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Post n° 57

Post n°58 pubblicato il 18 Settembre 2009 da homosapiens78
 

Altri 6 militari italiani caduti.
No dead, no war.
Se non ci scappa il morto, non siamo in guerra.



Ci scappa il morto e ci ricordiamo che stiamo in guerra. Ci scappa il morto e si riaccendono i riflettori sulle missioni all’estero. Anzi, sulla missione all’estero, perché sembra che le forze armate italiane siano impegnate soltanto in Iraq e Afghanistan. E le altre missioni? Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Fyrom (Macedonia), Albania e basso adriatico, Croazia, Serbia Montenegro., Etiopia, Eritrea, Israele, India Pakistan, Libano, Marocco, Egitto, Hebron, Malta. Queste non esistono. No dead, no war.
Accendi la tv, tutti a parlare e straparlare dell’accaduto. In mattinata solo gli organi di informazione, nel pomeriggio pure i programmi di intrattenimento perché tutto fa brodo e odiens. Tempo 4 o 5 ore e viene fuori per magia “LA PATRIA”, che parolone. Tira fuori il concetto di patria e l’italiano si intenerisce. E’ una tattica. Tutti patriottici ai funerali di soldati uccisi in guerra e alle partite della nazionale ai mondiali. Alle amichevoli no. Tutto il resto poco patriottico. Avere gente al governo processata e condannata per “cosettine” che hanno a che fare con la mafia, quello pure è patriottismo. Quanto siamo patriottici, quanto amiamo la nostra patria. La Patria, che parola. La Patria. E’ talmente un concettone che automaticamente lo scrivo con la lettera maiuscola. Tutto torna. Vabbè, passata la parentesi sarcastica e di coraggio abominevole (a scrivere della Patria ci vuole coraggio, quà uno si offende e l’altro pure) passiamo ad altro, o perlomeno ci provo dato lo stato di totale “scoglionamento” in cui mi trovo. Mi ero ripromesso di scrivere sul Blog, il 6 Ottobre, quando la Corte Costituzionale avrà emesso la sua sentenza sulla costituzionalità o meno della porcata del “lodo Alfano”. Poi mi sono ricordato che Berlusconi Silvio, mio presidente del consiglio con alcuni giudici della Corte Costituzionale ci ha cenato qualche mese fa e mi sono detto: vabbè mi anticipo, scrivo adesso. Ma sono fiducioso. Forse.
Ritornando agli avvenimenti di ieri, che hanno visto dei lavoratori italiani dell’esercito cadere in guerra. Non ce la faccio proprio a scrivere le solite cose tipo “onore ai caduti”. Nun cia pozz fa. Spesso la verità è dura da digerire. Io so soltanto che i soldati che partono per questioni di patriottismo sono pochi. Io ho visto tanti ragazzi partire per quetioni economiche: “oh mi faccio qualche mesetto tiro su un bel mucchio di soldini, c’è il rischio ma c’amma fa”. Non ho sentito mai qualcuno dire “la patria mi chiama!!!”. Mai. Beh sono cose difficili da scrivere davvero ma purtroppo credo che in tv come sempre si esageri. E’ insopportabile sentire tutta questa enfasi, è nauseante vedere il volto del giornalista di turno dipingersi di dolore per creare l’atmosfera giusta. Io credo che tanti soldati siano tagliati per il lavoro che fanno e che danno anima e corpo per il servizio che svolgono. Ma da qui a generalizzare e insistere sulla storia dell’eroe caduto, sono cose d’altri tempi. Oggi la situazione è totalmente diversa. Ci siamo scordati dei militari tornati che avevano grandissime perplessità sulle missioni in corso? Vogliamo ricordare le scorribande in somalia dei soldati italiani e dello scandalo delle donne violentate e sfruttate sessualmente? Vogliamo sempre prenderci per il culo da soli? Lo voigliamo dire che una guerra è sempre e comunque una cosa sporca? Lo vogliamo ammettere che le missioni di pace con le bombe dal cielo, carri armati e fucili non esistono? Possiamo offendere le nostre intelligenze affermando che la pace è possibile unilateralmente? Lo vogliamo dire che per gli Iraqueni e gli Afghani siamo degli invasori? Lo vogliamo dire che ogni giorno ci sparano addosso ma non lo dobbiamo assolutamente sapere? Insomma, ogni giorno spariamo e ci sparano addosso ma fino a quando non ci scappa il morto per l’opinione pubblica italiana non siamo in uno scenario di guerra. Distribuiamo caramelle e facciamo lo zucchero filato nei carri armati.
