Post n°31 pubblicato il 08 Luglio 2013 da fabio.casi
Ho dentro tantissima rabbia. Perché questo non può cancellare il dolore che mi hai causato e che, giorno dopo giorno, continui a causarmi per colpa della tua decisione.
"La cattiveria nasce da sentimenti negativi, . |
Post n°30 pubblicato il 03 Giugno 2013 da fabio.casi
Scostò la tenda e si mise vicino al fuoco, una pallida luce che aveva la pretesa di scaldarlo dal freddo. Lentamente, con molta fatica si tolse gli schinieri, l’elmo impregnato di sudore e polvere, la corazza,appoggiò lo scudo per terra. Sul suo corpo sentiva i colpi, i lividi che andavano formandosi, fare male, di un dolore pesto, violaceo, senza ferite da mostrare, ma che provocavano in lui un dolore bruciante, sordo. Con una brocca di acqua fredda cercò di pulirsi, per togliersi dalla pelle le tracce di polvere, sudore e sangue rattrappito, ma invano e, dopo pochi minuti,lasciò perdere. Si lasciò quindi cadere su una sedia, vicino al braciere, sfinito. Pensava alla crudeltà della guerra, a quanto fosse diversa da come gliel’avevano descritta.Pensava agli urli, ai colpi delle spade che s’infrangevano sul suo scudo, al dolore delle sue membra mentre respingeva l’attacco dei suoi nemici,consapevole che da quella sua strenua difesa dipendesse la sua stessa vita. Poi pensava a tutti i suoi compagni, caduti durante le battaglie, per distrazione,codardia o per semplice disegno del fato. Per molti anni aveva combattuto tutte le guerre che il suo Re gli aveva messo davanti, con paura all’inizio ma con l’orgoglio e con la consapevolezza di non avere scelta. Ora, per la prima volta dopo molto tempo si sentiva stanco, avrebbe voluto solo riposare, avrebbe voluto solo poter cancellare dalla sua mente e dal suo cuore tutti quegli orrori subiti.Non voleva più lottare, si sentiva sfinito dalla fatica della guerra. Non sentiva più quella forza che, in battaglia, gli serviva per reagire alle cariche del nemico. Si domandò per un attimo come sarebbe stato abbandonarsi sul campo di battaglia alle braccia di Ade, lasciarsi cadere e attendere l’oblio,oscuro ma liberatore, sarebbe stato semplice e definitivo. Era stanco. |
Post n°29 pubblicato il 28 Febbraio 2013 da fabio.casi
La città fa male, come il sale su ferite vive, come ghiaccio nelle vene, gela il sangue e i respiri miei. Mentre cammino sperduto tra angeli sbiaditi Vedo solo gente che non si ferma mai.
Stringo la rabbia che mi accompagna Come una volta stringevo te Mentre l’acqua scendeva dal cielo, saliva e bagnava i miei occhi. E mi lasciasti lì, a pianger sale che pian piano bruciò tutti i sogni miei.
Faccio una carezza al ricordo di un’ antica memoria taglio il vento che mi graffia i miei vestiti Continuo obbligato a portar maschere di sorrisi anche se sotto nasconderò per sempre mio pianto. |
Post n°28 pubblicato il 04 Gennaio 2013 da fabio.casi
Parole, parole, decine di parole. Centinaia, migliaia, centinaia di migliaia di parole. Fiumi di versi e tonnellate di seppie innocenti sacrificate sull’altare dell’arte! Baudelaire, Hemingway, Scott Fitzgerald, Dante, Pirandello, Joyce, Wilde, Proust, Flaubert, Goethe, Shakespeare: tutti indiscutibili grandi, tutti indubbiamente amati, ma tutti inevitabilmente morti! Che cosa mai spingerà gli uomini a innamorarsi delle parole scritte da uomini morti, per lo più vergate su fogli ormai ingialliti dal tempo, appartenenti a epoche che ormai non sono più, svanite, evaporate?Generazioni di scrittori che hanno lasciato nelle loro pagine storie e racconti a volte frutto di fervide immaginazioni, altre volte vere e proprie proiezioni su carta delle loro anime tormentate. Si potrà pensare che si scriva per il gusto dell’arte, per puro estetismo o per fare soldi (forse chi lo pensa mai ha provato a scrivere), alcuni sostengono persino che la scrittura possa rappresentare una forma di auto-analisi attraverso cui affrontare e risolvere i propri problemi. In verità o, almeno, così io credo, la scrittura ha come scopo la trasmissione di emozioni, che possono poi prendere la forma di amore, delusione, felicità, oblio, euforia o angoscia, ma restano principalmente emozioni. Si può persino arrivare a sostenere che tutta l’arte origini dalla comunicazione, che a volte può anche essere unidirezionale, non necessariamente indirizzata dal creatore di un’opera al suo utilizzatore, ma limitarsi a una comunicazione tra l’artista e se stesso.Condividere le emozioni. Questo è quanto, quello che conta, in fondo. E’ forse per questo motivo che l’uomo s’innamora delle parole di persone vissute anche centinaia di anni fa, lontane e mai conosciute, ed è forse lo stesso motivo per cui spesso ci sentiamo molto più “vicini” ai nostri artisti preferiti che non a persone familiari: sapere di provare le stesse emozioni provate da uomini che hanno già percorso lo stesso viaggio ci fa sentire, in fondo, meno soli.
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Post n°27 pubblicato il 15 Novembre 2012 da fabio.casi
Le foglie cadendo si accumulano vicino alla finestra Le foglie d’autunno, di rosso e d’oro. Vedo le tue labbra, I baci d’estate La mano bruciata dal sole che stringevo. Da quando sei andata via, I giorni sono diventati lunghi Presto sentirò la vecchia canzone dell’inverno. Ma mi manchi soprattutto, mia cara, Quando le foglie d’autunno incominciano a cadere. (liberamente ispirata a Les Feuilles Mortes di J. Prévert) |
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