Giornalista per caso
Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74
Creato da stefano.carina il 01/05/2009Cerca in questo Blog
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Post n°1121 pubblicato il 15 Giugno 2013 da stefano.carina
ROMA Il braccio di ferro è iniziato. Da un lato la Roma, dall’altro l’Inter. Nainggolan e Paulinho i calciatori in palio. Al momento è soprattutto sul centrocampista del Cagliari che i due club si stanno dando battaglia. Ieri il d.s. giallorosso Sabatini ha incontrato l’agente del belga (avvistato all’aeroporto di Fiumicino mentre era in attesa di prendere un volo per l’Indonesia) con il quale ha perfezionato un accordo facendo lievitare l’attuale ingaggio da 700mila euro a 1,6 milioni. La società nerazzurra si era mossa invece giovedì con il pranzo a Milano tra il presidente Cellino e il dirigente nerazzurro Branca. Due strategie diverse, quindi, per un obiettivo comune. La prima valutazione che ha dato il Cagliari del giocatore è stata di 18 milioni. Schermaglie di mercato che entrambi i club stanno provando ad aggirare (abbassando così il prezzo intorno ai 15) inserendo delle contropartite tecniche. L’Inter può mettere sul piatto della bilancia Obi, il portiere Bardi (pedina appetibile visto che Agazzi è vicino alla Fiorentina) e Longo, attaccante al rientro dal prestito all’Espanyol. La Roma replica con Verre, Viviani, Politano e Antei (anche se il Sassuolo è intenzionato a riscattarne la metà per un milione; in ballo c'è anche la metà di Frascatore per 750mila euro). E’ chiaro che a seconda del numero dei calciatori inseriti nella trattativa il prezzo subirà delle variazioni. La prossima settimana Roma e Cagliari s’incontreranno a Milano. THEREAU E AUBAMEYANG - Non solo il centrocampista del Cagliari Nainggolan come obiettivo di mercato. Ieri il ds Sabatini ha visto anche gli agenti Parisi e Damiani che gestiscono Thereau e Aubameyang. Se parte Osvaldo, entrambi gli attaccanti – per i quali il neo allenatore giallorosso Garcia ha dato il suo assenso - possono arrivare a Trigoria. INTRIGO BRASILIANO - A fari spenti, prosegue tra Roma e Inter anche il duello per Paulinho (attenzione però al Tottenham). Il cartellino del calciatore sino alla scorsa estate era suddiviso in tre proprietari: 45 per cento in mano alla Bmg (banca d’affari), 45 per cento dell’Audax e il 10 per cento dello stesso giocatore. Non era contemplato il Corinthians che dopo aver rinnovato il contratto al centrocampista sino al 2015, ne ha acquisito la sua percentuale e quella della banca. Ora il club detiene il 55 per cento. La valutazione complessiva del cartellino è di 20 milioni: l’Inter dalla scorsa estate ha un’intesa con l’Audax, la Roma invece tratta con il Corinthians (offerti 11 milioni). Situazione a dir poco confusa che somiglia a quella riguardante Nico Lopez. L’uruguaiano dovrebbe finire in comproprietà all’Udinese nell’ambito dell’affaire-Benatia ma né Sabatini tantomeno l’agente dell’attaccante (Betancourt) vogliono cedere la propria metà ai friulani. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO |
ROMA. Ai quarantenni di oggi, ricorderà certamente il gioco che faceva divertire i bambini nei primi anni '80. Si chiamava/chiama 'Indovina Chi' e consisteva nell'indovinare un personaggio tra i 24 possibili, disegnati in modo caricaturale e ognuno contraddistinto da diverse peculiarità fisiche. Trent'anni dopo alla Roma sta accadendo più o meno la stessa cosa. La telenovela riguardante l'allenatore, infatti, è diventata oramai una sorta di quiz a premi. Silenzi, depistaggi, riunioni segrete, identikit fatti trapelare in modo ufficioso e curioso. Tutto questo all'8 di giugno, quando la stagione (mediocre) della Roma si è già conclusa da due settimane e il club - che continua ad avere la panchina vuota - ha esonerato Zeman dal 3 febbraio. «SARA' STRANIERO» Ieri è andato in scena l'ennesimo atto. Poco dopo le ore 16.30 sotto l'ufficio Tonucci, sono stati avvistati il ds Sabatini, il ceo Zanzi, il consigliere Baldissoni e la responsabile della comunicazione Augelli. Immediatamente è iniziato il tam tam nelle radio locali che ha indotto diversi cronisti a raggiungere lo studio sito a