Creato da grechu il 25/10/2005
«Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.»
 

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Post N° 420

Post n°420 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da grechu

IENE: Un onorevole su tre DROGATO!!!!

Un onorevole su 3 farebbe uso di stupefacenti, prevalentemente cannabis ma anche cocaina: lo rivela un test eseguito dalle Iene. L'esame, eseguito a loro insaputa su 50 deputati, e' il drug wipe, un tampone frontale che, spiega Davide Parenti, capo autore delle Iene, 'ha una percentuale di infallibilita' del 100%'. Il 32% degli 'intervistati' e' risultato positivo: di questo il 24% (12 persone) alla cannabis, e l'8% (4 persone) alla cocaina.

 
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Post N° 419

Post n°419 pubblicato il 07 Ottobre 2006 da grechu
Foto di grechu

NON ABBIAMO PAURA,VOGLIAMO GIUSTIZIA!!!!!!

Questa la consegna che ha radunato a BUENOS AIRES,circa 300.000 persone per chiedere la "APARICION CON VIDA", del supertestimone nel processo contro l'asassino ETCHECOLATZ, JULIO JORGE LOPEZ

Per la prima volta,cosa assai rara,(ma molto importante) si sono trovati insieme tutte le organisazioni di Difesa dei Diritti Umani, in testa "MADRES DE PLAZA DE MAYO, LINEA FUNDADORA"

Sara che la societa civile argentina si sta svegliando,dopo anni di torpore.

Vi lascio qui il poema  di PABLO NERUDA letto ieri sul palco .

 
LOS ENEMIGOS

Ellos aquí trajeron los fusiles repletos
de pólvora, ellos mandaron el acerbo
          exterminio,
ellos aquí encontraron un pueblo que cantaba,
un pueblo por deber y por amor reunido,
y la delgada niña cayó con su bandera,
y el joven sonriente rodó a su lado herido,
y el estupor del pueblo vio caer a los muertos
con furia y con dolor.
Entonces, en el sitio
donde cayeron los asesinados,
bajaron las banderas a empaparse de sangre
para alzarse de nuevo frente a los asesinos.

Por esos muertos, nuestros muertos,
pido castigo.

Para los que de sangre salpicaron la patria,
pido castigo.

Para el verdugo que mandó esta muerte,
pido castigo.

Para el traidor que ascendió sobre el crimen,
pido castigo.

Para el que dio la orden de agonía,
pido castigo.

Para los que defendieron este crimen,
pido castigo.

       No quiero que me den la mano 
       empapada con nuestra sangre.
       Pido castigo.
       No los quiero de embajadores,
       tampoco en su casa tranquilos,
       los quiero ver aquí juzgados
       en esta plaza, en este sitio.

       Quiero castigo.

 
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Post N° 418

Post n°418 pubblicato il 05 Ottobre 2006 da grechu

Scuole: luoghi d’istruzione o cliniche?

Nel mondo a 17 milioni di bambini sono stati diagnosticati “disturbi mentali” per i quali vengono richiesti interventi di “specialisti” e  trattamenti psico-farmacologici a base di stimolanti simili alla cocaina o di potenti antidepressivi, con quasi 400 morti correlate al trattamento.

Ma la psichiatria non si ferma e in  Europa è stato avviato in questi giorni il progetto Neurodys, finanziato con tre milioni di euro, che ha  l'obbiettivo di fare chiarezza sulle cause biologiche, genetiche e sociali all'origine di disturbi dell'apprendimento, quali la dislessia, cioè la difficoltà ad apprendere il linguaggio scritto, e la disfasia, difficoltà a comprendere e produrre il linguaggio e  che permetterà agli scienziati di organizzare la più grande banca dati biologica sulla dislessia. fonte: Adnkronos salute, 26 settembre * 26 settembre 2006.

In Italia Progetti pilota psichiatrici (http://www.fdarianna.it/progetto%20prevenzione.htm) proliferano ormai da alcuni anni nelle nostre scuole di ogni ordine e grado e vengono proposti ed approvati sotto mentite spoglie, con lo scopo di prevenire le difficoltà di apprendimento e/o comportamento e in nome della "tutela del benessere" del bambino.
Così facendo creano nuovi "pazienti", ottenendo altri finanziamenti per i loro interventi.
Gli Insegnanti diventano sempre più segnalatori di bambini “con problemi” a psicologi e psichiatri vari, e le scuole si trasformano da luoghi d’istruzione a cliniche.

