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Post n°466 pubblicato il 18 Maggio 2016 da Illywirin
Spesso ci si incontra, ci si sfiora, si passa oltre. Quante volte il nostro sguardo sfiora quello di una persona che ci passa accanto, magari alla fermata dell'autobus o in un centro commerciale. Raramente ci si riconosce, nel senso che si riconosce che la persona che stiamo incrociando in quel momento non è un viandante indifferente, che per puro caso sta incrociando i suoi passi con i nostri, ma proprio quella persona che stavamo aspettando e che stavamo cercando,magari inconsciamente.. Ma quando il riconoscimento ha luogo, allora si accende una luce emozionante, che riscatta mesi e anni di grigiore e di apatia. È come se un colpo di frusta ci rimettesse in piedi, scuotendoci dal nostro torpore, dal nostro vegetare: il sangue scorre più rapido nelle vene, pensieri entusiasmanti si affollano alla mente… ma capirlo e agire di conseguenza, ciò dipende dal nostro livello di consapevolezza.
senza neanche vederlo; ma, quando siamo pronti, il significato di quell’incontro non ci sfuggirà. E i legami che possono nascere da tali incontri consapevoli, caratterizzati dalla reciproca attesa e dal reciproco riconoscimento, hanno veramente il profumo dell’infinito e la fragranza ineffabile dell’altrove e dell’eterno… se di eterno è lecito parlare nel contesto di questa dimensione spazio-temporale. perché possano verificarsi degli incontri di questo genere - e non solo con le persone, ma anche con le situazioni o con qualsiasi altro ente - sia l’aver conservato in sé un po’ di quella freschezza, di quella spontaneità, di quella fiduciosa apertura verso il mondo che sono (o forse, ahimè, dovremmo dire: che erano) tipiche dei bambini. Senza l’incanto del mondo, senza una certa quale ingenuità di fronte alla vita (e usiamo la parola nel suo significato più bello e positivo) passeremmo loro accanto senza degnarli di uno sguardo, con la più totale inconsapevolezza. |
Post n°465 pubblicato il 14 Maggio 2016 da Illywirin
Chi di voi non conosce questa fiaba? Inizialmente intolata "Biancaneve", il titolo fu poi mutato in "Biancaneve e i sette nani" Il tema affrontato inizialmente è quello dell'adolescenza. Il bosco simboleggia il mondo, la vita fuori dall'ambiente familiare. Finchè Biancaneve non costituisce un pericolo, la matrigna non le è ostile, in quanto la nostra adolescente, dipende psicologicamente da lei e dunque non rappresenta una minaccia. Ma a un certo punto Biancaneve comincia a sviluppare la sua femminilità. La matrigna comincia a diventare gelosa ed invidiosa. Biancaneve, cerca di sottrarsi al controllo della matrigna e crearsi una sua identità. Queste dinamiche sono state raccontate dalle fiabe fin dall'antichità, il che significa che queste tematiche erano già presenti. L'aggressività è l'ingrediente fondamentale per potersi definitivamente separare dall'abbraccio simbiotico della madre, alla ricerca del proprio percorso personale. La famosa frase allo specchio " Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?"
non è solo un fatto di bellezza ,ma anche di valore personale. Per una bambina l'amore del padre è cosa naturale, e si trova così in una sfida psicologica con la madre. Da notare che anche la bambina è gelosa della madre, tuttavia rimuove questo sentimento in quanto metterebbe in pericolo la sua sicurezza, poichè ha bisogno dell'affetto della madre. Questo sfocia nel conflitto adolescenziale, in questo odio-amore per la genitrice. e qui occorre per entrambi l'identificazione e l'accettazione del ruolo dell'altro, il loro essere persone unite, ma al contempo separate: infatti la figlia deve vivere la propria vita, e la madre ridimensionare il suo ruolo, nonostante il suo legame con lei permanga per tutta la vita.
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Post n°464 pubblicato il 12 Aprile 2016 da Illywirin
I falsi ricordi possono nascere in seguito a suggestione. Senza andare a indagare su chissà quali manipolazioni perverse subite, rendiamo il discorso più semplice e pensiamo alla nostra infanzia. Molte volte esistono dei ricordi veri e propri di eventi vissuti in età precocissime: immagini di vita, relative ad un evento, sono stampate nella nostra memoria. Ma sono reali? Spesso no, anche perché spesso è l'età a non permettere che quel ricordo esista. Ma allora, di cosa si tratta? Di un falso ricordo, di un ricordo che la nostra mente ha elaborato, probabilmente perché di quell'evento ne abbiamo sentito parlare più e più volte, perché chi ce lo ha raccontato ci ha trasmetto, oltre alla narrazione, anche l'emozione sottostante. E voilà, ecco che un nuovo ricordo va ad unirsi alla cerchia dei falsi ricordi. Jean Piaget ne è un esempio: ricordava alla perfezione un tentativo di rapimento subito in culla mentre era con la governante e raccontato con grande intensità. Ma negli anni scoprì che era una bufala, la governate aveva mentito e il suo ricordo, ricco di dettagli ed emozioni, era fasullo. |
Post n°463 pubblicato il 09 Aprile 2016 da Illywirin
La Dama e l'Unicorno, è il titolo di un libro di Chevalier Tracy ambientato nella Parigi del 1500 E si ispira ad un ciclo di arazzi fiamminghi di cui cinque rappresentano i sensi... il sesto,resta di interpretazione controversa.. si intitola A Mon Seul Désir (Il mio solo desiderio) e rappresenta la dama nell'atto di riporre una collana, mentre il leone,simbolo di forza e superbia e l'unicorno,simbolo di umiltà..ma invincibile, tengono aperto il velo, svelando la figura intera della dama..forse è il sesto senso. ..quello che ci aiuta a vedere quello che è davvero importante (il cofanetto...la nostra anima, i gioielli i nostri valori). |
Post n°462 pubblicato il 15 Marzo 2016 da Illywirin
Un tempo per distruggere,un tempo per costruire. (Qoèlet) Ma la vera amicizia è per sempre. C'è un momento magico, un momento ideale per tutte le cose. Per dichiarare il proprio amore, o la propria amicizia. I veri amici sono al nostro fianco quando serve veramente, quando ne abbiamo bisogno. senza che dobbiamo dire nulla semplicemente ci sono Non hanno rivendicazioni da fare e ci accettano per quello che siamo Con loro ci sentiamo in pace, tranquilli, mentre un flusso di energia ci unisce.
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