Creato da poverotroviero il 07/10/2006

Il gioco

delle schegge di vetro

 

 

Aldo Carotenuto

Post n°155 pubblicato il 30 Maggio 2010 da poverotroviero
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La Chiamata del Daimon

Il conflitto tra la parte narcisistica che si rifiuta di cambiare e il nucleo più maturo della personalità, il quale tenta di uscire dal suo blocco nevrotico, genera un alter ego, il cui compito è ricordare all'individuo la parte rimossa.
Il mutamento può trovare spazio solo dove una ferita, o una lacuna, ci rendono più fragili, dove l'incompletezza dell'Io richiama un nuovo apetto psichico.

 
 
 

Aldo Carotenuto

Post n°154 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da poverotroviero
 
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I sotterranei dell'anima

Odio e Amore, offesa e umiliazione, sono le polarità inscindibili dello stesso sentimento, quell'ambiguità dell'Eros che ribalta i ruoli, per cui il carnefice è anche la vittima, e nella vittima traspare la luce di un sentimento che ammalia e confonde il suo offensore.

 

 
 
 

Michel Houellebecq

Post n°153 pubblicato il 03 Settembre 2009 da poverotroviero
 
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La possibilità di un'isola

Ogni energia è di ordine sessuale, non principalmente ma esclusivamente, e quando l'animale non è più in grado di riprodursi, non è assolutamente più buono a nulla; stessa cosa per gli uomini. Quando l'istinto sessuale è morto, scrive Schopenauer, il vero nocciolo della vita è consumato; così annota in una metafora di terrificante violenza, "l'esistenza umana somiglia ad una rappresentazione teatrale che, cominciata da attori vivi, sarebbe terminata da automi che indossano gli stessi costumi".

 
 
 

alter

Post n°152 pubblicato il 28 Agosto 2009 da poverotroviero
Foto di poverotroviero

Si dice che, lungi dall'essere l'unione di due corpi, l'amore sia divenuto un fatto privato.

Sembra che protesi, collegamenti virtuali e pratiche autoerotiche abbiano da tempo sostituito i rapporti sessuali.

Si dice che, incapace d'incontrare l'altro, l'essere umano fugga di fronte all'immagine di se stesso.

 
 
 

Ida

Post n°151 pubblicato il 29 Giugno 2009 da poverotroviero
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Dire la verità ai bambini

 Perché la strada della menzogna viene preferita a quella della verità? E perché mentire diventa consuetudine? Capita che si menta o si nasconda al figlio alcune verità nella convinzione di proteggerlo. Non è così che si proteggono i bambini. Al contrario la bugia li disorienta, mette in crisi la fiducia nelle figure di riferimento, e fa loro supporre di non essere meritevoli di fiducia.

Forse perché per riferire a un bambino la verità sugli avvenimenti che hanno provocato dolore nella propria vita, è necessario innanzitutto averli affrontati profondamente dentro se stessi? 

La bugia è un meccanismo difensivo messo in atto dall’adulto per proteggere se stesso e per mascherare la propria incapacità nell’affrontare alcune situazioni. Del resto, è sempre l’inadeguatezza nel trovare la soluzione a un conflitto che può spingere a mentire, o alle estreme conseguenze, ad urlare o ad alzare le mani contro un bambino.  

 
 
 

lars von trier

Post n°150 pubblicato il 24 Maggio 2009 da poverotroviero
 
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Nel corpo della donna si riproduce il ritmo della natura.

Antichrist

 
 
 