Corsi di formazione e aggiornamento a insegnanti tenuti da psicologi e neuropsichiatri sul tema ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), dislessia, bullismo, ecc. (http://www.ist-lacasa.it/fissi_sinistra/formazione/fissi/corsoprevdda), Progetti “salute”, anche in collaborazione con case farmaceutiche, che, attraverso dei questionari fatti compilare dai genitori nella scuola dell’infanzia con interviste fatte sui loro figli,  dagli insegnanti stessi (http://www.adhdtesting.org/testing.htm)  attraverso la compilazione di liste con crocette o dagli studenti,  prove di screening delle abilità sui bambini, l'osservazione degli alunni, anche durante l'attività didattica o mediante prove presentate agli alunni stessi sotto forma di gioco, hanno lo scopo di “localizzare malattie mentali” inesistenti, “etichettare i bambini come malati mentali” riconoscendoli anche “handicappati” o “diversamente abili”, quindi supportati dall’insegnante di sostegno, o con la somministrazione di psicofarmaci potenti, che altro non fanno che controllare il loro comportamento e mascherare il vero problema, o sottratti alla famiglia stessa al fine di somministrare loro le cure nel caso i genitori si rifiutino. 

Non esiste nessuna prova scientifica che i “disturbi psichiatrici” siano malattie di origine biologica, esistono invece prove certe che molti fattori di natura anche differente fra loro (problemi scolastici, didattici, problemi di relazione, problemi affettivi, circa 200 e forse più vere malattie fisiche e molto altro (compresi casi di bambini geniali, molto intelligenti e creativi, nutrizione non ottimale, allergie, intolleranze alimentari…) possano portare un bambino ad avere un comportamento non ottimale.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
linea.stampa@ccdu.org 
www.ccdu.org (nel sito è possibile vedere un video shock riguardo gli effetti collaterali di alcuni psicofarmaci su bambini assunti in seguito a diagnosi psichiatriche…).

 
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Post N° 417

Post n°417 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da grechu

Argentina - 04.10.2006Rigurgiti di dittaturaContinua la ricerca del teste chiave nel processo contro un repressore, sparito da 2 settimaneimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagine

Murales su una lapide: “Stiamo tutti cercando Jorge Julio Lopez. Se sapete qualcosa chiamate il 911 o il 0800-333-5502”. E’ questo l’sms che il governo di Buenos Aires ha inviato a milioni di argentini, nell’estremo tentativo di trovare il testimone chiave del processo contro Etchecolatz - ex membro della dittatura - scomparso due settimane fa in circostanze misteriose.
 
Casa per casa. Venticinque milioni di messaggi sono giunti a destinazione nella sola giornata di sabato, ma l’iniziativa è andata avanti anche domenica. L’obiettivo era raggiungere i 32 milioni di utenti abbonati alle due compagnie telefoniche. Una vera e propria campagna a tappeto, casa per casa, se si pensa che gli argentini sono 39.144.753, e che più di un terzo sono concentrati nella provincia di Buenos Aires, da dove è scomparso Lopez.
 
Un grido di allarme. Jorge Julio Lopez è uno dei teste che ha inchiodato alle sue responsabilità un ex capo della sicurezza del regime argentino, Etchecolatz, condannato all’ergastolo perché giudicato colpevole di genocidio, reato per la prima volta accettato da un Tribunale argentino. Si tratta dunque di una sentenza esemplare che ha reso giustizia alle migliaia di vittime della Guerra Sucia e che ha fatto irritare e tremare tutti gli uomini della dittatura ai quali presto toccherà la stessa sorte. Per questo, il fatto che Lopez sia scomparso il 18 settembre, ovvero il giorno prima della condanna definitiva, alla quale fra l’altro aveva deciso di assistere accompagnato dal figlio, ha fatto gridare alla desaparicion.
 
Jorge Julio LopezLa vendetta. Questo caso ha tutta l’aria di essere una vendetta meditata da uomini dell’esercito e delle forze di sicurezza. Si tratta di elementi di estrema destra, nostalgici e legati a doppio filo a Etchepolatz, che vogliono dare una lezione a chi ha osato sfidarli e a chi sta pensando di farlo in futuro, dato che i processi contro di loro sono appena cominciati.
E se da una parte i familiari sperano che il loro caro sia nascosto da qualche parte perché minacciato, gli inquirenti sono convinti che sia già stato sequestrato, tanto che alcune indiscrezioni parlano di un “pista certa”.
Comunque sia, entrambi le ipotesi presentano un quadro a tinte fosche: un paese ancora ben lungi dall’aver superato il dramma della dittatura e costretto a fare i conti con chi non solo non la rinnega, ma la rimpiange addirittura.
 