due passi da piazza del Popolo. Dopo un'ora d'attesa, Baldissoni ha invitato un giornalista (a rappresentanza dei presenti) a salire in ufficio per fargli vedere che non era in atto nessun colloquio con il prossimo tecnico. Il collega ha poi fatto da tramite per il Sabatini pensiero: «L'annuncio del nuovo allenatore arriverà a metà della prossima settimana. Assolutamente improbabile sia italiano, al 90% sarà straniero. Se sarà un tecnico di prestigio? Di prestigio sono le persone. Stiamo aspettando così tanto per fare le cose nel migliore modo possibile». BIELSA IN RIMONTA MA GARCIA RESISTE L'identikit tracciato ufficiosamente dal ds («persona di prestigio») sembrerebbe portare a Bielsa. E non sembra un caso che ieri l'Atletico Bilbao abbia liberato il tecnico annunciando l'addio su Twitter: «Abbiamo deciso di non proporre il rinnovo contrattuale a Bielsa». Ora El Loco è libero e il viaggio di Sabatini in Spagna nel weekend (oltre che per definire l'ingaggio di Benatia con Pozzo) sembra proprio atto per convincere il tecnico argentino - già corteggiato negli ultimi due anni - ad accettare la panchina giallorossa. Rimane comunque in ballo la candidatura di Garcia che in queste ore sta trattando la 'buonuscita' con il Lille. Ma attenzione ad un possibile mister X. Nelle ultime ore è circolato il nome di Martino, allenatore del Newell's Old Boys, ed ex ct del Paraguay. Il «gioco» potrebbe non essersi ancora concluso. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 08-06-13 |
Post n°1119 pubblicato il 06 Giugno 2013 da stefano.carina
ROMA. L'addio era oramai nell'aria. Ma che Baldini risolvesse il contratto con la Roma prima che il club annunciasse il nuovo tecnico, non se lo aspettavano in molti. Anzi, forse nessuno. E invece, poco dopo le 18 di ieri, è apparso un comunicato sul sito giallorosso: «L'As Roma rende noto di aver risolto consensualmente il rapporto professionale con il Dottor Franco Baldini. Le operazioni calcistiche restano affidate al direttore sportivo Walter Sabatini che riporterà direttamente al CEO Italo Zanzi». La nota poi è proseguita con i ringraziamenti di rito: «Ringraziamo Franco Baldini per il lavoro svolto al servizio dell'AS Roma nel corso delle due stagioni passate. Baldini ha avuto un ruolo importante nel lancio del nostro progetto. Gli auguriamo il meglio per le sue attività future», ha dichiarato il presidente Roma, Pallotta. Al momento non sono previsti nuovi innesti anche se Unicredit gradirebbe l'arrivo di un suo uomo: Montali. SABATINI AL COMANDO Un addio, che si somma a quello di Stekelenburg visto che ieri è stata ufficializzata la cessione del portiere al Fulham per 5,6 milioni (di cui uno andrà all'Ajax). Un divorzio che nasce dai mancati risultati ottenuti sul campo ma che trova seguito nella lotta di potere interna al club, nelle incomprensioni con Pannes - braccio destro di Pallotta - alle quali si è aggiunta negli ultimi mesi la querelle legata all'offerta del fantomatico sceicco Al Qaddumi. Proprio in quelle settimane si è consumato lo strappo, con accuse reciproche all'interno di Trigoria sulla responsabilità da attribuire - di fronte alla proprietà americana - per quella che poi si è rivelata una farsa. Una resa di conti dalla quale è uscito sconfitto. Erano oramai mesi che il suo peso nelle decisioni era venuto meno. Un esempio? Il logo della discordia, quello modificato dalla società, aveva avuto modo di vederlo solamente il giorno prima della presentazione, senza poter esprimere un parere o dare un consiglio. Aveva poi suggerito di modificarlo: proposta rimandata al mittente. TESTA A TESTA Un divorzio che per un giorno ha messo in secondo piano la querelle-allenatore. La candidatura di Blanc sembra aver perso diversi colpi anche perché era proprio Baldini a sostenerla con più forza. Ora il vuoto di potere lasciato dal dg, potrebbe essere colmato da un «tecnico con il profilo del manager». Questo è il poco o nulla che è trapelato ieri da Trigoria. E non sembra un caso dunque che Sabatini abbia allacciato nelle ultime ore contatti con l'entourage di Mancini. L'affaire appare comunque molto complicato. A partire dalle richieste economiche del tecnico (5 milioni a