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La Biblioteca di Alessandria

Post n°184 pubblicato il 10 Giugno 2008 da ildalla

Alessandria d'Egitto fu fondata nel 332 avanti Cristo per volere d'Alessandro Magno.

Dopo la sua morte, il Regno d'Egitto, toccò in sorte ad una dinastia straniera, quella dei Tolomei, di Macedonia, i quali regnarono rispettando la religione, i costumi, gli usi, le tendenze e persino le classi egiziane. Essi, infatti, si comportarono come se fossero stati re nazionali e si preoccuparono di accrescere la prosperità e lo splendore del loro Stato. Sotto il loro dominio, Alessandria, che era stata scelta a capitale del regno, diventò il centro del commercio internazionale. Gli scambi marittimi si svilupparono, a tal punto che Tolomeo I Sotere, fece erigere un enorme Faro, affinché le numerose navi presenti nel porto, non si urtassero violentemente l'uno contro l'altra.

Per suggerimento del filosofo greco Aristotele, inoltre, fece costruire ad Alessandria d'Egitto una biblioteca chiamata "Bruchium": questo luogo doveva contenere la linfa del Sapere, fu proprio da questo amore sconfinato per la conoscenza, che Tolomeo I mandò in giro per il mondo, i suoi uomini, alla ricerca di tutto ciò che capitava loro sotto mano, che ritenevano interessante. Il "Bruchium", che rimase la maggiore biblioteca d'Egitto, ebbe sempre degli illustri bibliotecari: tra questi ricordiamo il grammatico Aristofane di Bisanzio e il suo discepolo Aristarco di Samotracia; conteneva più di settecentomila rotoli di papiro provenienti da tutto il mondo conosciuto (Mediterraneo e Medio Oriente) con una predominanza della cultura greca ed egiziana. Va ricordato poi, che Eratostene, "professore" in Alessandria d'Egitto, più di duemila anni fa, senza neppure uscire dai confini della propria patria, riusciva a misurare la circonferenza della Terra. Scrisse di filosofia, di teatro e di poesia. Gli studi che lo resero celebre furono quelli di matematica e di geografia. Tracciò, con una discreta approssimazione, la prima carta geografica completa delle terre abitate e, poiché era convinto della sfericità della Terra, sostenne la possibilità di giungere dalla Spagna all'India navigando verso ovest.

I volumi erano collocati in nicchie nel muro, e contenevano il sapere di un'intera civiltà da Omero in poi. L'esempio del padre fu seguito dal figlio Tolomeo II. Sotto il suo governo, Alessandria diventò una fiorente città cosmopolita, la più grande del mondo antico precedentemente al primato imposto da Roma. Alessandria fu la culla della cultura metodologica (Euclide) e dell'Astronomia (Aristarco di Samo), della cartografia geografica (Eratostene), della medicina del sistema nervoso e circolatorio (Erofilo, Erasistrato). La fine della biblioteca, ancora oggi, è avvolta nel mistero. Alcuni storici sostengono che fu bruciata da Giulio Cesare, quando nell'incendiare la flotta egiziana di Cleopatra, le fiamme si propagarono fino agli edifici vicini, avvolgendola tra le fiamme. La maggior parte degli studiosi, però, attribuisce la scomparsa definitiva della Biblioteca al patriarca d'Alessandria (ormai cristiana) Teofilo, che avrebbe guidato di persona una folla di fanatici nella sua distruzione totale, simbolo - per i cristiani - del mondo e del sapere pagano. In quest'episodio emerge la figura di Hipantia, donna colta e intelligente, filosofa e di libero pensiero, figlia del matematico Teone, ultimo conservatore della Biblioteca. Un giorno fu tirata giù dal carro, da una folla di fanatici e bruciata viva come una strega, nella Biblioteca, prima che fosse incendiata; un piano ben congegnato, quindi, per cancellare definitivamente alcuni testi che a molti, all'epoca, facevano paura per i propri contenuti.

