Giornalista per caso

Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74

Creato da stefano.carina il 01/05/2009

 

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ROMA, GARCIA GIOCA IN DIFESA

Post n°1122 pubblicato il 20 Giugno 2013 da stefano.carina
 
Tag: garcia, roma


ROMA. Premessa d'obbligo: non è dalla seconda conferenza stampa di un allenatore, soprattutto straniero - abituato tra l'altro ad una piccola realtà come Lille e catapultato in una nuova e più caotica come Roma - che si può esprimere un giudizio (anche perché questo andrà espresso su quello che mostrerà in campo). Tuttavia a dispetto della sua fama di tecnico amante del gioco offensivo, la presentazione ieri di Garcia è stata all'insegna del catenaccio. Nei 40 minuti nei quali si è concesso ai giornalisti a Trigoria, il tecnico ha giocato in difesa, rimandando ogni questione tecnica al campo e alle prossime settimane. Da Osvaldo a De Rossi, passando per il modulo, la tipologia di lavoro, i collaboratori, il mercato, la decisione riguardante il portiere - «Ce ne vuole uno forte e ci stiamo lavorando con Sabatini» - Garcia ha fatto una melina lessicale degna del miglior Trapattoni sul campo.

AMBIZIOSO Introdotto dal Ceo Zanzi, al quale non è stato possibile rivolgere domande, il francese gonfia il petto, affermando di «non aver paura di nulla. Sono qui per vincere con una squadra che diverta giocando e faccia divertire i tifosi. Definirmi con un aggettivo? Ambizioso». Fa finta di nulla quando gli ricordano che non è stato certamente la prima scelta, svelando un retroscena: «Sono in contatto con la Roma da due anni. La cosa più importante non è essere la prima scelta, ma essere l'allenatore della squadra ed imporsi con essa». Arriva, puntuale, la domanda su Totti e De Rossi: «Ci vogliono giocatori di talento e fortunatamente li abbiamo. Totti avrà un ruolo fondamentale, dentro e fuori dal campo. De Rossi è un giocatore della Nazionale, ho grande voglia di incontrarlo, così come per gli altri giocatori della Roma».

MURO DI GOMMA Chi prova ad approfondire la questione, viene respinto con perdite: «Regista o intermedio? Datemi il tempo di incontrare i calciatori, ai quali sinora ho inviato un sms, comunicando loro che lavoreremo duro. La verità viene dal campo. Daniele è un giocatore di talento, può giocare in tanti modi». Stesso copione per Osvaldo: «Non parlo dei giocatori individualmente». Moto d'orgoglio quando gli chiedono quanto influirà sul mercato: «Nessuno verrà a Roma senza il mio assenso». E sulle regole nello spogliatoio, argomento sul quale sono scivolati i suoi predecessori, precisa: «Per vivere in collettività servono. Ci saranno e io sarò la guida». Sugli obiettivi si sbilancia poco: «L'importante è tornare in Europa. Champions? Se sarà dalla porta principale sarà meglio. Per vincere, però, c'è bisogno di tempo». Probabilmente giusta la decisione di non lasciarsi andare a proclami. Tuttavia non centrare per la terza stagione consecutiva la qualificazione in Champions, dalla piazza (ieri nemmeno un tifoso ad accoglierlo) verrebbe recepito come l'ennesimo flop. Che qualcuno avvisi il buon Garcia. STE CAR

 ARTICOLO PUBBLICATO IL 20-06-13 SU TUTTOSPORT 

 
 
 

SPRINT NAINGGOLAN. SE PARTE OSVALDO, ECCO THEREAU E AUBAMEYANG

Post n°1121 pubblicato il 15 Giugno 2013 da stefano.carina
 

ROMA Il braccio di ferro è iniziato. Da un lato la Roma, dall’altro l’Inter. Nainggolan e Paulinho i calciatori in palio. Al momento è soprattutto sul centrocampista del Cagliari che i due club si stanno dando battaglia. Ieri il d.s. giallorosso Sabatini ha incontrato l’agente del belga (avvistato all’aeroporto di Fiumicino mentre era in attesa di prendere un volo per l’Indonesia) con il quale ha perfezionato un accordo facendo lievitare l’attuale ingaggio da 700mila euro a 1,6 milioni. La società nerazzurra si era mossa invece giovedì con il pranzo a Milano tra il presidente Cellino e il dirigente nerazzurro Branca. Due strategie diverse, quindi, per un obiettivo comune. La prima valutazione che ha dato il Cagliari del giocatore è stata di 18 milioni. Schermaglie di mercato che entrambi i club stanno provando ad aggirare (abbassando così il prezzo intorno ai 15) inserendo delle contropartite tecniche. L’Inter può mettere sul piatto della bilancia Obi, il portiere Bardi (pedina appetibile visto che Agazzi è vicino alla Fiorentina) e Longo, attaccante al rientro dal prestito all’Espanyol. La Roma replica con Verre, Viviani, Politano e Antei (anche se il Sassuolo è intenzionato a riscattarne la metà per un milione; in ballo c'è anche la metà di Frascatore per 750mila euro). E’ chiaro che a seconda del numero dei calciatori inseriti nella trattativa il prezzo subirà delle variazioni. La prossima settimana Roma e Cagliari s’incontreranno a Milano.

THEREAU E AUBAMEYANG - Non solo il centrocampista del Cagliari Nainggolan come obiettivo di mercato. Ieri il ds Sabatini ha visto anche gli agenti Parisi e Damiani che gestiscono Thereau e Aubameyang. Se parte Osvaldo, entrambi gli attaccanti – per i quali il neo allenatore giallorosso Garcia ha dato il suo assenso - possono arrivare a Trigoria.

INTRIGO BRASILIANO - A fari spenti, prosegue tra Roma e Inter anche il duello per Paulinho (attenzione però al Tottenham). Il cartellino del calciatore sino alla scorsa estate era suddiviso in tre proprietari: 45 per cento in mano alla Bmg (banca d’affari), 45 per cento dell’Audax e il 10 per cento dello stesso giocatore. Non era contemplato il Corinthians che dopo aver rinnovato il contratto al centrocampista sino al 2015, ne ha acquisito la sua percentuale e quella della banca. Ora il club detiene il 55 per cento. La valutazione complessiva del cartellino è di 20 milioni: l’Inter dalla scorsa estate ha un’intesa con l’Audax, la Roma invece tratta con il Corinthians (offerti 11 milioni). Situazione a dir poco confusa che somiglia a quella riguardante Nico Lopez. L’uruguaiano dovrebbe finire in comproprietà all’Udinese nell’ambito dell’affaire-Benatia ma né Sabatini tantomeno l’agente dell’attaccante (Betancourt) vogliono cedere la propria metà ai friulani. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO

 
 
 

'SARA' STRANIERO'

Post n°1120 pubblicato il 08 Giugno 2013 da stefano.carina
 

ROMA. Ai quarantenni di oggi, ricorderà certamente il gioco che faceva divertire i bambini nei primi anni '80. Si chiamava/chiama 'Indovina Chi' e consisteva nell'indovinare un personaggio tra i 24 possibili, disegnati in modo caricaturale e ognuno contraddistinto da diverse peculiarità fisiche. Trent'anni dopo alla Roma sta accadendo più o meno la stessa cosa. La telenovela riguardante l'allenatore, infatti, è diventata oramai una sorta di quiz a premi. Silenzi, depistaggi, riunioni segrete, identikit fatti trapelare in modo ufficioso e curioso. Tutto questo all'8 di giugno, quando la stagione (mediocre) della Roma si è già conclusa da due settimane e il club - che continua ad avere la panchina vuota - ha esonerato Zeman dal 3 febbraio.

«SARA' STRANIERO» Ieri è andato in scena l'ennesimo atto. Poco dopo le ore 16.30 sotto l'ufficio Tonucci, sono stati avvistati il ds Sabatini, il ceo Zanzi, il consigliere Baldissoni e la responsabile della comunicazione Augelli. Immediatamente è iniziato il tam tam nelle radio locali che ha indotto diversi cronisti a raggiungere lo studio sito a due passi da piazza del Popolo. Dopo un'ora d'attesa, Baldissoni ha invitato un giornalista (a rappresentanza dei presenti) a salire in ufficio per fargli vedere che non era in atto nessun colloquio con il prossimo tecnico. Il collega ha poi fatto da tramite per il Sabatini pensiero: «L'annuncio del nuovo allenatore arriverà a metà della prossima settimana. Assolutamente improbabile sia italiano, al 90% sarà straniero. Se sarà un tecnico di prestigio? Di prestigio sono le persone. Stiamo aspettando così tanto per fare le cose nel migliore modo possibile».

