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BACK TO BLACK
He left no time to regret, kept his dick wet, same old safe bet. Me and my head high, and my tears dry, get on without my guy, you went back to what you knew, so far removed from all that we went through, and I tread a troubled track, my odds are stacked, I'll go back to back. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her and I go back to...I go back to us, I love you much; it's not enough, you love blow and I love puff, and life is a pipe, and I'me a tiny penny rolling up the walls inside. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her, and I go back to...
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S'I' FOSSE FOCO (SONETTO DI CECCO ANGIOLIERI)
SMILE: THE LIFE IS SO GOOD!
LOVE HER AGAIN (DAL CD "ALONE" DI G.M.)
THE SECRET (BY GIOV@NNI)
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IO GRIDO
Io grido come avessi i piedi nella sabbia di fuoco. Il calore mi condiziona le braccia. La luce che è troppo aggressiva mi costringe ad abbassare lo sguardo. Tanta è la vita che mi accoglie che mi chiede presenza e movimento. Io grido, ma voi non mi ascoltate, voi sensazioni recondite e lievi che specchiate la mia debolezza. Amo i vostri confusi girotondi, vi prego di lasciare ch’io vi segua. La voce implora e il passo è lento, non vi girate quando mi arresterò. Volano i passeri con direzione precisa e dove si fermano è lì che devono andare. Se ondeggiano è per motivi di danza. Nient’affatto gelosi e più rotondi e grigi di tanti altri colorati uccellini. Convivono e si incrociano trillando. In uno spazio che appartiene anche a gazze e piccioni dai bianchi e neri colori. Più grossi loro, tanto che le ali fanno sentire lo schiaffo nell’aria. Dove andranno a morire tutti poco per volta, uno ad uno cadendo nel silenzio. Mi confondo tra i viandanti e il sorriso delle donne con il loro hijab che copre i capelli e lascia scoperto il volto, e poi sento lontane avanzare altre voci. Noi nel cammino lenti e perplessi, i nostri visi in alto e in attesa. Siamo e non siamo su un preciso suolo. Abissi d’aria sconvolgente azzurra, manti di nebbia a dire tristezza. A proteggere chi ancora pensa e vive. C’è forte parentela fra pazzia amore allegro, morte e innocenza. Mani si allacciano esitanti nell’andirivieni di coppie, le più varie, le più ignote. Si cerca di capire tante cose, magari da dove veniamo, ma tutto resterà senza risposta. Scende veloce il carro umano, scende su spazio ridotto e brillano parole. Trilla il bambino, come uccellino trilla. Lascio il mio silenzio e corro tra le case invadenti, lungo le strade intricate di Istanbul. L’aria mi avvolge, difesa trasparente ed alimento primo. Mi fascia, ancora per quanto? Lasciammo i giochi, li lasciammo? Il canto acuto entrò nei polmoni. Abbiamo ora sguardi come sospiri. E lei, avvolta nel suo nero manto ci guarda cavalcare la vita, e aspetta. A volte penso a quando non mi rendevo conto di chi mi passava accanto e mi carezzava con lo sguardo. Adesso mi mancano i suoi sorrisi. E quando sono triste non riesco a trattenere un sospiro e un pensiero di tenerezza che mi prende improvviso e mi chiedo perché qui dentro non riesco a liberare uno spazio per accoglierli. Mi piace di te ricordare un bacio a fior di labbra, tra il colore profumato di cielo di un velo azzurro, come un petalo di rosa che morbido si posava tra le mie; e le palle d’argilla bagnate della lettiera del gatto lanciate di sotto il roseto e viscide di sotto le scarpe quando camminavo in giardino o tagliavo l’erba. E non c’era verso di dire che mi dava fastidio perché sorridendo non si può essere ascoltati. E poi quante volte i silenzi erano così forti che mi sedevo al pianoforte per colmarli di note. Le rose sempre più alte, pieni i gambi di spine fin oltre il terrazzino. Ogni cosa che ti apparteneva aveva la semplicità di un fiore fatto di soli petali bianchi. Poi quante volte la tua indifferenza cozzava con il mio orgoglio, quante volte il nodo nel petto si