 
 
 

Grazie al Cristianesimo

Post n°183 pubblicato il 10 Giugno 2008 da ildalla

Il Sapere è andato distrutto. Tra tutte le religioni credo che il Cristianesimo sia la più odiosa. la più pagana e legata ai beni materiali di tutte! Sotto mentite spoglie, travisando completamente il pensiero di Gesù, il cristianesimo (d'ora in poi per me minuscolo) è da sempre stato instrumentum regni più che guida spirituale. Ha sempre tentato di tenere le popolazioni nell'ignoranza e nel terrore. Si, avete capito bene, nell'ignoranza. La distruzione della biblioteca di alessandria da opera dei cristiani è stata un gesto degno della migliore dittatura alla Hitler! e nel terrore, bruciando come eretici quanto asserivano affermazioni (VERE! come la sfericità della Terra) e inventando adirittura un Inferno in cui i presunti infedeli dovrebbero bruciare per l'eternità! Ma ci rendiamo conto, signori, del lavaggio del cervello che ci hanno fatto questi personaggi per asservire la loro brama di potere?!! Fino al terzo secolo d.C. il mondo aveva nella biblioteca di alessandria il suo fulcro di sapere, conoscenze geografiche (la sfericità del pianeta e l'eliocentrismo erano dati di fatto!), mediche, forse anche di elletricità... Poi all'improvviso, questa religione/dittatura porta il mondo nell'epoca buia.. siaomo nella costellazione del Pesce (simbolo del cristianesimo). Ma questa fase finirà nel 2012, anno in cui finalmente il sole sorgerà il giorno dell'equinozio di primavera nella casa dell'Acquario...speriamo fuori dalle grinfie di questi arroganti cristiani dittatori.

 
 
 

Dendera

Post n°182 pubblicato il 09 Giugno 2008 da ildalla

Dendera è una località dell'Alto Egitto situata sulla riva sinistra del Nilo a una sessantina di chilometri a nord di Luxor. Il tempio della dea Hator che vi si trova è una gigantesca costruzione quadrangolare di circa ottantun metri per quarantacinque. I tre quinti del tempio sono sotto il suolo e consistono in dodici cripte con bassorilievi che dovettero apparire incomprensibili fino a quando Edison commerciò la prima rudimentale lampada a incandescenza nel 1878.
Nel 1934 un altro egittologo francese, Emile Chassinat, fotografò i bassorilievi disegnati da Mariette.
Negli anni ottanta due scrittori austriaci, Peter Krassa e Reinald Habeck, dopo aver visionato fra i volumi di una biblioteca le foto di Chassinat, partirono alla volta di Dendera per rendersi conto se quanto avevano visto corrispondeva a realtà. Le foto delle cripte, pubblicate nel loro libro "La Luce dei Faraoni", non lasciano dubbi.
Fin dal 1934 vedendo quelle immagini si poteva dedurre benissimo cosa potessero rappresentare. Ammettiamo pure che fossero rimaste nel classico "dimenticatoio del tempo"; ma negli anni ottanta quando Krassa e Habeck le riscoprirono, qualunque egittologo era in grado di trarre le dovute conclusioni.
A Dendera è in atto un "cover up" in piena regola. Il viaggiatore tedesco Peter Ehlebracht indagò sul caso e riferì nel suo libro "Haltet die Pyramiden Fest", sui numerosi saccheggi archeologici di cui è stato vittima l'Egitto, evidenziando le "falle" delle versioni ufficiali. Sul trafugamento dei bassorilievi di Dendera, effettuato nel 1973, gli fu intimato di tacere.
Siamo concordi con Ehlebracht che lastre di pietra larghe alcuni metri non si staccano con vanghe e picconi. Anche il trasporto fu coperto. Il tutto richiese mesi di lavoro e quindi vi fu la collaborazione dei custodi e delle autorità. Dalle indagini compiute da Peter Ehlebracht risulterebbe che i frammenti del tempio di Dendera siano stati portati negli archivi del Louvre.
Rimangono poche figure scolpite alle pareti. Da quanto abbiamo visto in un documentario in uno stretto corridoio, di 1,20 metri di larghezza e 4,60 metri di lunghezza, una "
cripta" accessibile; per questo forse sono gli unici rimasti dato che non è facile lavorare in tale angusto ambiente.
Le cripte mostrano sacerdoti che sorreggono un fiore di loto, fiore dell'illuminazione, il cui gambo è collegato via terra ad un contenitore (accumulatore di energia?) sul quale il dio dell'aria Sciu sorregge un grosso contenitore di vetro dalla forma di una
lampada allungata che fuoriesce dal fiore di loto stesso e all'interno del quale vi è raffigurata una serpe che si alza sulla coda (Ureus). La si può immaginare sibilante come a rappresentare la scarica elettrica, il Ka, la forza vitale. Sotto la lampada un pilastro Zed, simbolo dell'energia, con forma simile ai moderni isolatori di tensione i cui bracci entrano all'interno della lampada. Davanti, in piedi, il dio Thot, portatore di luce, con due coltelli fra le mani per segnalare un pericolo. In pratica grosse lampade con un filamento interno formato da una serpe che guizza, che sta a significare un pericolo e lo sfrigolio della scarica elettrica.
L'interpretazione dei geroglifici rinvenuti a Dendera operata da W. Waiktus, fisico e filosofo, laureatosi con una tesi sul significato di queste iscrizioni nel 1991, conferma che i rilievi riproducono procedimenti elettrotecnici che richiamano alla mente l’apparecchio con il quale Roentgen produsse i raggi X nel 1895.
Il modello ricostruito nel 1990 in laboratorio, dall'ingegnere elettronico Walter Garn, dimostra che si trattava di lampade ad incandescenza.
In un altro curioso
bassorilievo, l'ingegner Garn identifica la raffigurazione di un apparecchio galvanico. Chissà cos’altro possono essere le famose "pietre delle serpi" come le chiamano gli archeologi, che non si trovano solo a Dendera, ma anche a Edfu e Komombo.
Viene supposto che nelle pareti delle altre cripte del tempio di Hathor vi fossero raffigurate tecnologie avanzatissime; forse più avanzate di quelle acquisite fino ad oggi dalla nostra civiltà.
Dato che i bassorilievi sono stati nascosti siamo autorizzati a pensare che la loro visione ci avrebbero obbligato a riscrivere alcune pagine della storia umana.
È certo, quindi, che gli egizi conoscevano l'elettricità. Ma non erano i soli.
Numerosi autori classici descrivono che nel tempio di Hadad (Giove) a Baalbek, vi erano pietre per fornire luce nelle ore notturne.
Plutarco scrive di aver visto nel tempio di Jupiter una lampada perpetua che né vento né acqua poteva spegnere.