BIELSA IN RIMONTA MA GARCIA RESISTE L'identikit tracciato ufficiosamente dal ds («persona di prestigio») sembrerebbe portare a Bielsa. E non sembra un caso che ieri l'Atletico Bilbao abbia liberato il tecnico annunciando l'addio su Twitter: «Abbiamo deciso di non proporre il rinnovo contrattuale a Bielsa». Ora El Loco è libero e il viaggio di Sabatini in Spagna nel weekend (oltre che per definire l'ingaggio di Benatia con Pozzo) sembra proprio atto per convincere il tecnico argentino - già corteggiato negli ultimi due anni - ad accettare la panchina giallorossa. Rimane comunque in ballo la candidatura di Garcia che in queste ore sta trattando la 'buonuscita' con il Lille. Ma attenzione ad un possibile mister X. Nelle ultime ore è circolato il nome di Martino, allenatore del Newell's Old Boys, ed ex ct del Paraguay. Il «gioco» potrebbe non essersi ancora concluso. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 08-06-13

 
 
 

BALDINI SALUTA, ROMA TRA BIELSA E GARCIA

Post n°1119 pubblicato il 06 Giugno 2013 da stefano.carina
 

ROMA. L'addio era oramai nell'aria. Ma che Baldini risolvesse il contratto con la Roma prima che il club annunciasse il nuovo tecnico, non se lo aspettavano in molti. Anzi, forse nessuno. E invece, poco dopo le 18 di ieri, è apparso un comunicato sul sito giallorosso: «L'As Roma rende noto di aver risolto consensualmente il rapporto professionale con il Dottor Franco Baldini. Le operazioni calcistiche restano affidate al direttore sportivo Walter Sabatini che riporterà direttamente al CEO Italo Zanzi». La nota poi è proseguita con i ringraziamenti di rito: «Ringraziamo Franco Baldini per il lavoro svolto al servizio dell'AS Roma nel corso delle due stagioni passate. Baldini ha avuto un ruolo importante nel lancio del nostro progetto. Gli auguriamo il meglio per le sue attività future», ha dichiarato il presidente Roma, Pallotta. Al momento non sono previsti nuovi innesti anche se Unicredit gradirebbe l'arrivo di un suo uomo: Montali.

SABATINI AL COMANDO Un addio, che si somma a quello di Stekelenburg visto che ieri è stata ufficializzata la cessione del portiere al Fulham per 5,6 milioni (di cui uno andrà all'Ajax). Un divorzio che nasce dai mancati risultati ottenuti sul campo ma che trova seguito nella lotta di potere interna al club, nelle incomprensioni con Pannes - braccio destro di Pallotta - alle quali si è aggiunta negli ultimi mesi la querelle legata all'offerta del fantomatico sceicco Al Qaddumi. Proprio in quelle settimane si è consumato lo strappo, con accuse reciproche all'interno di Trigoria sulla responsabilità da attribuire - di fronte alla proprietà americana - per quella che poi si è rivelata una farsa. Una resa di conti dalla quale è uscito sconfitto. Erano oramai mesi che il suo peso nelle decisioni era venuto meno. Un esempio? Il logo della discordia, quello modificato dalla società, aveva avuto modo di vederlo solamente il giorno prima della presentazione, senza poter esprimere un parere o dare un consiglio. Aveva poi suggerito di modificarlo: proposta rimandata al mittente.

TESTA A TESTA Un divorzio che per un giorno ha messo in secondo piano la querelle-allenatore. La candidatura di Blanc sembra aver perso diversi colpi anche perché era proprio Baldini a sostenerla con più forza. Ora il vuoto di potere lasciato dal dg, potrebbe essere colmato da un «tecnico con il profilo del manager». Questo è il poco o nulla che è trapelato ieri da Trigoria. E non sembra un caso dunque che Sabatini abbia allacciato nelle ultime ore contatti con l'entourage di Mancini. L'affaire appare comunque molto complicato. A partire dalle richieste economiche del tecnico (5 milioni a stagione) che non rappresentano comunque l'ostacolo più arduo. Quello è dato infatti dalle garanzie che il tecnico di Jesi esigerebbe sia a livello di mercato (la Roma non sembra avere la possibilità di allestire la squadra che vorrebbe) che sull'effettivo potere che poi potrebbe (e vorrebbe) avere a Trigoria. Per ora, in attesa di nuove sorprese che alimentano una telenovela che dura oramai da 4 mesi, restano in corsa in due: Garcia e Bielsa. Il francese piace molto a Sabatini, costa meno (1,5 milioni) dell'argentino ma l'incertezza è legata a come potrebbe reagire la piazza, oramai in subbuglio (oltre alla petizione di 21mila firme per sollecitare l'addio del management, ieri nuova protesta con striscione nella partita inaugurale dell'Under 21 in Israele: 'Ridateci la Roma') a fronte dell'ennesima scommessa. Questo spiega il ritorno di fiamma per Bielsa. El Loco ha sempre affascinato il ds, pur consapevole del rischio che correrebbe ingaggiando il tecnico sudamericano. Lo scorso anno, prima di Zeman, ci fu un incontro di cortesia tra le parti a Madrid ma l'ex ct del Cile era ancora sotto contratto con l'Atletico Bilbao. Ora è libero (anche se richiesto dal Santos) e chiede 4 milioni all'anno. Se dovesse abbassare leggermente le pretese, potrebbe spuntarla al fotofinish. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 06-06-13

 
 
 

ROMA, PRONTO IL PIANO D. IN ARRIVO BLANC

Post n°1118 pubblicato il 04 Giugno 2013 da stefano.carina
 

ROMA. Era il 2 febbraio quando venne esonerato Zeman: in 4 mesi il duo Baldini&Sabatini non è ancora riuscito a trovare il successore. Il déjà vu è servito. Anche in questa stagione a Trigoria siamo già arrivati alla quarta scelta. Dopo il «No grazie» di Mazzarri e Guidolin, si è sommato nelle ultime ore anche quello di Allegri. E nel computo, non viene preso in considerazione il passo indietro di Donadoni, accostato alla panchina giallorossa ma che attraverso il sito ufficiale del Parma ha dichiarato domenica di voler proseguire il lavoro con il club gialloblù.

PIANO D Partendo dal presupposto che non si può quindi parlare di piano B ma almeno di piano D, la Roma annaspa alla ricerca di un nome credibile che possa cancellare la brutta figura che la società - dopo due anni mediocri sul campo - sta continuando a fare a livello d'immagine. Sembra passata un'eternità ma solamente quattro anni fa Mazzarri si trincerava in un albergo della capitale aspettando una chiamata da parte del club (che poi gli preferì Ranieri) e Borriello rifiutava la Juventus per vestire giallorosso. Il mondo, dalle parti di Trigoria, sembra essersi rovesciato.

BLANC IN DIRITTURA D'ARRIVO Nelle ultime ore, è tornato in auge il nome di Blanc (che arriverebbe portandosi come vice l'ex Candela). Il francese ora è il grande favorito. Singolare che ad esserlo sia lo stesso tecnico che solamente quattro mesi fa declinò l'offerta del tandem Baldini&Sabatini, timoroso di bruciarsi nel post-Zeman. Anche in questo caso, però, la Roma dà l'impressione di non scegliere ma di essere scelta. L'ex ct sta aspettando infatti una chiamata del Psg (che però offrirebbe solamente un anno di contratto). Qualora questa si concretizzasse, si passerebbe al 'Piano E'. Tuttavia ieri sera i segnali che arrivavano dalla Francia davano in dirittura d'arrivo l'accordo con l'ex Bordeaux (Rmc ha raccontato di un invontro a Parigi con l'agente Jean-Pierre Bernes anche se in molti sono invece certi di un rendez-vous a Milano) solleticato dall'idea di un accordo biennale da 2 milioni con la società giallorossa. 


