ElettriKaMente
Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)
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AVVISO AI NAVIGANTI...
Tutti i passanti sono gentilmente invitati a lasciare fuori da questo blog:
incontinenze di ogni genere e tipo,
pratiche onanistiche finalizzate alla pubblicazione
e manie persecutorie-vittimistiche,
grazie.
Anche se il blog é moderato, ogni intervento pervenuto viene pubblicato.
Qualora il vostro non risulti, invece, visibile tra gli altri è semplicemente perché, presentando tracce delle sopracitate (incontinenze, pratiche onanistiche o manie persecutorie-vittimistiche)
vergognandosi di se stesso e di chi l'ha messo al mondo, si è autoeliminato.
Capisco che il nome del blog potrebbe trarre in inganno, ma qui non troverete il supporto psichiatrico che andate cercando.
Cordialmente,
Elettrikamente,
EleP.
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"... anche se ho una buona vista, l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna, preferisco le sorprese di quest'anima tiranna che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti, ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti. Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire, ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire..." Francesco Guccini
Da sempre, da prima che qualcuno parlasse e scrivesse di amori liquidi e di solitudini virtuali, tutti sapevamo perfettamente che nello spazio virtuale non si trova nessuna alternativa parallela alla vita. E questo perché, essenzialmente, non esiste una vita da contrapporre al virtual tour, così come non esiste un “digiland delle meraviglie virtuali” esterno al “paese delle solide strade”, fuori dal pc.
Una verità che tutti già sapevamo, atavicamente, anche prima che qualcuno ci scrivesse una canzone o un saggio per tutte le piccole donne e i piccoli uomini che crescono nel 2000 oltre che per tutti quelli che erano già abbastanza cresciuti negli anni sessanta del '900 ma nel 2000 si dedicano comunque al virtuale.
E' dalla nascita della prima chat che lo sappiamo.
Da quel giorno abbiamo saputo istintivamente che il virtuale sarebbe stato un “essere più sinceri dicendo una bugia”.
Sapevamo che vivere tra tastiera e anima sarebbe stato null’altro che avere più tempo e poi più concentrazione, più raccoglimento e più silenzio per guardare, per ascoltare con gli occhi, per riflettere e per concentrare il concentrabile in un filo di attesa tra una lettera che va a comporsi sullo schermo e il suo significato.
Riducendo il tutto alla sintesi dell’empatia.
Sapevamo che, alla peggio, spingendo un po’ troppo sull’immaginazione anticipativa e superando gli indizi volontari del nostro invisibile interlocutore o le tracce captate per nostra abilità psichica (per quella furbizia, cioè, che nella vita esterna aiuta a commettere un furto di baci ai rapidi ladri di labbra) avremmo evocato noi stessi, e quello che avremmo desiderato incontrare per completare il nostro specchio.
E sarebbe stato ben poco male per il percorso verso la nostra conoscenza.
Nella più romantica delle ipotesi, però, sapevamo anche, con la stessa atavica sicurezza, che avremmo potuto anche incontrare qualcuno: un'anima che avanza nuda senza il filtro di elementi scenici e la dispersione degli agenti atmosferici.
Si, perché nel bene come nel male, il pacchetto climatico come lo sfondo da Tour Eiffel o da discarica indifferenziata accanto agli scavi pompeiani hanno sempre il loro perché sul peso del discorso nel mondo "fuori dal pc" .
Non c’è una scenografia così fuorviante in Digiland.
Ed anche quando le immagini architettate per lo schermo possono affascinare e portarti via come fa la musica, sono comunque esche molto più collaborative...
Alla fine le loro sono suggestioni che si rivolgono senza fermate intermedie o pause caffè, dritte al subsconscio, per accompagnarci sempre e solo nei corridoi del mentale.
Coerenti ancelle della psiche, non sono distratte dalla luce di uno sguardo o dalle nebbie della fretta. Dialogano solo con i pensieri meno esposti.
E ditemi qual è la vita reale, là, fuori, all’aperto, nelle strade di luci alogene, quando un corpo nervoso e rigido si volta a cercare oltre i finestrini delle auto, dei tram, degli aerei, una risposta nella realtà stratificata di quel cielo così reale?
E quando ci si chiede perché non si è abbastanza vicini nonostante le nostre pelli si confondano, e talvolta si perdano, incrociandosi l’una dentro l’altra, o quando non c’è un motivo né un segnale che riesca ad indicare la tua posizione nonostante tu sia lì, presente, localizzato da mappe, ip, longitudini e latitudini di affetti e geografie... cos'è e dov’è la vita?
Allora cos'è e dov'è mai stato, prima di internet e di questo “digiland delle meraviglie virtuali”, il mondo reale?
E in che cosa questo "mondo dentro al pc" è meno esterno al “paese delle solide strade fuori dal pc", se tu sei lì, sotto il cielo di una città reale di secoli di storia reale ma non hai idea di dove sia, perché i tuoi pensieri pensano in declinazioni oblique e ti spostano di qualche centimetro prima e di qualche millimetro dopo te stesso?
"...che sarà che vanno sospirando nelle alcove,
che vanno sussurrando in versi e strofe,
che vanno combinando in fondo al buio;
che gira nelle teste e nelle parole e accende candele nelle processioni,
che va parlando forte nei portoni e grida nei mercati,
che con certezza sta nella natura, nella bellezza...
quel che non ha ragione né mai ce l'avrà..." Fiorella Mannoia
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