Creato da ildalla il 16/10/2007

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Ubs e DB

Post n°125 pubblicato il 01 Aprile 2008 da ildalla

MILANO - Banche europee ancora in crisi a causa dei mutui subprime. Ubs, la banca svizzera ed europea che ha risentito di più del dissesto dei mutui subprime, ha annunciato una perdita di circa 12 miliardi di franchi svizzeri (circa 7,64 miliardi di euro) nel primo trimestre 2008, con nuove svalutazioni per 19 miliardi di dollari (circa 12,1 miliardi di euro), aggiungendo che il presidente Marcel Ospel non si ripresenterà per la rielezione all'assemblea degli azionisti. Nella nota, la banca annuncia anche un'operazione per raccogliere capitali freschi con un'emissione di titoli, sottoscritta da quattro banche internazionali, per un importo di circa 15 miliardi di franchi. Al posto di Ospel verrà nominato Peter Kurer.

CREDITO PROBLEMATICO - Nel primo trimestre 2008 Ubs ha ridotto in notevole misura le proprie posizioni connesse al comparto immobiliare, sia mediante adeguamenti delle valutazioni, sia mediante dismissioni. L'esposizione di Ubs sul mercato immobiliare subprime residenziale statunitense è diminuita da 27,6 miliardi di dollari a circa 15 miliardi di dollari.Ubs creerà una divisione destinata solo agli asset deteriorati che le permetterà di gestire separatamente il credito problematico e di concentrarsi per altro verso sulla profittabilità delle altre attività.

DEUTSCHE BANK - Anche Deutsche Bank prevede svalutazioni per 2,5 miliardi di euro nel primo trimestre a causa del dissesto dei mutui subprime. Lo ha annunciato la più grande banca tedesca in un comunicato riportato da Bloomberg. Le svalutazioni riguardano «prestiti leverage e impegni di prestito, commercial real estate e attività garantite da mutui in particolare Alt-A». Le svalutazioni sono superiori a quelle che la banca ha annunciato per tutto il 2007.

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Commenti al Post:
ildalla
ildalla il 02/04/08 alle 11:53 via WEB
Possiamo immaginare che il peggio sia alle spalle - ha detto Nathalie Pelras, gestore della Richelieu Finance a Parigi - L'aumento di capitale della Ubs è sicuro e quindi elimina paure finanziarie». L'ottimismo dei mercati, tuttavia, non può cancellare le incertezze sulla crisi. Le società finanziarie hanno globalmente sofferto perdite crescenti, finora pari a 208 miliardi di dollari, a causa dell'esposizione ai mutui subprime e ai titoli a questi collegati. Il settore finanziario americano potrebbe da solo eliminare 200mila posti di lavoro nel prossimo anno e mezzo, stando alla società di consulenza Celent. E le Borse mondiali hanno sacrificato 2.800 miliardi di dollari di capitalizzazione dall'inizio dell'anno sull'altare di crisi e di imminenti recessioni, soprattutto negli Stati Uniti. Ieri i più recenti dati economici sono stati superiori alle attese ma difficilmente possono essere considerati davvero rassicuranti: il settore manifatturiero ha subito una contrazione in marzo, con l'indice Ism a quota 48,6, e la spesa in costruzioni è scesa in febbraio dello 0,3%, la quinta flessione mensile consecutiva. Lo stesso grande piano per prevenire future debacle finanziarie messo a punto dal Segretario al Tesoro Henry Paulson sta suscitando crescenti polemiche che mettono in dubbio il suo destino. Gruppi che vanno da banche locali ad autorità statali, da politici a istituzioni finanziarie lo hanno denunciato come inadeguato o troppo complesso per funzionare. Una reazione che potrebbe rinviare a lungo qualunque discussione in Congresso su leggi di riforma necessarie a metterlo in pratica. Paulson ha proposto una drastica riorganizzazione delle autorità di controllo del sistema finanziario statunitense, che affidi maggiori responsabilità alla Federal Reserve. Alcune delle critiche più dure sono giunte dai candidati alle elezioni presidenziali, soprattutto quelli dell'opposizione democratica. Hillary Clinton ha definito il piano di Paulson tardivo, chiedendo nuovi poteri per la Fed entro 90 giorni. Barack Obama ha accusato il Tesoro di non dare alla Fed sufficiente autorità per intervenire in modo preventivo.
 
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