Non è facile scrivere certe cose. Soprattutto quando la Tv ci fa il lavaggio del cervello. E’ successo già con quella sorta di militari “privati” … li chiamano i “contractors”. Fanno il lavoro sporco in cambio di stipendi da favola. Beh in tutto il mondo sono arrivati a chiamarli “mercenari” e noi invece di nuovo con la storiella del patriottismo e dell’onore. Insomma, io parto per questioni di danaro, perché per me è un lavoro scortare con un mitra qualcuno in mezzo alle pallottole e sono un patriota? Ma per cortesia, diamo un senso all’intelligenza umana.
Quando si toccano certi argomenti è sempre difficile dibattere. Io so soltanto che non voglio assolutamente abbassare il capo dinnanzi a qualche direttore di giornale o di qualche telegiornale assoldato dal potere per affievolire il costo altissimo di ogni guerra. I servizi in tv fatti per suggestionare e per parare il culo al governo li lascio a coloro che hanno poca stima di se stessi. Non esiste nessuna missione di pace. Le missioni di pace le fa la croce rossa, i missionari religiosi, Emergency sotto le bombe e non gli eserciti. I caduti in tutte le guerre sono caduti in guerra. Mi commuovo al pensiero di quello che si innesca alla morte di una persona. Sto male se penso all’amore violentato di una moglie, una madre o un figlio che aspetta a casa. Per capire certe situazioni bisogna proiettarcisi dentro ed è difficile farlo. Rispetto e cordoglio per coloro che muoiono nell’esercizio delle loro funzioni, ma quella è una vita che si sceglie di fare con tutti i pro e i contro, le luci e le ombre. Questa è una guerra sporca. Stiamo partecipando a una guerra innescata grazie alle menzogne ammesse tra le altre cose, dei servizi segreti statunitensi. Si è partiti al fianco degli Usa perché, si leggeva nei dossier, l’Iraq era il covo di Al qaida, che Saddam nei siti militari aveva armi di distruzioni di massa. Tutte menzogne. Bugie. E intanto siamo ancora li, con l’Onu che oramai ha una macchia che avrà un peso incommensurabile nella sua storia. Da una parte vedo degli integralisti disumani, dall’altra l’occidente che è riuscito sotto la bandiera della civiltà e della democrazia, a mentire a se stesso per raggirare i suoi principi giuridici ed etici. E’ una cosa inaccettabile. Una vergogna. E come si può credere o pretendere che un popolo possa tendere la mano quando è consapevole che i militari che lo bombardano lo fanno avendo addirittura mentito alla loro gente? Come possiamo pretendere che un Afghano o un Iraqueno possa accettare che sia cominciato un attacco militare nel loro paese sulla base di vili menzogne?
Vabbè, io quando comincio a scrivere non mi fermerei piu’ ma dicono che i post lunghi non si leggono e non voglio perdere il rischio di perdere quella diecina di lettori potenziali. Di seguito lascerò un link a un video che documenta un’azione militare dell’esercito italiano. Diciamo che è una piccola finestra aperta sul lavoro e sul vocabolario usato in guerra. Io ho molto meditato diciamo sul verbo “annichilire” pronunciato spesso, troppe volte da quei militari. Annichilire: ridurre al nulla, annientare, umiliare. Beh mi chiedo e credo facciate bene a chiedervi, se il verbo “annichilire” possa essere accostato minimamente al concetto di “Pace”. Siamo in guerra. In guerra si uccide e si muore. Io la conta dei morti la faccio da tutte e due i lati della barricata. Me lo impongo.