I bassorilievi di Dendera svelano il mistero di come sia stato possibile per gli artisti del mondo antico lavorare senza luce solare, lampade ad olio o torce, nelle tombe e nei sotterranei, situati a volte ad una profondità di cento metri.
La luce riflessa dagli specchi d’argento non era certo sufficiente ad illuminare al meglio tali ambienti.
Non sono stati trovati residui di grasso e segni di combustione sui muri e sopra gli impiantiti, tipiche tracce lasciate dall’uso di lampade ad olio o torce.
Citando lo scrittore dell'insolito Charles Fort, stiamo trattando fatti "dannati" che oggi l’uomo deve considerare perché in ogni modo si tratta di "fatti", non coincidenze, che possono dare adito a diverse interpretazioni.
Se c’è stato un evento che ha sconvolto l’ordine delle cose; che ha costretto l’umanità a retrocedere nel suo sviluppo evolutivo nel campo delle conoscenze, obbligando coloro che detenevano il potere ha operare una scelta nell’intento di rimettere ordine, di ricostruire un sistema, è tempo di rivelare l’evento; di riconoscere di aver voluto sopprimere alcune verità, in piena buona fede nessuno lo mette in dubbio; ma è giunto il momento di ammettere che qualcuno ha rivolto le cose a proprio vantaggio profittando di alcune situazioni particolari verificatesi nel corso del tempo; che alcune di queste scelte si sono dimostrate errate.
Siamo pienamente d’accordo; l’umanità è rimasta quella di sempre, da millenni; con i suoi egoismi, pregiudizi, timori, tabù, presa dagli interessi personali, intenta a tramare congiure e intrighi; ma non è il caso di chiedersi quale umanità avrebbe popolato oggi il mondo, se invece di nascondere la verità la si fosse divulgata? Non lamentiamoci di come va il mondo se è nostra usanza tacere, occultare, travisare i fatti.
È tempo che qualcuno reciti il "mea culpa".