DICHIARAZIONI DA CHIARIRE Qualora fosse realmente Blanc il nuovo allenatore della Roma sarà interessante capire come l'ex ct dei Bleus si relazionerà con Totti. Quasi tre anni fa (settembre 2010) una sua dichiarazione creò molti pruriti dalle parti di Trigoria: «Del Piero e Totti ancora titolari in Serie A sono il segno della crisi del calcio italiano». Chissà quale potrebbe essere oggi il suo pensiero, con il capitano giallorosso alla soglia dei 37 anni. Blanc fece discutere anche un paio di stagioni passate quando gli venne addebitata da un'inchiesta del sito Mediapart più di una perplessità sui giovani col doppio passaporto che crescono nelle giovanili della selezione francese per poi scegliere le nazionali maggiori di altri paesi. Reportage che generò una polemica furibonda con l'ex compagno di squadra Thuram (e con l'opinione pubblica transalpina) al quale replicò sdegnato: «Non esiste nessun progetto d'introdurre quote discriminatorie ufficiali nei nostri centri di formazione, è totalmente falso. Il rispetto è una qualità che ho insegnato ai miei figli». Blanc può vantare un'ottima conoscenza del calcio italiano e la conoscenza della lingua oltre a proporre un calcio pragmatico con una difesa ben registrata. Nelle prime due stagioni al Bordeaux, subì 38 reti il primo anno e 34 nel secondo. Non male a confronto con una Roma che invece nell'ultimo biennio ne ha subite la bellezza di 110 (54 e 56). 

EVENTUALMENTE?CHI RESTA? Appare comunque abbastanza strano che un club che fino a qualche mese fa era «preso in considerazione da molti tecnici per proporsi» (lo ha assicurato Baldini nell'intervista al Tg1 di qualche settimana fa) ora faccia fatica a trovare un allenatore. L'impressione è che l'ennesimo schiaffo ricevuto da Allegri, abbia fatto sorgere dei dubbi in molti che ora guardano con più scetticismo la squadra capitolina. Senza contare, poi, che chi (Baldini) li sta contattando e che si pone dunque come garanzia del progetto tecnico, non è nemmeno sicuro di rimanere. Sul mercato, liberi, oltre al favorito Blanc rimangono Mancini (che però ieri ha dichiarato: «Adesso vorrei riposarmi un po'»), Bielsa (un emissario del Santos oggi sarà a Bilbao cercando di limare la richiesta di 4 milioni a stagione avanzata da el Loco), Garcia, Valverde (in Spagna visto come l'erede designato di Bielsa all'Atletico Bilbao) e Rijkaard (anche se l'olandese ha fatto sapere di voler restare fermo un anno dopo l'esperienza da ct dell'Arabia Saudita). In Italia, i papabili - Donadoni, Pioli, Colantuono e Di Francesco - sono tutti sotto contratto.

OFFERTO STRAMA Da annotare inoltre come nelle ultime ore - nonostante le smentite del diretto interessato - alla Roma sia stato offerto Stramaccioni. Piace a Sabatini che lo ritiene però un rischio. E visto il momento che sta vivendo la società non sembra essere proprio il caso di correrlo.

ASSE ROMA-PALERMO Mentre arrivano conferme per l'arrivo Benatia in giallorosso ed è attesa per oggi la partenza di Stekelenburg - destinazione Londra - resta caldo l'asse Roma-Palermo. Sorrentino potrebbe essere il vice-Rafael. Con il Palermo, però, possibili altri affari in vista: ieri il ds giallorosso ha avuto un contatto con Perinetti chiedendo al dirigente rosanero di aspettare ancora qualche giorno a cedere Ilicic al Napoli. Del club di Zamparini, seguito sempre con molto interesse l'attaccante Hernandez. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL O4-06-13

 
 
 

LA PIU' GRANDE SCONFITTA DELLA ROMA AMERICANA: LA DISAFFEZIONE DELLA GENTE

Post n°1117 pubblicato il 28 Maggio 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA. La fotografia della Roma si compone di tante istantanee. La prima riguarda il suo presidente: nel momento di difficoltà, Pallotta prende il primo aereo per Londra per altri impegni lavorativi. La seconda ha come protagonista Andreazzoli che sino ad una settimana fa parlava di un «ambiente splendido, all'interno dello spogliatoio non ci sono problemi, sono tutti bravi ragazzi» e ieri alla prima occasione ha prima fatto cadere su Lobont la responsabilità della sconfitta nel derby - «La Lazio è stata premiata da una situazione che è risultata poi decisiva: mi riferisco alla deviazione di Lobont» - per poi replicare all'attrito avuto con Osvaldo nel post-gara definendo il calciatore «piagnucoloso» e generando la replica del centravanti su Twitter che è costata all'italo-argentino, insieme alla mancata partecipazione alla premiazione della coppa Italia, la Nazionale azzurra. La terza istantanea riguarda le parole di Baldini che seguono quelle di Sabatini di qualche tempo fa in merito all'assunzione di responsabilità. Cosa comporta prendersi le proprie responsabilità se poi si rimane sempre ancorati alla poltrona?

NUMERI SCONCERTANTI Tre istantanee che riassumono il momento che sta vivendo la Roma, senza voler prendere in considerazione le 29 sconfitte in due anni, i quattro derby persi (l'ultimo in finale di coppa Italia) sui cinque disputati, i 120 milioni spesi in due stagioni per arrivare un anno settimi e l'altro sesti all'ultima giornata (giovandosi anche di una vittoria per 3-0 a tavolino). Che non considerano i due anni senza Europa, le goleade subite contro Cagliari, Atalanta e Lecce con Luis Enrique o le sconfitte con Palermo e Chievo e il pareggio contro il Pescara di quest'anno; l'eliminazione dai gironi preliminari di Europa League per mano dello Slovan Bratislava; le due bocciature di Montella; il bilancio in rosso della società; il restyling del logo che ha creato così tanta rabbia nella piazza che Pallotta sta pensando di fare una parziale marcia indietro; la trattativa grottesca per la cessione della metà delle quote della proprietà americana al fantomatico sceicco Al Qaddumi; aver scaricato Zeman perché reo di aver criticato l'assenteismo dei dirigenti, accomodanti con i calciatori e incapaci di far mantenere le regole all'interno di Trigoria. 

PETIZIONE ANTI-DIRIGENZA Ma la sconfitta più grande per la Roma americana è la disaffezione della gente. Inviare un tweet come ha fatto ieri l'ad Pannes sullo stadio in un momento di lutto calcistico per la tifoseria vuol dire non aver capito la realtà nella quale ci si trova. Il senso di appartenenza che aveva sempre contraddistinto la tifoseria giallorossa sta venendo meno. La piazza si sta lentamente svegliando dal torpore che l'ha contraddistinta negli ultimi due anni. E se il lancio di sassi e uova dell'altra notte contro il pullman della squadra è un atto da condannare, da ieri on line c'è una petizione proposta dall'emittente Centro Suono Sport che chiede le dimissioni immediate della dirigenza. Risultato? In poche ore raggiunte le 10000 firme. La sensazione, quindi, è che stavolta non basterà il possibile arrivo di Allegri (ieri il rilancio giallorosso: biennale da 3,5 milioni a stagione), l'imminente viaggio in Spagna di Sabatini nel tentativo di acquistare Benatia (ma attenzione al Napoli) o provare a strappare Thereau al pressing della Fiorentina per riportare il sereno. Qualcosa si è rotto. Forse in modo definitivo. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 28-05-13

 
 
 

PRUZZO: "SUBITO UN ALLENATORE ALTRIMENTI SONO PROBLEMI GRAVI"