UNA GIORNATA DI GUERRA A NASSIRYA

 
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Post n° 56

Post n°57 pubblicato il 08 Giugno 2009 da homosapiens78
 

FINE DELLE TRASMISSIONI

- Le trasmissioni di sinistra riprenderanno al più presto -
(si spera)


Corro a votare, ore 21:40 di Domenica. Ritorno a casa, accendo la tv famelico di percentuali e risultati per poter cambiare l’aggettivo affibbiato ai miei compatrioti. Niente cambiamento d’aggettivo.  Restano ancora, gli italiani, quello che non posso assolutamente scrivere.

Accendo la tv e comincia il teatrino all’italiana: avevano vinto tutti e non riuscivo a capire se avessi vinto pure io. Poi passano le ore e le cose cambiano: avevano vinto tutti solo che erano più stanchi e i festeggiamenti erano più opachi. Passa ancora un pò di tempo e avevano vinto tutti ma l’aria di festa era passata. Mi addormento, mi sveglio stamane, accendo la TV e avevano perso tutti gli avversari. Cioè, tutti i leader parlavano dell’altro che aveva perso: vabbè avranno dormito male e poco e avevano “il muso”. Poi guardo le percentuali ed i risultati erano oramai certi al 99,999%. Mancava all’appello solo un comune con 1200 abitanti e con soli 2 seggi. Mah, evidentemente a presidente di seggio c’erano Luca Giurato in uno e Flavia Vento nell’altro. Guardo le percentuali e lo scacchiere politico italiano è quasi invariato: gli unici che hanno visto aumentare i consensi sono Lega Nord e Italia dei Valori. Il centro-destra esce vittorioso: nonostante al governo resta invariato il suo plebiscito. Il PD, il megagalattico partito di pseudo-sinistra affonda nella sua scorreggina elettorale ebro dei suoi gas. Casini intorno al 6%, non male. Pannella e Storace intorno al 2%. La Sinistra italiana, Rifondazione e Sinistra e Libertà, non superano la soglia del 4%. Rifondazione si attesta al 3,2% e Sinistra e Libertà al 3,00%.  Insieme avrebbero raggiunto il 6,2% circa e 4/5 europarlamentari, ma non c’è intesa politca, le divergenze sono talmente grosse da dover marciare al momento, separati: Vendola è giustamente ripudiato da Ferrero per la sua alleanza coi socialisti Craxiani. Penso, in seguito a questa cernita politica, a Ferrero, Diliberto, Vendola, che con i “purpetielli” della “paranza Prodi” al Governo ci sono andati, ma alle europee, insieme per rappresentare il popolo della sinistra, no. Non c’è analisi da fare. Io credo ci voglia un minimo di responsabilità. Credo che l’elettorato di sinistra, quella radicata attorno ai valori storici della sinistra oggi si senta paradossalmente sfruttato. Si torna alle urne, si crede fortemente in una rinascita delle forze di sinistra e ci si rende conto poi, guardando i risultati che questa grande dispersione di voti ha riportato alla catastrofe. E’ mai possibile che nel clima di tensione in cui viviamo, in una situazione in cui le destre stanno adottando politiche deleterie per le classi più deboli, non si riesca a creare un fronte unico, compatto, determinato, per ritornare al giusto peso nelle stanze dei bottoni?. Il 7% circa della popolazione italiana chiede una rappresentanza antagonista alle politiche delle vecchie e nuove destre e l’unica cosa che si riesce a fare è spaccarsi e inventarsi nuovi cartelli elettorali. Non è assolutamente possibile. C’è bisogno di unità e mi deprime pensare che dopo la debacle alle ultime elezioni politiche si continuino a fare certi errori. L’avvicinamento di Ferrero e Diliberto è da apprezzare, evidentemente hanno capito che in questa fase storica bisogna cominciare a trovare insieme le giuste soluzioni alla mancanza di consenso. Per Vendola non ci sono parole da spendere. Da anni perno della maggioranza politica di Rifondazione decide di fuoriuscirne perché messo in minoranza nel partito. Alla faccia della democrazia! Intanto il popolo di sinistra viene chiamato all’appello, risponde con dei “pizziconi sulla pancia” e non ci si vede rappresentati in Europa per via delle crepe nel muro maestro. Invece di cercare di coprirle le crepe, con dovute soluzioni, ci si schiera da una parte e dall’altra dalla lesione. Alla fine dei giochini? Sconfitta ingiustificabile quando invece con l’unità e un minimo di buon senso si sarebbe potuto avere qualche eruroparlamentare per dar manforte all’opposizione della Sinistra Europea a Strasburgo. Un’altra cosa imperdonabile. Tirarono ieri, e tirarono ancora, e ancora più forte e la corda si spezzò. Con la corda a terra oggi tirano ancora. Ma che c’è da tirare ancora? Che cosa?