 
 
 

L'elettricità è vecchia quanto il mondo!

Post n°181 pubblicato il 09 Giugno 2008 da ildalla

Nel 1938 Konig Wilhelm, archeologo e direttore del Museo Iracheno di Baghdad, scopri nel magazzino una cassa di reperti rinvenuti durante gli scavi a Khujut Rabaua a sud est di Baghdad e imputabili al 250 a.C. Si trattava di vasi di argilla ricoperti di asfalto e contenenti sbarre di ferro incastrate in cilindri di rame.
Ogni vaso era alto 15 centimetri e i cilindri di 10 centimetri; le pareti laterali dei cilindri sembravano saldate con una lega di piombo e stagno (60/40), l'estremità dei cilindri ricoperte con dischetti di rame sigillate con bitume e asfalto e le bacchette di ferro sospese nei cilindri presentavano segni di corrosione.
Dopo la seconda guerra mondiale l'esperto in scienze Willard Gray del "General Electric High Voltage Laboratory" di Pittsfield, in Massachusetts, realizzò un identico duplicato dei vasi ottenendo una pila di circa 1,5 volt.
Al Museo di Berlino sono conservati grandi vasi contenenti cilindri di rame, tondini di metallo e tappi di bitume, rinvenuti nelle rovine di Ctesifonte, antica capitale dei Parti

 
 
 

I Dogon

Post n°180 pubblicato il 06 Giugno 2008 da ildalla

I Dogon sono una tribù africana che vive ora nel Mali. Credono che le origini della civiltà provengano da Sirio. Robert Temple ha studiato a lungo questa credenza e la tribù deducendone inspiegabili misteri.
La stella che ruota intorno a Sirio, chiamata Digitaria, o Sirio B, sempre invisibile, secondo i Dogon conterrebbe i germi di ogni cosa ed è considerata il punto di inizio della creazione. Sapevano da tempo che Sirio è uno dei tanti punti centrali nell'orbita di Sirio B, la cui massa è pari a quella del Sole. Sapevano che la Digitaria causa le perturbazioni di Sirio; che impiega cinquanta anni per percorrere la sua orbita e un anno per un giro intorno a se stessa. Non è un caso che ogni cinquanta anni i Dogon celebrino la festa del rinnovamento, proprio nel momento in cui Sirio B compie il giro di rivoluzione. Conoscevano che il movimento fondamentale dell'Universo è giroscopico.
Nei miti si menzionano altri "accompagnatori" di Sirio: "Emmeya", che percorre in cinquanta anni un orbita più lunga nella stessa direzione di Sirio B; il "Calzolaio" che gira in un orbita opposta; Emmeya a sua volta ha un satellite chiamato "Stella delle Donne".
Conoscenze che noi dobbiamo ancora verificare perché non disponiamo di strumenti astronomici in grado di esplorare quella parte di cielo che si trova a otto anni luce di distanza. Settantasei bilioni di chilometri.
Visto però che i primi dati sono stati accertati, sembra quasi assurdo chiedersi se anche questi potranno risultare, in un futuro, veritieri.
Solo nel 1970 fu scoperto che vi erano due stelle: "Sirio A" e "Sirio B", più piccola e più pesante, una nana bianca che gira intorno a Sirio A ogni cinquanta anni in un orbita ellittica. In pratica i Dogon hanno pensato che una stella invisibile ruotasse in un orbita ellittica e non circolare. La "nana" ruota su se stessa in un anno.
Nel 1975 fu comprovato tutto questo, ma il mistero di come una tribù africana ne era a conoscenza da millenni, senza aver usufruito dell'aiuto di un telescopio, rimane insoluto.
Con i Dogon nasce Nommo Oamnes, il fondatore della loro civiltà, un essere anfibio ripugnante e orribile, giunto dallo spazio dentro un veicolo che viene rappresentato nei disegni come una nave spaziale. Nommo creò la prima coppia dalla quale nacquero gli otto antenati degli uomini.
Per i Dogon l'energia vitale della Terra è l'acqua, contenuta perfino nella pietra.
A tal punto è doveroso annotare che attraverso alcuni esperimenti condotti su rocce, alfine di vagliare la possibilità di sopravvivenza sulla Luna, è stata ottenuta una soluzione "tecnica" e ricavato idrogeno e ossigeno che, combinandosi, hanno formato molecole di acqua.
Misteri perduti che rispuntano dalle nebbie del tempo.