Elfriede Jelinek

Post n°149 pubblicato il 21 Maggio 2009 da poverotroviero
 
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le amanti

dove c'è amore c'è anche un sentiero

il parroco dice che l'amore è un sentiero veso il prossimo. paula cerca un punto di contatto con erich. paula cerca una via più terrena verso il prossimo. paula cerca una base su cui incontrare erich, per fare insieme le loro porcherie.
ogni sistema, per quanto rigido, ha il suo punto debole in cui ci si può infilare. spesso l'amore consiste nel trovare tali punti deboli. l'amore di paula ha pensato subito al negozio di alimentari dove erich va sempre a fare la grande spesa settimanale. gli danno un libricino dove c'è scritto tutto. erich da' la lista al capofiliale che gli sistema le cose nello zaino, man mano più pesante e inclinato in direzione dell' osteria.
ovunque intorno a erich, e quasi dentro di lui, vi sono muri di donne, mamme, per ogni fascia di età almeno una mamma, davanti al negozio i frutti dei loro corpi si accalcano a dozzine, pendono in grossi grappoli all'ingresso, corrono sui monopattini saltando autobus, carri da legna e automobili, finiscono sotto le motociclette, i furgoncini e i camion a rimorchio, raramente sotto i trattori più lenti, davanti ai quali si fa a tempo a saltare di lato. si può osservare e constatare un calo naturale dei frutti dell'amore. ma non fa niente, quando qualcuno viene a mancare se ne possono fare di nuovi. già farli non è piacevole, e la gravidanza, se possibile, lo è ancora di meno, partorire non è davvero un divertimento, e l'averli ti spezza la schiena. ma almeno: l'esistenza di mamma è legittimata e garantita per alcuni anni.
lo vedono tutti: questa è una famiglia al comleto. l'uomo vede: adesso oltre mia moglie, ho un'altra creatura da picchiare e sgridare, la carne di bambino è tenera, ma ha solo una piccola superficie.
la moglie vede: ho prodotto qualcosa, questo deve essere per me un incentivo a produrre ancora.
il bimbo stesso: il protagonista, la legittimazione vivente di tutto il tempo inutilmente sprecato, di un tempo che perde acqua da tutte le cuciture, per attività inutili, attività che non vengono mai svolte per sè, ma sempre per gli altri, con il cupo pensiero che alla fine saranno ripagate come radiosa luce materna almeno durante la predica domenicale, però non succede mai, perchè le attività sono ripagate non come un'aureola, ma come un peso di mezzo quintale che alla fine ti riduce in polpetta. e un giorno una massa informe chiamata mamma va a letto per l'ultima volta con uno da tempo sepolto, chiamato papà.

 
 
 

Oriana Fallaci

Post n°148 pubblicato il 01 Aprile 2009 da poverotroviero
 
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INSCIALLAH

Come resisterle malgrado il desiderio che gli suscitava? Come spiegarle che lui non voleva avventure sentimentali, che anche un'avventura sentimentale è un amore, comunque un impegno amoroso, un temporaneo legame in contrasto con la tua libertà? Come chiarirle che a lui non serviva né un amore né un impegno amoroso perché della libertà lui aveva bisogno per capire chi era, che cosa cercava e in che cosa consiste la vita? Mancando una lingua in comune (lui non sapeva l'arabo e si esprimeva in francese, lei non sapeva l'italiano e si esprimeva in inglese) poteva difendersi solo con je-ne-comprends-pas, I-don't-understand, mish-fahem, non capisco: la tattica usata in quei due mesi. Ieri però, inseieme a un altro pacchetto di dolci, gli eveva portato un fagottino avvolto in carta da farmacia. Nel fagottino, un anticoncezionale. E quando ti offrono un anticoncezionale, puoi forse continuare a difenderti coi non-capisco? Al massimo, e a costo di far brutte figure, puoi restituirlo. Glielo aveva restituito, ma restituendolo aveva incontrato le inquietanti pupille viola che bruciavano tutte le voglie del mondo e vi era caduto dentro. "Ok Ninette. Demain, tomorrow, domani". Domani era oggi e... Certo che era lei a innervosirlo, a dargli l'insonnia! Oppure no? era la crisi che lo smarriva dacché stava nella città dei cani randagi e dei galli impazziti: nell'assurdo luogo che le mappe militari indicavano con la sigla 36S-YC-316492-Q15. Era il disagio che lo disorientava dacché aveva scoperto di ignorare chi fosse, che cosa volesse, in che cosa consistesse la Vita. Era lo scontento che lo divorava e che riaffiorava a qualsiasi pretesto, incluso quello di non voler cedere al desiderio della splendida donna che gli si offriva...

 
 
 

L'Amore immediato

Post n°147 pubblicato il 30 Marzo 2009 da poverotroviero
 
Tag: si dice
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Si dice che l’uso del contraccettivo sia condannato dalla chiesa, che vede il sesso solo nell’orizzonte della procreazione.