Non solo Lopez. Ad aggravare la situazione ci sono le minacce di morte ricevute da Carlos Rozanski, il giudice federale, presidente del tribunale della Plata, che ha condannato Etchecolatz. Che precisa: “Lo Stato argentino e la società civile hanno permesso che questi processi avessero inizio. E questo è un fatto irreversibile. Nessuna minaccia potrà cambiarlo”. Messaggi intimidatori anche per cinque giudici federali e cinque pubblici ministeri di alcune città nell’interno del paese, dove stanno per iniziare altri processi per eccidio e sparizioni.
 
Manifestante con cartello: L’imperativo. Per questo il governo ha deciso di fare sul serio. Trovare Lopez è un imperativo. Mobilitare l’intero paese un dovere morale. L’allerta ha raggiunto tutte le postazioni di frontiera del paese. La capitale e La Plata, la città della provincia argentina da dove è sparito Lopez, hanno già ospitato marce e sit in. Una moltitudine di persone è scesa in piazza. Lo slogan è uno: “Uniti contro la desaparecion”. Migliaia di volantini con dettagliate informazioni su quello che ormai definiscono il “desaparecido della democrazia” sono stati fatti stampare dai piqueteros e poi distribuiti. C’è chi sta lavorando a un invio massiccio di e-mail e Ong, organizzazioni per i diritti umani, corporazioni, partiti politici, movimenti studenteschi, sono in prima linea decisi a non piegare il capo.  

 
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Post N° 416

Post n°416 pubblicato il 28 Settembre 2006 da grechu

Fermiamo la legge Lanzillotta

 Tratto da Canisciolti



Siamo associazioni e reti di movimento, organizzazioni sindacali e politiche, territoriali e nazionali. In questi anni abbiamo contribuito a costruire vertenze, mobilitazioni e proposte per una nuova idea dello spazio pubblico che avesse al centro la definizione e la salvaguardia dei beni comuni e dei servizi pubblici, come fondamento del contratto sociale e come base della democrazia partecipativa.

Abbiamo contrastato le politiche liberiste volte, dentro una logica di svalorizzazione della gestione pubblica, a consegnare ai privati e ai mercati finanziari beni primari come l'acqua e l'energia e beni sociali come l'insieme dei servizi pubblici locali.

Abbiamo contrastato l'idea che il mercato sia l'unico regolatore della società, opponendoci all'accordo Gats dentro l'Organizzazione Mondiale del Commercio e alla direttiva Bolkestein dell'Unione Europea. Abbiamo chiesto a gran voce e in tutte le sedi che fosse collettivamente definito lo spazio dell'interesse generale e dei diritti sociali -beni comuni e servizi pubblici- come indisponibile alle logiche di mercato, essendo l'efficacia sociale la sua unica ragion d'essere.

Riteniamo i servizi pubblici locali il luogo deputato all'esercizio della democrazia e della partecipazione da parte delle comunità locali che si definiscono tali proprio per la condivisione di beni e servizi all'interno di un comune territorio.

Abbiamo preso atto positivamente di come il programma di governo dell'Unione abbia deciso di "mantenere in mano pubblica proprietà e gestione dell'acqua", ma riteniamo che quanto scritto a proposito dell'acqua abbia una valenza più generale e debba coinvolgere l'insieme dei beni comuni e dei servizi pubblici che rendono esigibili i diritti fondamentali dei cittadini.

Del resto, venti e più anni di politiche liberiste hanno dimostrato di non mantenere quanto dichiarato dai loro sostenitori : le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno comportato dovunque peggioramento delle condizioni di lavoro, aumento delle tariffe, diminuzione della qualità dei servizi. Oltre a un depauperamento delle conoscenze acquisite in anni di gestioni pubbliche e ad uno svuotamento del controllo democratico e della partecipazione sociale.

Crediamo che sull'intera questione, così come sta avvenendo in Europa, debba essere aperta una grande e articolata discussione nel Paese, mettendo in pratica percorsi di partecipazione a tutti i livelli, locali e generali, dando voce all'intelligenza sociale che in questi anni di protagonismo e di emersione dei movimenti ha prodotto proposte ed esperienze alternative e praticabili.

Non va in questa direzione il DDL 772 (meglio conosciuto come "Lanzillotta"), approvato al Consiglio dei Ministri il 30 giugno e già presentato al Senato, perché apre al mercato lo spazio dei servizi pubblici locali, settori strategici per il benessere e la stessa economia delle comunità locali. Inoltre, prevedendo l'obbligo di messa in gara di tutti i servizi pubblici locali, ad eccezione del servizio idrico integrato, determina le condizioni per una preoccupante diminuzione dello spazio pubblico che pregiudica fondamentali diritti sociali e svilisce il ruolo, l'autonomia e il pieno esercizio della funzione pubblica degli Enti e delle comunità locali.

