IL MIO MARE
Non vivere mai senza vita!
LETTERA - V.LAMI
Lettera - V.Lami |
sabato 29 settembre 2007 | |
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IL MARE DELLA VITA
(G. Tortorici - P. Cascone)
Ma qui è facile affondare in questo grande mare se non trovi una riva dove poter approdare.
E’ la legge della vita, e la vita è come il mare, orizzonti sconfinati e avventure da affrontare.
Io guardo quella stella che si specchia nel mare e cerco di raggiungerla ma non lo posso fare.
Ma quella stella lassù che si specchia nel mare è una luce sicura che mi fa orientare.
E’ la legge della vita, e la vita è come il mare, orizzonti sconfinati e avventure da affrontare.
Le stelle sono come i pensieri sono libere di volare nessuno le può rapire, nessuno le può afferrare.
Le stelle sono i nostri desideri custoditi nel cuore che teniamo stretti stretti dentro e non vogliamo raccontare.
Ma in un mare che si rispetti dopo la tempesta che minaccia d’improvviso cala il vento ed arriva la bonaccia.
E remando in questo mare mi vien voglia di cantare e dalle onde di questo mare io mi lascio trasportare.
E’ la legge della vita, e la vita è come il mare, orizzonti sconfinati e avventure da affrontare.
Pensando Eli e Mimì
Post n°650 pubblicato il 25 Marzo 2012 da igor_2007
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Erri De Luca |
Post n°647 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da igor_2007
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Post n°646 pubblicato il 29 Settembre 2011 da igor_2007
C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti gliel'ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
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Post n°645 pubblicato il 06 Giugno 2011 da igor_2007
Siamo in molti qui, l'acqua è grigia, fa freddo ma lo sento appena, però c'è tanto da mangiare, sardine, piccoli pesci, ci tuffiamo correndo in mezzo a loro e la bocca si riempie, la fame non è un problema. Con i miei compagni ci divertiamo a nuotare veloci, e il primo che avvista un branco di acciughe lo comunica a tutti, ogni tanto uno di noi se ne va dietro ad una barca che trascina un filo quasi invisibile, ma il gruppo non si disperde, restiamo tutti uniti perché se vogliamo difenderci dai nemici e trovare cibo abbondante è così che dobbiamo fare. E tutti insieme un giorno decidiamo di lasciare quelle acque fredde e piene di pesci da mangiare, perché c'è qualcosa che ci chiama verso sud, non lo sappiamo cos'è, ma da sempre quando le giornate cominciano a prendere il sopravvento sulla notte noi tonni facciamo così. Per me è la decima volta che mi lascio spingere dall'istinto verso quello stretto passaggio dove d'un tratto sembra di correre dentro un fiume, che non c'è bisogno nemmeno di muovere la coda per viaggiare veloci. Per dieci volte una voce dentro di me mi ha detto di andare, nuotare, e accanto, e davanti, e dietro, tanti altri tonni nuotano dritti verso l'appuntamento che la Natura ha preso per loro mille e mille anni fa; io spesso nelle notti rischiarate dalla luna, nelle baie dall'acqua gelida, me lo sogno quel posto luminoso e caldo dove mi sento completamente a mio agio. Ogni volta che ci torno è come ritornare alla giovinezza, quando ero un tonnetto di pochi grammi eppure già correvo dietro alle larve diafane che mi passavano davanti trasportate dalla corrente. Per due o tre volte ho visto i miei amici più grossi, dai quali avevo imparato a inseguire le cicirelle (1), correre verso ponente, e poi per tanto tempo non li ho visti più; però quando l'acqua cominciava a riscaldarsi li vedevo tornare, e mi raccontavano di praterie di alghe dove il cibo non manca mai. Un giorno mi sono sentito forte