Creato da ilaedo il 12/03/2012

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Fertility Day......dopo, dopo!

Post n°33 pubblicato il 09 Ottobre 2016 da ilaedo
 
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Sono giorni che mi ritorna in mente il “fertility day” della ministra Lorenzin. Una comunicazione incredibile che ha cercato in tutti i modi di rimodulare spiegando che non si trattava di «un invito alla gravidanza» ma solo di «un invito alla consapevolezza sulla propria fertilità». Se parliamo di fertilità di animali da carne, lo posso pure capire, dalla loro fertilità e capacità riproduttiva dipende la possibilità di avere proteine nobili a disposizione per l’accrescimento e il “benessere” di noi esseri umani e fin qui ci può pure stare. Ora esaminiamo cosa significa oggi per il paese e per le famiglie la nascita di ognuno dei bambini che verranno al mondo a prescindere dalla quantità numerica.

Dalla nascita al compimento della maggiore età, tanto per avere termini all’interno dei quali discutere la Federconsumatori ha fatto un po’ di calcoli confrontandoli con quelli degli anni sessanta e ha dato questa cifra, 171.000 euro! Circa 9.500 euro all’anno con un’impennata di 14.000 euro nel primo anno di vita per un aumento calcolabile in circa il 23% mettendo assieme costi per abitazione, salute, alimenti, trasporti e comunicazione, abbigliamento, educazione e varie (http://www.a1life.it/2013/10/quanto-costa-un-figlio/).

Lo Stato, cioè noi tutti con le tasse che paghiamo forniamo gli stipendi a tutte le istituzioni cui si rivolgeranno i figli durante questo percorso, sanità e scuole di ogni ordine e grado in primis, senza addentrarci in ulteriori tecnicismi.

E’ di questi giorni un allarme sempre più crescente della disoccupazione con conseguente sempre più maggiore espatrio dei ragazzi sopra i diciotto anni che in possesso di una laurea o meno vanno in cerca di un lavoro che qui non c’è e se ne trova uno è instabile e sottopagato, tale da non consentire di affrontare serenamente il mettere su famiglia e poi pensare anche ad avere uno o più figli.

Oggi una coppia di genitori deve essere consapevole che genereranno figli che accudiranno amorevolmente per anni sacrificandosi spesso in ogni modo e con i costi che abbiamo citato sopra, per poi preparargli nella maggioranza dei casi  la valigia e la partenza verso altri paesi, figli che forse vedranno sporadicamente nelle feste comandate e non sempre.

Dall’altra parte c’è lo Stato, cioè noi che avremmo messo a disposizione un apparato imponente e costosissimo, quali sanità, servizi sociali e istruzione in primis perché questo si realizzi.

Nell’uno e nell’altro caso abbiamo perso; ai genitori mancheranno i figli e la comunità forza lavoro e cervelli che andranno a fornire i loro servizi ad altri.

 

Il Governo con i suoi ministri dovrebbe prestare attenzione all’evolversi delle cose e studiare interventi organici prima di fare annunci stupidi e del tutto propagandistici indicando strade che non portano niente per i singoli e l’intero paese. “Abbiamo rilanciato l’economia fornendo il necessario supporto al mondo del lavoro, abbiamo creato le opportunità di occupazione duratura e stabile, la disoccupazione è scesa ai livelli minimi, c’è necessità di forza lavoro in tutti i settori, ora fate figli ce n’è un gran bisogno!”. Questo dovrebbe dire il Governo e poi semmai, cosa che diventerebbe naturale, lanciare il “fertility day”!

 
 
 

L'Europa è delle Banche!

