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Cos'e'l'imbuto di Norimberga?

Post n°7676 pubblicato il 21 Maggio 2020 da manu78_it

"Lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze, è ben altro." La ministra dell'istruzione ha voluto utilizzare la metafora dell'imbuto di Norimberga.

Ecco il suo significato:

La scuola non è un travaso di conoscenze. Lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze, è ben altro.” E’ quanto affermato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, durante la conferenza stampa sulla presentazione del protocollo della maturità in sicurezza. Le parole pronunciate dalla ministra hanno fatto pensare ad una gaffe. Può un imbuto riempirsi? A quale tipo di aneddoto legato ad un imbuto si riferiva l’Azzolina?

La metafora dell’imbuto di Norimberga trae origine da un incisione su legno del diciassettesimo secolo dove si vede una sedia sulla quale è seduto un ragazzo che in testa ha un buco nel quale è infilato un imbuto. In piedi accanto al ragazzo c’è l’insegnante intento a riversare nell’imbuto A, B, C, 2+2=4 e tutto il resto della sapienza dell’epoca. Questo favoloso e ingegnoso dispositivo è stato chiamato ’imbuto di Norimberga’ perché è in quella città che per la prima volta fu immortalato in un’incisione. La metafora dell’imbuto di Norimberga indica il concetto, arcaico, della conoscenza come qualcosa che alcuni possiedono e altri no e che i primi possono versare nelle menti dei secondi.

La spiegazione della ministra Azzolina

La spiegazione, a distanza di giorni, arriva dalla stessa ministra sulla sua pagina. “L’imbuto di Norimberga è una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola: uno studente a cui vengono ‘versate’ nozioni in testa attraverso un imbuto. L’apprendimento non funziona così, i docenti lo sanno bene, ed è ciò che intendevo dire quando ho rievocato l’immagine dell’imbuto durante la conferenza.”

 
Rispondi al commento:
narconon_70
narconon_70 il 21/05/20 alle 14:41 via WEB
Gli esercizi a casa sono fondamentali per consolidare le conoscenze in solitudine, è una parte dell'apprendimento fondamentale. Sono d'accordo però che ci vada buon senso, i ragazzi devono avere tempo per socializzare e fare sport, i compiti non devono assorbire tutto il tempo libero, ma essere una parentesi in cui ci si cimenta in solitario con le nuove competenze acquisite, in cui si esplorano le nuove capacità a propria disposizione. Imparare è e deve restare un piacere. Ciò non toglie che richieda fatica
 
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