stagione) che non rappresentano comunque l'ostacolo più arduo. Quello è dato infatti dalle garanzie che il tecnico di Jesi esigerebbe sia a livello di mercato (la Roma non sembra avere la possibilità di allestire la squadra che vorrebbe) che sull'effettivo potere che poi potrebbe (e vorrebbe) avere a Trigoria. Per ora, in attesa di nuove sorprese che alimentano una telenovela che dura oramai da 4 mesi, restano in corsa in due: Garcia e Bielsa. Il francese piace molto a Sabatini, costa meno (1,5 milioni) dell'argentino ma l'incertezza è legata a come potrebbe reagire la piazza, oramai in subbuglio (oltre alla petizione di 21mila firme per sollecitare l'addio del management, ieri nuova protesta con striscione nella partita inaugurale dell'Under 21 in Israele: 'Ridateci la Roma') a fronte dell'ennesima scommessa. Questo spiega il ritorno di fiamma per Bielsa. El Loco ha sempre affascinato il ds, pur consapevole del rischio che correrebbe ingaggiando il tecnico sudamericano. Lo scorso anno, prima di Zeman, ci fu un incontro di cortesia tra le parti a Madrid ma l'ex ct del Cile era ancora sotto contratto con l'Atletico Bilbao. Ora è libero (anche se richiesto dal Santos) e chiede 4 milioni all'anno. Se dovesse abbassare leggermente le pretese, potrebbe spuntarla al fotofinish. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 06-06-13 |
ROMA. Era il 2 febbraio quando venne esonerato Zeman: in 4 mesi il duo Baldini&Sabatini non è ancora riuscito a trovare il successore. Il déjà vu è servito. Anche in questa stagione a Trigoria siamo già arrivati alla quarta scelta. Dopo il «No grazie» di Mazzarri e Guidolin, si è sommato nelle ultime ore anche quello di Allegri. E nel computo, non viene preso in considerazione il passo indietro di Donadoni, accostato alla panchina giallorossa ma che attraverso il sito ufficiale del Parma ha dichiarato domenica di voler proseguire il lavoro con il club gialloblù. PIANO D Partendo dal presupposto che non si può quindi parlare di piano B ma almeno di piano D, la Roma annaspa alla ricerca di un nome credibile che possa cancellare la brutta figura che la società - dopo due anni mediocri sul campo - sta continuando a fare a livello d'immagine. Sembra passata un'eternità ma solamente quattro anni fa Mazzarri si trincerava in un albergo della capitale aspettando una chiamata da parte del club (che poi gli preferì Ranieri) e Borriello rifiutava la Juventus per vestire giallorosso. Il mondo, dalle parti di Trigoria, sembra essersi rovesciato. BLANC IN DIRITTURA D'ARRIVO Nelle ultime ore, è tornato in auge il nome di Blanc (che arriverebbe portandosi come vice l'ex Candela). Il francese ora è il grande favorito. Singolare che ad esserlo sia lo stesso tecnico che solamente quattro mesi fa declinò l'offerta del tandem Baldini&Sabatini, timoroso di bruciarsi nel post-Zeman. Anche in questo caso, però, la Roma dà l'impressione di non scegliere ma di essere scelta. L'ex ct sta aspettando infatti una chiamata del Psg (che però offrirebbe solamente un anno di contratto). Qualora questa si concretizzasse, si passerebbe al 'Piano E'. Tuttavia ieri sera i segnali che arrivavano dalla Francia davano in dirittura d'arrivo l'accordo con l'ex Bordeaux (Rmc ha raccontato di un invontro a Parigi con l'agente Jean-Pierre Bernes anche se in molti sono invece certi di un rendez-vous a Milano) solleticato dall'idea di un accordo biennale da 2 milioni con la società giallorossa. DICHIARAZIONI DA CHIARIRE Qualora fosse realmente Blanc il nuovo allenatore della Roma sarà interessante capire come l'ex ct dei Bleus si relazionerà con Totti. Quasi tre anni fa (settembre 2010) una sua dichiarazione creò molti pruriti dalle parti di Trigoria: «Del Piero e Totti ancora titolari in Serie A sono il segno della crisi del calcio italiano». Chissà quale potrebbe essere oggi il suo pensiero, con il capitano giallorosso alla soglia dei 37 anni. Blanc fece discutere anche un paio di stagioni passate quando gli venne addebitata da un'inchiesta del sito Mediapart più di una perplessità sui giovani col doppio passaporto che crescono nelle giovanili della selezione francese per poi scegliere le nazionali maggiori di altri paesi. Reportage