Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

Messaggi di Maggio 2020

Fase 2 lato B...

 

 

 

Alla fine i nostri coordinatori amministrativi, o politici che dir si voglia, si sono accordati e la Fase 2 - secondo tempo - il 18 maggio ha aperto le danze, inchinandosi alle porte dell'estate.

E, sapete com'è, va bene tutto, e bisogna pur dare credito a chi è preposto al monitoraggio del pluri-menzionato R0, il numero di riproduzione di base indicante la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva in ambito epidemiologico; ma è anche vero che qualche perplessità rimane. E rimane soprattutto se si pensa alla situazione di una nazione come la nostra, che fino all'altro ieri cantava dai balconi, con una sanità ridotta all'osso a stremarsi dentro gli ospedali e che elargiva generosamente similitudini belliche ma che, poi, proprio con i primi vagiti di caldo disposti a baciare chisto paese d' o sole e d' 'o mare, addò tutt' 'e pparole - doce o amare che siano - sò sempre parole d'ammore, pur con un nord ancora decisamente "in red" ed un notevole quantitativo di scellerati più o meno dichiarati nella frantumazione delle regole (e non solo di quelle), miracolosamente ritiene sia il caso di affrettarsi.

E va bene che è necessario non azzerare l'economia, e vanno più che bene le esigenze di chi necessita urgentemente di lavorare; ma tutto questo è un conto, mentre le vacanze e gli svaghi ad oltranza con il via libera agli incontri con amici, nemici e indifferenti in contemporanea all'apertura indiscriminata delle frontiere per salvare il turismo estivo...sinceramente sono altro.

Si salvi l'economia, ma anche le persone che la producono, però.

Ma le domande sono semplici e si riducono a due, a questo punto: il rischio adesso è improvvisamente diventato meno elevato perché è diventato più conveniente considerarlo tale, oppure - forse - già da prima il rischio, seppure certificato, era un rischio tuttavia calcolato? Non ci è dato avere una risposta assoluta, al momento, un domani, chissà.

D'altronde, una cosa è cristallina: sia mai che agli italiani si possano negare le fatidiche ferie d'agosto, e sia mai che non si possano fare anche le cenette il venerdì sera con gli amici o si debbano evitare le sedute in palestra con l'accurato abbigliamento training per convincersi d'essere fighi...

Tutto bene, avremo tutto salvo. Bagni, costumi nuovi, cene con chi ci pare, cinema e tutte le corse che si potranno fare finché ci sarà un soffio di fiato e una strada da calpestare da qui all'eternità; ma per favore, per gentilezza, per onestà o per un avanzo d'intelligenza non parliamo mai più di guerra.

Non riempiamoci la voce di parole ad effetto, perché la maggior parte di chi ha creduto di vivere in uno stato di emergenza anche solo vagamente paragonabile ad un'emergenza bellica, proprio non ha idea di che cosa sia una guerra. Ed evidentemente non ricorda nemmeno di aver letto che cosa significhi parlare di diritti, in un tempo reale di guerra reale. Si chiama buon gusto, eleganza, cultura...ma anche, se preferite, semplice ed umile buon senso.

Conte dichiara che stiamo affrontando un rischio calcolato, ben consapevoli del fatto che la curva epidemiologica potrebbe tornare a salire; ma che è comunque necessario declinare i principi di sicurezza e di salute in maniera diversa o non potremo mai ripartire. Sembra, quindi, essere evidentemente chiaro a tutti che in un mondo perfetto si sarebbero forse dovuti aspettare la scoperta e la distribuzione del vaccino prima di proseguire con i vari allentamenti ma altrettanto evidentemente questa non sembra essere una prospettiva che ci si possa permettere se si vuole evitare di ritrovarci con un tessuto produttivo e sociale fortemente danneggiato.

Ipse dixit. E noi ne prendiamo sicuramente atto.

Da parte mia, però, trovo un po' strano che nel giro di pochi giorni, nonostante l'uscita dal lockdown e senza aver lontanamente raggiunto alcuna immunità di gregge (per raggiungere la quale, infatti, i guariti dovrebbero raggiungere una soglia del 66%), le stime siano realisticamente tanto rosee, con una soglia di R0 inferiore a 1, dove ogni persona infetta meno di un’altra persona...

Ma anche ammesso e, sia messo agli atti, non del tutto concesso che i dati siano completi, che la curva dei contagi ad oggi sia trasparente - e che molti casi, invece, non siano stati registrati semplicemente perché i sintomi non vengono denunciati e la corsa impaurita in ospedale sia diminuita per timore di non poter ritornare al lavoro - o, ancora, che rifletta effettivamente in tempo reale il numero dei risultati dei tamponi, il virus in ogni caso non scompare con un battito di ciglia solo perché le persone reclamano a voce un po' più alta i propri diritti. E questo indipendentemente dalle fazioni opposte di medici, scienziati e ricercatori suddivisi tra chi afferma, sorridente, l'indebolimento del virus e chi scuotendo la testa risponde che non esiste proprio e che è un enorme sciocchezza affermarlo dal momento, poi, che la sequenza dell'infezione non è nemmeno sostanzialmente cambiata...

Di fatto, in ogni caso, è chiaro che il virus non scompare tanto in fretta neppure quando la soglia dell'immunità viene realmente raggiunta. E sia chiaro anche che si sta solo presupponendo che gli anticorpi sviluppati abbiano una lunga durata; ma ancora non si può sapere. E qualora, poi, si riuscisse effettivamente ad azzerare il rischio tangibile di una nuova epidemia, c'è da tenere in conto il fatto che quella ancora in atto continuerebbe comunque a diffondersi per altri mesi prima di arrivare al suo naturale esaurimento, anche dopo il raggiungimento della sacrosanta immunità di gregge.

