Creato da guerrinob il 22/10/2008
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trampolinotonante
trampolinotonante il 18/12/09 alle 16:32 via WEB
Un caro saluto e un augurio che tutto questo lavoro che fate, dia frutti di serenità, di pace e di sana allegria. Sono commosso da questo operare così disinteressato, fatto di sentire profondo, di affettoe di voglia di comunicare. Tutte cose che potremmo avere tutti. Ma purtroppo non esiste proprio. Da te è sempre Natale, si può dire! . Ciao! tt
 

 
trampolinotonante
trampolinotonante il 17/12/09 alle 09:34 via WEB
da me, caro Guerrino, ti ho fatto gliauguria viva voce. Se ti va ascoltali, se non ti è lo stesso. Te li faccio qui, scritti. auguri. tt
 

 
guerrinob
guerrinob il 17/12/09 alle 07:39 via WEB
Pino è arrivato prima della mail. E' in forma. Ha portato la pompa a immersione da 24V che deve funzionare col pannello. Ora dovrò tentare di aggiustarla se sarà possibile, (i professionisti rifiutano). Speriamo perchè costano esageratamente.
 

 
guerrinob
guerrinob il 02/12/09 alle 14:50 via WEB
Il tuo ragionamento sulla pressa è buono e lo approvo. Magari potrei in questo periodo informarmi se ci siano già state appicazioni di questo tipo, se hanno avuto delle difficoltà, ecc. Mi posso muovere già da ora in questo senso, se vuoi. Il problema è che la produzione di carburante dalla spremitura dei semi almeno all'inizio potrebbe deludervi. Quindi attenti ai costi aggiuntivi proprio sul carburante. La letteratura dice cose magnifiche sulla Jatropha curcas, in particolare sulle sue rese, ma io sono molto molto molto cauta. La pianta, anche se di gran moda, è in fin dei conti selvatica e poco conosciuta. Per quello che abbiamo potuto osservare in Senegal (dove comunque le condizioni ambientali sono diversissime da quelle guineane): - l'inizio della produzione può avvenire anche prima dei 2-3 anni dalla semina (nel nostro progetto le piante hanno iniziato dopo circa 6 mesi) - le prime produzioni sono quasi irrilevanti: nei 10 ettari (dove sono state piantate circa 12 mila piante), nel 2009, ovvero a un anno dalla messa in dimora, hanno raccolto 20 chili; nei 50 ettari, dove ci sono circa 60 mila piante e la piantagione ha sei mesi di età, sono stati raccolti 2 chili di semi. Non ti so dire come andrà in futuro, senza dubbio la produzione aumenterà ma non si sa di quanto e nemmeno quanto olio combustibile si arriverà a produrre quando il sistema sarà a regime. Per questo bisognerà fare delle osservazioni in un periodo sufficientemente lungo (almeno altri 4-5 anni). Anche io ho sentito che alcuni imprenditori utilizzano aree non marginali, con buona fertilità, come dici tu. Ovviamente non approvo. Fate bene a fare esperimenti sulla produzione delle siepi, è una cosa che avevo già suggerito a Guido questa estate, quindi mi trovi d'accordo. Per quanto riguarda la loro produttività: sicuramente ci sono delle tecniche colturali che possono migliorarla; è quello che si cerca di scoprire in Senegal, dove le piante sono state cresciute da seme (quindi hanno sviluppato un fittone che consente loro di resistere maggiormente alla siccità), sono potate, irrigate, trattate con prodotti specifici. Ma come ti dicevo, siamo secondo me ancora in una importante fase di osservazione. Secondo me quello che potete fare ora è: . usare la produzione in semi delle piante già esistenti - iniziare a spremerli con una pressa manuale (e dotarla di un motorino ma più avanti) - raccogliere quanti più dati possibile. Questo per ridurre al minimo la spesa iniziale e verificare se vi conviene proseguire in questa direzione oppure no. Ti terrò periodicamente aggiornato su quello che succede in Senegal e naturalmente sui risultati che il mio amico ricaverà dall'analisi dei vostri semi. L'ho infatti pregato di condividere con voi questo materiale e ti assicuro che ne era felicissimo. Appena arriveranno i primi risultati, ve li girerò. Appena avrò un attimo di tempo, leggerò il blog. Nel frattempo ti mando un abbraccio fortissimo, Manuela
 