che generò una polemica furibonda con l'ex compagno di squadra Thuram (e con l'opinione pubblica transalpina) al quale replicò sdegnato: «Non esiste nessun progetto d'introdurre quote discriminatorie ufficiali nei nostri centri di formazione, è totalmente falso. Il rispetto è una qualità che ho insegnato ai miei figli». Blanc può vantare un'ottima conoscenza del calcio italiano e la conoscenza della lingua oltre a proporre un calcio pragmatico con una difesa ben registrata. Nelle prime due stagioni al Bordeaux, subì 38 reti il primo anno e 34 nel secondo. Non male a confronto con una Roma che invece nell'ultimo biennio ne ha subite la bellezza di 110 (54 e 56). EVENTUALMENTE?CHI RESTA? Appare comunque abbastanza strano che un club che fino a qualche mese fa era «preso in considerazione da molti tecnici per proporsi» (lo ha assicurato Baldini nell'intervista al Tg1 di qualche settimana fa) ora faccia fatica a trovare un allenatore. L'impressione è che l'ennesimo schiaffo ricevuto da Allegri, abbia fatto sorgere dei dubbi in molti che ora guardano con più scetticismo la squadra capitolina. Senza contare, poi, che chi (Baldini) li sta contattando e che si pone dunque come garanzia del progetto tecnico, non è nemmeno sicuro di rimanere. Sul mercato, liberi, oltre al favorito Blanc rimangono Mancini (che però ieri ha dichiarato: «Adesso vorrei riposarmi un po'»), Bielsa (un emissario del Santos oggi sarà a Bilbao cercando di limare la richiesta di 4 milioni a stagione avanzata da el Loco), Garcia, Valverde (in Spagna visto come l'erede designato di Bielsa all'Atletico Bilbao) e Rijkaard (anche se l'olandese ha fatto sapere di voler restare fermo un anno dopo l'esperienza da ct dell'Arabia Saudita). In Italia, i papabili - Donadoni, Pioli, Colantuono e Di Francesco - sono tutti sotto contratto. OFFERTO STRAMA Da annotare inoltre come nelle ultime ore - nonostante le smentite del diretto interessato - alla Roma sia stato offerto Stramaccioni. Piace a Sabatini che lo ritiene però un rischio. E visto il momento che sta vivendo la società non sembra essere proprio il caso di correrlo. ASSE ROMA-PALERMO Mentre arrivano conferme per l'arrivo Benatia in giallorosso ed è attesa per oggi la partenza di Stekelenburg - destinazione Londra - resta caldo l'asse Roma-Palermo. Sorrentino potrebbe essere il vice-Rafael. Con il Palermo, però, possibili altri affari in vista: ieri il ds giallorosso ha avuto un contatto con Perinetti chiedendo al dirigente rosanero di aspettare ancora qualche giorno a cedere Ilicic al Napoli. Del club di Zamparini, seguito sempre con molto interesse l'attaccante Hernandez. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL O4-06-13 |
Post n°1117 pubblicato il 28 Maggio 2013 da stefano.carina
ROMA. La fotografia della Roma si compone di tante istantanee. La prima riguarda il suo presidente: nel momento di difficoltà, Pallotta prende il primo aereo per Londra per altri impegni lavorativi. La seconda ha come protagonista Andreazzoli che sino ad una settimana fa parlava di un «ambiente splendido, all'interno dello spogliatoio non ci sono problemi, sono tutti bravi ragazzi» e ieri alla prima occasione ha prima fatto cadere su Lobont la responsabilità della sconfitta nel derby - «La Lazio è stata premiata da una situazione che è risultata poi decisiva: mi riferisco alla deviazione di Lobont» - per poi replicare all'attrito avuto con Osvaldo nel post-gara definendo il calciatore «piagnucoloso» e generando la replica del centravanti su Twitter che è costata all'italo-argentino, insieme alla mancata partecipazione alla premiazione della coppa Italia, la Nazionale azzurra. La terza istantanea riguarda le parole di Baldini che seguono quelle di Sabatini di qualche tempo fa in merito all'assunzione di responsabilità. Cosa comporta prendersi le proprie responsabilità se poi si rimane sempre ancorati alla poltrona? NUMERI SCONCERTANTI Tre istantanee che riassumono il momento che sta vivendo la Roma, senza voler prendere in considerazione le 29 sconfitte in due anni, i quattro derby persi (l'ultimo in finale di coppa Italia) sui cinque disputati, i 120 milioni spesi in due stagioni per arrivare un anno settimi