Post n°32 pubblicato il 28 Giugno 2016 da ilaedo
 
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Da quando sono arrivati i dati definitivi che hanno consacrato la Brexit – 24 giugno 2016 ad oggi 28 giugno 2016 ho collezionato quasi tutte le frasi che sono state riportate nei vari TG uscite di bocca ai capi di governo, analisti, costituzionalisti e chi più ha più ne metta:

Stiamo assistendo a una forte volatilità dei mercati – Limitare le turbolenze dei mercati – Dipendenza dalle banche centrali – Strumenti necessari per sostenere le banche – Sospensione del bail-in – Governance delle banche – Giornata terribile per i mercati – Tracollo senza precedenti – Unità di crisi banche centrali – E’ un’occasione per rifondare l’Europa – Nuove regole – Ricaduta sulle prossime elezioni presidenziali in Francia e referendum costituzionale d ottobre in Italia, probabile slittamento data – Le politiche di austerità hanno fallito – Ripercussioni sulla finanza pubblica – Bruciati 400 milioni di euro, banca centrale pronta a intervenire.

Ciliegina sulla torta da parte di Renzi che non perde il vizietto….far intervenire la Banca Depositi e Prestiti (insomma i risparmi degli italiani alla posta) per sostenere le banche in sofferenza.

Ora mi chiedo e vi chiedo di riflettere un attimo. In tutte queste parole riportate ce n’è qualcuna che fa riferimento alle ricadute sullo stato sociale, sulla disoccupazione, sulle pensioni, su tutte le sofferenze che giornalmente il 90% degli italiani patisce? NO. Tutta la preoccupazione è incentrata sulla protezione di quel 10% che tiene in mano il 90% della ricchezza!

E ancora Renzi…. i referendum vanno rispettati, quelli fuori dall’Italia perché quello sull’acqua plebiscitario in Italia è diventato carta straccia, l’acqua è privatizzata! Le parole di Alessandro Di Battista alla Camera: “Caro Renzi se il referendum inglese va rispettato, allora rispettate il voto su acqua pubblica e finanziamento pubblico ai partiti! Lei è diventato il rottamatore della vergogna e del pudore!

E in tutto questo mi ha stupito come sia stato rottamato anche da M5S la battaglia portata avanti con banchetti, gazebi e raccolte firme per uscire dall’euro e ora tiepidamente si parla di rimanere per cambiare l’europa da dentro – altrimenti non ci saremmo candidati al parlamento europeo – e….chiederemo di fare un referendum consultivo sulla permanenza dell’Italia nell’euro; poco, troppo poco! Staremo a vedere come andrà a finire! Nel mentre continua il valzer delle pance piene, il parco buoi è sempre più povero, si cura di meno, acquista cibi scadenti di dubbia provenienza e quando non ce la fa a reggere si uccide. Grazie Europa, grazie euro!

 
 
 

Renzi e referendum Costituzione

Post n°31 pubblicato il 13 Maggio 2016 da ilaedo
 
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Ormai il leitmotiv che ci accompagnerà per tutta l’estate sarà quello del presidente del Consiglio, Renzi….se il referendum sulla Costituzione non sarà favorevole al SI, io mi dimetterò!

I miei studi non mi consentono di valutare serenamente e con cognizione quello che sta facendo Renzi ma non mi convince. Non mi convince perché ogni cosa deve avere una sua valutazione, un suo percorso, un percorso che non può e non deve essere inquinato trasformandolo in qualcosa di diverso. Il referendum sulla Costituzione è il referendum sulla Costituzione! Altra cosa è la permanenza a capo del governo della Nazione da parte del presidente del Consiglio.

E’ lecito, è giuridicamente corretto? Può la magistratura impugnare questo comportamento che ritengo scorretto in modo che ogni cosa abbia il suo lecito percorso?

 
 
 

Renzi non far finta di niente!

Post n°30 pubblicato il 18 Aprile 2016 da ilaedo
 
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Il presidente del Consiglio e il suo governo non eletti democraticamente hanno esultato di fronte ai risultati del referendum.

Vergognosa posizione di fronte al referendum più volte richiamata da illustri costituzionalisti per aver spinto gli elettori a disinteressarsene e spingendoli a non esercitare un sacrosanto diritto di partecipazione.

