Stansfield: I like these calm little moments before the storm. It reminds me of Beethoven. Can you hear it? It's like when you put your head to the grass and you can hear the growin' and you can hear the insects. Do you like Beethoven?
Malky: I couldn't really say.
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« # 3 | Longing » |
Post n°78 pubblicato il 19 Ottobre 2015 da norman.stansfield
Samuele era strano, e quando gli dicevano di ripetere "pan di zucchero" soffriva un attimo, storceva appena percettibilmente la bocca e rispondeva: "glassa". Così da quei primi momenti a scuola, quando aveva imparato delle parole che lo mettevano in difficoltà nel rispondere. "Cavallo" diventava "equino" e "soldato di ventura" "mercenario". Non riprendeva mai le cose come gli venivano dette ma ci metteva sempre del suo, per evitare di deformarsi la bocca, soffrire e non riuscire a sputare fuori la definizione così come gli veniva richiesta. Non era in grado a stare in scia, a replicare al passo. Invece, quando poteva scovare un equivalente, un sinonimo, tutto gli veniva semplice. Fu in questa maniera che iniziò il suo processo di estraniazione dai suoi coetanei e dalla Società. Formalmente non v'era nulla di male nel sostituire "suino" a "maiale", ma la vita contemporanea impone la ripetizione, l'automaticità, se qualcuno devia dal sentiero tracciato non è assimilabile, è un diverso, un problematico. Gli fecero cambiare scuola in tenera età e lo misero in un istituto speciale dove ragazzini come Lui ciondolavano continuamente la testa e parlavano da soli senza interagire l'uno con l'altro tranne nei momenti collettivi, in cui, in coro ripetevano le piccole frasi che un maestro con una bacchetta in mano gli scriveva su una lavagna. Allora veniva facile a tutti, ma, presi singolarmente, sbuffavano, si gettavano per terra, facevano strane smorfie ed emanavano versi inquietanti. Samuele si considerava più avanti dei suoi piccoli colleghi: aveva un'enorme fantasia e una varietà sterminata di parole e definizioni popolava il suo cervello. Costruiva Mondi. Ma non era abbastanza per la Società: non gli veniva chiesto di spaziare vertiginosamente, ma di essere monotono e inquadrabile, doveva apprendere dei concetti collegati all'espressione e ripeterli pedissequamente, poi incrociarli con altri concetti inseriti dentro altri gusci di parole e risolvere dei problemi o delle piccole equazioni. Troppo per Lui, che assemblava liberamente suoni e significato, troppo per lui, che sganciava il senso dalla presentazione e non trovava giustizia nell'usare l'articolazione del linguaggio come mediocre espediente per mettersi al servizio di gruppetti ben divisi e destinati a controllare una microscopica fettina del problem-solving o del brainstorming. La vita moderna, sotto forma di lavoro, è fatta di cellule autosufficienti collegate fra loro da ponti provvisori e mutevoli, che sovrastrutture ben organizzate dispongono a loro piacimento e interesse, come tessere di un mosaico, il cui risultato finale è noto e comodo solo a loro. Gente del genere non cerca uomini ma automi. E comunque, il destino dell'essere umano è di competere con le macchine elettroniche, mantenendo quel briciolo di originalità e indipendenza che concedano la giustificazione della loro presenza e la continuazione del rapporto di lavoro, sotto forma di contratto a tempo determinato. Per Samuele tutto ciò era inutile, e per la Società Samuele era del tutto inutile. Finì i suoi giorni a 27 anni nella sua stanzetta cosparsa di frasi singolari e poster disegnati. Causa della Morte fu una broncopolmonite fulminante per avere corso tutto il giorno nell'aria aperta e in piena campagna, mezzo nudo. Sfuggendo per una volta al controllo della Madre e degli istitutori. Percepiva una miserabile pensione ma era spesato del vitto e dell'alloggio. Ma non fu spesato della Fantasia. (Fine) |
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Grazie, Grace ^^ Il video č un po' leggerino per i...
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Racconto originale! Mi piace...
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Un petit peu autobiografico.
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parabola (discendente) di/tra sinonimi e contrari ......
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