 
guerrinob
guerrinob il 02/12/09 alle 14:49 via WEB
Cara Manuela, le mie cosiderazioni sulle presse sono di questo tipo: Le presse meccaniche, ne ho presente una cinese, sono troppo impegnative per gli inizi. Quella da te indicata mi sembra ottima. Anche noi, Sermig compreso, pensavamo all'adattamento di un tritacarne o al principio della macchina da salsa di pomodoro, come la bielemberg. Siccome sono nemico della fatica nel lavoro, il poter collegare un macinino del genere a un motore disel piccolo, tipo quelli dei generatori, manterrebbe il prezzo in zone accessibili e il carburante ,dopo l'inizio, lo produrrebbe la stessa pressa. Un domani che le piantagioni di jatropha si estendano , bisognerà pensare alle presse grandi. Il settore dei frantoi l'ho indagato, ma i prezzi sono alti. Riguardo alle piantagioni. Le siepi di Fanhe mi sembrano poco produttive, rispetto a quanto dice la letteratura. E' questione di selezione delle piante o potrebbe dipendere dal fatto che le siepi di fanhe sono piantate per talea e abbandonate a se stesse? Altro problema: il mio entusiamo per la jatropha ha un problema in più. L'esperienza di Fanhe sul cagiù (anacardo) ha portato ad utilizzare anche campi fertili. Vero che le sue piante, unico elemento boschivo rimasto in zona, fanno bella figura, ma il seme lo pagano una miseria e con questo non riescono ad integrare il riso che manca per completare la loro alimentazione in tutti i mesi dell'anno. Mentre a noi manca la quarta settimana a loro mancano due mesi. Per questo, al momento, la mia promozione sarà solo per siepi. Dimmi qualcosa del progetto che segui in Senegal dove, se non ho capito male, avete piantato moltissime piante. Resto curioso delle ricerche che intendi impostare sui semi che ti ho mandato, ma queste temo siano per il momento riservate. La mia curiosità sarebbe anche per un tuo giudizio sul diario del villaggio che sto presentando su http://blog.libero.it/fanhe oltre che per tante altre cose. ciao guerrino
 

 
guerrinob
guerrinob il 30/11/09 alle 17:00 via WEB
Per la pressa, sto aspettando notizie dal mio contatto maliano Aboubacar Samake, che al momento si sta muovendo all'interno del Mali e non appena rientrerà alla base mi farà sapere come contattare i due fornitori di cui ti parlavo. Tieni presente che la pressa è manuale ed ha: - pregi: costo contenuto (quindi può essere diffusa più capillarmente), facilità d'uso, manutenzione semplice ed economica, nessun consumo di energia elettrica - difetti: lentezza, estrazione dell'olio meno efficiente in % rispetto ad una pressa meccanica, fatica per il lavoro muscolare. Per contro, una pressa meccanica ha questi stessi elementi ribaltati: - difetti: costo più elevato (quindi si devono prevedere dei centri di spremitura che non saranno molto diffusi sul territorio), manutenzione più costosa e complicata, consumo di energia elettrica - pregi: velocità, estrazione d'olio più efficiente in %, nessuna fatica per il lavoro muscolare. Fammi capire. Tu vuoi acquistare in Mali una pressa manuale e dotarla di un motore? Se è così, perchè non valutare direttamente l'ipotesi di acquistare direttamente una pressa meccanica? In Italia ci sono alcuni produttori che sono specializzati nell'estrazione dell'olio di oliva ed ora adattati a produrre macchinari in grado di estrarre anche olio di Jatropha, visto che il mercato lo richiede. Se siete orientati in questa direzione (e sono sicura che valuterete benissimo tutti i costi ed i vantaggi), perchè non valutate l'idea di acquistare una pressa multifunzione? Quando ero in Madagascar ho sentito parlare di una pressa in grado di spremere l'olio di jatropha e anche di decorticare il riso. Il costo si aggirava comunque attorno ai 5 mila dollari. Manuela Filippuzzi
 

 
trampolinotonante
trampolinotonante il 17/11/09 alle 11:23 via WEB
Ciao, Guerrino. Quello che stai facendo serve non solo a quelle persone nate in posti meno fortunati dei nostri, ma serve anche a noi perchè ci aiuta a capire e a migliorarci. Quindi dal canto mio ti posso solo ringraziare per quello che di speciale stai facendo. Grazie! tt
 

 
mynicelady
mynicelady il 04/10/09 alle 20:04 via WEB
Mamma mia che meraviglia! Sembra una magia Guerrino, che meraviglia! :)
 

 
asia_doro
asia_doro il 02/10/09 alle 19:54 via WEB
ciao un saluto dal lago ::))))) Mariella
 

 
Guerrino35
Guerrino35 il 29/09/09 alle 15:56 via WEB
Per quanto riguarda la moltiplicazione della Jatropha, fai pure le talee, ma prova anche a seminarla. Quando è moltiplicata per seme, questa pianta produce un fittone centrale, ovvero una grossa radice, che rende la pianta più robusta. Nella moltiplicazione per talea questo non succede, vengono prodotte solo delle radici laterali. Questo aspetto può risultare molto interessante nel caso in cui la pianta si dovesse trovare ad affrontare un periodo di siccità prolungato. In Senegal, ad esempio, era stato deciso di moltiplicarla per seme (ad oggi abbiamo in coltivazione circa 70 mila piante). Non ti dico che anche in Guinea Bissau debbano esserci le stesse necessità e le stesse tecniche colturali, anzi. Però considera che anche in Guinea Bissau esiste una stagione secca e bisogna vedere se in quel periodo la pianta necessita di irrigazione, chi la può bagnare, che cosa succede se non la bagni, ecc. Ti suggerisco solo di provare diversi metodi, solo così troverai quello che si adatta meglio alle condizioni in cui andate ad operare. Per la pressa, non potresti vedere in loco (in Guinea Bissau) se ne esiste qualcuna che usano per spremere altri prodotti? Ti manderò comunque prima che tu parta una scheda tecnica su una pressa manuale molto interessante che ho visto in opera in Madagascar. Ho anche provato ad utilizzarla, è un po' faticosa, ma costa poco e può essere più diffusa nei villaggi rispetto ad una pressa meccanica. Un abbraccio, Manuela
 
 
 

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