Creato da quiklyon il 30/03/2008

il trasporto aereo

riflessioni e discussioni sulla crisi di quella che è stata una leggenda : l'ALITALIA

 

 

continua 3 

Post n°15 pubblicato il 12 Aprile 2008 da quiklyon

Nell’ultimo piano industriale, l’attuale amministratore
delegato, ha individuato nei voli di
feederaggio per Malpensa (voli che portano i passeggeri dalla periferia
italiana a Malpensa per alimentare i
voli intercontinentali o internazionali) una perdita di circa 150-200 milioni.



Ne mancano all’appello ancora oltre 900. L’analisi della
tabella 3 ci dice che, per ogni 100 € incassati,  l’Alitalia ne spende 15,6 per pagare il personale
e 94,2 per tutto il resto rimettendoci 9,9 € di tasca propria.



Per far volare i propri aeroplani e trasportare i propri
passeggeri, invece, l’Air France-KLM, per esempio, ne spende, sempre per ogni
100 € incassati, 31,5 per pagare il personale
e 65,6 per tutto il resto guadagnandone  2,8 ogni
100 (non sarà molto ma a quanto pare basta per essere i più grandi d’Europa)



La differenza anche con le altre compagnie è evidente.



Come si vede, quindi, per far funzionare l’intero apparato
(carburante, catering, tasse di sorvolo e stazionamento, manutenzione, alberghi,
consulenze, pubblicità e quant’altro) l’Alitalia spende mediamente circa il 25%
in più delle altre compagnie, mentre per il personale (che, è utile ricordare,
produce più del doppio della concorrenza) spende la metà o poco meno.



Riportando le percentuali in quantità reali, abbiamo che il
25% di 4,7 miliardi di euro (ovvero dei ricavi Alitalia dell’ultimo bilancio
ufficiale: 2006) corrisponde a  circa 1
miliardo e 100 milioni di Euro l’anno, soldi, questi,   che
l’Alitalia spende per cose che le altre compagnie, evidentemente, ritengono
superflue o per cattiva organizzazione.



Senza queste spese l’Alitalia potrebbe sanare il proprio
bilancio ed avere un attivo finale di oltre 500 milioni euro.



 



 



È il caso di dire: “domanda da un miliardo di euro”!!!



 



Adesso alcune domande:



  1. possibile
    che illustri commercialisti come Tremonti, imprenditori di successo come
    Berlusconi e Professori universitari come Padoa Schioppa o lo stesso Prodi,
    nonché i bravissimi amministratori delegati da loro nominati, non si siano
    mai accorti di questa sproporzione nei costi?
  2. basandosi
    sul normale buon senso, dove si dovrebbe cominciare  a mettere mano? Si dovrebbe intervenire
    sui costi del personale e sulla sua produttività o andare a cercare dove
    finisce questo miliardo “extra”?
  3. come
    mai nessun amministratore delegato fino ad oggi ha mai intrapreso un’azione
    per la riduzione dei costi ma solo quella della riduzione dei ricavi
    (tagli di aeroplani e linee e riduzione del costo del personale)?
  4. come
    mai si continua con una politica, invece, basata sulla vendita dei
    gioielli di famiglia e sul taglio
    delle linee?
  5. come
    mai in Alitalia non è mai entrato un Ufficiale della Guardia di Finanza a
    controllare i conti?
  6. come
    mai la Magistratura
    non si è mai interessata di un’azienda che ogni tre anni è sull’orlo della
    bancarotta e consuma, negli stessi periodi, miliardi di euro delle nostre
    tasse?


 



Un’ultima considerazione a proposito dei
tagli alle linee.



I costi diretti di una linea sono quelli relativi al
carburante, equipaggi, manutenzione,  tasse di sorvolo e stazionamento ecc., quelli
indiretti sono quelli relativi alle consulenze, all’amministrazione, alla
pubblicità alle sponsorizzazioni ecc.



Sembrerebbe ovvio affermare che, a parità di ore di volo, i
costi diretti debbano essere uguali a quelli delle altre compagnie (fatta
eccezione per il carburante senza assicurazione di hedging).



A meno che, infatti,  l’Alitalia non faccia viaggiare i propri
aeroplani con gli aerofreni estratti (consumando il doppio) o gli faccia
sorvolare due volte la Francia
sulla rotta per New York (pagando due volta la tassa di sorvolo) non si vede
perché le sue linee dovrebbero costare di più che alla concorrenza; se ciò non
avviene allora se ne deduce che i costi diretti dovrebbero essere gli stessi se
non addirittura inferiori, visto che il personale costa circa la metà che agli
altri e produce il doppio.