scioglieva e poi si faceva più stretto fino a farmi male. Quante volte ogni giorno dicevo: “Domani non voglio, domani non ci sarò per te”, e poi venivo vinto dalla dolcezza; quante volte non capivo se il tuo dire era verità o bugia, se allargando le braccia per mimare un “quanto” era solo un modo di prendermi in giro. E quelle giornate intere senza un ciao, senza un’iniziativa che desse adito a un che di positivo da chiamarsi sentimento. E come ghiaccio parole mai dette e come fuoco farfalle dagli occhi, poi un velo di pioggia a bagnare il mio viso; poca, salata, amara come quella di un mare agitato. Onde, lì sulla riva, incessanti nel loro andirivieni, battiti d’un cuore racchiuso tra pareti di vetro: difficile scalfirle ma fragili e leggere. E l’orecchio sul petto posato a sentirne gli impulsi, e le tue dita tra i capelli che accarezzavan piano, io, gli occhi chiusi, a cercare fredda la tua mano. Momenti veloci, "ormai passati" dicevi, d’un giorno qualunque più bello di un altro, più dolce di ieri e mai pago del nuovo a venire. Come strali di frecce qui in mezzo al petto, parole dette in uno strano dialetto, ma tanto non occorreva capire perché nella mente il loro nitido suono si poteva sentire. Cosa poi volessero dire non potrei giurarlo; magari era un modo per dire "mi manchi" o quant’altro. E’ bello far proprie parole che non ti appartengono, o che non hanno il senso che tu credi, magari l’opposto, ma in quel momento, non era il caso di fare domande. Certo non lo saprò mai, ma forse ho sbagliato a concedere troppo la mia fiducia e ad aprire il mio cuore, incosciente, non dando ascolto ai richiami della mia mente e del razionale, o forse proprio per non voler esser razionale davvero. Poi quelle notti a pensare, chissà cosa e perché, non passavano mai, mai! E cento e mille volte la sveglia proiettava sul soffitto un’ora che non esisteva per il sonno che non arrivava. Irrequietezza inconscia, non l’ho mai capita, non saprò mai cosa turbava un sonno che mai voleva arrivare per paura d’essere prigioniero d’un sogno fatto di fumo. Non lo saprò mai. Certo, non lo saprò… mai.
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NON FARE DEL BENE SE NON ACCETTI L'INGRATITUDINE
CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER IMPARARE A VIVERE
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INCONTRIAMO IL DESTINO SULLA VIA PER EVITARLO
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Chissà perchè certe donne e certi uomini non cambiano mai! Com'è squallida l'umanità, e io ne faccio parte!
RONDINI (DAL CD "TIME OFF" DI G.M.)
Volano, come rondini volano
poi nel cielo scompaiono
i miei sogni così.
Tornano come rondini tornano
anche se non vorrei...
I miei sogni così.
Chi non ama ricordi non ha...
sempre solo restare dovrà...
Una vita vissuta così...
non vorrei...non vorrei.
Meglio ridere e piangere se...
se l’amore ora viene ora va...
fa soffrire, ma è meglio così:
solo non sarai...no mai!
I ricordi verranno da te
come gocce di pioggia...
cadranno giù...
dai tuoi occhi dal cuore e poi tu,
sognerai... Di tornar tra le braccia di chi... se ne andò..
senza dirti nemmeno perché...
Sognerai... Di fermare quel bacio... così,
che hai rubato alle labbra di chi...mai t’amò... mai t’amò.
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Alcuni si ricordano dell'educazione
solo quando la pretendono dagli altri
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FELICITÀ
Non parlate della vostra felicità a chi è meno felice di voi.
La felicità è come la febbre poichè tutti ci sono intorno per farcela passare.
SCENDI! (A SONG BY GIOV@NNI)
TURBOLENZE D'ONDE
Senza il tuo consenso nessuno potrà mai farti sentire inferiore.
POLVERE DI STELLE SULLE MANI
Io sono più importante dei miei problemi.
COME SPIGHE DI GRANO
Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole
Inviato da: cassetta2
il 06/06/2024 alle 18:52
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Inviato da: NORMAGIUMELLI
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