abbastanza per andare con loro (2), e da quella volta anch'io mi faccio sospingere dalla corrente che passa tumultuosa avanti e indietro in quella specie di imbuto che divide l'immenso Oceano con le enormi onde dal più tranquillo mare interno dove l'acqua è calda e limpida, il sole ti inebria e il sale ti riempie gli occhi e le branchie (3). Ora sono un tonno adulto, e i 250 centimetri di lunghezza sono tutti attraversati da muscoli potenti, in grado di spingere i miei quasi 300 chili ad una velocità anche di 35 nodi (4). Le Plejadi sono sorte in cielo, e la loro luce rischiara la notte, l'onda dell'Oceano aiuta il mio nuoto, da giorni viaggio senza sosta e sulla mia sinistra corrono porti e spiagge lunghissime, città e alte rocche, c'è cibo per me e per i miei compagni, ma l'istinto mi dice di andare avanti, di non fermarmi, di nuotare sempre più veloce, qui a trenta metri di profondità stiamo correndo verso il nostro mare promesso (5). Da qualche giorno la fame si fa sentire di meno, bastano pochi pescetti per riempirmi lo stomaco, e faccio fatica a scendere là dove la luce del sole quasi non arriva, come invece facevo fino a qualche giorno addietro (6). Ora a sinistra c'è spazio, la costa rientra, viro anch'io e d'un tratto una corrente violenta mi afferra e mi trasporta a velocità sempre crescente, è come venire risucchiati, altri gruppi di tonni si uniscono al mio, vengono da ponente e da mezzogiorno, tutti insieme ci precipitiamo dentro quel fiume che corre sotto il mare, inutile cercare di cambiare rotta, e poi perché? stiamo andando dove ci chiama il Dio dei tonni, a destra e sinistra intravedo tremule costruzioni sottomarine che ingoiano alcuni dei miei compagni (7), ma io proseguo dritto, al centro di quella strada liquida che la Natura ha costruito per noi, davanti a me il mare diventa sempre più bello, limpido e caldo. Ecco, la spinta della corrente diminuisce, ci ritroviamo in un tripudio di colori, siamo in tanti, più di quanti eravamo quando abbiamo iniziato questa corsa verso la luce; alcuni deviano a sud, altri a nord, io col mio gruppo proseguiamo verso levante, è lì che nasce il sole. Giorni e giorni di navigazione nell'acqua sempre più calda e salina, con l'addome che si riempie di ora in ora nonostante non mangi ormai da tempo, non sento nemmeno il morso della fame, piuttosto cos'è quella tensione che mi opprime lo stomaco? (8) Ora la tensione è troppo forte, devo liberare l'addome e per farlo ho bisogno di acque più luminose e meno profonde, l'istinto mi dice di deviare la mia corsa e andare verso terra, lì troverò ciò che cerco. Il mio branco stavolta è meno numeroso, alcuni compagni ci hanno lasciato già da qualche giorno, altri tirano avanti, noi ci stringiamo ancora per non restare isolati, stavolta non c'è la corrente violenta a condurci per mano, ma un soffio che ci suggerisce il cammino; ora davanti abbiamo la terra, il fondale sotto di noi sale rapidamente, dobbiamo virare ancora ma non vogliamo allontanarci da quelle acque dove stiamo così bene, ci incamminiamo per un sentiero invisibile che corre parallelo alla costa, che scorgiamo con l'occhio sinistro. Riprendiamo a correre, e intanto la pressione nello stomaco diventa insopportabile. Cos'è quello sbarramento di rete che ci impedisce il cammino? Lo risaliamo velocemente, dovrà finire prima o poi. Ecco, finalmente un'apertura, via veloci verso il mare aperto ... no, ora ci sono sbarramenti a destra e sinistra, dappertutto, dove siamo finiti? Corriamo a levante, niente, un muro anche qui, proviamo a ponente ma il risultato è lo stesso. Che facciamo? Lo spazio c'è, intanto possiamo nuotare sereni, dopo si vedrà. All'inizio nel branco c'era un poco di nervosismo, ma