e l'altro sesti all'ultima giornata (giovandosi anche di una vittoria per 3-0 a tavolino). Che non considerano i due anni senza Europa, le goleade subite contro Cagliari, Atalanta e Lecce con Luis Enrique o le sconfitte con Palermo e Chievo e il pareggio contro il Pescara di quest'anno; l'eliminazione dai gironi preliminari di Europa League per mano dello Slovan Bratislava; le due bocciature di Montella; il bilancio in rosso della società; il restyling del logo che ha creato così tanta rabbia nella piazza che Pallotta sta pensando di fare una parziale marcia indietro; la trattativa grottesca per la cessione della metà delle quote della proprietà americana al fantomatico sceicco Al Qaddumi; aver scaricato Zeman perché reo di aver criticato l'assenteismo dei dirigenti, accomodanti con i calciatori e incapaci di far mantenere le regole all'interno di Trigoria. PETIZIONE ANTI-DIRIGENZA Ma la sconfitta più grande per la Roma americana è la disaffezione della gente. Inviare un tweet come ha fatto ieri l'ad Pannes sullo stadio in un momento di lutto calcistico per la tifoseria vuol dire non aver capito la realtà nella quale ci si trova. Il senso di appartenenza che aveva sempre contraddistinto la tifoseria giallorossa sta venendo meno. La piazza si sta lentamente svegliando dal torpore che l'ha contraddistinta negli ultimi due anni. E se il lancio di sassi e uova dell'altra notte contro il pullman della squadra è un atto da condannare, da ieri on line c'è una petizione proposta dall'emittente Centro Suono Sport che chiede le dimissioni immediate della dirigenza. Risultato? In poche ore raggiunte le 10000 firme. La sensazione, quindi, è che stavolta non basterà il possibile arrivo di Allegri (ieri il rilancio giallorosso: biennale da 3,5 milioni a stagione), l'imminente viaggio in Spagna di Sabatini nel tentativo di acquistare Benatia (ma attenzione al Napoli) o provare a strappare Thereau al pressing della Fiorentina per riportare il sereno. Qualcosa si è rotto. Forse in modo definitivo. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 28-05-13 |
ROMA. Il timore di Zeman - «Vorrei che tutti pensassero alla squadra invece di pensare ai fatti propri» (7 ottobre) - assume di ora in ora le sembianze di un presagio. Se gli strali del boemo all'epoca erano riservati a Osvaldo e De Rossi, ora l'aria che tira a Trigoria è simile ed estesa ad altri protagonisti che pensano in questo finale di stagione soprattutto a salvare il proprio operato anziché al bene primario: la Roma. Il via lo ha dato nei giorni scorsi il ds Sabatini che se l'è presa con i media - «Quella che stiamo subendo è un'aggressione ignobile ai nostri ventenni» - con il chiaro intento di difendere la propria gestione. Copione al quale non si è sottratto Andreazzoli - ossessionato dai paragoni col passato -che ieri ha vestito i panni di un improbabile clone di Mourinho, presentandosi in conferenza stampa con gli occhiali per leggere un foglietto su cui aveva annotato i numeri della sua gestione: «Abbiamo fatto +9 sulla Lazio, +1 sul Napoli, +11 sull'Inter, -1 sulla Fiorentina, -4 sul Milan che sta andando a mille, -3 rispetto all'Udinese che ha fatto sette vittorie consecutive». Numeri che dimenticano però i tracolli con Palermo, Pescara e Chievo, che tralasciano il dato che quando il tecnico massese prese la Roma la zona Champions distava 9 punti e ora è a 10 e che non raccontano nemmeno che con le stesse avversarie affrontate nelle 13 gare della sua gestione, il suo predecessore aveva totalizzato appena due punti in meno. Con queste premesse, la conferenza stampa che ne segue è un triste pensare alle occasioni perdute e al domani che verrà: «Non vedo perché Allegri e Mazzarri non dovrebbero far bene in una piazza come questa. Mi piacciono molto e credo che il loro sia l'identikit del mio allenatore ideale. Io comunque sono qua per cercare di salvare una stagione che è cominciata male e per rivalutare anche gran parte dei nostri calciatori che erano in flessione. Vorrei vincere la Coppa Italia, ma non ho bisogno di dimostrare quanto sono bravo, non ho questa necessità professionale. Non sono qua nemmeno per cercare una conferma visto che sono già riconfermato a lavorare per questa società». Dimenticando anche in questo caso che solamente un paio di mesi fa (8 marzo) aveva dichiarato: «Io mi riconfermerei, se mi chiedessero un consiglio farei il nome di Andreazzoli anche per il prossimo anno». STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO IL 13-05-13 SU TUTTOSPORT |