Oramai davvero non si trovano parole per descrivere l’entità del masochismo a sinistra. Si continua a litigare persino sul simbolo e le destre continuano a trovare il giusto collante per determinare il potere della massoneria liberista e fascista. Adesso è necessaria un’analisi seria, responsabile e fattiva soprattutto. Alle analisi devono seguire per forza di cose, i fatti: l’unità. Questo paese ha bisogno di soluzioni importanti. Redistribuzione del reddito, la tassazione delle rendite finanziarie per migliorare le condizioni economiche degli stipendiati, salariati e pensionati. Bisogna ripartire da questo per poi toccare tematiche scottanti come ad esempio il finanziamento per gli armamenti. Fra qualche mese ci saranno spese militari per miliardi di euro quando una grossa fetta di persone non arriva più alla fine del mese. Fra qualche mese si ricomincerà a lavorare sul ponte sullo stretto di Messina ed altri miliardi e miliardi spesi per un opera inutile  e c’è gente che dovrebbe vivere con una pensione di 500 euro al mese. Ecco, queste sono le risposte che riesce a dare una destra populista e affarona, per non parlare chiaramente dell’elemosina fatta ai ceti meno abbienti con la social card. Qualche tempo fa qualcuno disse “o si fa l’Italia o si muore”. Adesso mi verrebbe da dire, ed ho meno carisma di Giuseppe Garibaldi: “o si fa il Partito Comunista o ce facimme o fegato amaro”. Però come frase pure è accattivante. Giusè, massimo rispetto.

 
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Post n° 55

Post n°56 pubblicato il 25 Maggio 2009 da homosapiens78
 

La domanda "ci azzecca" coi tempi che corrono:

"ad maiora" o "ad capocchiam"?