Post n°1116 pubblicato il 28 Maggio 2013 da stefano.carina
 
Tag: pruzzo, roma
Foto di stefano.carina

ROMA Oltre a vivere da protagonista assoluto il periodo probabilmente più bello degli 86 anni della Roma, Roberto Pruzzo era in campo anche nelle due delusioni più cocenti della storia giallorossa.
La sconfitta di domenica, si può equiparare a quelle con Liverpool e Lecce del 1986?
«La delusione per il tifoso può essere simile anche se in quei casi si giocava per traguardi diversi: Coppa Campioni e scudetto».
Come si riparte?
«Certamente con un po’ di calma perché in situazioni come queste si rischia di affrettare delle decisioni che magari fra un mese a mente più serena potresti valutare in maniera diversa».
A cosa si riferisce?
«Alla valutazione di certi calciatori che ora ti possono sembrare inadeguati e poi magari te li ritrovi l’anno prossimo a fare le fortune di altre squadre».
Parla di De Rossi?
«Sì, mi riferisco proprio a Daniele. So di essere impopolare ma la nuova Roma la farei ripartire proprio da lui. Non so però se sarà possibile. Il rapporto con la piazza mi sembra logoro».
E di Osvaldo cosa ne pensa?
«Ho saputo di quel messaggio che ha lasciato su internet. Era meglio se stava zitto. Detto questo anche Andreazzoli poteva risparmiarsi quanto ha detto. Hanno sbagliato entrambi. Venderlo per me sarebbe un errore: siamo sicuri che poi riusciresti a prenderne un altro del suo valore? Ha un carattere particolare ma se lo sai lo devi gestire».
Forse Zeman non aveva tutti i torti quando parlava di assenza di regole…
«Io il boemo lo conosco bene. Pensava che i suoi diktat potessero essere accettati dal gruppo. Così non è stato e la società come spesso accade ha preferito cambiare una persona anziché 20 calciatori. E’ stato un grande peccato. Sono ancora convinto che fosse l’uomo giusto».
Tema-allenatore: lei aspetterebbe Allegri?
«Sì, anche perché altrimenti sarebbe un bel caos. Tra l’altro lui ha sempre parlato bene della rosa della Roma, quindi verrebbe volentieri. Se dovesse rimanere al Milan mi auguro che un dirigente esperto come Baldini si sia preparato una pista d’atterraggio. Altrimenti sono guai».
Se non arrivasse Allegri, chi le piacerebbe vedere sulla panchina?
«I nomi non li faccio perché non so chi stiano monitorando. Però se cerchi Mazzarri e Allegri poi ti devi presentare con un nome importante, altrimenti saresti nuovamente nel mirino della critica»
A proposito: lei confermerebbe la fiducia alla dirigenza?
«Baldini e Sabatini hanno commesso evidentemente molti errori. Io sono amico di Franco ma diverse valutazioni le ha sbagliate. Da qui però a dire che è una persona poco competente o che non conosce il calcio ce ne corre. Dovranno guardarsi in faccia e decidere».
Come giudica la rosa della Roma?
«Sopravvalutata. Anche se non sono convinto che sia tutto da buttare come si sente in giro, visto che ci sono anche buoni calciatori, molti però sono stati fatti passare troppo presto per fenomeni. Un grave errore». STE CAR
ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 28-05-13

 
 
 

L'OSSESSIONE DI AURELIO

Post n°1115 pubblicato il 12 Maggio 2013 da stefano.carina
 

ROMA. Il timore di Zeman - «Vorrei che tutti pensassero alla squadra invece di pensare ai fatti propri» (7 ottobre) - assume di ora in ora le sembianze di un presagio. Se gli strali del boemo all'epoca erano riservati a Osvaldo e De Rossi, ora l'aria che tira a Trigoria è simile ed estesa ad altri protagonisti che pensano in questo finale di stagione soprattutto a salvare il proprio operato anziché al bene primario: la Roma. Il via lo ha dato nei giorni scorsi il ds Sabatini che se l'è presa con i media - «Quella che stiamo subendo è un'aggressione ignobile ai nostri ventenni» - con il chiaro intento di difendere la propria gestione. Copione al quale non si è sottratto Andreazzoli - ossessionato dai paragoni col passato -che ieri ha vestito i panni di un improbabile clone di Mourinho, presentandosi in conferenza stampa con gli occhiali per leggere un foglietto su cui aveva annotato i numeri della sua gestione: «Abbiamo fatto +9 sulla Lazio, +1 sul Napoli, +11 sull'Inter, -1 sulla Fiorentina, -4 sul Milan che sta andando a mille, -3 rispetto all'Udinese che ha fatto sette vittorie consecutive». Numeri che dimenticano però i tracolli con Palermo, Pescara e Chievo, che tralasciano il dato che quando il tecnico massese prese la Roma la zona Champions distava 9 punti e ora è a 10 e che non raccontano nemmeno che con le stesse avversarie affrontate nelle 13 gare della sua gestione, il suo predecessore aveva totalizzato appena due punti in meno. Con queste premesse, la conferenza stampa che ne segue è un triste pensare alle occasioni perdute e al domani che verrà: «Non vedo perché Allegri e Mazzarri non dovrebbero far bene in una piazza come questa. Mi piacciono molto e credo che il loro sia l'identikit del mio allenatore ideale. Io comunque sono qua per cercare di salvare una stagione che è cominciata male e per rivalutare anche gran parte dei nostri calciatori che erano in flessione. Vorrei vincere la Coppa Italia, ma non ho bisogno di dimostrare quanto sono bravo, non ho questa necessità professionale. Non sono qua nemmeno per cercare una conferma visto che sono già riconfermato a lavorare per questa società». Dimenticando anche in questo caso che solamente un paio di mesi fa (8 marzo) aveva dichiarato: «Io mi riconfermerei, se mi chiedessero un consiglio farei il nome di Andreazzoli anche per il prossimo anno». STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO IL 13-05-13 SU TUTTOSPORT 
 
 
 

LA ROSA DELLA ROMA E' COMPETITIVA O SOPRAVVALUTATA?

Post n°1114 pubblicato il 09 Maggio 2013 da stefano.carina
 

 

ROMA «Dicono che abbiamo una squadra di campioni. Ma dove stanno? Non si vedono nemmeno quando c'è da battere un fallo laterale». L'esternazione è di un senatore dello spogliatoio giallorosso dopo la sconfitta contro il Chievo. Parole che aprono ufficialmenteil dibattito: la rosa della Roma è competitiva o sopravvalutata? Negli ultimi due anni le responsabilità dei flop sono ricadute esclusivamente sugli allenatori. Prima Luis Enrique, poi Zeman e ora Andreazzoli. Tre tecnici, tre modi diversi di concepire il calcio ma alla fine lo stesso risultato: deludente. Se davvero fosse questa la causa, Pallotta per il prossimo anno avrebbe il compito agevolato. Basterebbe individuare l’allenatore giusto al quale affidare il gruppo e tutto si risolverebbe. E se invece fosse la rosa, da ieri sera di nuovo fuori dall’Europa, ad essere sopravvalutata?

DIFESA - La difesa è il reparto che è stato maggiormente rivoluzionato da Sabatini. A conti fatti, se si esclude Marquinhos (che vedrà adeguato il suo contratto da 600mila a 800mila), hanno tutti deluso. A partire da Stekelenburg che ha inanellato una serie di errori offuscati solo da un paio di papere di Goicoechea. AncheCastan ha evidenziato dei limiti evidenti, per non parlare dell’annata disastrosa di Balzaretti e Piris. Torosidis ha spostato poco o nulla negli equilibri della squadra mentre Dodò, dipinto dal ds come un fuoriclasse, per problemi fisici (e tattici) almeno per adesso non è pronto per giocare in serie A. Considerazione fatta nel post-Chievo anche da qualche compagno: «Ma perché bisogna correre per lui che ha vent'anni?».

CENTROCAMPO - Nell’assemblea dei soci dello scorso fine ottobre, l’ad Fenucci dichiarò di aver rifiutato in estate «offerte per oltre 100 milioni di euro per Lamela, Pjanic e De Rossi». Qualora il nazionale azzurro e il bosniaco finissero ora sul mercato sarebbe automatico ricavare gli stessi soldi? Se Daniele vive un’involuzione difficile da spiegare, il bosniaco non incide. Ventidue anni, grande tecnica personale ma mai decisivo. Senza contare l'evidente equivoco tattico nel quale è finito: si sente un regista quando probabilmente è un trequartista. Il problema, però, è che in quel ruolo gioca Totti. La dirigenza continua a manifestargli fiducia e ha avviato le operazioni per il rinnovo. Lui, intanto, ha iniziato a guardarsi intorno. Tra Tachtsidis, Marquinho, Bradley e Florenzi, invece, solo l’Under 21 azzurro è promosso. E pensare che, dopo averlo scaricato due anni fa, Sabatini lo ha dovuto riacquistare l’estate scorsa.

ATTACCO - E’ il reparto migliore anche perché è quello dove si è speso di più. Tra Lamela, Osvaldo e Destro sono oltre 50 i milioni investiti. Non volendo entrare sulla compatibilità tra gli ultimi due, rimane un quesito: possibile che quando non gira il 36enne Totti, anche loro si spengono? STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 09-05-13

 

 
 
 

INCROCIO DI EX: MALINTESI E RIMPIANTI

Post n°1113 pubblicato il 03 Maggio 2013 da stefano.carina
 

 

ROMA - Ritorno al passato. Troppi i ricordi per ritenere Fiorentina-Roma un semplice snodo per l’Europa. Un esempio? Sommando gli anni che hanno trascorso a Trigoria i vari Pradè (11), Montella (11), Aquilani (9) Pizarro (6), Lupatelli (4) - senza contare la fugace parentesi di Toni e le esperienze del medico sociale Pengue, del collaboratore tecnico Desideri, del vice allenatore Russo e le 11 stagioni che dalla prossima estate si porterà in dote la nuova responsabile della comunicazione Elena Turra -ci si rende presto conto che tolti Totti e De Rossi sono più di quelli che può vantare l’intera rosa giallorossa attuale. Anni caratterizzati da storie e intrecci, gioie e dolori. Sono invece i rimpianti a caratterizzare il rapporto tra Montella e la nuova dirigenza giallorossa.