Allora quello che incide in maniera anomala sui costi delle
varie linee potrebbe essere costituito dalle spese indirette, ovvero le
consulenze, la pubblicità, l’amministrazione, le sponsorizzazioni e magari
qualche appalto un po’ “trascurato”, spese che, come dicevamo, debbono essere distribuite equamente su tutti i voli
che la compagnia opera.



Questo potrebbe spiegare il perché altri vettori, come per
esempio l’Iberia,  sono in attivo con
coefficienti di riempimento del 63,5% e noi cancelliamo (in quanto
passive) linee come la Malpensa Delhi e la Malpensa Shanghai
che hanno coefficienti di riempimento, a detta della stessa Alitalia, superiori
all’80%.



Così facendo, però, se è vero che si riducono le spese
dirette relative alle due linee in questione è altrettanto vero che  si riducono anche  i ricavi ma soprattutto non vengono intaccate  le spese indirette della compagnia che,
quindi,  verranno distribuite su un
numero inferiore di linee rendendo passive altre direttrici con coefficienti di
riempimento superiori a quelli delle linee cancellate.



Ciò renderà presto necessaria la cancellazione, a loro volta, di altre linee e così via fino alla completa
distruzione dell’azienda,  alla faccia
dei vari piani di risanamento e/o sopravvivenza.



Quanto sopra per una corretta informazione e per evitare
che si cada, come già successo, nei
luoghi comuni, addossando responsabilità a chi non ne ha e salvando la faccia
di chi, invece, più che responsabilità ha proprio delle colpe ed anche, se
ancora possibile, per vedere risanata l’azienda che mi dà da vivere.



Per ulteriori informazioni, anche se oramai un po’ superate,
si rimanda al sito www.analisialitalia.too.it
costruito a suo tempo dallo scrivente in quanto nessuno dei quotidiani e
settimanali interpellati per pubblicare le informazioni in esso contenute ha
voluto fornire ai propri lettori quelle notizie.



 



Comandante Massimo Gismondi



 



 



 

 
 
 

continua.. 

Post n°14 pubblicato il 12 Aprile 2008 da quiklyon

Anche per le merci, come si può vedere dalla tabella, siamo
i primi in Europa.



In realtà, in termini tecnici, la produttività del personale
è data dal rapporto fra i ricavi di un’azienda ed il numero dei suoi
dipendenti, per cui ecco la tabella 2.



Come si può vedere la  “produttività” intesa in senso tecnico, del
dipendente  medio Alitalia è circa il doppio
della concorrenza europea, ovvero ogni dipendente Alitalia ha prodotto, nel
2006,  € 413.300 l’anno, contro i
210.000 del dipendente Lufthansa ed
i 188.900 del dipendente Air France-KLM
ecc. ecc. (anche se questo dato sconta il deconsolidamento di parte del
personale che è uscito da Alitalia ed acquisito da Fintecna, cosa che però ha
comportato un aumento delle spese per servizi esterni nonostante la riduzione
di attività operata dai precedenti AA.DD.)



 



Tabella 2



 
































































Compagnia

Ricavi nel 2006


€*(000)



Impiegati



Produttività


€*(000)





AIR FRANCE – KLM



19.472.000



103.050



188,9




ALITALIA



4.724.000



11.430



413,3




BRITISH AIRWAYS



8.492.000
(GBP)



44.645



190,2
(GBP)




IBERIA



5.464.500



23.901



228,6




LUFTHANSA



19.849.000



94.510



210,0





Vorrei specificare che la voce ricavi della tabella 3 è
diversa da quella della tabella 2
in quanto nella 3 sono stati aggiunti quelli che nei
bilanci ufficiali vengono denominati “Altri ricavi operativi” mentre nella 2
sono stati riportati, come da Yearbook dell’AEA, solo i “Ricavi del traffico”.



Per poter, poi, paragonare le spese fra le varie compagnie
prese in considerazione, queste sono state raggruppate in due sole voci: la
prima riguardante i costi del personale e la seconda che raggruppa tutte le altre
spese “necessarie” (e superflue) per il funzionamento dell’azienda.



Nella voce “Spese rimanenti” sono quindi raggruppate quelle  che nel bilancio Alitalia vengono suddivise in:



  • Consumo
    di materie prime e materiali di consumo,
  • Spese
    per servizi,
  • Ammortamenti
    e svalutazioni,
  • Altri
    costi operativi,


e che invece  nei
bilanci  delle altre compagnie vengono
spesso denominate diversamente e/o ulteriormente suddivise.