poi ci tranquillizziamo, non c'è pericolo, e anzi altri tonni stanno arrivando un po' alla volta, ora siamo nuovamente in tanti, tre - quattrocento, forse di più. I nuovi arrivati sono più giovani, corrono veloci come per gioco tutti insieme ma non ci danno fastidio. Due scontrosi pescispada se ne stanno per i fatti loro, non sembrano tranquilli in questo posto, vanno avanti e indietro nervosi e non ci degnano di uno sguardo. E' bello partire veloci accanto a lei, girarsi e rigirasi nell'acqua limpida, vedo il suo ventre brillare sotto i raggi del sole che arrivano fin qui (10), le mie gonadi si vanno svuotando, e intanto continuo a correre girandomi con la pancia in su, dal fondo punto verso la superficie, poi viro a sinistra, e mi rituffo nel blu. Sui fianchi sento scivolare l'acqua ormai tiepida, e non faccio fatica a mantenermi sempre alla stessa profondità, è come fluttuare nel nulla. Sono felice, e mi piace pensare che quando il giorno e la notte dopo il lungo inverno si divideranno ancora il tempo, io sarò nuovamente qui, dove sono nato tanti equinozi fa, assieme agli altri tonni per il nostro lungo viaggio d'amore. Appena il sole sorge arrivano barche nere, e strani esseri si sporgono per guardarci da dentro un cilindro, loro guardano noi, e noi guardiamo loro, cosa vorranno? E quello strano essere avvolto dalle bolle d'aria che passa attraverso il branco come per contarci, cos'è? Non lo sappiamo, ma sentiamo che per noi non è un pericolo, non è come quell'altro pesce che ha la coda come la nostra ma che ci insegue e si butta sopra i più deboli facendoli a pezzi con i denti aguzzi (11). Da giorni giro senza sosta dentro questa trappola, non so più cosa fare, e mi sta tornando la fame ... (12). Il sole se n'è andato, oggi non c'è luna, le code dei miei compagni lasciano una scia fosforescente nell'acqua di cristallo, la temperatura è mite, è dolce lasciarsi cullare dalla leggera corrente che spira da levante, ma è un attimo, nel buio sono andato a sbattere contro qualcosa, non posso più nuotare, chi mi blocca? il terrore mi assale, le branchie bruciano, l'acqua non scorre per la gola, non mi arriva più ossigeno nel cervello e nei muscoli, tentacoli invisibili mi avviluppano il muso, la coda e le pinne, cosa accade? con tutta la forza che mi resta cerco di sfuggire a quella morsa che mi sta uccidendo, la coda si libera, tendo i muscoli, inarco la schiena, fra qualche secondo morirò, no, qualcosa cede, uno schiocco secco, il muso è libero, ancora uno sforzo, riprendo a nuotare, piano però, sono esausto e il mio piccolo cuore batte all'impazzata. Cosa è successo? (13). Ora la luce è tornata ad illuminare il mare, nel muro che ci separa dalla libertà c'è un buco delimitato da brandelli di rete, ieri prima che facesse buio non c'era. Lì stavo perdendo la mia vita. Le barche sono ritornate, ma stavolta ne vedo passare tante, sono molte più dei giorni scorsi. C'è confusione là sopra, le barche si attaccano una sull'altra, da quella più piccola occhi curiosi ci spiano attraverso il cilindro dal quale riesco a vedere il volto di un uomo e il cielo azzurro. La corrente e l'istinto mi dicono di correre verso ponente, ma un muro di rete me lo impedisce, no, il muro non c'è più, di là c'è la libertà, mi fermo incerto, sarà vero? anche i miei compagni non sanno cosa fare, continuiamo a girare in tondo come se la nostra prigione fosse ancora chiusa, ma è un attimo, andiamocene via, corriamo dove ci dice il cuore (14). La libertà! Da giorni avevo dimenticato cosa vuol dire, finalmente niente ci ferma, corriamo tutti insieme ... Ma cos'è? un nuovo muro, stavolta ancora più solido, dalle maglie quasi non passa nemmeno l'acqua, torniamo