 
 
 

La grande piramide, un generatore di energia!

Post n°179 pubblicato il 04 Giugno 2008 da ildalla

Le Piramidi potevano essere state immense celle a combustibile per fornire energia al popolo che occupava le terre tredicimila anni fa.
Secondo Alan Alford la
Camera della Regina nella Grande Piramide di Giza, sarebbe stata il punto dove si doveva trovare la cella energetica idonea a produrre la separazione fra l’ossigeno e l’idrogeno; il sarcofago nella camera del Re il recipiente dove avveniva la combustone controllata dell’idrogeno; le cinque stanze sopra tale camera, ossia il Ded, il dispositivo di raffreddamento.
Alford ipotizza che nelle 27 nicchie allineate nella Grande Galleria e adesso vuote, si trovavano cristalli capaci di risuonare a diverse frequenze e impiegati per comunicare.

La cella a combustibile , o pila a gas, fu ideata nel 1839 da William Grove, un curioso avvocato del Galles con l'hobby della chimica. Durante un esperimento di elettrolisi, procedimento attraverso il quale si può separare idrogeno e ossigeno dall’acqua, si accorse che, nel momento in cui le batterie che alimentavano le celle elettrolitiche venivano escluse, il processo riprendeva al contrario; cioè l’idrogeno e l’ossigeno si riunivano generando elettricità. La comunità scientifica pur interessata inizialmente preferì optare per la dinamo, scoperta poco tempo dopo da Werner Siemens.
Passarono 120 anni prima che la NASA adottasse le "
fuell cells" per il progetto Apollo e invogliasse il loro uso a livello industriale. Infatti, a partire dagli anni ’60, le pile a combustibile sono state utilizzate per tutte le missioni spaziali sia Apollo, sia Shuttle, al fine di produrre acqua ed energia elettrica nello spazio.
La cella, in pratica, si comporta come un generatore di energia elettrica prodotta attraverso la reazione chimica controllata tra idrogeno e ossigeno grazie a un catalizzatore di platino. Si verifica il consumo di un combustibile, nel caso idrogeno e ossigeno, con emissione di vapore acqueo. Non più camere di scoppio, pistoni, combustione.
Fra i cinque tipi di celle a combustibile, le più interessanti sono quelle ad acido fosforico e a membrana scambiatrice di protoni detta anche Pem. Le prime usate negli impianti di potenza, le seconde nella locomozione dei veicoli.
Le pile Pem sono state sviluppate alla fine degli anni Cinquanta negli Usa, dalla "General Electric", e grazie alla collaborazione con la "Ballard Power Systems", società canadese di alta tecnologia, e con l’inglese "Johnson Matthey", specializzata in catalizzatori, il costo del platino in una cella Pem è sceso drasticamente.
Oltre al settore dell'autotrazione, i campi di applicazione delle "fuel cells" sono la produzione di energia, apparecchiature per telecomunicazioni, sistemi di alimentazione per cellulari, personal computer e fabbisogni domestici.
Il metodo più economico per disporre di idrogeno è estrarlo dal gas naturale ma, con tale procedimento, noto come "Steam Reforming", viene liberata come sottoprodotto anidride carbonica; un secondo sistema è produrlo partendo dall’acqua, separandolo dall’ossigeno attraverso l’elettrolisi.
La scelta vincente è rappresentata dalle celle a combustibile alimentate da idrogeno se ottenuto dall’acqua attraverso l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. L’acqua generata dalle "Fuel Cell" è così pura che viene bevuta dagli astronauti sullo Shuttle.


 
 
 

Tutti conoscono Edison ma quanti conoscono Tesla?