In ogni caso l’analisi si ferma al “Risultato Operativo”,
ovvero, in pratica, a quello che indica la vera efficienza dell’azienda prima
di eventuali operazioni finanziare extra.



 

 
 
 

Da parte di un amico.. 

Post n°13 pubblicato il 12 Aprile 2008 da quiklyon

I dati sono estratti dall’annuario 2007 dell’AEA
(Association of European Airlines) e
sono verificabili al seguente indirizzo internet: http://www.aea.be/dbnetgrid2//htmleditor/UploadFiles/Yearbook2007.pdf



L’AEA è un’associazione che, fra le altre cose, raccoglie i dati statistici delle 31
Compagnie aeree associate e li pubblica nel suddetto annuario.



In sostanza i dati da essa pubblicati sono forniti dalle
stesse Compagnie aeree e, quindi, sono dati ufficiali.



Paragonando alcuni indicatori dell’Alitalia con quelli di
altre Compagnie aeree europee, che funzionano bene, si può ottenere una visione
di quali potrebbero essere i reali problemi della nostra aerolinea.



Nella Tabella 1 sono riportati, nelle colonne intestate  in giallo, i dati così come estratti dall’yearbook
2007 dell’AEA; nelle colonne con intestazione blu, invece, gli stessi dati sono
stati elaborati per ottenere alcuni parametri fondamentali.



 







































































2006



Aeroplani in flotta



dipendenti



Overall Load factors


%



Tonnellate di merce trasportata



Passeggeri trasportati



Dipendenti per aereo



Passeggeri per dipendente



Tonnellate di merce per dipendente



AIR FRANCE- KLM



418



103.050



75,9



1.379.000



71.715.000



246



696



13,4



ALITALIA



186



11.430



68,4



215.100



24.090.800



62



2107



18,8



BRITISH AIRWAYS



282



44.645



65,5



694.500



36.086.900



158



808



15,5



IBERIA



150



23.901



63,5



189.700



27.227.600



159



1139



7,9



LUFTHANSA



407



94.510



73,4



1.197.100



51.194.300



232



542



12,6




 



Tabella 1



 



Nota: “Overall load
factor”  indica il coefficiente di
riempimento degli aeroplani, ovvero fatto 100 la quantità di persone e merce
trasportabile  vuol dire che ogni
aeroplano è stato  riempito mediamente,
nell’anno,  di una quantità pari al
numero nella casella. Come si vede lì non siamo i primi ma solo i terzi, ma chi
sta dietro di noi ha comunque bilanci positivi.



 



In particolare la colonna “dipendenti per aereo” ci dice
quanta gente, a libro paga, lavora
intorno ad un aeroplano nelle varie compagnie prese in considerazione (rapporto
“dipendenti”/”aeroplani in flotta”), le colonne “passeggeri per dipendente”  e “tonnellate di merce per dipendente”
forniscono un’idea del carico di lavoro cui è sottoposto il singolo lavoratore
nell’arco dell’anno.



Come si può vedere Alitalia, nel 2006, ha avuto a libro paga 62 persone per ogni
aeroplano contro le 159 dell’Iberia (compagnia dalle dimensioni molto simile
alle nostre) e le 246 del gruppo Air
France-KLM (praticamente il quadruplo).



Ogni persona impiegata in Alitalia, quindi,  permette il trasporto di 2107 passeggeri
l’anno; la seconda in Europa è l’Iberia con 1139 passeggeri per dipendnete e
poi seguono a debita distanza le grandi compagnie con 808 (British), 696 (Air
France-KLM) e 542 (Lufthansa); quest’ultima è praticamente ad un quarto
dell’Alitalia: eppure è un impero!!!!


 



 



 

 
 
 

Leggete un pò queste..