MALINTESI
Dopo la prima bocciatura dovuta alla volontà di«dare un segno di discontinuità col passato» e la parentesi di Catania, l’idea di riprendersi la Roma lo intrigava. Sembrava tutto fatto ma l’incontro con Baldini non produsse la naturale fumata bianca. «Incomprensioni» trapelò all’epoca. In realtà dall’offerta economica (minore di gran lunga rispetto a quella garantita a Luis Enrique) alla richiesta di portare con sé un gran numero di collaboratori e avere carta bianca sul proprio lavoro (quello che la famiglia Della Valle gli ha concesso a Firenze) Montellae la Roma non trovarono l’accordo. «Non porto nessun rancore – ha spiegato l’allenatore alla vigilia della gara d’andata – anche se poi sono state messe in giro leggende metropolitane perché fanno comodo. Ho sentito ad esempio dire che non mi piaceva Lamela. A me non piace in generale la mela (intesa come frutto, ndc), mentre Lamela mi piace eccome».

L’INCROCIO
Non solo Montella. Se anche nella Roma si trovano trascorsi viola – Andreazzoli, Osvaldo, Balzaretti e Lobont – certamente la storia diAquilani merita un capitolo a parte. Alberto, uno del vivaio, quello che con De Rossi doveva raccogliere l'eredità di Totti, nel 2009 fu invece sacrificato in nome del bilancio (20 milioni dal Liverpool). A Firenze è tornato a sorridere: già 7 gol, record personale. Difficile dimenticare anche Pizarro. Carattere particolare ma piedi sublimi. Al cileno è legato il ricordo della Roma spallettiana, giocattolo quasi perfetto al quale mancò solamente lo scudetto. Quello che ha sfiorato anche Toni in appena 5 mesi e che invece ha vinto Pradè, vincendo anche 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 03-05-13

 

 
 
 

CAOS DERBY, SI LITIGA PER I BIGLIETTI

Post n°1112 pubblicato il 27 Aprile 2013 da stefano.carina
 

 

ROMA È slittata probabilmente a lunedì la decisione della Questura (e di conseguenza quella del Prefetto sul giorno e l’orario della gara che dovrebbe giocarsi comunque il 26 maggio alle 18) in merito alla suddivisione dello stadio Olimpico per la finale di coppa Italia. Mercoledì scorso il piano organizzativo proposto dalla Lega di A non aveva superato l’esame dell’Osservatorio. Era stata prospettata una ripartizione longitudinale anziché latitudinale dell’impianto che avrebbe agevolato la creazione di una Tribuna famiglie in Tevere centrale. Per motivi di sicurezza, la Questura ha detto no lasciando intendere come fosse preferibile abbinare integralmente la Tribuna Tevere alla Curva Nord (per la Lazio) e la Monte Mario alla Curva Sud (per la Roma). I due club, però, coadiuvati dalla Lega si sono opposti. Da qui il tentativo di trovare una mediazione tra le parti.

BRACCIO DI FERRO - Per regolamento Roma e Lazio debbono disporre dello stesso numero di tagliandi. Il primo problema dunque è nella diversa capienza dei due settori: la Tevere ha circa 16000 posti, la Monte Mario 12000. Per equiparare i biglietti tra le due società, i circa 4000 seggiolini destinati nel piano della Lega di A alla Tribuna Famiglie, diventerebbero la zona cuscinetto tra la Tevere laziale e i Distinti sud romanisti. Serve però un’altra zona cuscinetto (2500 posti) tra la Monte Mario giallorossa e i Distinti Nord. Istituendola, la Roma si vedrebbe però privata di altrettanti biglietti che andrebbero dunque sottratti anche alla Lazio. Sommati ai 4000 della Tevere diventerebbero 9000 i posti invenduti, ai quali andrebbero aggiunti i 4000 che già non possono essere messi in vendita perché soggetti a scarsa visibilità.

SOLO TESSERA DEL TIFOSO - A conti fatti, il danno economico sarebbe di oltre un milione di euro. Ma i problemi non finiscono qui. La Questura, infatti, è intenzionata a concedere la possibilità di acquisire i biglietti ai soli possessori della Fidelity card al fine di controllare agevolmente la vendita ed evitare che possano esserci tifosi della Roma nei settori biancocelesti e viceversa. La Roma ha circa 35000 tessere (25000 abbonati), la Lazio intorno alle 30000 ma i due club temono che nonostante la riduzione della capienza (57000) potrebbe esserci il rischio di vedere le tribune semivuote. Per questo viene agitato come spauracchio il trasloco a Pechino. Ipotesi alla quale credono in pochi. Anzi, quasi nessuno. STE CAR

 ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 27-04-13

 

 
 
 

GAFFE DI ALEMANNO: "DERBY IL 29 MAGGIO, E' LA FESTA SAN PIETRO E PAOLO"...

Post n°1111 pubblicato il 22 Aprile 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA Il toto-derby continua. Dopo aver dichiarato nei giorni scorsi che sarebbe stato meglio anticipare la finale di coppa Italia - ed essersi reso conto che ciò era impossibile (domenica 21 all’Olimpico si gioca Roma-Napoli, ultima di campionato) - ieri il sindaco Alemanno ha parlato di un possibile posticipo della stracittadina: «Mi sono confrontato con il Prefetto e il Ministro degli Interni e ritengo che sia sbagliato disputare la partita il 26 Maggio, nei giorni delle elezioni per il rinnovo del sindaco. Si potrebbe far slittare a mercoledì 29 maggio, festa di San Pietro e Paolo». Una gaffe lunga un mese.

Al momento la situazione è confusa. Il Campidoglio preme per spostare il giorno: non vuole il match domenica 26 maggio, come previsto dal calendario, per la concomitanza con le elezioni comunali. La Prefettura si associa e aggiunge di non volerlo far disputare in notturna. Posizioni che divergono con quanto emerso dalla riunione dell’Osservatorio di giovedì scorso - presenti Lega calcio, Figc, Coni, questura, carabinieri, Lazio e Roma – dove l’indicazione invece è stata quella di confermare la data del 26, con la disponibilità ad anticipare il calcio d'inizio alle ore 17. A questo punto non resta che attendere le prossime tappe. Nelle prossime ore la Lega recapiterà il progetto-derby alla Prefettura e tra domani e mercoledì ci sarà una nuova riunione operativa dell’Osservatorio, dove dovrebbe partecipare anche il Prefetto Pecoraro. La decisione ultima sarà resa nota probabilmente venerdì. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 22-04-13

 
 
 

AURELIO COME CARLITOS

Post n°1110 pubblicato il 22 Aprile 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA «Lo avevo detto sabato, perché so come funzionano queste cose…». Nel post-gara di Roma-Pescara, Andreazzoli veste i panni del Grillo parlante di Collodi senza però rendersi conto che sarebbe toccato proprio a lui evitare di presentare una squadra presuntuosa, lenta, impacciata, appagata (da cosa?), senza gioco e idee. E invece dopo l’inevitabile rammarico – «Sono deluso, non pensavo che potesse succedere nuovamente. Forse abbiamo qualche difficoltà ad esprimerci, a fare questo mestiere» – prima cade nell’errore che ha contraddistinto la precedente gestione: «Colpa mia? No, non ho omesso niente per farmi capire. Nulla si poteva fare di più di quello che ho fatto negli ultimi 2-3 giorni. Anzi ho fatto più di quello che preventivavo di fare». Poi con il passare dei minuti - e passando di televisione in televisione - ecco che il bicchiere diventa ancora una volta mezzo pieno: «Siccome è un po’ che mi occupo di sport, so anche che lo sport lascia situazioni incomprensibili. Questa è una di quelle. Fai il massimo ma non riesci ad ottenerlo. Sono delle situazioni imponderabili. Ancora una volta abbiamo dovuto ricevere uno schiaffo per svegliarci. Preso il ceffone, abbiamo reagito e ci abbiamo messo istinto, rabbia, cuore e sacrificio. Credo anche a onor del vero che la squadra alla fine avrebbe meritato il risultato pieno. Certo Pelizzoli ci ha messo del suo… Di fatto in classifica sembra che siamo sempre fuori da tutto e poi siamo sempre in gioco, perché abbiamo avuto un comportamento più che soddisfacente, altrimenti saremmo là dove abbiamo cominciato, dispersi nella classifica. E invece dispersi non siamo». Dispersi no, forse un po' confusi a tal punto che il tecnico prima punta l’indice sull’arbitraggio - «L'episodio di Destro? Non è fallo, così impara a rimanere in piedi la prossima volta… È un fallo netto, chiarissimo, se si fosse buttato subito non sarebbe stato penalizzato dal direttore di gara» - per poi rendersi conto in un secondo momento «che è meglio non creare alibi, non parlo dell'arbitro». Anche perché qualora Massa avesse sanzionato il fallo sull'ex senese, avrebbe comunque concesso una punizione dal limite dell’area e non un rigore.