Sembra che la comunità scientifica sia unanime nel considerare il profilattico il principale argine contro il dilagare dell’AIDS.

Si dice che né la Chiesa né la Scienza contemplino la possibilità di un amore immediato.

 

 
 
 

Carmelo Bene

Post n°146 pubblicato il 26 Marzo 2009 da poverotroviero
 
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Lorenzaccio

Lorenzaccio è quel gesto che nel suo compiersi si disapprova. Disapprova l'agire. E la storia medicea, dispensata, non sa di fatto stipare questo suo (?) enigma eroico; ha subìto e glorificato di peggio, questa storia. Ma le cose son due: o la storia, e il suo culto imbecille, è una immaginaria redazione esemplare delle infinite possibilità estromesse dalla arbitraria arroganza dei “fatti” accaduti (infinità degli eventi abortiti); o è, comunque, un inventario di fatti senza artefici, generati, cioè, dall’incoscienza dei rispettivi attori (perché si dia un’azione è necessario un vuoto della memoria) che nella esecuzione del progetto, sospesi al vuoto del loro sogno, così a lungo perseguito e sfinito, dementi, quel progetto stesso smarrirono, (de)realizzandolo in pieno.
Certosini nel lavorio paziente del  lucidar la trama dei preparativi, cauti, meticolosi, febbrili dell’angoscia inconfessabile dell’insonnia d’esserci – onnipresenza inumana intollerabile del sé a se stesso - , precipitarono nell’attimo tutta una vita pensosa: il gesto. E non furono più. Per un attimo. Estromessi dalla godibilità del vuoto dalla felicità sempre invisibile; per svegliarsi subito dopo, nuovamente sovreccitati e infelici, mascherati da zingare a cavallo – turisti o esuli poco importa – per le vie dell’acqua putrida a Venezia, città termale del nostro secolo per coloro che vogliono morire.

(…) Ogni azione, per quanto comprensibile, è impensabile, e la Storia è un’ipotesi dell’antefatto, o il dizionario del mai accaduto.

 

 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

L'Altoparlante

Si dice che dell'impianto hi-fi, tardi anni '70, ereditato da suo cugino, ormai più di vent'anni fa, Andrea abbia conservato un solo  altoparlante: stromento idoneo alla diffusione d'intrattenenti alchimie sonore.

Sembra, però, che tale dispositivo, smarrita presto la propria attrattività, sia a lungo rimasto inoperoso, adagiato su una mensola, seducente polveri dalla stanza.

Si dice, inoltre, che due cavi elettrici pendenti dagli elettrodi dell'altoparlante, animati da una misteriosa tensione magnetica, abbiano trovato agio, di volta in volta, di collegarsi all'antenna della radio, alla presa del telefono - insolenti, capaci per sino di raggiungere il web.

Sembra che sì furbescamente intercettate voci maligne e ingiuriose, chiacchiere e commenti maliziosi, il diffusore acustico, frustrato dal lungo oblio, scuotendo l'annosa polvere dalla propria membrana, abbia cominciato a parlare; riferendogli chiacchiere e pettegolezzi, raccolti via telefono, radio e internet.

Si dice che Andrea, ascoltata la gracchiante voce del vecchio apparecchio, abbia deciso di restituire alla erratica lettura dei blogger la sintesi di tali mormorazioni.

Sembra che in Trastevere, in luogo abitato da voci poetiche, egli stesso le abbia bisbigliate, leggendole per non doverle ricordare.

 

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Suggestione Campaniana

Morta parte da me

la mia voce,

per approdare alla deriva

dei sensi scolpiti

nelle candide rocce;

ove il tuo viso m'apparve,

ombra d'un sorriso sterile,

solido velario

d'una scena tragica.

 

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Quando l'orizzonte di riferimento non è più in ordine a ciò che è "permesso", ma in ordine a ciò che è "possibile", la domanda che si pone alle soglie del vissuto depressivo non è più: "Ho il diritto di compiere quest'azione?", ma "Sono in grado di compiere quest'azione?"

Umberto Galimberti.

 
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