Non è un caso che su questo aspetto anche l'ANCI esprima severe critiche e proponga sostanziali modifiche.
Lo consideriamo negativo nel metodo, perché tenta di risolvere solo dentro percorsi istituzionali un tema che riguarda l'insieme della società e che avrebbe bisogno per essere definito di un grande percorso di partecipazione sociale.

Percepiamo oltretutto una certa fretta nel volerlo portare ad approvazione, con il concreto pericolo che venga addirittura inserito come allegato alla Legge Finanziaria.

Chiediamo con forza e determinazione, al Governo e alle forze politiche che lo compongono di desistere, se mai vi sia, da una simile intenzione. Chiediamo che la discussione del DDL 772 sia sospesa nel suo specifico e che invece si apra un percorso aperto di discussione pubblica e partecipata sulla definizione dei beni comuni e dei servizi pubblici, sul governo pubblico e partecipativo della loro gestione a partire dal coinvolgimento delle comunità e degli Enti Locali, delle organizzazioni sindacali, delle realtà associative e di partecipazione sociale.

Un percorso nuovo, aperto, democratico, senza scorciatoie. Un altro mondo. Che è possibile.

Arci, Attac Italia, Comitato Italiano per il Contratto Mondiale per l'Acqua, Carta, Cnl, Cns Ecologia Politica, Confederazione Cobas, Crbm, Cub, Fiom Cgil, Forum Ambientalista, Forum Difesa Salute, Forum per la democrazia costituzionale europea, Flc Cgil, Fp Cgil, Lila Cedius, Medicina Democratica, Punto Rosso, Quale Stato, Rete Lilliput, Sincobas, Sult, Transform! Italia,Unione Inquilini, Partito Umanista, Partito della Rifondazione Comunista, Abruzzo Social Forum, Accadueò Pesaro Urbino, Acquaincomune Palermo, Arci Trasimeno, Associazione Priscilla Napoli, Blackberry di Tim, Cantieri Sociali Molise, Centro Culturale La Pietra Vivente Massa, Circolo Ferrovieri "Spartaco Cavagnini" Firenze, Comitato Civico Difesa Diritto Acqua Nola, Comitato Civico No!Acquasalata, Comitato per la pace Rachel Corrie Genova, Comitato territoriale novarese acqua, Cooperativa sociale Dedalus, Coordinamento Bergamasco Stop Bolkestein, Coordinamento Lombardo Nord Sud, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Coordinamento Torinese contro la direttiva Bolkestein e il Wto, Fiom Genova, Firenze Social Forum, Forum Sociale Ponente Genovese, Lupus in Fabula Marche, Proutist Universal, Punto Rosso Jesi, Rete Lilliput Messina, Rete Lilliput Ragusa, Rete Toscan per l'Acqua, RossoVerde, Senzaconfine Roma, Stop Bolkestein Sicilia, Sud Pontino Social Forum, Tavolo Marchigiano Fermiamo il Wto, Un' Altra Lombardia, Venezia Social Forum, Valpolcevera Social Forum.

 
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Post N° 415

Post n°415 pubblicato il 27 Settembre 2006 da grechu

Boicotta Israele

 

Lista prodotti israeliani: AHAVA: prodotti estetici e dermatologici distribuiti in Italia da P.M.
CHEMICALS S.R.L./Milano
AMCOR: purificatori e condizionatori d'aria, insetticidi
ALBATROSS: fax e sistemi di posta elettronica
CANTINE BARKAN Ltd: vini con etichetta Reserved, Barkan e Village
CANTINE DELLE ALTURE DEL GOLAN: vini con etichetta Yarden, Gamla e Golan distribuiti in Italia da GAJA DISTRIBUZIONE, Barbaresco (Cuneo)
CARMEL: prodotti d'esportazione come avocados, fiori recisi e succhi di frutta
CALVIN KLEIN: alcuni capi di vestiario sono realizzati in Israele
DATTERI DELLA VALLE DEL GIORDANO varietà Medjoul e Deglet Nour
EPILADY/MEPRO: epilatori
HALVA: barrette di sesamo
INTEL: microprocessori e periferiche
JAFFA: agrumi
MOTOROLA: prodotti di irrigazione e fertilizzanti
MUL-T-LOCK Ltd: porte blindate, serrature di sicurezza, cilindri e attrezzature
NECA: saponi
PRETZELS: snack salati della Beigel
SALI DEL MAR MORTO: prodotti cosmetici
Società Gitto Carmelo e Figli Srl di Messina: ha costruito una strada che passa nei territori occupati ed è a solo uso dei coloni
SODA-CLUB Ltd.: sistemi per carbonare e sciroppi per la preparazione di
soda e soft drinks
SOLTARN Ltd: pentole e tegami in acciaio antimacchia
VEGGIE PATCH LINE: hamburger di soia e prodotti alternativi
 

 