AURELIO COME CARLITOS  Ad Andreazzoli viene chiesto anche della decisione di schierare cinque attaccanti contemporaneamente. Scelta che ai tifosi con qualche anno in più, avrà certamente ricordato Roma-Sampdoria 1-4 (settembre ’96) quando ad ogni gol dei blucerchiati (tre nel quarto d’ora finale) il tecnico dell’epoca, l’argentino Carlos Bianchi, continuava a far entrare in campo attaccanti, terminando così con Balbo, Fonseca, Dahlin e Moriero. Stavolta ce n’era addirittura uno in più (Totti, Lamela, Osvaldo, Destro e Lopez): «Prima del quinto attaccante potevamo avere lo stesso assetto, con Totti che poteva innescarli e due mediani alle spalle – prova a spiegare il tecnico - Poi ho deciso di buttare per aria il cappello: Lopez doveva stare largo a sinistra e Lamela a destra con due punte centrali e Totti a supporto, per cercare qualche palla di confusione. Non credo di aver visto intasamenti, ho visto palle che ti posso premiare o penalizzare».

FARDELLO DERBY  La finale di Coppa Italia condiziona? Andreazzoli prima lo nega a Rai Sport - «Nella mia testa il derby non c’è e credo nemmeno in quella dei calciatori. Sarebbe gravissimo, non esiste una cosa del genere» – per poi lasciarsi sfuggire a Mediaset: «Il derby? Condiziona, condiziona eccome…». STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 22-04-13

 
 
 

ROMAGNOLI: "IO IN PRESTITO? NON SCHERZIAMO, MI INCATENO A TRIGORIA"

Post n°1109 pubblicato il 17 Aprile 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA – Simpatico, umile e con la battuta pronta. Ad Anzio, dalle sue parti, lo definirebbero un ragazzo «sveglio». In pochi mesi al neo diciottenne Alessio Romagnoli è cambiata la vita. Prima la tournée estiva negli Usa dove ha disputato diverse amichevoli con la prima squadra della Roma. Poi, nel giro di poche settimane, in rapida serie ha esordito in coppa Italia contro l'Atalanta, in serie A contro il Milan per poi essere schierato titolare contro il Genoa, al quale ha segnato addirittura un gol.
Quale gara ricorda con più emozione?
«Quella con il Genoa. E' accaduto tutto in fretta: quando ho visto la palla entrare in rete i compagni mi hanno sommerso. Ero confuso, provavo una gioia incredibile, difficile da spiegare anche perché del tutto inaspettata».
Le è cambiata un po’ la vita?
«No, per fortuna no. Sono l'Alessio di sempre, con gli stessi amici e le stesse abitudini».
Almeno a scuola sarà diventato più famoso.
«Sì, forse qualcuno mi riconosce ma devo essere sincero: non ci faccio molto caso».
Il fascino del calciatore ha fatto colpo almeno con le ragazze?
«Ci sapevo fare anche prima (ride). No, dai..sto scherzando. Io sono nato ad Anzio e in una città piccola ci si conosce tutti sin da piccoli. Ho la mia comitiva e quando ci vediamo siamo sempre gli stessi».
Riesce a conciliare studio e sport?
«Sì, è difficile ma ce la faccio. A seconda di quando mi alleno con la prima squadra, vado a scuola la mattina o il pomeriggio. Ora sto frequentando il quarto ragioneria a Nettuno: è dura ma ne vale la pena».
Il consiglio dei suoi genitori al quale è più legato?
«Rimani sempre lo stesso, non ti montare la testa».
A proposito: è più «papone» o «mammone»?
«Il rapporto è fantastico con entrambi. Ma se proprio devo dirlo, sono forse più mammone (ride)… ».
Un allenatore al quale deve molto?
«Sono tanti ai quali devo dire grazie: in primis Montella, poi Stramaccioni e De Rossi. Senza dimenticare Zeman che mi ha fatto esordire in prima squadra».
Lei è giovane: se la sente però di dare un consiglio ai ragazzi che si avvicinano a questo sport?
«Lavorare duro e provare a dare il massimo. Solo così non avranno rimpianti».
Le piace il calcio a otto? Se Andreazzoli non la fa giocare, Il Messaggero organizza il torneo School Cup.
«Mi piacerebbe tantissimo ma non posso per contratto. Il calcio a otto è uno sport più veloce del calcio che non ha pause: è molto divertente anche perché gli spazi sono più ristretti e inoltre si segna di più».
Immaginiamo che in estate il ds Sabatini le proponga di andare in prestito. Dove le piacerebbe giocare?
«Non ci voglio nemmeno pensare. No, no...non scherziamo, se me lo chiedono mi incateno a Trigoria». STE CAR
ARTICOLO PUBBLICATO SU IL MESSAGGERO IL 17-04-13

 
 
 

DE ROSSI IN BILICO, STAVOLTA PUO' PARTIRE SUL SERIO

Post n°1108 pubblicato il 11 Aprile 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA. De Rossi in bilico. E non solo per la trasferta di domenica a Torino dove anzi, è molto probabile il forfait (ieri analisi alla caviglia destra, escluse lesioni ma dovrà rimanere 4 giorni a riposo). Stavolta in gioco c'è il futuro. Il derby di lunedì scorso, il numero 20 in carriera, rischia di esser stato l'ultimo giocato nella capitale. De Rossi la Roma si guardano in faccia, poco convinti entrambi di proseguire un rapporto che solamente un anno fa sembrava indissolubile. Febbraio 2012: «Mi sono reso conto che quello di cui ho bisogno è qui». Sono le parole del calciatore nella conferenza stampa che ne annunciava il rinnovo contrattuale. Leggerle ora sembra quasi che appartengano ad un'altra era.

FINE DELL'IDILLIO Anche perché nei 14 mesi che hanno seguito il rinnovo è cambiato tutto. L'addio di Luis Enrique, con il quale De Rossi aveva legato molto, il no al Manchester City in estate quando il club giallorosso invece sembrava propenso ad accettare l'offerta degli inglesi, le incomprensioni con Zeman, lo stupore per la nuova apertura da parte della società ad una sua possibile cessione a gennaio, il distacco di parte della tifoseria che ha iniziato a voltargli le spalle dopo il pugno rifilato a Mauri nel derby d'andata. Senza contare poi, la stagione a dir poco deludente della squadra e il rendimento insufficiente da parte sua (non ha ancora segnato un gol, cosa che in carriera nella Roma gli è capitata solo nel 2001-2002, l'annata dell'esordio in cui aveva però raggranellato appena 4 presenze) che hanno fatto il resto. De Rossi non è più l'icona intoccabile, il capitan Futuro erede di Totti. Rischia - suo malgrado - di vivere la sindrome di Carlo d'Inghilterra, eternamente principe e mai re. Che qualcosa si sia rotto nel rapporto con la gente lo si avverte dal fatto che nelle radio locali - reale termometro dell'umore della piazza - si parla di una sua eventuale partenza come si trattasse di un calciatore qualunque. Fosse accaduto un anno fa, si sarebbe sfiorata la sommossa popolare. Ma è anche De Rossi che ultimamente sembra essere stanco delle critiche, alcune in verità gratuite: «A Roma avranno già ricominciato con la solita, ridicola storia - disse un mese fa dopo il gol nell'amichevole contro il Brasile - Che mi impegno solo con la nazionale, che voglio segnare solo in azzurro e non in giallorosso. E' abbastanza offensivo, ma non ci posso far niente...».