- Riflessioni figlie dello stato psicologico di un italiano - 



Si avvicina la tornata elettorale del 6-7 Giugno 2009. Adesso è così che si chiama: tornata elettorale. Bella parola, “tornata”, mi da il senso di qualcosa che deve ritornare. In effetti qualcosa da ritornare c’è. Deve ritornare, il consenso da parte della gente, un consenso oramai determinato purtroppo, dal populismo di una destra affarona e anticostituzionale e dalla mancanza di una credibile alternativa per il paese. Per il momento la sinistra, quella vera, combattiva tenace libera e antagonista, quella con la falce ed il martello a dettare soluzioni, non è ancora resuscitata. Dopo la debacle alle ultime elezioni politiche, forse a causa della bistrattata legge sulla “par condicio”,  ancora non si è visto nessuno fatta eccezione per Diliberto da Santoro e da Vespa per Rifondazione – Comunisti Italiani. In effetti in tutte e due le occasioni, la sua dialettica e la sua capacità di analisi risultano essere ancora graffianti.  Spesso mi chiedo se sia possibile pensare e/o scrivere sempre le stesse cose. Alle volte mi spavento. Sono arrivato quasi a non sopportarmi, ma la situazione è questa: un senso di torpore e fastidio. In questa situazione non mi resta che ribadire e marcare ancora, sempre con estrema convinzione, il mio dissenso e i miei “No” con qualche riflessione messa giù d’un botto. Ecco, il tema potrebbe essere “la politica e i contenuti”: perché queste due cose oramai non sono più collegate? Perché una persona che fa politica in questo paese non sente più la responsabilità di parlare di cose concrete? Perché l’unica cosa che sono capaci di fare oramai è litigare e fare proclami per guadagnare qualche preferenza e farne perdere qualcuna al loro avversario e/o schieramento opposto? Ma soprattutto mi chiedo: perché il popolo italiano oramai si è abbandonato ad una “stronzaggine” così acuta? Mi verrebbe a questo punto da scrivere, essendo un seguace di “Quelo”, nota divinità “guzzantiana”: “la risposta è dentro te, però è sbaiata”! Invece non mi resta che scadere in un’insalata di ironia e sopportazione: “gli italiani in quanto a stronzaggine, come si dice nei circoli di anziani ultra-partenopei, sono carta conosciuta”. Ad essere sincero, su quello che ho appena scritto, non ho nemmeno un minimo di ripensamento. Pannella, Pertito Radicale, ad Anno Zero, rigurgitando rabbia su tutta la classe politica e sugli Italiani “imbecilli” a casa, ha detto evidentemente di peggio e l’Italia vorrebbe cambiarla per il 70% in meno rispetto a me che sono un fetente comunista. Ecco, con l’ultima frase mi sono candidato ad essere un probabile politicante omologato. Impegnandomi sono riuscito a denigrare con classe Pannella e sparare percentuali a “cazzo di cane”. Chissà che se avessi il collare oppure due “zizze” simpatiche e maleducate, il cavaliere Berlusconi non mi proporrebbe un seggio al parlamento europeo. Adesso che ci penso, l’ultimo mese di campagna elettorale lo si è passato a parlare delle candidature che il Cavaliere aveva proposto per il partito di sua proprietà e di cui è presidente: show girl avvenenti che, ed è cosa accertata, con un corso di 3 giorni, con docente Ignazio La russa, hanno acquisito qualità tali da poter essere potenziali europarlamentari italiane. Perché mia madre toglieva oggetti con la punta quando ero piccolo e adesso che sono adulto e avrei serie motivazioni per tentare il suicidio non lo fa?. Credo fermamente che in 3 giorni una decina di ragazzine con culo e tette revisionati possano addirittura diventare europarlamentari, ma La Russa docente no, dai. La Russa abbisogna di uno che gli fa lezioni di italiano lo mettiamo a fare il docente?. Ah, che sbadato, me so scurdat la storia di Alleanza Nazionale e le raccomandazioni alla Rai di aspiranti vallette ad opera di Fini e La Russa, il famoso caso “vallettopoli”: oramai a vicchiaia me sta pigliann decisamente. Però ce l’hanno nel sangue, perseverano. Ho un’indubbia difficoltà nell’individuare l’argomento da cui poter cominciare un’analisi sulla situazione apocalittica che siamo costretti democraticamente a vivere. Si dovrebbe passare prima ore ed ore a sparlare delle puttanate in corso per poi riuscire ad ottenere la giusta attenzione da parte della gente che, talmente sono assurde le cose che accadono, sembra non credere alle loro orecchie. Ma non intendo elencarle tutte, non reggerei la fatica, pagine e pagine di storielle al limite del possibile. Da cosa potrei cominciare. Forse dalle corna fatte in un summit dei ministri degli esteri dell'Unione Europea da Silvio Berlusconi, per passare all’aggettivo “abbronzato” da lui dato al neo presidente Usa, dopo che tutti i giornali del globo titolavano “fine delle discriminazioni razziali in America” fino ad arrivare a cose ben più gravi tipo Vittorio Mangano, mafioso di rango, stipendiato dal Cavaliere come stalliere nella villa megagalattica di Arcore?. Ma cosa vuoi che sia, il presidente del Consiglio italiano aveva in casa a servizio, un mafioso da collezione. E quale casa più sicura se non Arcore?. Ma lui che ne sapeva, se voglio fare il garzone del salumiere sotto casa mi chiedono il casellario giudiziario e il presidente del consiglio Italiano assume nella sua casa, un “mafioso pezzo da 90”. Penso spesso al fatto che Bill Clinton, ex presidente Usa, è stato messo al rogo per un pompino fatto da una studentessa sotto la sua scrivania in ufficio. Un presidente statunitense e la sua