indietro, qui non sappiamo cosa ci aspetta. No, impossibile ritornare, dove prima c'era il nulla è comparsa una rete con dei fiori gialli intrecciati, non l'avevo mai vista prima (15). Siamo confusi, non sappiamo più dove andare, cerchiamo un varco ma è tutto inutile, e per giunta ci sta venendo meno l'acqua, la rete si restringe, il fondo sale, per noi c'è sempre meno spazio. Dall'alto sentiamo arrivare un canto appena smorzato dalla profondità (16). I più giovani di noi sembrano impazziti, hanno già le pinne fuori dall'acqua, cominciamo a sbattere uno contro l'altro, qualcuno nel tentativo di fuggire è finito avviluppato nella morsa della rete. Ora non c'è più mare, solo rete sotto e di fianco, e dall'alto arrivano lunghi uncini a sfregiare la mia carne. Il dolore è tremendo, l'acqua è diventata rossa del mio sangue. Finisce così il mio viaggio? Ormai non ho più forza, gli uncini sono penetrati in tutto il corpo, mi sento morire, ma so che ho ancora un compito da portare a termine, con un ultimo sussulto svuoto le gonadi del loro contenuto. Non rivedrò più le coste verdi davanti alle quali le sardine vivono in branchi immensi, né più mai vedrò Arturo tramontare sul mare che ogni anno ci accoglie nel suo ventre caldo e limpido, ma la mia corsa non è stata inutile, le migliaia di uova che ho fecondato si lasceranno trasportare dalla corrente, e fra tre mesi piccoli tonnetti da 200 grammi inizieranno a correre dietro ai pesciolini che nuotano appena sotto la superficie. Un giorno anche loro usciranno dalle Colonne d'Ercole richiamati dall'istinto, e poi rientreranno nel Mare dove sono nati, nel meraviglioso girotondo della Natura. Braccia possenti afferrano le mie pinne, uomini sporchi di sangue mi tirano fuori dal mare, li guardo sgomento, poi il mio piccolo cuore si arrende, cado in una barcaccia nera di pece e mi lascio morire mentre gli schizzi d'acqua creano un arcobaleno nel cielo azzurro ... NOTE
1.Amnodytes cicirellus, piccolo pesce che assieme alle sardelle e agli sgombri costituisce parte importante dell'alimento dei giovani tonni . 2.La migrazione atlantica inizia con la maturità sessuale, intorno ai 2/3 anni di età. 3.Le condizioni ambientali ottimali per la riproduzione si verificano nella primavera/estate mediterranea, quando la temperatura dell'acqua si aggira sui 17/20 gradi, e la salinità raggiunge il 37,5 per cento. 4.Un tonno di 13/14 anni di età misura circa 250 cm. di lunghezza, per un peso di 240/300 chilogrammi. 5.Nella migrazione genetica i tonni, che pure sono in grado di inabissarsi per centinaia di metri, solitamente non scendono oltre i 50 metri, preferendo gli strati superficiali dell'acqua (25/30 metri). 6.Il minore peso specifico a causa del grasso nei tessuti, e delle cavità addominali riempite dalle gonadi mature, facilita il galleggiamento, e di converso rende difficoltosa l'immersione. 7.Lungo le coste atlantiche di Portogallo, Spagna e Marocco per secoli sono state calate importanti tonnare, e alcune di esse continuano ad operare con profitto. 8.Le cavità addominali vanno riempiendosi per il turgore delle gonadi, l'intestino viene compresso e non c'è quasi spazio per il cibo. 9.All'apice della fregola sessuale i tonni, nuotando vicini, svuotano le gonadi, i maschi espellendo lo sperma (lattume) e le femmine le uova: i prodotti sessuali trasportati dalla corrente si mischiano, fecondandosi. 10. Nel loro girarsi pancia contro pancia, i tonni mostrano ai pescatori l'addome (surra), e questo comportamento viene chiamato surriare; il lampo di luce avvertito anche a grande profondità attraverso lo specchio viene definito dai tonnaroti sbàrraco (i tonni sbarrachìano). 