Post n°12 pubblicato il 09 Aprile 2008 da quiklyon
Foto di quiklyon


Alitalia non ha esuberi, i sindacati a Comincia l'Italia


Alitalia Servizi ha troppo personale?
Air France non vuole tutti i
lavoratori di Alitalia Servizi perché sono troppi? Ma Air France - KLM quanti
lavoratori impiega nei servizi di terra?
Direttamente dal sito di Air France
:


Effectif total au 31 décembre 2006 (contrats à durée indéterminée et
déterminée)

Personnel au sol:
AIR
FRANCE
45.231 / KLM 19.599 / FILIALE
FRANCE
8.645 / AIR Filiale KLM
3.825
Personnel navigant commercial:
AIR FRANCE 14.184 /KLM 8.587 /
FILIALE FRANCE 982 / AIR Filiale KLM
1.234
Personnel navigant technique:

AIR FRANCE 4.198 / KLM 2.483/ FILIALE
FRANCE
1.114 / AIR Filiale KLM
1.010
TOTALE:
AIR FRANCE
63.613 / KLM 30.669 / FILIALE FRANCE 10.741 /
AIR Filiale KLM 6.069


Riassumendo, per supportare 186 aerei di Alitalia abbiamo 7.159
lavoratori in Alitalia Servizi
e di questi circa la metà uscirebbe dal
gruppo Alitalia.
Il personale di terra di Air France - KLM è di
77.300 unità a cui si aggiungono 8.805 tecnici per un totale di 86.105
lavoratori
per assistere i 418 aerei di Air France - KLM:
Alitalia
non ha dunque troppo personale!


Altro argomento usato contro i lavoratori di Alitalia è costituito dagli alti
stipendi dei lavoratori e c'è chi dice che proprio gli stipnedi esosi dei
lavoratori hanno contribuito a far collassare Alitalia.
Ma in verità sono
stipendi che l'Amministratore Delegato di Air France, Jean Cyril Spinetta, nel
novembre del 2005 quando era ancora nel Consiglio d'Amministrazione di Alitalia,
dichiarò che lo sforzo di risanamento compiuto da Alitalia per ridurre i suoi
costi "è impressionante, anzi spettacolare". Sempre secondo Spinetta,
"l'Alitalia è la compagnia aerea «con i costi più bassi d'Europa»".

Segnaliamo che un operaio, precario e flessibile anche da 8 anni, arriva ad
avere uno stipendio di 500 euro al mese. Noi non ci troviamo nulla di
"spettacolare". Questa è "macelleria sociale".
Catania, 6 Aprile
2008
R.S.A. S.d.L. Alitalia Airport
Catania
******************************************************************************


15 puntata
Alitalia ha convocato le organizzazioni
sindacali per mercoledì prossimo, 9 aprile alle ore 11 presso la sede della
compagnia. Un nuovo incontro per "aggiornamenti e valutazioni della situazione",
così hanno detto. Ma non si sa cosa stanno facendo, o meglio si sa, ma non si
dice come si dovrebbe. Lo capisce solo chi legge bene i giornali e questo
giornale. Perchè la notizia è che i magistrati hanno già cominciato gli
interrogatori su Alitalia.


Oggi intanto si e' riunito il cda di Air France-KLM per fare il punto della
situazione dopo la rottura dei negoziati. Ma Spinetta ha già fatto capire a
chiare note che le trattative sono chiuse. Lo hanno ricordato fonti del gruppo:
"Ai sindacati italiani Spinetta aveva dichiarato il 2 aprile che intendeva
informare il cda sui motivi che l'hanno portato alla rottura dei negoziati".


Invece perchè non parliamo di quello che fanno in Alitalia? Perchè la prima
notizia è che i magistrati sono già al lavoro e la seconda è che in mattinata il
presidente di Alitalia, Aristide Police, (il professore avvocato commercialista
che Prodi ha nominato) ha incontrato a Palazzo Chigi proprio lui, il presidente
del Consiglio. Alla riunione hanno preso parte anche il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Enrico Letta e i ministri dell'Economia Tommaso
Padoa-Schioppa e dei Trasporti Alessandro Bianchi.


Riunione tecnica, direi. Perchè? Perchè, come ribadiamo, i magistrati sono al
avoro: hanno aperto un fascicolo da mesi, scrivono i giornali. Ma a noi risulta
da un anno. Il fascicolo di cui si parla oggi sulla stampa è relativo al
presunto reato di aggiottaggi, invece l'inchiesta che indichiamo noi è quella
aperta alla Procura di Roma, a seguito di una denuncia sollevata da centinaia di
cittadini. Cioè una sorta di class
action contro la malagestione di Alitalia
e non solo. Di cui la stampa ha
già reso noto qualcosina, ma proprio perchè non potevano farne a meno, poi hanno
distratto le cose. Non so se perchè in questo modo è riuscito un blitz della
Guardia di Finanza ai piani alti della aziende partecipate statali con relativo
sequestra di carte e libri contabili, oppure perchè non dando enfasi alla cosa
quelle pile potevano prontamente scomparire nel cosiddetto (come scrissero i
giornali) "porto delle nebbie", alludendo alla Procura di Roma.


