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Andrea Vianello, il dramma dell’ictus: "Ho perso la parola, ma non la speranza"

Post n°244 pubblicato il 13 Febbraio 2020 da massimo.sbanderno

Andrea Vianello è un giornalista, conduttore televisivo, radiofonico e dirigente d’azienda. Parente di Raimondo Vianello, ha esordito in Rai con ‘Tele anch’io’ nel 1988. Dopo molta assenza dal piccolo schermo, è stato ospite di vianelloCaterina Balivo nel suo programma ‘Vieni da Me’. Qui il professionista ha raccontato di aver vissuto un vero dramma lo scorso anno, quando è stato colpito da un Ictus. Il giornalista è stato infatti colpito da un ictus, che gli ha causato danni abbastanza evidenti e gravi. L’uomo ha purtroppo perso l’uso della parola immediatamente dopo la comparsa di questo problema cerebrale. Quello di oggi nel salotto di Caterina Balivo è stato un racconto davvero emozionante, in cui ha ripercorso, passo passo, le fasi della riabilitazione post ictus, raccontando il ruolo chiave della moglie Francesca.

Andrea Vianello ospite di Caterina Balivo a ‘Vieni da Me‘ ha raccontato le difficoltà incontrate dopo l’insorgenza dell’ictus e dei problemi che questa grave patologia cerebrale gli ha lasciato. Stando a quanto raccontato dall’uomo, infatti, successivamente avrebbe perso l’uso della parola, costringendolo a un duro percorso riabilitativo. In questo percorso però non è stato solo, anzi, la figura della moglie Francesca lo ha sempre accompagnato, non lasciandolo mai solo, neanche un istante. L’uomo ha infatti raccontato tutta la sua riconoscenza nei confronti della donna, che gli ha trasmesso un enorme coraggio e tantissima forza. Vianello ha raccontato: “Mia moglie c’era, sapevo di poter contare su di lei. Chi ha avuto un ictus – in Italia purtroppo è la seconda causa di morte – sa che le famiglie sono importanti. Lo stato ti aiuta, ma senza le famiglie, chi ha avuto un ictus non può farcela… Francesca lavora in Rai e ci siamo conosciuti nel ’94, mettendoci insieme nel ’95. Abbiamo festeggiato quest’anno i 20 anni di matrimonio”.

Ha poi raccontato cosa lo ha spinto a scrivere il suo libro ‘Ogni parola che sapevo’: “Chi finisce così non ha alternative – ha detto – Io ho tre figli, che cosa dovevo fare? O ci provavo, oppure non c’erano altre possibilità. Poi magari ci ho messo grande impegno, ma ho conosciuto persone che hanno avuto ictus e subito danni più importanti. A me è successo con la parola, ad altri in modo differente”.

 
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