11. Lo squalo Mako, pisci tunnu (Isurus oxyrhinchus), dal "calcagnolo" di coda simile a quello dei tonni. 12. Dopo lo svuotamento delle gonadi, al termine della fase genetica, ricompare lo stimolo della fame. 13. Una notte di tanti anni fa l'autore, giovane ed esuberante, si ritrovò con alcuni amici a far baldoria all'interno di un campo di bocce; il guardiano notturno svegliato dal rumore, aggredì con un idrante i ragazzi che fuggirono scomposti nel buio. Nella mia fuga cieca andai a sbattere violentemente contro la recinzione resa invisibile dall'oscurità, e in un attimo provai una ridda di sentimenti: sorpresa, sgomento, dolore, paura. Guardando i tonni rimasti avviluppati nella invincibile maglia di rete che ne ha fermato il cammino, non posso fare a meno di andare con la mente a quella notte di tanti anni addietro ... 14. I tonnaroti hanno abbassato la porta cannapa e un'illusoria libertà si è aperta a ponente.
15. I tonni sono entrati nella camera della morte, ed i pescatori hanno richiuso la porta cannapa, dove sono intrecciati i gialli fiori di maggio (custura l'erva). 16. Dal vascello di levante i tonnaroti cominciano a tirare la rete del corpu, accompagnando i loro sforzi con le cialome (v. infra, "E criasti ...").
Tratto dal libro di Ninni Ravazza "Il sale e il sangue. Le immagini sono state prelevate dal web |
Post n°644 pubblicato il 20 Maggio 2011 da igor_2007
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Post n°642 pubblicato il 23 Aprile 2011 da igor_2007
La cosa più importante Li Tien Min (poeta cinese) Non importa chi tu sia uomo o donna vecchio o fanciullo operaio o contadino soldato o studente o commerciante non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso; se ti chiedono qual è la cosa più importante per l'umanità rispondi prima dopo sempre la pace! BUONA PASQUA
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Post n°640 pubblicato il 17 Aprile 2011 da igor_2007
"Andai al mare a cercare conchiglie. |
Post n°639 pubblicato il 12 Aprile 2011 da igor_2007
«L'egoismo non consiste nel vivere come
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Post n°638 pubblicato il 02 Aprile 2011 da igor_2007
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.... Giovanni Verga |
Post n°637 pubblicato il 01 Aprile 2011 da igor_2007
Forse quando diciamo, che i gatti sono animali poco affettuosi, dovremmo riflettere meglio su questa affermazione. Ho avuto modo di osservare mamme gatte, che per nutrire i propri piccoli percorrono distanze incredibili con il fardello del cibo in bocca. Guardare questa immagine la racconta lunga sull'amore che le mamme gatte riesce a regalare.
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Post n°636 pubblicato il 30 Marzo 2011 da igor_2007
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Post n°635 pubblicato il 30 Marzo 2011 da igor_2007
Ridiamo, perchè le lacrime che ci hanno insegnato la verità hanno bisogno di un sorriso che li consoli |
Post n°634 pubblicato il 23 Marzo 2011 da igor_2007
Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà. |
Post n°633 pubblicato il 17 Marzo 2011 da igor_2007
Non è possibile stabilire con precisione la nascita della pesca del pesce spada nell'area dello Stretto di Messina di sicuro è una lotta cruenta con tradizioni antichissime che vede come protagonisti, i pescatori e il pesce spada. La lotta si ripete ogni anno da Maggio ad Ottobre. I pescatori uomini duri abituati a fatiche incredibili, per portare avanti le loro famiglie, sono anche profondi conoscitori della natura e fruitori della stessa natura esercitando prelievi di pesce in un rapporto così equilibrato che mai nessuno ha pensato che questo tipo di pesca possa contribuire a distruggere la specie pescata.