corrente politica ha pagato amaramente per un fisiologico pompino e il presidente Berlusconi è regolarmente in carica avendo stipendiato un mafioso, avendo fatto delle leggi per non farsi processare nelle numerose azioni giudiziarie a suo carico, essendo proprietario di 3 reti televisive e 3 giornali a tiratura nazionale e svariate altre attività e partecipazioni che vanno dal commercio, alla finanza all’edilizia a chissà che altro ancora. Dico “chissà che altro ancora” perché come si muove c’è qualche interesse che viene fuori quasi per magia. Che ne so, vedi il fratello che forniva i decoder per il digitale terrestre nel periodo degli incentivi statali. Che coincidenza, ma sono proprio un “coglione” comunista, come mi definisce lui con dialettica degna della carica che ricopre. Io non lo so, pensare che è conflitto di interessi il fatto che uno fa una legge per il digitale terrestre e suo fratello fornisce i decoder per gli incentivi statali elargiti. Aspettate, mi assento un attimo che vado a convincere mia madre a togliere oggetti con la punta da casa. Mi voglio salvare.
Tornando alla situazione politica o para-politica italiana che dire, mi ero ripromesso di riflettere poco che poi non avevo più la forza per pensare. Proprio qualche giorno fa è stato ricordato come ogni anno, Falcone e la strage di Capaci. Diciamo che mi viene la pelle d’oca a riflettere sul fatto che un buon amichetto di Berlusconi Silvio e della confraternita di centro destra, Totò Cuffaro, ex governatore della regione Sicilia e condannato per favoreggiamento alla mafia oggi è in parlamento in quanto “pupillo UDC” e “faro” del centro destra (dato che in Sicilia senza Cuffaro, non la si spuntava. Chissà perché.). Solo per una questione storica, voglio evidenziare che l’essere di specie umana Cuffaro Totò, fù colui che all’inizio degli anni ’90, in diretta audio-video dalla Sicilia, mise in discussione Giovanni Falcone al Maurizio Costanzo Show dicendogli faccia a faccia che stava esagerando con le indagini in Sicilia. Mia madre si è già attivata, non trovo oggetti a punta in giro. Grazie mamma, son tanto felice perché ritorno da te.
Cercherò di smetterla con quello che definiscono sarcasmo ed io invece, eiaculazione celebrale: tenterò di essere serio. Italianiiiiiiiiiiiiiiii!!! (applauso della folla manganellata) - SEGUE - Scetatev ro suonn!!! L’unica cosa che posso augurarmi è che gli italiani, mossi da un profondo amor di patria ricomincino a riappropriarsi della politica. Oramai siamo allo sbando più totale, non c’è neppure più senso critico. Anche queste elezioni si sono oramai incanalate nella lotta a distanza fra Franceschini, rovina della nazione in quanto presidente del Partito Democratico e Berlusconi in quanto tale. Oramai ci sono riusciti a fare fuori coloro che avrebbero potuto pensarla diversamente. Ma io non riesco a capacitarmi del fatto che nessuno si ribelli a questa situazione da “dittatura dolce”. Una legge elettorale che ha istaurato la dittatura di 2 partiti. Oggi neppure più i candidati possiamo sceglierci. I partiti dall’alto mettono in fila gli “adepti” che a seconda del serbatoio di voti presi uno ce la fa e un altro no sulla base della posizione che si ha nella lista. In effetti si sono organizzati bene. Non è più la persona al centro di tutto ma gli interessi delle due fazioni e il loro potere economico. Più mezzi controlli, più riesci a fare il lavaggio del cervello alla gente, più voti prendi, più fai i cazzi tuoi. In questo immenso vespasiano che succede a sinistra? Spaccatura. Rifondazione si rifonda, Vendola e 4 gatti se ne vanno a fondare un’altra listarella, Diliberto ritorna, Ferrando non si sa. Dopo essere passati alla storia come i responsabili della scomparsa delle forze comuniste in parlamento, per la prima volta dal dopoguerra ad oggi, non sono ancora riusciti a mettere su una piattaforma politica per un unico partito antagonista. Un partito che possa riunire coloro che sono di sinistra non per sfoggiare la “maglietella” di Che Guevara ai raduni anti-psiconano, ma perché la giustizia sociale ce l’hanno nel DNA. Ancora Compagne/i costrette/i a darsi un “pizzico sulla pancia”, come si dice a Napoli. L’ultima volta “il pizzico” non se lo sono date/i ed è successo quello che è successo. Oggi paghiamo le scelte borghesi prese da dirigenti insensibili di deriva governativa: quant’è stato bello il governo Prodi. Vergogna. Comunque di dare un pò di spiritualità a questo mio scritto: "Quelo" ce lo ripete ogni giorno: “le cose non è che vanno veramente bene, bisogna smetterla di miagolare nel buio”. Guzzanti carissimo, dopo "Quelo", perché non ci inventi un segretario di partito che davvero esprima la tendenza alla ricerca, nel nostro paese, di un processo umano di normalizzazione prima e di giustizia sociale poi. Perlomeno 10 minuti a settimana di soddisfazione potresti regalarceli. Speriamo che d’ora in avanti le cose vadano “ad maiora” e non “ad capocchiam”. Per il momento l’Italia è ancora fatta dagli italiani alle urne. Speriamo che si rifletta, si dia giusto peso al voto e si consegni il destino collettivo nelle mani di gente che agisca davvero senza calpestare l’anima della nostra costituzione. Stiamo vivendo ultimamente la barbarie: ideali di giustizia, libertà, solidarietà e uguaglianza violentati con provvedimenti approvati a colpi di maggioranza. In questo modo non si governa un paese. In questo paese certa gente non merita di coprire cariche istituzionali. Dignità!

