EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi di Luglio 2019
Post n°819 pubblicato il 24 Luglio 2019 da enodas
E' quando finalmente col treno passo sul ponte della ferrovia che rinnovo quel pensiero di quanto sia bello questo Paese, di quanto sia orgoglioso delle mie origini, di quanto mi manchi. Quando ina lingua di terra e due file di binari si affiancano nel mare, nella laguna quasi immobile dove in lontananza già appaiono i riflessi delle isole. E' così che, ogni volta, in qualche modo, ho un tuffo al cuore, dentro i miei ricordi, le mie immagini e le mie storie, sin da quando ero bambino e poi via via adolescente, ragazzo, adulto. Accompagnato da personaggi della mia vita. Mentre ancora il treno sta sferragliando lungo questo ultimo tratto, rallenta, ed entra in stazione. Oggi é una giornata di sole. Ma con me ci sono anche nevicate improvvise, inverni sereni, giornate di alta marea, e qualche volta anche un po' di pioggia. Sparsa qua e là, qualche lacrima. E poi, tanti passi: un percorso che sembra ogni volta differente, quei nomi così evocativi e le calli ed i ponti che non so riconoscere ed i riflessi di luce. Tutto inizia da un ponte e dall'amore che ciò rappresenta.
L'attesa, come sempre, é lunga. Mentre sulla linea di camminamento che si affaccia sul canale si accumula sempre più gente. Ho attraversato il ponte di barche verso la Giudecca, oltrepassato la chiesa del Redentore, girovagato un po' prima di cercare, anche io, il mio posto. Ci sono feste, banchetti e piccoli palcoscenici. Oltre alle barche, ovviamente, che riempiono le acque. Un po' come lo ricordavo. In attesa di una sera che sembra prolungarsi in un tramonto delicato e l'aria calda di una notte d'estate. Il terzo fine settimana di luglio. Il mio "surprise weekend", questa volta, é qui. In attesa. Che partano i primi colpi, e la notte si accenda, incandescente, di riflessi e colori. Interminabili, infuocati, macchie di colore che sembrano colpi di colore su una tela cupa, o immagini ravvicinate di stelle. Perché così mi piace interpretare i fuochi d'artificio. Ad illuminare un profilo unico che dalle Zattere si allarga e si sovrappone nelle curve della Storia, lungo la via tracciata da un'antica tradizione, dentro la laguna, scintillante di luci sparate nel cielo ed occhi puntati all'insù, chissà quante immagini, quante promesse, quanti sospiri. Uno, anche il mio.
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Post n°818 pubblicato il 14 Luglio 2019 da enodas
Chissà cosa pensasse mentre in pubblico sollevava la bacchetta un'ultima volta. Chissà quale fosse allora, adesso, il significato di quella sua musica, così struggente, così evocativa. Quanto amore, quanta malinconia e quanto sentimento bisogna avere per creare della musica così. Un ultimo, faticoso, movimento d'orchestra. Un ricercare ostinato, come il titolo di una colonna sonora. E sulle note, immagini di attori, tra colori e bianco e nero, tra paesaggi rudi e sconfinati a luoghi familiari eppure lontani. Anche se, rispetto al passato, quel gesto sembrava un po' sforzato, e la musica nel suo programma sembrava mancare qualcosa. Almeno, nelle mie aspettative. Una sera d'estate, sullo sfondo di rovine imponenti e silenziose che luci ed ombre modellavano ad arte nella notte. Un altro gesto, ritmato, a liberare altre note. Alcune non le avevo mai sentite. E chissà quale fra le tante emozioni di quella musica risaliva quel gesto, ne stringeva la mano che l'aveva scritta, su carta pentagrammata, un un passato indefinito degli ultimi decenni, e lentamente incontrava il cuore che l'aveva concepita.
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Post n°817 pubblicato il 05 Luglio 2019 da enodas
Tra i tanti luoghi magici di Roma, la Domus Aurea é uno dei miei preferiti. Ricca di fascino, mistero, riemersa dalla memoria dannata e dalle pagine dei libri di storia, attraverso un portone che si schiude verso il centro della terra, quasi un Aldilà fatto di labirinti di pietra, roccia franata, luoghi nascosti. E, illuminate dalla torcia, come secoli fa fu per le prime persone che si calarono dall'alto, si svelano i dipinti sui muri, ancora visibili, vivi e silenziosi, nascosti da una patina stesa dal tempo o ravvivati da una mano moderna che li ha sfiorati con cura. E' il silenzio del tempo a colpire: nel buio che sa di mistero, soltanto l'immaginazione può rendere ragione di ciò che davvero poteva essere questo luogo, di quanto fosse la luce che penetrava direttamente dal cielo, si rifletteva su disegni d'acqua e lamine d'oro, laddove soltanto una mente folle e grandiosa poteva arrivare. Ecco, l'emozione più grande é calpestare questo suolo strappato dalla maledizione che lo ha seppellito, respirarne la vana gloria, sentire direttamente il sussurro della grandezza di Roma in un alito di vento gelido, ed osservare quei dipinti con lo stesso stupore e lo stesso spirito d'avventura dei pittori rinascimentali che si calavano in quelle che credevano grotte prive di spiegazione ma colme di umanità.
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