Generi : marche

 

Abbigliamento: Ask Retailer; Gottex, Gideon Oberson, Sara Prints, Calvin Klein
Aromi e spezie: MATA, Deco-Swiss, Israel Dehydration Co. Ltd.
Bevande: Askalon, Latroun, National Brewery Ltd., Carmel, Eliaz Benjamina
Ltd., Montfort, Yarden Vineyards, International Distilleries of Israel
Ltd. (Sabra), Gamla, Hebroni
Budini: OSEM, MATA, Israel Edible Products Ltd. -Telma
Cipolle: Beit Hashita, Carmit, Sunfrost
Formaggi: Kfir Bnei-Brak Dairy Ltd., Tnuva, Central Co-op, MATA, Haolam
Frutta: Assis Ltd., Carmel Medijuice, NOON, PRI-TAIM, Agrexco USA Ltd.,
Yakhin, PRI-ZE, FIT (Federation of Israel Canners), Jaffy's Citrus
Products
Prodotti a base di pomodoro: FIT, Medijuice, Pardess, Yakhin, VITA
Prodotti dolciari (caramelle e noccioline): Carmit, Elite, Geva, Rimon,
Karina, Lieber, Oppenheimer, OSEM, Taste of Israel, Israel Edible
Products - Telma
Olive: Beit Hashita, H&S Private Label, Shan Olives Ltd. (Hazayith)
Marmellate, conserve, sciroppi, miele e frutta candita: Assis Ltd., I&B
Farm Products, Meshek Industries (Beit Yitshak 778) Ltd., VITA
Pesce: Noon, Yonah, Carmel, Ask retailer/frozen fillets
Prodotti a base di tacchino: Hod Lavan, Soglowek, Yarden, Ask retailer/butcher/Deli
Prodotti dietetici: Elite, Froumine, OSEM, Israel Edible Products - Telma, Kedem, Afifit Ltd., Magdaniat Hadar Ltd., Tivon
Prodotti di forneria: Affifit Ltd., Barth, Elite, Einat, Froumine, Hadar, Israel Edible Products - Telma, Magdaniat Hadar Ltd., OSEM, Taste of Israel

 

Prodotti vegetali: Yakhin, PRI-TAIM, PRI-ZE Growers/MOPAZ, Sanlakol, Carmelit Portnoy, Tapud, Sun Frost
Salse per pizza: Jaffa-Mor, VITA, H&S Private Label, MATA
Zuppe, salse e dadi: Israel Edible Products Ltd. - Telma, OSEM, MATA, Gourmet Cuisine

 

Software e componenti per computer: Four M, Cimatron, Eliashim Micro Computers, Sintel, Ramir (Adacom), Rad, Orbotech, Shatek, Scitex, 4th Dimension Software Ltd., magic Software, 32-bit

 

 

 

Un'azienda da boicottare

 



La Gilat Ltd è una delle maggiori multinazionali israeliane della net economy.
Impiega circa 1.600 dipendenti, con un fatturato annuo intorno ai 900 milioni di euro. E’ quotata al NASDAQ di New York (GILTF).
Ha sede principale in Israele con filiali in diverse capitali mondiali tra cui Roma.
I capi e fondatori sono due manager israeliani, che hanno lavorato per più di 10 anni per IDF, l’esercito israeliano. Il prodotto principale sono sistemi di connessione satellitare bidirezionale alle reti IP, tra cui Internet. L’ideale per chi non possiede una rete telefonica fissa.
Un vero vanto di efficienza ed innovazione per l’intera industria israeliana. I prodotti vengono distribuiti in tutto il mondo da partner regionali come compagnie telefoniche e provider per l’accesso alla rete.
Il partner paneuropeo della Gilat è l’azienda italiana Tiscali S.p.a., che commercializza l’intera soluzione, i prodotti e perfino l’assistenza della azienda israeliana, tramite il servizio TiscaliSat per il momento in Italia, Germania e Svezia. Entro fine anno in tutta Europa. Tiscali è infatti il maggior provider paneuropeo per la fornitura di accessi ad Internet low-band tramite modem, e in ottima posizione per i collegamenti broadband (ad alta velocità, per esempio ADSL) grazie ad una rete di fibre ottiche europea per i collegamenti fissi e all’accordo paneuropeo in esclusiva con Gilat per le connessioni broadband satellitari.
Ha naturalmente sedi in tutto il mondo. E’ il simbolo della new economy italiana, la prima società ad essere quotata nel Nuovo Mercato di Milano, ed attualmente quotata anche nel listino del nuovo mercato di Parigi, quella che ha dato un impulso straordinario al boom della Borsa. La prima azienda ad offrire l’accesso gratuito alla rete.