Oltre a questo, poi, non posso nemmeno non constatare che per un passaggio sensato alla "Fase 2 - secondo tempo" sarebbe stato necessario almeno disporre di un certo grado di intendimento che, di fatto, nelle menti di alcuni - più di alcuni italiani (ed "alcuni" sono già sufficienti) si dimostra essere una merce ben più rara delle mascherine anti Covid. E nonostante gli elogi collettivi, a cui si aggiunge la voce del presidente dell'Istituto superiore della sanità, evidentemente convinto che tutti siano perfettamente in grado di contenere l'epidemia, avendo ormai appreso ogni lezione, a me sembra, invece, che senza uno strattone a destra, un buffetto a sinistra e un calcetto da ogni dove, il gregge vada un po' dove gli pare, con una soglia dell'attenzione e la capacità di mantenere anche solo quelle distanze sociali e quelle norme igieniche dettate dalla più basilare educazione, francamente, di molto sotto la media. E non mi riferisco solo agli adolescenti e al loro connaturato istinto alla riduzione di ogni distacco fisico.

Dunque, se sono comunque troppi gli ominidi che dimostrano quotidianamente una carenza intellettiva difficilmente mascherabile (con o senza mascherina chirurgica, DPI, FFP2 o 3 che sia) è ovviamente difficile pretendere che tali esemplari capiscano - o vogliano capire, il che alla fine è lo stesso - che cosa s'intenda per quella corretta autogestione che la seconda parte della Fase 2 presuppone.

Quindi, che altro aggiungere? Vedremo, vivendo, come finirà il racconto. Io non intendo certo spoilerare; ma una cosa ve l'anticipo soltanto perché riguarda me.

Comunque vada, infatti, miei cari - amici, nemici o indifferenti - vicini e lontani, io esprimerò il mio desiderio: che nessuno blateri lamentele al gusto d'ipocrita benevolenza.

 

 

Non stressate, non voglio nemmeno una parola, e men che meno un coro...

Restiamo muti, se tra 15 o 20 giorni, saremo di nuovo - e tutti - costretti alla clausura.

Stenderemo un dignitoso e pietoso silenzio e ce la faremo passare senza tante sceneggiate.

Senza palcoscenici e soprattutto senza fare gli attori,

che tanto ccà nisciuno è... Totò.




 
 
 

TRA NUOVE FASI ED ETERNE LEGGENDE

 

4 MAGGIO

1949-2020

 

 

One dream, one soul, one prize

One goal, one golden glance

...

No mortal man can win this day.

 

It's a challenging the doors of time.

I's a kind of magic.

 

                

 

 

Un sogno, un'anima, un prezzo

Un goal, uno sguardo dorato

...

Nessun mortale può vincere questo giorno.

 

Sta sfidando le porte del tempo.

E' una specie di magia.

 

 

Oggi tutti accostano - chi sconsideratamente, chi più attentamente e chi, come me, solo apparentemente - questa data ad una nuova fase, almeno teorica, della primavera 2020; ma anche chi non è calcisticamente color granata, non può fingere di non sapere e di non ricordare che il 4 maggio è legato anche ad un'altra maledetta primavera, quella del '49.

Quando scompariva, nello schianto sulla splendente Superga, la squadra leggendaria di Torino. Una squadra che era diventata leggenda perché aveva osato sfidare gli dèi, scalando le vette più lucenti, riservate agli immortali, dimostrando di non poter perdere...o, meglio, di saper sempre vincere, indipendentemente da tutto, ogni suo avversario. E di saperlo fare in modo eroico.

Così, era già storia prima di diventarlo, quel gruppo di giovani atleti che, come tutti gli eroi, non possono che essere nell'immaginario e nei ricordi di tutti per forza anche belli, come ci ha sempre ricordato Guccini. Maroso, Loik, Mazzola e gli altri, una squadra favolosa, perché richiesta ovunque, acclamata ovunque, iconica per tutti. Leggendaria.

Accompagnata da quell’alone di magia che li rendeva diversi, inaspettati, speciali: dimostrazione vivente di una possibilità inesauribile di lieto fine, di forza magica, di vittoria. Ma si sa che se la storia ci insegna che gli eroi sono tutti giovani e belli, ci insegna anche che chi osa sfidare le divinità non  trova mai una giusta fine. E nella primavera del 1949, il 4 maggio, morì la squadra quasi al completo, allenatori, dirigenti e giornalisti, schiantandosi nell’ultimo volo sopra il muraglione della basilica di Superga.

E fu quello, forse, davvero l'unico cruente modo per arrestarne il potenziale e per finire in modo drastico la favola.

Ma come accade sempre a chi, attirando l’attenzione invidiosa delle divinità ne provoca l’ostilità mortifera, anche il Grande Torino ha ricevuto in dono la gloria che gli dèi offesi, pur nella loro superbia, accordano ai mortali che li hanno emulati, trasformandoli in un’eterna leggenda.

E’ per questa magia, dunque, che il Torino ha fatto parte della storia, non solo del calcio.

Ed è solo per questa magia che una squadra che tanti anni fa scatenò l’ira dagli dèi, alla fine, è pur sempre risorta. Sempre con estrema fatica ed in condizioni disperate; ma non ha mai voluto nè potuto soccombere. It’s a kind of magic…

 

 

 

 
 
 

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