ROMA «Dicono che abbiamo una squadra di campioni. Ma dove stanno? Non si vedono nemmeno quando c'è da battere un fallo laterale». L'esternazione è di un senatore dello spogliatoio giallorosso dopo la sconfitta contro il Chievo. Parole che aprono ufficialmenteil dibattito: la rosa della Roma è competitiva o sopravvalutata? Negli ultimi due anni le responsabilità dei flop sono ricadute esclusivamente sugli allenatori. Prima Luis Enrique, poi Zeman e ora Andreazzoli. Tre tecnici, tre modi diversi di concepire il calcio ma alla fine lo stesso risultato: deludente. Se davvero fosse questa la causa, Pallotta per il prossimo anno avrebbe il compito agevolato. Basterebbe individuare l’allenatore giusto al quale affidare il gruppo e tutto si risolverebbe. E se invece fosse la rosa, da ieri sera di nuovo fuori dall’Europa, ad essere sopravvalutata? DIFESA - La difesa è il reparto che è stato maggiormente rivoluzionato da Sabatini. A conti fatti, se si esclude Marquinhos (che vedrà adeguato il suo contratto da 600mila a 800mila), hanno tutti deluso. A partire da Stekelenburg che ha inanellato una serie di errori offuscati solo da un paio di papere di Goicoechea. AncheCastan ha evidenziato dei limiti evidenti, per non parlare dell’annata disastrosa di Balzaretti e Piris. Torosidis ha spostato poco o nulla negli equilibri della squadra mentre Dodò, dipinto dal ds come un fuoriclasse, per problemi fisici (e tattici) almeno per adesso non è pronto per giocare in serie A. Considerazione fatta nel post-Chievo anche da qualche compagno: «Ma perché bisogna correre per lui che ha vent'anni?». ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 09-05-13
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ROMA - Ritorno al passato. Troppi i ricordi per ritenere Fiorentina-Roma un semplice snodo per l’Europa. Un esempio? Sommando gli anni che hanno trascorso a Trigoria i vari Pradè (11), Montella (11), Aquilani (9) Pizarro (6), Lupatelli (4) - senza contare la fugace parentesi di Toni e le esperienze del medico sociale Pengue, del collaboratore tecnico Desideri, del vice allenatore Russo e le 11 stagioni che dalla prossima estate si porterà in dote la nuova responsabile della comunicazione Elena Turra -ci si rende presto conto che tolti Totti e De Rossi sono più di quelli che può vantare l’intera rosa giallorossa attuale. Anni caratterizzati da storie e intrecci, gioie e dolori. Sono invece i rimpianti a caratterizzare il rapporto tra Montella e la nuova dirigenza giallorossa. MALINTESI L’INCROCIO ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 03-05-13
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Post n°1112 pubblicato il 27 Aprile 2013 da stefano.carina
ROMA È slittata probabilmente a lunedì la decisione della Questura (e di conseguenza quella del Prefetto sul giorno e l’orario della gara che dovrebbe giocarsi comunque il 26 maggio alle 18) in merito alla suddivisione dello stadio Olimpico per la finale di coppa Italia. Mercoledì scorso il piano organizzativo proposto dalla Lega di A non aveva superato l’esame dell’Osservatorio. Era stata prospettata una ripartizione longitudinale anziché latitudinale dell’impianto che avrebbe agevolato la creazione di una Tribuna famiglie in Tevere centrale. Per motivi di sicurezza, la Questura ha detto no lasciando intendere come fosse preferibile abbinare integralmente la Tribuna Tevere alla Curva Nord (per la Lazio) e la Monte Mario alla Curva Sud (per la Roma). I due club, però, coadiuvati dalla Lega si sono opposti. Da qui il tentativo di trovare una mediazione tra le parti. BRACCIO DI FERRO - Per regolamento Roma e Lazio debbono disporre dello stesso numero di tagliandi. Il primo problema dunque è nella diversa capienza dei due settori: la Tevere ha circa 16000 posti, la Monte Mario 12000. Per equiparare i biglietti tra le due società, i circa 4000 