Resta fissata la data del 14 settembre per il rientro a scuola, o meglio quello dell’inizio delle lezioni in quasi tutte le regioni. Dal 1 settembre studenti e personale scolastico saranno in aula per il recupero degli apprendimenti. Come si ritornerà in classe?
Quasi tutte le Regioni hanno deliberato per l’avvio delle lezioni il 14 settembre. La Sardegna sposta la data al 22 e la Puglia al 24 dopo le elezioni. Il Ministero dell’istruzione, con la nota del 23 luglio ha stabilito che l’anno scolastico 2020/21 partirà il 14 settembre e così resta confermato secondo le ultime dichiarazioni della Ministra Azzolina. Calendario 2020/21
Eppure i contagi sono in aumento mentre il tempo stringe per rientrare in aula in sicurezza.
Per il governo il rientro a scuola resta “una priorità”. Sono giorni decisivi questi per decidere come permettere la ripresa delle attività didattiche in presenza a oltre otto milioni di studenti.
Uso mascherina
Tra le misure principali resta confermato l’utilizzo della mascherina anche nel banco dove non è possibile il distanziamento di un metro. Lo ha ribadito il Cts, e la stessa Ministra. “Siamo l’unico Paese europeo a lavorare sul distanziamento – ha detto Azzolina -. E continueremo a farlo finché non avremo trovato il 100% degli spazi necessari. Gli altri si accontentano della mascherina. L’Italia no. Perché non dobbiamo lavorare solo per settembre, ma prepararci a un anno scolastico molto impegnativo. Le scuole non devono richiudere. Inizialmente la protezione sarà un sacrificio importante, ma necessario. Dove il distanziamento c’è, la mascherina si può abbassare, seduti al banco”. L’obbligo della mascherina resta dunque per i docenti e per gli alunni dai sei anni in su.
Contraria all’uso della mascherina resta Elena Donazzan, assessore all’istruzione della Regione Veneto: “Tenere la mascherina durante le lezioni è una tortura. Noi siamo fortemente contrari e faremo di tutto perché questa non sia una regola per i nostri ragazzi”. Concetto espresso poi dal presidente della Regione, Luca Zaia: “Sono contrario a chiedere di indossare la mascherina ai bambini… 6 anni, 6 anni e un giorno, 7 o 8 anni non cambia, stiamo parlando di bambini che devono portare la mascherina 6 o 8 ore”. Il governatore intende garantire in ogni caso la riapertura delle scuole.
Sul tema mascherine è intervenuto anche Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, che ha sottolineato la difficoltà per alunni e docenti nel riuscire a portare la mascherina per cinque ore: “Già non è semplice tenerli a freno per cinque ore di lezione in classe – ha spiegato Galli a Il giornale, –figuriamoci con la mascherina: nemmeno un docente riesce a sopportarla per un’intera mattinata”.
E presto è arrivato il commento del leader della Lega Matteo Salvini: “Quando ho sentito che ci sarà l’obbligo di mascherine e distanza per i bimbi di sei anni ho detto no…a dirigere la scuola c’è un ministro incompetente che da due mesi va a cercare i banchi con le rotelle”.
I banchi monosposto e le sedie, ha garantito ieri il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, arriveranno entro ottobre. Il criterio per l’assegnazione riguarda il margine di rischio di contagio: più è alto e prima verranno forniti i banchi monoposto.
Resta aperto il nodo responsabilità presidi
Nei giorni scorsi i dirigenti scolastici hanno più volte spiegato il bisogno di chiarimenti sulle responsabilità penali che andrebbero a ricadere sugli stessi in vista di contagi a scuola, anche perché “Non ci aspettavamo risalita dei contagi, tutto si è complicato” ha spiegato Antonello Gianelli, presidente dell’Anp. “Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro” rilanciano i presidi, ma secondo il Cts sono “immotivate le preoccupazioni dei dirigenti” poiché c’è “la Legge 40 del 5 giugno 2020” che li tutela. Ma per Giannelli questa non sarebbe sufficiente, giacché “l’innovazione riguarda esclusivamente la responsabilità civilistica di cui all’articolo 2087 del Codice civile e non quella penale”.
Test sierologici al via da ieri 24 agosto
Hanno preso il via lo screening per docenti, Ata e tutto il personale scolastico. I test sierologici sono effettuati su base volontaria e sono garantiti sia a chi prende servizio a inizio anno sia a chi comincerà più tardi. I test dovranno essere conclusi entro una settimana dall’avvio delle lezioni, così come stabilito nelle circolari del Ministero della Salute e dell’Istruzione. Test sierologico docenti e ATA dal 24 agosto, modalità e info per ogni regione
Non si trova d’accordo sullo svolgimento dei test su base volontaria il Sindacato medici italiani (Smi), che chiede “obbligatorietà per i docenti e non docenti a effettuare i test e volontarietà dei medici di medicina generale ad aderire alla campagna sui test capillari”.
Ilaria Culigioni
orizzontescuola.it
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