FUTURO INCERTO Il futuro è tutto da scrivere. Anche perché la Roma e De Rossi sono prigionieri uno dell'altro. L'idea dell'addio non è più così remota a Trigoria ma nessuno vuole fare il primo passo. La Roma americana - reduce da due stagioni deludenti - non se lo può permettere, temendo un rigurgito improvviso di passione popolare. Il calciatore, invece, ha paura di pentirsene un domani. Le parole rilasciate 14 mesi fa - «Si fa fatica ad andare via da Roma. So che significa restare e magari non cogliere altre occasioni: è una scelta di cuore» - erano sincere. De Rossi ama Roma e la Roma ma non ci si ritrova più. Tuttavia il rinnovo contrattuale sottoscritto un anno fa a 6 milioni l'anno limita i possibili acquirenti. Ecco perché il suo futuro potrebbe essere legato a quello di allenatori che lo stimano. Se le quotazioni di Mancini sono in ribasso - lo jesino è rimasto scottato dal no di questa estate - rimangono Mourinho e Ancelotti. Real Madrid, Chelsea e Psg sono le tre possibili mete dei due tecnici. Quella di De Rossi, 30 anni a luglio, potrebbe non discostarsi più di tanto. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT L'11-04-13

 
 
 

FIGC, LOTITO BATTUTO PER UN VOTO. HARAKIRI DELLA LEGA DI A

Post n°1107 pubblicato il 06 Aprile 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA – Una sconfitta clamorosa. Claudio Lotito non è stato eletto vicepresidente della Figc. Con 9 voti, è stato superato sia da Carlo Tavecchio della Lega Dilettanti (12) che da Demetrio Albertini, rappresentante dell’Aic (10). Un risultato sorprendente perché è sinonimo del ko della Lega di A.
IL PERDENTE FURIOSO Il coup de theatre era comunque nell’aria. Una volta giunti al voto in ordine sparso, senza aver trovato in precedenza un’intesa, «l'urna diventa un po’ mignotta», ha ricordato in modo colorito Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Duro il commento di Lotito: «È un problema politico: il presidente della Figc deve esserlo di tutte le componenti, non come Abete che è il presidente della sola componente che ha votato. Lui e Nicchi si sarebbero dovuto astenere. Questo fatto ha definito i rapporti tra la Lega di A e la Figc». Nuova rottura in vista. Il numero uno biancoceleste paga però l’anomalia della sua candidatura: non era mai accaduto (tolta la parentesi biennale di Agnelli negli anni '60), infatti, che un presidente di club occupasse la posizione di vicepresidente federale. Torna dunque a far discutere la situazione legata a Maurizio Beretta – che si è detto indisponibile alla candidatura per mancanza di tempo - che alla vigilia dell’elezione, aveva inviato una lettera alle leghe, invitandole a votare il proprio candidato, senza però specificarne il nome. Dilettanti e Lega di B hanno risposto positivamente. Non la Lega Pro che con due esponenti ha votato contro mentre Macalli si è limitato alla scheda bianca. «C'era una forte disponibilità a dare una vicepresidenza a Beretta – ha spiegato Giancarlo Abete - Non essendosi però candidato è emersa una valutazione sull'opportunità che quel ruolo fosse affidato al presidente di un club». Che nel caso di Lotito, sono addirittura due (Salernitana): «Non è stato discriminante - ha assicurato Macalli - Ma ora entro il 30 giugno si deve decidere: o si cambia la norma o deve lasciare una squadra». STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 06-04-13

 
 
 

LA TESSERA DEL TIFOSO PER LE TRASFERTE DIVENTA AS ROMA AWAY: CAMBIA IL NOME MA LA SOSTANZA?

Post n°1106 pubblicato il 13 Marzo 2013 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA – As Roma club Away: è il nome dell*a card presentata ieri dal club giallorosso che permetterà al possessore – dal 4 aprile in poi - di poter acquistare i tagliandi d'ingresso in tutti gli stadi d'Italia nei quali la Roma disputerà le sue gare in trasferta. Letta così sembrerebbe l’abolizione della contestata tessera del Tifoso, vista da molti sostenitori come una schedatura. In realtà, muore il nome ma non la tessera di per sé. Cosa cambia allora rispetto al passato? Poco. «Quelli introdotti sono esclusivamente dei nuovi strumenti di semplificazione che rendono la tessera più vicina allo spirito che originariamente doveva avere ma i requisiti di sicurezza rimangono gli stessi», fanno trapelare dal Viminale. La card (che costerà 20 euro e avrà validità triennale), in effetti, presenta delle novità: si potrà fare online e sarà emessa a vista, azzerando così i lunghi tempi di attesa (30-40 giorni). Non sarà legata inoltre a nessun circuito bancario, sarà sprovvista di microchip (memorizzazione dati della persona che servono perlopiù a finalità commerciali) e non avrà il codice RFID (l’identificazione a radio frequenza utilizzata solo per l’accesso agli stadi e “leggibile” ad una distanza non superiore ai 10 centimetri da appositi lettori posizionati presso i tornelli d’ingresso). Per il resto, però, sarà una tessera del tifoso a tutti gli effetti. Se infatti con la As Roma Privilege (praticamente la tessera tifoso storica), si possono effettuare le trasferte, godere di sconti, ottenere prelazioni sui biglietti, utilizzarla a richiesta anche come carta di pagamento, con la nuova carta si darà esclusivamente la possibilità di andare in trasferta. Sono entrambe due fidelity card, quindi, che hanno semplicemente finalità diverse ma che rispondono sempre alla Questura on line, con i medesimi requisiti di sicurezza. Tradotto: finiscono entrambe nel database della Polizia e sono provviste dello stesso numero identificativo alfanumerico. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 13-03-13

 
 
 

PADOVANO GIĄ SI SENTE DIRIGENTE E AL QUADDUMI VUOLE MAZZARRI

Post n°1105 pubblicato il 24 Febbraio 2013 da stefano.carina

ROMA- Nelle ultime ore non solo la figura di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi ha provocato un po’ di confusione all’interno della tifoseria giallorossa. Fa discutere, infatti, anche il suo legame con Michele Padovano, ex attaccante della Juventus. Nonostante dall’interno della Roma si continui a negare il ruolo di mediatore nella trattativa svolto dall’ex calciatore, dall’entourage dello sceicco non solo Padovano è considerato l’intermediario principe ma se l’accordo preliminare si tramuterà in definitivo, l’ex centravanti diventerà la figura di riferimento dell'imprenditore arabo a Trigoria. 

IL PORTAVOCE MISTERIOSO - «Baldini e Sabatini sono grandi dirigenti e sono stati bravi nella costruzione della rosa – ha spiegato ieri il portavoce di Al Qaddumi, noto giornalista – ma hanno sbagliato la scelta degli allenatori. Sarebbe bello una figura come Mazzarri che tra l’altro è in scadenza di contratto. Padovano? Se l’affare andrà in porto li affiancherà. Se s’investono 50 milioni, è chiaro che si vuole avere voce in capitolo. Gli americani? Per loro è un semplice investimento mentre Adnan è anche tifoso. Se poi la squadra andrà in Europa, sono pronti altri 50 milioni ma andranno rivisti gli equilibri societari. Ha ragione Lotito quando dice che servirebbe una figura di riferimento in loco. Unicredit, poi, non può continuare a garantire la liquidità al club». Padovano, quindi, è ilconsulente tecnico di Al Qaddumi, sceicco che sarebbe stato annunciato con un comunicato (pronto dal 21 gennaio) già un mese fa se l’esonero di Zeman non avesse costretto la dirigenza giallorossa ad occuparsi d’altro. Consapevole di essere una figura scomoda per quanto accaduto nel recente passato a livello personale (ha ricevuto una condanna in primo grado a 8 anni e 8 mesi di carcere per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti) l'ex calciatore attende pazientemente la rivincita.