seggiolini destinati nel piano della Lega di A alla Tribuna Famiglie, diventerebbero la zona cuscinetto tra la Tevere laziale e i Distinti sud romanisti. Serve però un’altra zona cuscinetto (2500 posti) tra la Monte Mario giallorossa e i Distinti Nord. Istituendola, la Roma si vedrebbe però privata di altrettanti biglietti che andrebbero dunque sottratti anche alla Lazio. Sommati ai 4000 della Tevere diventerebbero 9000 i posti invenduti, ai quali andrebbero aggiunti i 4000 che già non possono essere messi in vendita perché soggetti a scarsa visibilità. SOLO TESSERA DEL TIFOSO - A conti fatti, il danno economico sarebbe di oltre un milione di euro. Ma i problemi non finiscono qui. La Questura, infatti, è intenzionata a concedere la possibilità di acquisire i biglietti ai soli possessori della Fidelity card al fine di controllare agevolmente la vendita ed evitare che possano esserci tifosi della Roma nei settori biancocelesti e viceversa. La Roma ha circa 35000 tessere (25000 abbonati), la Lazio intorno alle 30000 ma i due club temono che nonostante la riduzione della capienza (57000) potrebbe esserci il rischio di vedere le tribune semivuote. Per questo viene agitato come spauracchio il trasloco a Pechino. Ipotesi alla quale credono in pochi. Anzi, quasi nessuno. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 27-04-13
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Post n°1107 pubblicato il 06 Aprile 2013 da stefano.carina
ROMA – Una sconfitta clamorosa. Claudio Lotito non è stato eletto vicepresidente della Figc. Con 9 voti, è stato superato sia da Carlo Tavecchio della Lega Dilettanti (12) che da Demetrio Albertini, rappresentante dell’Aic (10). Un risultato sorprendente perché è sinonimo del ko della Lega di A. ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 06-04-13 |
Post n°1106 pubblicato il 13 Marzo 2013 da stefano.carina
ROMA – As Roma club Away: è il nome dell*a card presentata ieri dal club giallorosso che permetterà al possessore – dal 4 aprile in poi - di poter acquistare i tagliandi d'ingresso in tutti gli stadi d'Italia nei quali la Roma disputerà le sue gare in trasferta. Letta così sembrerebbe l’abolizione della contestata tessera del Tifoso, vista da molti sostenitori come una schedatura. In realtà, muore il nome ma non la tessera di per sé. Cosa cambia allora rispetto al passato? Poco. «Quelli introdotti sono esclusivamente dei nuovi strumenti di semplificazione che rendono la tessera più vicina allo spirito che originariamente doveva avere ma i requisiti di sicurezza rimangono gli stessi», fanno trapelare dal Viminale. La card (che costerà 20 euro e avrà validità triennale), in effetti, presenta delle novità: si potrà fare online e sarà emessa a vista, azzerando così i lunghi tempi di attesa (30-40 giorni). Non sarà legata inoltre a nessun circuito bancario, sarà sprovvista di microchip (memorizzazione dati della persona che servono perlopiù a finalità commerciali) e non avrà il codice RFID (l’identificazione a radio frequenza utilizzata solo per l’accesso agli stadi e “leggibile” ad una distanza non superiore ai 10 centimetri da appositi lettori posizionati presso i tornelli d’ingresso). Per il resto, però, sarà una tessera del tifoso a tutti gli effetti. Se infatti con la As Roma Privilege (praticamente la tessera tifoso storica), si possono effettuare le trasferte, godere di sconti, ottenere prelazioni sui biglietti, utilizzarla a richiesta anche come carta di pagamento, con la nuova carta si darà esclusivamente la possibilità di andare in trasferta. Sono entrambe due fidelity card, quindi, che hanno semplicemente finalità diverse ma che rispondono sempre alla Questura on line, con i medesimi requisiti di sicurezza. Tradotto: finiscono entrambe nel database della Polizia e sono provviste dello stesso numero identificativo alfanumerico. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 13-03-13 |
Post n°1105 pubblicato il 24 Febbraio 2013 da stefano.carina