Dall'altra parte c'è il pesce spada, il lato romantico e tragico di questa lotta atavica. questo il testo: U' pisci spada Domenico Modugno Pigghiaru 'a fimminedda, Traduzione "U'pisci spada" di D.Modugno DAI DAI E' LI', L'HO VISTO... - PRENDI LA FIOCINA, UCCIDILO UCCIDILO UCCIDILO AHH... |
Post n°632 pubblicato il 17 Marzo 2011 da igor_2007
Il libro si struttura in due parti (1605-1615). Il protagonista della vicenda - un uomo sulla cinquantina, forte di corporatura, asciutto di corpo e di viso - è un hidalgo spagnolo di nome Alonso Quijano, morbosamente appassionato di romanzi cavallereschi, alla lettura dei quali si dedica nei momenti di ozio. Le letture lo condizionano a tal punto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale si convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante. Si mette quindi in viaggio, come gli eroi dei romanzi, per difendere i deboli e riparare i torti. Alonso diventa così il cavaliere don Chisciotte della Mancia e inizia a girare per la Spagna. Nella sua follia, Don Chisciotte trascina con sé un contadino del posto, Sancio Panza, cui promette il governo di un'isola a patto che gli faccia da scudiero. Come tutti i cavalieri erranti, Don Chisciotte sente la necessità di dedicare a una dama le sue imprese. Lo farà scegliendo Aldonza Lorenzo, una contadina sua vicina, da lui trasfigurata in una nobile dama e ribattezzata Dulcinea del Toboso. Purtroppo per Don Chisciotte, la Spagna del suo tempo non è quella della cavalleria e nemmeno quella dei romanzi picareschi, e per l'unico eroe rimasto le avventure sono scarsissime. La sua visionaria ostinazione lo spinge però a leggere la realtà con altri occhi. Inizierà quindi a scambiare i mulini a vento con giganti dalle braccia rotanti, i burattini con demoni, le greggi di pecore con eserciti nemici. Combatterà questi avversari immaginari risultando sempre sonoramente sconfitto, suscitando l'ilarità delle persone che assistono alle sue folli gesta. Sancio Panza, dal canto suo, sarà in alcuni casi la controparte razionale del visionario Don Chisciotte, mentre in altri frangenti si farà coinvolgere dalle ragioni del padrone.
Mai trovato romanzo più attuale |
Post n°630 pubblicato il 13 Marzo 2011 da indianginger
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Post n°629 pubblicato il 12 Marzo 2011 da igor_2007
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Post n°628 pubblicato il 10 Marzo 2011 da igor_2007
Ho raccolto conchiglie sulla sabbia Ognuna diversa, ognuna con la sua storia, |
Post n°627 pubblicato il 10 Marzo 2011 da igor_2007
Ne vedi una che arriva con tutta la sua forza e s'infrange sulla sabbia, trasportando con sé una densa spuma.
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L'UOMO E IL MARE
Charles Baudelaire
Perché il mare è il tuo specchio;
tu contempli nell'infinito svolgersi dell'onda l'anima tua,
e un abisso è il tuo spirito non meno amaro.
Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine;
l'abbracci con gli occhi e con le braccia,
e a volte il cuore si distrae dal suo suono
al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi;
nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d'ogni vostro segreto.
Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi,
talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte,
o lottatori eterni, o implacabili fratelli!
L'ANIMA DEL MARE
LA NOTTE SALUTA IL SOLE
Un altro giorno nasce. La notte saluta il sole e tutto è ancora tranquillo, quasi irreale, immobile. Solo un gabbiano vola...
Inviato da: LastSecretGirl
il 10/01/2019 alle 08:30
Inviato da: ConcluSion
il 07/05/2017 alle 09:31
Inviato da: EMMEGRACE
il 04/07/2016 alle 09:35
Inviato da: igor_2007
il 26/03/2012 alle 18:59
Inviato da: unafatastrega
il 26/03/2012 alle 15:24