Creato da ElisaCordovani il 13/03/2012

poesie dall'ombra

poesie e racconti di ELISA CORDOVANI

 

 

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L'INFANZIA DI UNA BESTIOLINA SELVATICA

Post n°10 pubblicato il 15 Marzo 2012 da ElisaCordovani
 


Ho avuto un'infanzia bellissima di cui ho tanti ricordi di immensa dolcezza, un'infanzia particolare ma molto felice. Ricordo che ho sempre scritto e anche quando ancora non sapevo farlo,gia' me ne uscivo con dei pensieri che devo dire la verita',preoccupavano chi mi stava intorno!!!!
Nella mia famiglia mi hanno educato alla liberta' e alla curiosita' per il mondo e la scoperta, quindi gia' molto piccola mi lasciavano sperimentare quello che volevo: pittura, creta, fango,acqua e farina e ogni troiaio(= ogni pasticcio immaginabile). Un giorno chiesi le tempere per dipingere,mia mamma ricorda che ero piccina e dipinsi completamente un foglio di blu,che era allora il mio colore preferito.Poi rimasi un bel po' a contemplare il mio disegno e alla fine le domandai" mamma,ma quando io non ci saro' piu' dove va il mio blu?". Mi ha poi raccontato che da allora spesso me ne uscivo con simili domande "poetiche" I miei facevano poco caso a questi episodi...ma spesso si sentivano dire che ero una bimbina un po' stranina.... Quando avevo 4 anni iniziai la battaglia per farmi comprare"il libro grande delle parole",cioe' il vocabolario,perche' dicevo di essermi innamorata delle parole e lo volevo a tutti i costi! Ovvio che l'ho ottenuto anche se era ridicolo,perche' neanche sapevo scrivere il mio nome...ma a me piacevano gia' molto i libri,il loro odore e la consistenza delle pagine,il rumore che fanno quando si girano...quando ho imparato a leggere-molto dopo perche' ero un'allieva molto indisciplinata e contestatrice-gia' avevo la mia piccola bibblioteca perche' i miei avevano assecondato questo vezzo dei libri e me ne avevano comprati molti.
Vivo in campagna, in una famiglia di contadini, ho trascorso la mia infanzia tra fieno,vigne e animali: al mattino mi buttavano fuori di casa e scorrazzavo dalla mattina alla sera nei campi, sempre sporca,sempre scarmigliata,sempre spettinata....le altre bambine non mi potevano vedere e d'altronde anch'io avevo poco da spartire con i loro fiocchi e mollettine. Ero una bestiolina selvatica che parlava coi fiori,con le farfalle e gli alberi,che quasi non conosceva le scarpe,perche' ero sempre scalza...quando fu il momento di mettere il grembiulino cominciarono i problemi,perche' io mi sentivo soffocare con quell'affare addosso e ferma proprio non ci sapevo stare....una bestiolina non la puoi rinchiudere,non la puoi allontanare dal vento,dal sole,dai prati.
Nella mia infanzia ho avuto dei grandissimi amici che mi hanno insegnato cos'e' l'amore e il rispetto per il mondo che ci circonda e tutto cio' che lo abita.
Il primo e' stato il cane del mio vicino. Ho un'adorazione per i cani, gia' a due anni lo chiedevo fino allo sfinimento ai miei genitori...ovviamente me lo hanno preso molto piu' tardi. Quindi io feci amicizia con questo grosso e vecchio cane e passavo tutto il mio tempo con lui, che pazientemente sopportava tutti i miei giochi e soprattutto i miei discorsi strampalati,perche' da bimba non stavo zitta trenta secondi( adesso piu' silenziosa....ma i discorsi son sempre strampalati ihihihih).
Tanto desideravo che quel cane fosse mio....che un giorno l'ho rapito. Si, immaginando con l'ingenuita' di bimba che nessuno mi avrebbe scoperto e soprattutto che il cane sarebbe stato mio.
Quindi di buon mattino prendo un filo sottilissimo che per me era una corda robusta, lo lego alla belle e meglio  al collo del cane e scappiamo insieme....ovviamente dove? nel mio garage, il posto dove MAI nessuno ci avrebbe cercato!!!!! Al posto del cane e del riscatto,visto che non sapevo scrivere,avevo lasciato un biscotto, a me era sembrato uno scambio piu' che equo. Ce ne volle delle buone a convincermi che il cane non era mio e lo dovevo restituire e soprattutto che non potevo improvvisarmi rapitore e portar via le cose a mio piacimento. Ricordo con grande amore quel cane che camminava a fatica,tanto era vecchio, ma non tanto da non giocare con me e dormire insieme sdraiati nel fieno, con lui ho imparato quanto amore ti da' un animale e quante cose ti puo' insegnare,spesso di piu' di molti essere umani.
Un altro amico speciale e' stato mio nonno....che mi raccontava della natura,degli animali, delle stagioni e soprattutto delle storie fantastiche....sono cresciuta nel mezzo di storie meravigliose di fate,principesse, cavalieri......era bello la sera mentre lui faceva dei lavoretti stargli accanto,seduta dentro ad un camino immenso e ascoltarlo parlare, parlava lentamente con una bella voce profonda e spesso mi addormentavo seduta sulla pietra calda. Mio nonno mi parlava del mondo, degli uomini e di come si deve ascoltare sempre tutti e non giudicare mai cio' che ci dicono,perche' tutti hanno il diritto di avere idee diverse dalle nostre. Diceva:- " e' importante che anche chi ha un'idea diversa dalla tua,anche sbagliata,deve avere la possibilita' di averla e di poterla dire"-.
Un altro amico a cui ho voluto moltissimo bene era il postino del paese. Tutte le mattine lo aspettavo sull'uscio di casa perche' dopo avermi consegnato la posta si fermava sempre a chiacchierare un po,con calma e prendeva anche un caffe' insieme a noi. Inevitabilmente prima di andarsene mi faceva salire sul motorino e mi faceva fare un giretto. Ricordo che era un uomo buono e gentile e arriva ogni giorno con qualcosa per me :una caramella, un fiorellino, un giochino, dentro di me ho sempre l'immagine della sua bonta' e della sua gentilezza. Una volta siccome non arrivava,ho avuto la splendida idea di incamminarmi e andargli incontro. Ovviamente sola e senza dire niente a nessuno ( avevo ed ho tutt'ora il pessimo impulso di agire senza riflettere troppo e quindi di infilarmi nei guai).
Cosi sparisco improvvisamente e vado incontro al postino,senza aver minimamente idea da dove arrivi.....il risultato della mia "passeggiatina" fu che la mia famiglia mi cercava pensando alle piu' terrificanti ipotesi ( la piu' gettonata era il rapimento da parte degli zingari,al che mio nonno fece notare-senza ironia- che se mi avevano portato via,lesti lesti m'avrebbero anche riportato),cheil postino quando mi vide da lontano  corrergli incontro-nel mezzo della strada,senza curarmi delle auto-ebbe un  malore e caccio un urlo altissimo-cosi' tutto quanto il paesetto seppe della mia bravata- e quando mi accompagno' a casa io ne buscai bene bene....anzi come si dice dalle mie parti "riscoto anche se non e' giorno di paga!"

 
 
 
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