 

 
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Post n° 54

Post n°55 pubblicato il 25 Aprile 2009 da homosapiens78

 VenticinqueAprileMillenovecentoquarantacinque

L I B E
R A Z I O N E



25 Aprile. Resitenza. Liberazione dall'invasione Nazista e dalla dittatura fascista. Un giorno per ricordare gli italiani che mossi da ideali di giustizia libertà e amor di patria, hanno sacrificato la loro esistenza per le generazioni a venire. Noi, figli di quegli anni, abbiamo un compito importante: non dimenticare. Non dimenticare quelle donne, quei bambini, anziani uomini studenti che con un fucile in spalla diedero un contributo importante alla liberazione del nostro paese dalla cappa disumana dell'organizzazione economico-socio-culturale di Mussolini e di Hitler. Spero ogni anno che non venga presa questa giornata come l'esaltazione della retorica di cui l'uomo è capace. Bisogna ricordare, approfondire e magari visitare i luoghi simbolo della resistenza per respirare ed immergersi nella storia e capire nel profondo un fenomeno unico. Chi prese parte alle brigate partigiane era gente comune. Era io, tu, lui, loro, la società. Era gente che sentì il bisogno di insorgere difronte alla barbarie dell'invasione tedesca e alla devastazione della dittatura fascista.
C'è qualcuno che addirittura tenta di mettere in discussione i valori della resistenza e la resistenza stessa. Assistiamo all'ascesa purtroppo di formazioni politiche neo-fasciste e mai come oggi l'attenzione deve essere rivolta alla memoria. Bisogna resistere ancora oggi e difendere a spada tratta la pagina più importante della nostra storia. Una pagina che vide, unito, il popolo italiano nella ricerca della libertà, democrazia, e giustizia.

Ogni anno rivedo le immagini di Germano Nicolini, il partigiano "Comandante Diavolo" del terzo battaglione Sap della 77ª brigata Manfredi. Ecco, nei suoi occhi e nelle sue parole pronunciate con sentimento vero, ritrovo la carica giusta per ricordare tutti i partigiani morti per dare a questo paese la giusta dignità.


      


<< ... sono partigiano perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti ... >>
                                                            Antonio Gramsci - Scritti giovanili -


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Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 07 Aprile 2009 da homosapiens78
 

