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VALZER DEI FIORI
« LA POESIA DELLA NEVE | Giornata internazionale ... » |
Post n°4 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da elvira.crisanti
Il Carnevale è un periodo difficile da interpretare.
Di certo è un periodo magico di baldoria, durante il quale ci si
dimentica dei problemi che la vita ogni giorno propone.
Esso è un intervallo che nel calendario liturgico-cristiano si
Esso è un intervallo che nel calendario liturgico-cristiano si
colloca tra l'Epifania e la Quaresima. Riguardo alla etimologia
della parola l'ipotesi più attendibile ricollega Carnevale al latino
"carnem levare", cioè, alla prescrizione ecclesiastica dell'astensione
dal consumo della carne. Paradossalmente, quindi, trarrebbe il nome
dal suo opposto giacchè il periodo di Carnevale si caratterizza proprio
dal godimento eccentuato o addirittura sregolato dei beni materiali
come cibi, bevande, piaceri sessuali, almeno nelle sue origini e radici storiche. Le origini sembrano collocarsi lontane nel tempo: gli studiosi, unanimamente, fanno risalire la nascita del Carnevale ai Saturnali latini.
In quei giorni i romani nel celebrare l'anniversario della costruzione del Tempio dedicato al dio Saturno, si riversavano nelle strade cantando ed osannando il padre degli Dei.
Durante quei festeggiamenti veniva praticato il capovolgimento dei rapporti gerarchici ed in genere delle norme costituite della SOCIETA', sicchè i plebei potevano confondersi con i nobili e viceversa grazie ad un travestimento. Più tardi venne introdotto l'uso delle maschere, preso in prestito dai Baccanali, festeggiamenti in onore di Bacco. Presumibilmente con lo scopo di non essere riconosciuti durante le pratiche licenziose festaiole, di cui i latini erano maestri. Il Cristianesimo fece ordine nel complicato panorama delle festività romane e cercò di moderare quelle più smodate e trasgressive. Fu così che i Saturnali divennero Carnevale.
Nel Medioevo esso subì una trasformazione per effetto probabilmente della tradizione pietistica e della diffusa pratica mistica. La Manifestazione divenne fondamentalmente un rito di purificazione come è provato dalla scena culminante della festa che consiste nel funerale di Re Carnevale. Questo senza però perdere il momento trasgressivo di abbandono ai piaceri materiali come viene rappresentato perfettamente dai versi di Lorenzo il Magnifico "chi vuol esser lieto sia di doman non v'è certezza...." tratti dai "CANTI CARNASCIALESCHI". Oggi, dopo alterne vicende di gloria e decadenza, le manifestazioni carnevalesche hanno ripreso con forte vigore. Per un certo aspetto, ed in molti casi, esse sono il frutto di un sincero recupero di tradizioni popolari, da lungo tempo dimenticate, spesso volutamente dimenticate,come una operazione di rimozione da un senso di colpa collettivo per essere esse stesse fortemente paganeggianti e quindi quasi mai condivise dalla autorità religiosa.
Per un altro aspetto esse sono il risultato di un sapiente lavoro imprenditoriale dove il business diventa il volano
per iniziative turistiche e di valorizzazione di aree geografiche trascurate, con importanti ricadute sui livelli occupazionali e sul benessere della Comunità.
Una ricognizione delle manifestazioni medesime che si svolgono in Italia durante il periodo di Carnevale
permettono di dare, a grandi linee, una classificazione
delle manifestazioni in tre grandi gruppi:
a) Sfilate di carri allegorici
b) Pantomime storiche
c) Antichi riti propiziatori
Il fascino di ognuna di esse è indiscutibile.
Il coinvolgimento è forte. L'impegno della Comunità è totale e spesso si lega con iniziative umanitarie di solidarietà.
Una curiosità che a parere di chi scrive meriterebbe un approfondimento è costituita dalla quasi assoluta mancanza di grandi manifestazioni nelle grandi città, con esclusione di Venezia, e dalla massiccia presenza della PROVINCIA italiana che approfitta dell'evento per affermare prepotentemente la propria identità culturale, del tutto diversa dalla cultura urbana, ed appropriandosi per un momento della scena dopo essere stata ignorata per un lungo anno.
Durante quei festeggiamenti veniva praticato il capovolgimento dei rapporti gerarchici ed in genere delle norme costituite della SOCIETA', sicchè i plebei potevano confondersi con i nobili e viceversa grazie ad un travestimento. Più tardi venne introdotto l'uso delle maschere, preso in prestito dai Baccanali, festeggiamenti in onore di Bacco. Presumibilmente con lo scopo di non essere riconosciuti durante le pratiche licenziose festaiole, di cui i latini erano maestri. Il Cristianesimo fece ordine nel complicato panorama delle festività romane e cercò di moderare quelle più smodate e trasgressive. Fu così che i Saturnali divennero Carnevale.
Nel Medioevo esso subì una trasformazione per effetto probabilmente della tradizione pietistica e della diffusa pratica mistica. La Manifestazione divenne fondamentalmente un rito di purificazione come è provato dalla scena culminante della festa che consiste nel funerale di Re Carnevale. Questo senza però perdere il momento trasgressivo di abbandono ai piaceri materiali come viene rappresentato perfettamente dai versi di Lorenzo il Magnifico "chi vuol esser lieto sia di doman non v'è certezza...." tratti dai "CANTI CARNASCIALESCHI". Oggi, dopo alterne vicende di gloria e decadenza, le manifestazioni carnevalesche hanno ripreso con forte vigore. Per un certo aspetto, ed in molti casi, esse sono il frutto di un sincero recupero di tradizioni popolari, da lungo tempo dimenticate, spesso volutamente dimenticate,come una operazione di rimozione da un senso di colpa collettivo per essere esse stesse fortemente paganeggianti e quindi quasi mai condivise dalla autorità religiosa.
Per un altro aspetto esse sono il risultato di un sapiente lavoro imprenditoriale dove il business diventa il volano
per iniziative turistiche e di valorizzazione di aree geografiche trascurate, con importanti ricadute sui livelli occupazionali e sul benessere della Comunità.
Una ricognizione delle manifestazioni medesime che si svolgono in Italia durante il periodo di Carnevale
permettono di dare, a grandi linee, una classificazione
delle manifestazioni in tre grandi gruppi:
a) Sfilate di carri allegorici
b) Pantomime storiche
c) Antichi riti propiziatori
Il fascino di ognuna di esse è indiscutibile.
Il coinvolgimento è forte. L'impegno della Comunità è totale e spesso si lega con iniziative umanitarie di solidarietà.
Una curiosità che a parere di chi scrive meriterebbe un approfondimento è costituita dalla quasi assoluta mancanza di grandi manifestazioni nelle grandi città, con esclusione di Venezia, e dalla massiccia presenza della PROVINCIA italiana che approfitta dell'evento per affermare prepotentemente la propria identità culturale, del tutto diversa dalla cultura urbana, ed appropriandosi per un momento della scena dopo essere stata ignorata per un lungo anno.
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