E veniamo ai numeri. In Italia alle elezioni politiche ormai è consolidato il dato che va a votare circa il 60% degli aventi diritto.

I referendum dal 1993 ad oggi hanno fatto registrare sempre meno votanti attestandosi intorno al 25% degli aventi diritto con la sola eccezione nel 2006 dove votarono altre il 50% perché tutti i partiti si impegnarono con una massiccia campagna di informazione.

Questo referendum sulle trivelle ha portato ai seggi elettorali ben 16 milioni di cittadini con una percentuale di circa il 32%, ben oltre le aspettative vista la campagna negativa fatta in proposito.

I SI sono stati oltre 13 milioni con una percentuale schiacciante del quasi 86% contro i NO con appena il 14%.

La massima percentuale di votanti nelle regioni è stata registrata in quelle che hanno più sofferenza rispetto al resto della nazione mettendo in evidenza che non siamo un popolo unito ma solo legato a interessi di parte.

Difficile parlare di politica comune europea se non riusciamo a legare gli interessi nazionali.

Di fronte a come si sia arrivati al voto di ieri c’è da ritenersi più che soddisfatti, ripeto, oltre ogni aspettativa checché ne dicano i detrattori governativi e tutta l’informazione ad essi legata, praticamente tutta con poche eccezioni.

Renzi e il suo governo dovranno tener conto di questo voto a cui hanno partecipato 16 milioni di cittadini, non possono continuare a far finta di niente!

 

 
 
 

I SOCIAL NETWORK…..UN VERO FLOP

Post n°29 pubblicato il 14 Marzo 2016 da ilaedo
 
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FB come tanti altri social network dovrebbe essere uno strumento di interscambio di informazioni ma soprattutto dovrebbe essere uno strumento per dare vita a una rete di discussione tra gli iscritti comodamente seduti davanti al PC, TABLET o SMARTPFONE.

Ho provato ad analizzare gruppi e pagine ai quali sono iscritto. Mi sono reso conto, dati alla mano, che coloro che intervengono ai vari post rispetto a quanti iscritti e teoricamente lettori degli stessi sono una percentuale infinitesimale.

Sotto ogni post, provate, in genere si trovano al massimo una cinquantina di “Mi Piace” e se cattura l’attenzione provoca una ventina di interventi che nella maggior parte dei casi sono a sostegno del post stesso perché scritto dall’amico o ingenerano una rissa tra i partecipanti perché in disaccordo.

Poiché siamo una società che non sa ascoltare prima di dire la propria, devo dire che i social un vantaggio ce l’hanno rispetto al confronto diretto, ti consentono di completare il pensiero senza essere interrotti e quindi costringono in qualche modo gli interlocutori a leggere prima di intervenire. Insomma mettono ordine negli interventi.

E tornando alla rissa tra i partecipanti, a volte perché non si riesce a comunicare il proprio pensiero, altre volte perché non si vuole ascoltarlo sono convinto che riunirsi, confrontarsi de visu rimane sempre la strada migliore, nonostante quanto detto prima e nonostante questa vita tumultuosa e impegnata che rende pressappoco impossibile riunirsi davanti a una birra o un caffè.

In conclusione il bombardamento di informazioni che leggiamo sui social, che spesso sono repliche, hanno sì il vantaggio di rendere fruibili una moltitudine di notizie ma se poi non sono oggetto di discussione, di meditazione, di confronto restano sterili perché non metabolizzate per essere il giorno dopo messe da parte dal prossimo bombardamento di nuove notizie.

Una volta c’erano i circoli culturali, oggi ci sono solo bar dove si prende il caffè e si va via e se si è fortunati ci si incontra per strada con pochi amici e forse si riesce pure a discutere di qualche argomento….ma sempre frettolosamente per la gioia di chi ci governa. L’ignoranza, la mancanza di unità di intenti rendono i popoli sempre più deboli e incapaci di reagire!

 
 
 

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