L’obiettivo è costringere Tiscali a cessare la distribuzione in tutta Europa dei sistemi di collegamento alla rete via satellite prodotti dall’azienda israeliana Gilat e commercializzati in esclusiva con il servizio TiscaliSAT. Sarebbe una forma di embargo economico europeo dal basso dell’economia israeliana, che funzionerebbe anche come richiesta di embargo economico che la UE dovrebbe effettuare verso Israele.

 
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Post N° 414

Post n°414 pubblicato il 26 Settembre 2006 da grechu
Foto di grechu

Onu accusa Israele di pulizia etnica nei territori palestinesi occupati
Martedì, 26 settembre

 Il relatore Onu per i diritti umani nei Territori occupati della Palestina, il sudafricano John Dugard ha affermato, parlando davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che "Gaza è una prigione e Israele sembra averne gettato le chiavi". La vita nell'area, stando a Dugard, è "orribile, tragica". Dugard ha aggiunto che se la comunità internazionale non è in grado di prendere provvedimenti per migliorare le condizioni di vita "non deve sorprendersi se la gente non crede che l'impegno per promuovere i diritti umani sia serio".

Il rappresentante sudafricano ha, quindi, aggiunto che lo Stato ebraico viola "impunemente" le leggi internazionali sostenute dal Consiglio di sicurezza come pure le decisioni della Corte intrenazionale di giustizia "ma il popolo palestinese viene punito perché ha eletto democraticamente un regime inaccettabile a Israele, agli Stati Uniti, all'Unione Europea". Implacabile, Dugard ha osservato che i palestinesi della Cisgiordania occupata non possono raggiungere liberamente le scuole, i posti di lavoro, i loro campi coltivati, tanto che saranno obbligati ad abbandonare la propria terra: "In altri Paesi questo processo viene descritto come pulizia etnica, ma un linguaggio politicamente corretto vieta di usare questa espressione in quanto c'è di mezzo Israele".

 
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Post N° 413

Post n°413 pubblicato il 26 Settembre 2006 da grechu

17 Settembre 2006
Znet

Pioggia di bombe
Un comandante israeliano: abbiamo sparato piu' di un milione di bombe a grappolo in Libano

Meron Rapoport


 

 


"Quello che abbiamo fatto e' folle e mostruoso, abbiamo ricoperto intere citta' di bombe a grappolo", ha detto il capo di una unita' missilistica dell'IDF in Libano riguardo all'uso di bombe a grappolo e al fosforo durante la guerra. Citando il comandante del suo battaglione, il capo dell'unita' missilistica ha affermato che l'IDF ha sparato circa 1800 bombe a grappolo, che contenevano piu' di 1,2 milioni di piccole bombe a grappolo. Inoltre, i soldati delle unita' di artiglieria dell'IDF hanno testimoniato che l'esercito ha utilizzato armi al fosforo durante la guerra, armi che sono ampiamente proibite dalla legge internazionale. Secondo quanto affermato, la grande maggioranza di tali esplosivi e' stata sparata negli ultimi 10 giorni di guerra.



"Quello che abbiamo fatto e' folle e mostruoso, abbiamo ricoperto intere citta' di bombe a grappolo", ha detto il capo di una unita' missilistica dell'IDF in Libano riguardo all'uso di bombe a grappolo e al fosforo durante la guerra. Citando il comandante del suo battaglione, il capo dell'unita' missilistica ha affermato che l'IDF ha sparato circa 1800 bombe a grappolo, che contenevano piu' di 1,2 milioni di piccole bombe a grappolo. Inoltre, i soldati delle unita' di artiglieria dell'IDF hanno testimoniato che l'esercito ha utilizzato armi al fosforo durante la guerra, armi che sono ampiamente proibite dalla legge internazionale. Secondo quanto affermato, la grande maggioranza di tali esplosivi e' stata sparata negli ultimi 10 giorni di guerra. Il comandante dell'unita' missilistica ha affermato che le piattaforme del Sistema di Lancio Multiplo dei Razzi (MLRS) sono state pesantemente utilizzate nonostante si sapesse che erano altamente imprecise. L'MLRS e' una piattaforma mobile per il lancio dei razzi trasportata da un camion o da uno pneumatico, capace di sparare un altissimo volume di munizioni per lo piu' non guidate. Il razzo base sparato dalla piattaforma non e' guidato ed e' impreciso, con un raggio di circa 32 km. I razzi sono studiati per esplodere ad un'altitudine programmata e suddividersi in sotto-munizioni al fine di ricoprire l'esercito e i civili nemici al suolo con piccole raffiche di esplosivo. L'uso di tali armi e' controverso soprattutto a causa della loro in accuratezza e della loro capacita' di distruggere obiettivi indeterminati su grandi aree, con un margine di errore fino a 1200 metri dall'obiettivo effettivo all'area colpita. Le bombe che non esplodono al momento dell'impatto - secondo le Nazioni Unite sono circa il 40% di quelle sparate in Libano dall'IDF - rimangono sul terreno come munizioni inesplose, cospargendo effettivamente il paesaggio di migliaia di mine che continueranno a mietere vittime molto dopo la fine della guerra. A causa dell'alto numero di mancate detonazioni, si crede che sul terreno del Libano ci siano circa 500.000 munizioni inesplose. Ad oggi, sono dodici i civili libanesi che sono stati uccisi da queste mine dalla fine della guerra. Secondo il comandante, per compensare l'inaccuratezza dei missili e l'incapacita' di colpire con precisione singoli obiettivi, le unita' avrebbero "inondato" il campo di battaglia di munizioni, il che spiegherebbe come mai il paesaggio del Libano post-bellico sia imbottito di esplosivo. Quando il suo servizio nell'esercito termino', il comandante in questione mando' una lettera al Ministro della Difesa Amir Peretz, evidenziando l'uso di munizioni a grappolo. La lettera e' rimasta senza risposta.