A B R U Z Z O



Sono uno che ama quella terra. L’Abruzzo l’ho girato in lungo e largo ma l’Aquila e la sua provincia non l’avevo ancora visitata. Era uno dei luoghi però su cui stavo facendo dei progetti con la mia lei, L’Aquila, Lanciano. Per anni l’Abruzzo è stato meta delle mie vacanze estive. Era davvero “staccare la spina”. Parco Nazionale della Majella, a 1200 metri, fauna e flora che marcano ogni istante la loro presenza, momenti davvero indimenticabili. Per uno di città vedersi svolazzare un falco sul parabrezza dell’auto o ascoltare i passi di un cinghiale o vedere gli occhioni di una volpe nel buio è davvero paradisiaco. Beh, i ricordi sono tanti, è una terra che amo e amo anche la sua popolazione. Sempre tutti a dirmi che gli abruzzesi son burberi. A parte che i burberi li preferisco agli imbecilli egocentrici, ma queste sono cose personali, non ho riscontrato questa cosa nelle persone che ho incontrato, anzi. Ho sempre notato loquacità e apertura al dialogo. La prima volta che ho calpestato quelle terre è stato 6 anni fa per organizzare un vacanza full immersion nella natura in un borgo rurale sotto il monte San Domenico fra Pizzoferrato e  Montenerodomo, provincia di Chieti. Indescrivibile. Poi dagli anni successivi sono passato al centro. Tornare alle 3 di notte e raggiungere i piedi del S. Domenico in montagna, è avventuriero forse un po troppo. Da quell’anno in poi ho cominciato a sentire una sorta di dipendenza da quei luoghi ed ogni anno è stata la mia meta per ritrovare il “centro di gravità permanente” anche per soli 20 giorni all’anno. Un giorno di primavera siamo partiti e dalla mattina abbiamo cominciato a cercare un alloggio per l’estate. Diciamo per farla breve che amiamo la montagna e siamo degli accaniti nemici della vacanza al mare “in” “fashion” “cool” da mostra-pareo e abbronzature record. Per non parlare poi delle caciare serali. Dopo vari tentativi andati a vuoto, abbiamo finanche importunato un geometra che stava accoppiandosi con la segretaria nel suo studio. Dopo quell’incontro ravvicinato del terzo tipo siamo riusciti a trovare quello che faceva per noi. Sul corso di Montenero avviciniamo delle anziane signore adite a sbucciare i piselli sedute in cerchio e chiediamo se sapessero di qualche casa in fitto nella zona. Immediatamente, dopo una fase di consultazione in abruzzese verace, telefonano un anziano signore che dopo qualche minuto si precipita col suo triciclo verde. Ci presentiamo, ci invita a seguirlo per vedere la casa. Io gli chiedo di entrare in macchina con noi e lui mi guarda con aria di sfida come per dire “cretino col triciclo in montagna si va una bellezza”. Alla fine sale in macchina. La casa sul punto più alto del paese. Bellissimo, una terrazza immensa che dava sulla pianura, la veduta non finiva mai. Visitata la casa, parliamo un po, ci confrontiamo e ancora dentro gli spieghiamo che a noi serviva solo per dormire perché durante il giorno saremmo stati in giro sino alla sera. Ci guarda e ci dice: “vabbè ve la dong a gratis”. Infestati dalla cattiveria metropolitana, noi, restiamo sbalorditi. Non accettiamo e  gli chiediamo il dovuto. Alla fine per una cifra irrisoria prendiamo la casa. Da quell’anno, Abruzzesi di adozione.
Oggi faccio i conti con la cruda realtà di una catastrofe. Come sempre mi ritrovo a cozzare contro il muro di gomma delle riflessioni. Come sempre, anche sulle tragedie si innescano le polemiche. E’ di queste ore la notizia che vede protagonista un tecnico aquilano il quale, stando a quanto afferma avrebbe messo a punto una strumentazione in grado di prevedere i terremoti. Se così fosse, sarebbe la notizia e l’invenzione del secolo. Leggendo, guardando filmati nell’immenso mondo del web, ho appreso che avrebbe previsto il terremoto a L’Aquila. Perché non lo ha fatto presente alle autorità? Semplice, perché qualche giorno fa, in seguito ai suoi studi e monitoraggi, si è visto recapitare, un avviso di garanzia per “procurato allarme”. Gli è stato intimato inoltre di non diffondere notizie derivanti dai suoi studi. Di seguito un video, il più chiaro forse, dove le domande e le risposte fanno chiarezza sull’attività del tecnico abruzzese, Gianpaolo Giuliani. Quello che è successo è una tragedia, Città intere rase al suolo, il capoluogo abruzzese in ginocchio, migliaia e migliaia di persone per strada. Il reset. Si ricomincia tutto da capo. Solo due parole di riflessione. Si poteva dare peso e ascoltare seriamente Giuliani? Bertolaso, dopo Napoli, ancora una volta il protagonista negativo.


L'intervista esclusiva di Bruno Vespa a Giampaolo Giuliani

 
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