Uomo di fiducia dello sceicco - i due sono stati fotografati insieme allo stadio in occasione di Roma-Juventus, in un settore dove è il club giallorosso a fornire i biglietti - Padovano non è la prima volta che prova a mediare in una acquisizione di una società calcistica. Era già accaduto in altre occasioni: due volte con il Torino una con il Livorno. Nel 2005-06 Padovano era il braccio destro (e direttore sportivo) dell’imprenditore ciociaro Giovannoneche a seguito della protesta della tifoseria granata, fu costretto a cedere il club a Cairo. Nel 2010 rappresentava la famiglia Tesoro che dopo aver provato a rilevare la società toscana, dirottò le mire sui granata di Cairo. Ma l'affare non andò in porto. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU IL MESSAGGERO IL 24-02-13

 
 
 

LO SCEICCO E L'INTERMEDIARIO

Post n°1104 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da stefano.carina
 

 ROMA - Mentre il titolo impazza in Borsa (tra le diverse sospensioni al rialzo, ieri ha chiuso con un +9,7%: passato di mano il 2,1% del capitale) la tifoseria sogna in grande e la Consob attiva un monitoraggio sugli scambi del titolo della società giallorossa (si tratta, osservano dalla Commissione, di una prassi consueta), inizia a trapelare qualcosa in più sui protagonisti dell'accordo preliminare per l'ingresso «diretto o indiretto, nella compagine societaria che detiene la partecipazione di controllo di NEEP Roma Holding SpA» di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi.

LO SCEICCO Ieri il diretto interessato ha rilasciato alcune dichiarazioni all'Adn Kronos: «Siamo ancora in una fase di trattativa. Perché la Roma? C'è un legame speciale. Mi piace moltissimo la squadra e la mia passione per il calcio e la Roma, mi hanno spinto a fare questo passo». Nato a Nablus, in Cisgiordania, appartiene secondo quanto appreso alla famiglia Reale Saudita e non giordana come circolato nelle ultime ore. Ha poco più di cinquanta anni, è sposato ed ha due figli, un maschio ed una femmina. Il suo business è concentrato nei mercati del petrolio e dell'energia, essendo proprietario di raffinerie e pozzi che avrebbe ereditato. Tuttavia allo stato attuale di lui si sa veramente poco se non che in Italia non ha mai investito e che le sue attività sono sparse tra il Medioriente e alcuni paesi africani.

OMONIMIA? Singolare come da 25 anni in provincia di Perugia, a Cordigliano, minuscola frazione tra Montelaguardia e Ponte Pattoli, sia residente un Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi. Il signore in questione vive non in un palazzo da 'Mille e una notte', bensì in una modesta casa a due piani. Tradotto: appare inverosimile che possa essere lo sceicco eppure ieri si vociferava fosse proprio lui e che avrebbe ereditato le sue fortune appena un paio di anni fa. Tuttavia il fatto che il comunicato della Roma parli di un ingresso «diretto o indiretto», fa sì che Qaddumi possa celare un parente o un socio. quello che è certo è che aumenta il mistero. Che possa essere un intermediario?

L'INTERMEDIARIO La risposta sembra però essere negativa. Perché un mediatore in questa vicenda già c'è e si chiama Michele Padovano. L'ex attaccante della Juventus è stato immortalato insieme allo sceicco durante Roma-Juventus di sabato scorso. Senza voler entrare nelle vicende personali, non è la prima volta che Padovano prova a fare l'intermediario in una acquisizione di una società calcistica. Nel 2005-06, quando il Torino a causa della grave situazione economica nella quale versava non venne iscritto alla serie A e il suo titolo sportivo fu rilevato da un gruppo di professionisti cittadini ('lodisti') e dall'imprenditore ciociaro Luca Giovannone, l'ex bianconero venne chiamato a svolgere il ruolo di direttore sportivo. In realtà era soprattutto il braccio destro dell'imprenditore laziale che a fronte delle forti contestazioni dei tifosi cedette il suo pacchetto di maggioranza a Urbano Cairo. Il nome di Padovano viene riaccostato nel 2010 prima al Livorno e poi al Torino. Stavolta rappresenta la famiglia Tesoro (Savino e Antonio, padre e figlio) che dopo aver accarezzato l'idea di prendere il club toscano, dirotta le mire sui granata e si dice pronta ad aprire un dialogo diretto con Cairo. L'affare, però, non va in porto.

COSA FARA' Ora se l'accordo preliminare si tramuterà in definitivo, l'ex calciatore della Juventus è convinto che nella Roma affiancherà Baldini e Sabatini nella costruzione della squadra. Possibilità che almeno per ora il club esclude categoricamente. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 23-02-13

 
 
 

'ZEMAN 2? IO RESTO SEMPRE LO STESSO'

Post n°1103 pubblicato il 01 Febbraio 2013 da stefano.carina
 
Tag: roma, zeman
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ROMA. Il rimedio è il più antico (e usato) al mondo. Le cose vanno male? Zeman e la dirigenza discutono tra di loro? Sabatini dichiara pubblicamente che si sta vagliando se esonerare l’allenatore e che quest’ultimo ha rapporti cancerogeni con qualche calciatore? Alla fine la colpa ricade sempre sui giornalisti. E così, ieri, la Roma ha provato a creare una sorta di cordone sanitario intorno al tecnico, reo di raccontare semplicemente la verità come sottolineerà più tardi in conferenza («Io non ho problemi nel raccontare la verità, ho problemi a raccontare le bugie e cerco di farlo il meno possibile»). L’Editto di Trigoria ricorda alla lontana quello ben più famoso di Fontainebleau del 1685, quando Luigi XIV revocò tutti i diritti che aveva concesso ai protestanti Enrico IV (con l’editto di Nantes nel 1598) in merito alla libertà di culto. In questo caso, nel fortino giallorosso ci si limita ad annullare la brillante idea avuta ad inizio anno di concedere una (breve) seconda conferenza stampa alla carta stampata e a limitare il numero  delle domande: una per ogni quotidiano, due per le emittenti televisive nazionali (Sky, Mediaset e Rai) facendo partecipare le radio e le tv locali ad una sorta di riffa al termine della quale ne vengono sorteggiate due. La replica, a chi ha l’ardire di muovere qualche obiezione, è che «anche a Milano e Torino funziona così». Detto che al Milan e all’Inter dopo le tv nazionali e la carta stampata, tocca alle tv locali (numerose come le radio a Roma) e ai siti internet ma non viene posta nessuna limitazione nel numero di domande da porre (idem ai giornalisti che seguono la Juventus a Vinovo), il tentativo di mettere il silenziatore a Zeman riesce in parte.
MALINTESO I toni sono più certamente più soft rispetto alle ultime uscite ma dopo aver spiegato i motivi che hanno portato allo screzio con la società - «Penso che tutto sia successo da un disguido visto che il club ha ritenuto che mi volessi tirare indietro, ma ho spiegato che i motivi erano diversi e ci siamo capiti. Io anzi mi voglio tirare avanti, voglio restare alla Roma per altri 5 anni anche se è logico che me lo devo meritare» - il tecnico boemo ribadisce il concetto espresso nei giorni scorsi: «Non ho parlato coi giocatori di quello che è successo in questi giorni, anche perché le mie parole di sabato penso servissero per migliorare. Quello che chiedo è massimo impegno da parte di tutti, massima collaborazione. Se la nostra situazione non è delle migliori vuol dire che dobbiamo migliorare classifica, comportamenti e atteggiamenti. Se non siamo primi un motivo ci sarà…». Né più, né meno di quanto sempre affermato. In più rimanda al mittente l’espressione infelice utilizzata dal ds Sabatini riguardo a rapporti cancerogeni tra lui e qualche giocatore: «Non ci sono rapporti cancerogeni con nessuno, semmai c'erano in passato. Quando? Un po’ di anni fa. Dimissioni? Non ci penso proprio, ho detto prima che voglio stare 5 anni. Mi sento l'allenatore della Roma al 100%. Tra l’altro mi sento sempre lo stesso, ho motivazioni e voglia di andare avanti al meglio. Speriamo di riuscire a trascinare anche tutti gli altri».
QUESTIONE DI SCELTE Qualche indizio lo si avrà già stasera. A partire dalle scelte del tecnico: «Io sono stato sempre libero e lo sarò sempre, la società mi ha dato sempre la possibilità di fare delle scelte senza mai intromettersi. Non l'ha fatto prima, non vedo perché dovrebbe farlo ora». Recuperato De Rossi, dovrebbe però partire dalla panchina perché ancora non al meglio. In porta giocherà Goicoechea mentre a sinistra (Balzaretti out per 15 giorni) probabile debutto dal primo minuto di Torosidis (in pole rispetto a Dodò) che ha lasciato una buona impressione nei 20 minuti nei quali è stato impiegato a Bologna. In attacco con Destro out, Pjanic squalificato e Nico Lopez impegnato al Mondiale Sub 20, scelte obbligate: spazio al trio Totti-Osvaldo-Lamela. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 01-02-13

 
 
 
 
 

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