"Ferite eccessive e sofferenza non necessaria". E' venuto alla luce che i soldati dell'IDF hanno sparato proiettili al fosforo per provocare incendi in Libano. Un comandante d'artiglieria ha ammesso di aver visto camion carichi di bombe al fosforo diretti alle squadre di artiglieria nel nord di Israele. Il colpo diretto di una bomba al fosforo provoca ustioni serie e una morte lenta e dolorosa. La legge internazionale vieta l'uso di armi che provocano "ferite eccessive e sofferenze non necessarie", e molti esperti ritengono che le bombe al fosforo rientrino direttamente in tale categoria. La Croce Rossa Internazionale ha stabilito che la legge internazionale vieta l'uso di bombe al fosforo e di altre armi infiammabili contro le persone, siano esse civili o militari.

IDF: nessuna violazione della legge internazionale. In risposta, il portavoce dell'IDF ha affermato che "la legge internazionale non include il divieto assoluto di usare le bombe a grappolo. La convenzione sulle armi convenzionali non dichiara che e' vietato usare armi al fosforo, piuttosto si esprime sui principi che regolano l'uso di tali armi. Per comprensibili ragioni operative, l'IDF non fornisce un resoconto dettagliato sulle armi in suo possesso. L'IDF utilizza solo armi e metodi che sono permessi dalla legge internazionale. Il fuoco di artiglieria in generale, incluso il fuoco degli MLRS, e' stato usato solo per rispondere al bombardamento dello Stato di Israele." L'Ufficio del Ministro della Difesa ha dichiarato di non aver ricevuto messaggi riguardanti l'uso di bombe a grappolo.

 
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LATINOAMERICA LIBERA

Post n°412 pubblicato il 25 Settembre 2006 da grechu

Scontro diplomatico

24 settembre - Nuovo scontro diplomatico tra Usa e Venezuela. Il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolás Maduro (nella foto Telesur), è stato trattenuto dalle autorità statunitensi per quasi due ore all'aeroporto John F. Kennedy di New York, con il pretesto di un controllo di identità. Sulla vicenda il governo di Caracas ha annunciato la presentazione all'Onu di una denuncia formale. Secondo Maduro, si è trattato di una ritorsione dopo il discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in cui il presidente Chávez aveva attaccato George W. Bush. "In questa stessa tribuna ieri c'era il diavolo": in questi termini si era espresso Hugo Chávez riferendosi al presidente statunitense. "Si sente puzza di zolfo", aveva aggiunto, iniziando poi una vera e propria requisitoria contro il capo della Casa Bianca. "Come portavoce dell'imperialismo è venuto a dare le sue ricette per tentare di mantenere l'attuale schema di dominazione, sfruttamento e saccheggio dei popoli del mondo. Non possiamo permettere che questo avvenga, non possiamo permettere che si consolidi la dittatura mondiale". Anche altri capi di Stato latinoamericani non avevano lesinato i toni duri. L'argentino Kirchner aveva criticato il Fondo Monetario Internazionale, con cui il suo governo è ai ferri corti: "Il mondo è cambiato e questi organismi no, insistono nel mettere in pericolo lo sviluppo con il loro intervento sbagliato. Per questo appoggiamo, insieme alla maggioranza dei paesi, la riforma dell'architettura finanziaria internazionale, in modo che risulti funzionale al progresso delle nazioni con meno risorse". La presidente cilena Michelle Bachelet aveva chiesto "un sistema commerciale e finanziario più aperto, trasparente e giusto". La Bachelet aveva inoltre criticato la protezione concessa da Washington ai terroristi anticastristi quali Posada Carriles, responsabile nel 1976 dell'attentato a un aereo cubano che costò la vita a 73 persone. Infine il vicepresidente cubano Esteban Lazo aveva accusato gli Usa di appoggiare finanziariamente e materialmente azioni sovversive contro il governo dell'Avana.

