EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°727 pubblicato il 26 Ottobre 2017 da enodas
"...Alla vostra regale stirpe noi portiamo le nostre fanciulle dalle guance rosse, mettendole su carri trainati da un cammello nero-bruno e, mandandolo al trotto, le portiamo al vostro talamo di qagan. Non litighiamo né con tribù né con popoli. Una volta allevate le nostre fanciulle dal bellissimo volto, le mettiamo in un carro coperto trainato da un cammello grigio, le poniamo su un alto talamo quale metà preziosissima..."
Parte Quarta - Il deserto di sabbia
Preziosissima é l'acqua in una distesa dorata. Questo é un miraggio, deve esserlo, per la tanta bellezza, o un tesoro nascosto. Pensare che, in verità, ci siamo giunti scavalcando linee che sembravano senza fine, lasciandoci alle spalle i mezzi in panne. Qualche Dio dei viaggiatori ha fatto sì che accadesse qui, un'unica ger ad un chilometro di distanza, qualche centinaio di pecore, ed alle nostre spalle un muro di sabbia. Oltre c'era questo, un lago sorto dal nulla, colmo d'azzurro e di vita, solcato da stormi di cigni e filamenti d'erba. Più un miraggio che realtà, un frammento di questo cielo incastonato nella sabbia come una gemma, al quale sono arrivato seguendo orme leggere lasciate su linee danzanti.
Sto affondando, letteralmente. Ed ogni passo slitta verso il basso, spinto giù da una forza crudele. Non so se sia la stanchezza, l'altitudine media, la sabbia più crudele di quanto mi aspettassi, ma conquistare questa duna a tratti mi mette in ginocchio. Respiro, più profondamente che posso. Perché voglio raggiungere la crina, tendere l'orecchio ed ascoltare il sussurro della sabbia che scorre, grano su grano, fino a scavalcare quella linea perfetta che disegna le dune, che separa luce da ombra, finanche notte dal giorno, ora che il sole, in questo deserto di sabbia tenderà a scomparire, proiettando luci e contrasti da togliere il poco fiato rimasto, e lascerà spazio ad una sera gelida che presto inghiottirà' tutto, il calore nascosto nella sabbia, l'orizzonte del giorno, il riferimento di un fuoco.
Sono tornato con la mente alla sabbia. In questa variazione continua, alla fine, ai miei occhi la parola deserto si associa inevitabilmente a questo elemento impalpabile, al tempo stesso infido e magico. Alla fine, questa é l'immagine che ci viene impressa fin da bambini. Tra le mani, é scivolata via, come un canto perduto, assorbito dal vento. Forza nascosta dalla Natura. L'ho accarezzata in attesa di un tramonto, il cui fuoco mi ha riportato indietro, sulle sponde del Sahara, quando si materializzava per la prima volta, osservando una minuta orma leggera che attraversava i passi pesanti impressi dalle mie scarpe, ben sapendo che il vento era pronto a cancellarle in una notte di gelo. L'ho accarezzata con lo sguardo, quando era un profilo lontano, mentre le ruote saltellavano su piste di pietra: quelle dune erano un riflesso ed un confine perenne, immobile, che chiudeva l'orizzonte, come se immediatamente oltre il loro profilo si nascondesse un paradiso segreto, una terra promessa di colori sfavillanti che rimaneva illusione.
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