniero * ora che te ne sei andato * chè poco è stato detto e il più soffocato * che ogni uomo è solo * ognuno di noi l’ha capito * e allora bevo questo bicchiere di vino alla tua salute.

Però a lungo è stato bello * fare l’autostop * arrivare luminosi di contentezza * e andarsene via col groppo * e mi ha sempre stupito* la vita con le sue dita sicure * di come trova, nasconde, mostra e mette insieme

E sempre mi spaventa questo spreco * prima imbastire un affetto e poi gettarlo via * tagliare rami e sentimenti * sogni utopie e tutto il resto * ma è l’unica vita che abbiamo, non possiamo andare a prestito di un’altra

In gabbia per conformismo * che è la legge della maggioranza e dei forti * noi mettiamo le tante e diverse forme e morti * ogni giorno una piccola paura * ci cuciamo addosso una normalità * però il realismo ammazza la realtà

Io no che non sono rassegnato * io ho pazienza e ironia * tenerezza, rabbia, mani, occhi e fantasia * e tutti questi sentimenti * li scaravento nella realtà * uno dei due, io o la vita, prima o poi esploderà

Questo volevo dirti * adesso l’hai saputo * e allora bevo questo bicchiere di vino alla tua salute * questo voglio che tu sappia * dei miei amici il più amato * di quanti sono * saranno * e sono stati

 
 
 
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