Ricordo che in quella occasione incontrai alcuni giornalisti, anche nella
conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa popolare, ai quali quando
spiegavo la notizia sbuffavano, facevano finta di essere annoiati o incavolati.
Era evidente che erano interessati a informarsi e non a informare. Cosa che
accade oggi nei giornali. E non capisco perchè Grillo non denuncia questo: il
giornalismo inquinato come dice Eugenio Scalfari da "persone informate sui
fatti" pericolose non solo al diritto d'informazione, ma alla sicurezza stessa
dei giornalisti normali e alla sicurezza del Paese. Dove finiscono le notizie
che sentono e raccolgono? Non le scrivono, ascoltano, sbuffano e parlano con gli
occhi. Sono stufa di vedere genta che con la bocca dice una cosa, o non dice
nulla, ma usa lo sguardo per mandare chiare intimidazioni. Che nessuno può
denunciare, neppure con le foto, senza passare per matto.


Io che parlo con tutti come si fa tra normali dico: perchè nessuno replica
mai? Come ha protestato Franca Rame si possono denunciare le cose più gravi, ma
è come se non fossero scritte. O non è forse una notizia un giornale, sia pure
piccolo, che su 'mandato' di centinaia di cittadini ha firmato una delle prime
denunce popolare (cioè volute dalla gente) contro i vertici di uno Stato? Ma se
la cosa la scrive Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (Stella per il pubblico,
Rizzo meno) perchè se ne parla? Perchè loro riferiscono e noi no? Io non ho
contatti se non che col pubblico e i redatorri di questo giornale, anche se so
come informarmi sui fatti. Con la richiesta civica al magistrato di verificare
per esempio se le contestazioni sollevate sugli stipendi d'oro dei manager
possono aver comportato una distrazione di capitale in un'azienda in rosso
ripianata coi soldi della gente. Non è una notizia da scrivere?


Personalmente, e nonostante tutto, ho fiducia nei giornali, negli ordini di
categoria, nei vertici della Fnsi, nel giornalismo che mi ha insegnato Indro
Montanelli, arrabbiato solo perchè nessuno ha mai detto la verità neppure sul
suo conto. Molti di noi sono fatti così, abbiamo paura di sfidare la casta
perchè qualcuno si è inventato che succedono disgrazie. Ma il singor Fabio
Piselli, di cui potete leggere in apertura oggi del giornale la sua denuncia,
dimostra una cosa grande: che il silenzio uccide e si salva chi parla.

 

 
 
 

Copia incolla da altra lista 

Post n°11 pubblicato il 06 Aprile 2008 da quiklyon
Foto di quiklyon



Milano, 5 aprile 2008 - Nella cordata italiana per Alitalia ci sarebbe
un nuovo soggetto a sorpresa: le Ferrovie Nord. Lo sostiene un
retroscena de "Il Messaggero", che aggiunge le Ferrovie Nord Milano Spa
(Fnm) alla lista degli imprenditori pronti a scende in campo per la
compagnia: il presidente della Regione Lombardia Formigoni ha fatto
riferimento, tra gli altri, a Diana Bracco, i Benetton, Marcellino
Gavio e Marco Tronchetti Provera, che dovrebbero mettere sul tavolo una
somma ipotizzata di 300 milioni.



Formigoni, scrive il Messaggero, ha ribadito ancora una volta che "la
cordata italiana è pronta. Ci sono imprenditori interessati, alcuni
forti che si sono rivolti anche a me. Il dottor Ermolli, che sta
seguendo la vicenda, ha in mano i nomi. Gli imprenditori, sostiene il
governatore, avranno bisogno del tempo necessario per conoscere
dall'interno la situazione di Alitalia, ricordando che ad Air France
"sono stati concessi in esclusiva diversi mesi".



"Avranno bisogno - dice ancora - dello stesso tempo o poco meno per
prendere la loro decisione, perchè nessuno mette la faccia senza
conoscere in che paesaggio va a ficcarsi".



Secondo il Messaggero Bruno Ermolli, il superconsulente incaricato da
Berlusconi di sondare gli imprenditori per la cordata, avrebbe sentito
Norberto Achille, presidente della holding Fnm, già dallo scorso fine
settimana. Achille non disdegnerebbe il coinvolgimento nella partita.
Lunedì prossimo, 7 aprile, si riunirà il cda di Ferrovie Nord: potrebbe
essere l'occasione giusta, come sostiene il retroscena, per cominciare
a testare gli umori su una discesa in campo per Alitalia.



