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« unsaidPost orgasmic mistake »

Miele

Post n°66 pubblicato il 05 Giugno 2011 da honey.comb
Foto di honey.comb

La notte era buia e i suoi passi sempre più amplificati dal silenzio circostante. Dopo i suoi, altri passi. Il cuore le batteva forte, quasi rimbombava nelle tempie. Affrettò il passo cercando di non pensare. Questo la fece pensare ancor più incoerentemente. Cercava di respirare a fondo scacciando quel senso di paura incombente. Vedeva a stento dove stava andando e nel mentre frugava nella borsa per cercare le chiavi. Allungò il passo per capire se la stessero seguendo. I passi dietro a lei aumentarono il ritmo. Girò l’angolo ormai conscia di essere seguita. Girò l’angolo e il cuore perse un colpo quando si avvide che la strada era chiusa. Si girò di scatto, pronta almeno a lottare, un urlo sospeso tra le corde vocali. Un altro battito andò a segno irregolare.

-         Maya che fai qui? –

-         Hai dimenticato la sciarpa al corso –

-         Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo di essere seguita, perché non mi hai chiamata? –

-         Mi divertiva vederti scappare… -

Gioia a poco a poco cercò di scacciare la tensione accumulata. L’amica le si avvicinò con una strana espressione in volto. A pochi centimetri di distanza le mise la sciarpa attorno al collo, indugiando.

-         Ma…Maya che ti prende?  -

-         Ti sto solo guardando. Nei tuoi occhi si legge ancora una traccia di paura e le tue guance sono arrossate, mi sto chiedendo se per caso tu sia anche bagnata –

La ragazza esitò confusa. Da un lato l’adrenalina di pochi minuti prima, cozzava con l’irritazione della spudoratezza di Maya, lasciandola ammutolita.

-         Lo diceva anche il prof prima no? Le forti emozioni possono lasciare un senso di eccitazione a volte, posso verificare Gioia? –

Il tono di voce era conciliatore e  Gioia non riusciva a credere fino in fondo che l’amica fosse seria in quel che diceva;eppure in quegli occhi leggeva un riflesso nuovo che a mala pena riusciva a sostenere ma da cui non riusciva a sfuggire. Maya non perse tempo, con una mano teneva fermi i lembi della sciarpa e con l’altra le stava sbottonando il cappotto. Mise una mano sotto la gonna e l’infilò rapida dentro collant e slip. Gioia sembrava impietrita e solo quando Maya con un dito arrivò fin dentro ai suoi umori, sussultò

-         Ma che fai? Sei pazza? – fece per allontanarla ma Maya la spinse contro il muro, bloccandola con il suo peso.

-         Si chiama studio sul campo – Gioia trattenne la mano dell’amica

-         Non scherzare, lasciami andare –

Maya la fissava sempre più profondamente

-         No, lasciati andare tu… -

In quello cominciò un piccolo movimento circolare con il palmo della mano, tenendo il medio puntato verso l’apertura, sempre più bagnata, dell’amica. Gioia continuava a stringerle il polso ma senza troppa convinzione.

-         Ti prego, Maya… - socchiuse gli occhi e Maya le sussurrò all’orecchio

-         Si, pregami di smettere…pregami… voglio sentirti pregare mentre ti faccio godere… -

Per un attimo la testa le si annebbiò. Maya sapeva come muoversi, sapeva come e dove toccarla. In poco tempo, se avesse voluto, avrebbe potuto portarla all’orgasmo, ma ogni volta che ci si avvicinava, quasi lo sapesse, rallentava il movimento, mutandolo. Gioia sussultava, gli occhi chiusi, mentre l’amica continuava a leccarle lievemente il collo.

-         Maya… -

-         Non ti farò venire fino a quando non me lo chiederai – le vibrò dentro l’orecchio. Gioia era sempre più eccitata, quasi infoiata ma non riusciva ad articolare parola – Chiedimelo dai… -

-         Ti… ti prego…non ce la faccio più.

Maya sorrise maliziosa. In un attimo le calò calze e slip e affondò la lingua in mezzo alle gambe dell’amica. Poi senza fretta ricominciò a stimolarla ma a quel punto Gioia era troppo eccitata per poter attendere, il freddo della sera sulle gambe e il calore della lingua dell’amica. Venne con un urlo sordo e lungo. Maya rimase li, con la lingua sospesa per farle godere fino in fondo il suo orgasmo e non appena si fu calmata, diede qualche altro piccolo colpetto e la rivestì. Gioia aveva le braccia a penzoloni, gli occhi ancora socchiusi, come ondeggiante all’eco del suo piacere. Si scosse appena e i suoi occhi furono catturati dallo sguardo scuro di Maya.

-         Perché? –

-         Perché sai di miele e dal miele si è inesorabilmente attratti! –

 
 
 
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