 
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Post N° 411

Post n°411 pubblicato il 24 Settembre 2006 da grechu

Bush: "Dovunque io volga lo sguardo vedo estremisti"

"Dovunque io volga lo sguardo vedo estremisti" ha affermato George Bush nel suo discorso davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ha scelto proprio questa raggelante espressione, che la dice lunga sulle paure di chi, per continuare ad imporre la supremazia statunitense sul pianeta (come scritto dagli ideologi neoconservatori nel "Progetto per il nuovo secolo americano") ha imposto al pianeta stesso la guerra al terrore, e si rifiuta di vedere come il dolore generi più odio.

di Gennaro Carotenuto

Ma se è il reazionario fanatico iraniano Mahmoud Ahmedinejad ad andare a Nuova York a dire che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU non rappresenta più nessuno, allora vuol dire che tutti quelli che fanno finta di non sentirlo sono più reazionari e fanatici di lui.

Può nel 2006 il Consiglio di Sicurezza dare il diritto di veto alla Gran Bretagna e non all'India, alla Francia e non al Brasile, ammesso e non concesso che il diritto di veto non sia comunque una zavorra intollerabile?

Hugo Chávez, per scaldare la platea, ha iniziato il suo discorso con una battuta. Ha detto che in quell'aula dopo il discorso di George Bush si sentiva odore di zolfo. I presenti hanno riso, applaudito, poi Chávez ha argomentato seriamente per tutto il tempo che aveva. Per esempio ha invitato gli statunitensi a leggere Noam Chomsky. Poi ha citato lo stesso George Bush con quel suo terrificante "dovunque io volga lo sguardo vedo estremisti" (chissà perché glissato dalla stampa internazionale) ed ha argomentato, ha denunciato, ha proposto. I giornali del nord hanno edulcorato, minimizzato, ridicolizzato: "Quel buffone di Chávez va all'ONU a dire che Bush è il diavolo". Null'altro.

Evo Morales, il grande lottatore sociale che coniuga il rispetto per la terra proprio della cultura nativa, con la prassi di mastino sindacale in un paese, la Bolivia, dove la classe operaia ha tradizioni sindacali gloriose e rivoluzionarie, con la modernità della democrazia partecipativa, ha fatto un intero discorso, applauditissimo da tutti i paesi del Sud. Ha parlato di ecologia, di beni comuni, di riforma agraria. Niente è rimasto nelle testoline della grande stampa internazionale.

Poi Evo ha tirato fuori una foglia di Coca, ed ha ricordato all'assemblea la vera persecuzione che stanno subendo da decenni i coltivatori di una pianta benefica con 5000 anni di storia, a causa di un'abitudine distorta di pochi milioni di persone concentrati in pochi paesi ricchi. Orrore, per i quotidiani del nord, il folcloristico presidente boliviano, così troglodita da non mettere neanche la cravatta, ha sfidato il mondo portando la malefica pianta della cocaina nelle sacre stanze delle Nazioni Unite.

Nestor Kirchner, così peronista da odorare di zolfo da lontanissimo, ha ricordato come il proprio paese sta registrando una crescita ininterrotta dell'economia, una diminuzione della povertà e la risurrezione dell'industria locale, solo da quando l'Argentina ha chiuso la porta in faccia al Fondo Monetario Internazionale.
Ha detto cose banali Nestor Kirchner. Per esempio ha detto che uno sviluppo senza redistribuzione non è sviluppo. E' stato accolto dal silenzio gelido e i quotidiani internazionali non hanno neanche registrato un intervento di altissimo spessore. Almeno Evo e Hugo, pur nel puerile tentativo di ridicolizzarli, sono riusciti, con la battuta sullo zolfo e con la foglia di coca, a farsi citare. Don Nestor non ci è riuscito.

La LXI assemblea generale delle Nazioni Unite chiude i battenti e tra un anno ci ritroveremo allo stesso punto di partenza. Come ha argomentato Hugo Chávez, l'Assemblea non ha alcun potere e il consiglio di sicurezza è imprigionato dai possessori del diritto di veto. Quel diritto di veto, che continua a fotografare il mondo in bianco e nero al 1945, odora davvero di zolfo e incatena l'ONU e sei miliardi di persone, ai voleri di John Bolton, il falco estremista ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite e di pochi paesi ricchi. Gli altri non contano nulla. Fino a quando?

 
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