La cordata dovrebbe comunque coinvolgere un pool di banche per il
supporto finanziario, che è indispensabile. Tra le candidate in prima
fila ci sarebbe Intesa SanPaolo, anche se ieri Corrado Passera ha
ribadito che "da dicembre non siamo più coinvolti in nessuna
negoziazione"

.



Ferrovie Nord, scrive il Messaggero, è il principale gruppo integrato
nel trasporto e nella mobilità in Lombardia. Il più importante
operatore non statale italiano del settore, quotato al mercato Expandi
a Piazza Affari. E' attivo anche nei collegamenti aeroportuali
attraverso Malpensa Express, unico collegamento ferroviario tra Milano
e l'aeroporto varesino che trrasporta oltre 52 milioni di passeggeri
l'anno.



Opera anche nell'elitrasporto e nel monitoraggio aereo del territorio
con AvioNord. La holding è presieduta da Norberto Achille e controllata
dalla Regione Lombardia, che detiene una quota del 57,57%. Ferrovie
dello Stato controlla il 14,74% del capitale, Marcellino Gavio (Aurelia
Spa), tramite Civ e Sias, ha una partecipazione del 3,07%. Il restante
2,612% è sul mercato.



CONSORTE: PRONTO A FARMI AVANTI



"Io per Alitalia sono pronto a fare la mia parte. Lo dico perchè chi di
dovere sappia fin da subito di poter contare su di me", dice Gianni
Consorte, ex presidente di Unipol e ora a capo della banca d'affari
Intermedia in una intervista a 'Il Sole 24Orè.



"Credo sia doveroso salvaguardare l'italianità della compagnia.Di qui la mia intezione di dare il mio contributo".

Consorte aggiunge: "Intermedia è pronta a entrare in una cordata che
faccia perno sull'Air One di Carlo Toto, industriale del settore".



Insomma, per l'ex presidente di Unipol la proposta di Air France su
Alitalia "avrebbe dovuto essere l'ultima spiaggia, non la prima". E
anche se viene considerato un finanziere 'rosso', Consorte spiega: "non
si tratta di sposare o meno i piani di Silvio Berlusconi. Su Alitalia
non ci dovrebbe essere nulla di politico". Si tratta, dice, di una
questione di interesse nazionale. "E destra e sinistra dovrebbero
marciare unite, così come è stato per l'Expo di Milano".

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> ...NELLA MIA FOLLE CONVINZIONE... CONTINUO A CREDERCI!!!

> RICKY

>

>

> ALITALIA: RIVIERA COMMUNICATIONS «SIAMO PRONTI AD INVESTIRE»

>

>

> (PRIMA) ABRUZZO - Roberto Santuccione e Cinzia Cordesco, fondatori della mobile company italiana Riviera Communications,(con
sede in Abruzzo) si dicono pronti a mettersi in gioco per il rilancio
della compagnia di bandiera. “Siamo pronti a metterci in gioco e
investire su Alitalia. Per noi Alitalia non e' solo il vettore
nazionale ma rappresenta il turismo italiano nella sua massima
espressione. Chi controllera' Alitalia controllera' il turismo in
Italia' - cosi' Roberto Santuccione e Cinzia Cordesco, dalla sede di
Riviera Communications, la mobile company italiana proprietaria del
primo motore di ricerca mobile al mondo e titolare del brevetto sul
mobile commerce che ha sfidato i colossi d'oltreoceano nell'internet
del futuro, avevano dichiarato apertamente sin dall' ottobre scorso e
ribadito ancor piu' chiaramente nei giorni scorsi sulle pagine di
newsbox.mobi - Solo nel nord ci sono piu' di 3000000 imprese -
rincarano la dose i fondatori di Riviera - e non osiamo pensare a che
potenza di fuoco si sprigionerebbe da tutta l'Italia imprenditoriale
messa insieme. Nei giorni scorsi, si e' ventilata una ipotesi di
cordata italiana che noi abbiamo avuto il coraggio propositivo di
promuoverla mesi fa, quando tutti erano convinti che la compagnia di
bandiera era gia' cosa tutta transalpina. Una cordata possibile e
neanche troppo onerosa per le aziende made in Italy, micro, piccole e
medie. Le grandi si sarebbero poi aggregate naturalmente. Qualcuna si
sta facendo avanti.Noi siamo pronti, sin da ora, con la nostra nuova
corporation, Finlloyd Srl, a farci promotori di questo progetto
ambizioso, possibile e carico di orgoglio nazionale”.

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