ROMA- Nelle ultime ore non solo la figura di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi ha provocato un po’ di confusione all’interno della tifoseria giallorossa. Fa discutere, infatti, anche il suo legame con Michele Padovano, ex attaccante della Juventus. Nonostante dall’interno della Roma si continui a negare il ruolo di mediatore nella trattativa svolto dall’ex calciatore, dall’entourage dello sceicco non solo Padovano è considerato l’intermediario principe ma se l’accordo preliminare si tramuterà in definitivo, l’ex centravanti diventerà la figura di riferimento dell'imprenditore arabo a Trigoria. ARTICOLO PUBBLICATO SU IL MESSAGGERO IL 24-02-13 |
ROMA - Mentre il titolo impazza in Borsa (tra le diverse sospensioni al rialzo, ieri ha chiuso con un +9,7%: passato di mano il 2,1% del capitale) la tifoseria sogna in grande e la Consob attiva un monitoraggio sugli scambi del titolo della società giallorossa (si tratta, osservano dalla Commissione, di una prassi consueta), inizia a trapelare qualcosa in più sui protagonisti dell'accordo preliminare per l'ingresso «diretto o indiretto, nella compagine societaria che detiene la partecipazione di controllo di NEEP Roma Holding SpA» di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi. LO SCEICCO Ieri il diretto interessato ha rilasciato alcune dichiarazioni all'Adn Kronos: «Siamo ancora in una fase di trattativa. Perché la Roma? C'è un legame speciale. Mi piace moltissimo la squadra e la mia passione per il calcio e la Roma, mi hanno spinto a fare questo passo». Nato a Nablus, in Cisgiordania, appartiene secondo quanto appreso alla famiglia Reale Saudita e non giordana come circolato nelle ultime ore. Ha poco più di cinquanta anni, è sposato ed ha due figli, un maschio ed una femmina. Il suo business è concentrato nei mercati del petrolio e dell'energia, essendo proprietario di raffinerie e pozzi che avrebbe ereditato. Tuttavia allo stato attuale di lui si sa veramente poco se non che in Italia non ha mai investito e che le sue attività sono sparse tra il Medioriente e alcuni paesi africani. OMONIMIA? Singolare come da 25 anni in provincia di Perugia, a Cordigliano, minuscola frazione tra Montelaguardia e Ponte Pattoli, sia residente un Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi. Il signore in questione vive non in un palazzo da 'Mille e una notte', bensì in una modesta casa a due piani. Tradotto: appare inverosimile che possa essere lo sceicco eppure ieri si vociferava fosse proprio lui e che avrebbe ereditato le sue fortune appena un paio di anni fa. Tuttavia il fatto che il comunicato della Roma parli di un ingresso «diretto o indiretto», fa sì che Qaddumi possa celare un parente o un socio. quello che è certo è che aumenta il mistero. Che possa essere un intermediario? L'INTERMEDIARIO La risposta sembra però essere negativa. Perché un mediatore in questa vicenda già c'è e si chiama Michele Padovano. L'ex attaccante della Juventus è stato immortalato insieme allo sceicco durante Roma-Juventus di sabato scorso. Senza voler entrare nelle vicende personali, non è la prima volta che Padovano prova a fare l'intermediario in una acquisizione di una società calcistica. Nel 2005-06, quando il Torino a causa della grave situazione economica nella quale versava non venne iscritto alla serie A e il suo titolo sportivo fu rilevato da un gruppo di professionisti cittadini ('lodisti') e dall'imprenditore ciociaro Luca Giovannone, l'ex bianconero venne chiamato a svolgere il ruolo di direttore sportivo. In realtà era soprattutto il braccio destro dell'imprenditore laziale che a fronte delle forti contestazioni dei tifosi cedette il suo pacchetto di maggioranza a Urbano Cairo. Il nome di Padovano viene riaccostato nel 2010 prima al Livorno e poi al Torino. Stavolta rappresenta la famiglia Tesoro (Savino e Antonio, padre e figlio) che dopo aver accarezzato l'idea di prendere il club toscano, dirotta le mire sui granata e si dice pronta ad aprire un dialogo diretto con Cairo. L'affare, però, non va in porto. COSA FARA' Ora se l'accordo preliminare si tramuterà in definitivo, l'ex calciatore della Juventus è convinto che nella Roma affiancherà Baldini e Sabatini nella costruzione della squadra. Possibilità che almeno per ora il club esclude categoricamente. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 23-02-13 |
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