Post n°178 pubblicato il 04 Giugno 2008 da ildalla

Tesla e non Edison è il vero inventore del mondo come noi lo conosciamo. A lui si deve lo studio dell'elettromagnetismo e la possibilità di diffondere energia pulita in quantità illimitata senza fili. La Terra infatti ha una risonanza, detta di Schumann, sulla frequanza di circa 8 Hertz e questa carateristica può genereare energia ed elettricità. Praticamente fu Tesla oltre cent'anni fa ad inventare televisione, cellulare, raggi di potenza devastante poi trasformate in armi e perfino un'auto elettrica perfettamente funzionante. Perchè allora fu boicottato? Ancora una volta le feroci regole del mercato e la messa in crisi dello status quo furono più forti dei buoni propositi!

Nella scrittura Tesla trovò lo sfogo dei suoi risentimenti definendo il mondo "pusillanime e incredulo, la cui cecità costa cara a tutti"; se la prese con "un’umanità non sufficientemente progredita in un mondo dove un’idea o un’invenzione viene ostacolata e maltrattata dalla volontà del denaro, dagli interessi egoistici, dalla pedanteria, dalla stupidità e dall’ignoranza; attaccata e repressa, sottoposta ad amari processi nella spietata lotta per affermarsi sul mercato".

Tesla, un personaggio scomodo all’epoca e sicuramente lo sarebbe anche ai nostri tempi, ma riconosciuto come l’inventore del mondo che noi conosciamo; senza di lui non saremo giunti a questo grado di sviluppo tecnologico.
150.000 documenti custoditi nel Museo a lui intestato a Belgrado testimoniano la sua grande conoscenza dell’elettromagnetismo, la sua capacità di visualizzare nella mente il problema e passare alla soluzione senza dover stilare disegni ed effettuare calcoli. La sua mania di perfezionismo, l’enorme serietà, le doti di eloquenza; l’amore per la natura che lo spingeva a compiere lunghe passeggiate. Appare come un uomo che desiderava una società sana e giusta, retta da principi egualitari, "non dominata dagli interessi egoistici di oscuri manovratori dell’economia e della politica; individui privi di coscienza che perseguono i propri interessi non tenendo conto dei danni provocati all’umanità."
Consapevole che il mondo è governato da pochi furbi e facoltosi, come lui li definiva, nascosti nelle stanze del comando, intenti a raggirare una massa di illusi, poveri, indifesi ignoranti. Sapeva come cambiare gli equilibri mondiali ponendo a "disposizione di tutti illimitate e smisurate sorgenti di energie che avrebbero diffuso il benessere, creato cultura, conoscenza e consapevolezza; portando il mondo ad un autocontrollo; togliendo ai gruppi di potere l’opportunità di manipolare la massa per conseguire il loro egoistico interesse".
Utopia. Per queste sue idee Tesla fu contrastato.
Nell’elite militare e industriale del tempo figuravano uomini come John Rockefeller Jr., Julius Rosenwald, Henry Ford, Harvey Firestone, Herbert Hoover, il generale Pershing
; ben consapevoli che le invenzioni di Edison non avevano un futuro, ma Edison era asservito al sistema, Tesla, al contrario, lo combatteva.
Per questo vennero tagliati i fondi all’inventore; le sue invenzioni non dovevano modificare lo status quo raggiunto, non in quel momento, il cambiamento richiedeva tempo. Il genio invece innesca salti quantici nello sviluppo tecnologico che costringono a cambiamenti repentini degli equilibri; quindi chi gestisce il potere deve bloccarli o rallentarli con ogni mezzo.
Lo fecero passare per pazzo; lo fu quando scoprì le frequenza di risonanza della Terra; ma cinquanta anni dopo Shumann disse che aveva ragione.
Lo dotarono di poteri extraterrestri quando pilotò il battello col radiocomando; ma i tedeschi in guerra fecero lo stesso con i missili ed oggi si fa uso delle "smart bombs" guidate da Laser e GPS.
L’unità di misura del flusso magnetico porta il suo nome, un onore concesso a pochi, a riconoscimento del suo enorme e indiscusso talento; ma non fu premiato con il premio Nobel come avrebbe meritato; gli fu conferita solo la Edison Medal. La cerimonia avvenne il 18 maggio 1917. Nell’occasione, uno dei membri della "Enginering Society Building" chiuse il suo discorso, nel quale elogiava i meriti dell’inventore croato, dicendo:
E alla fine Dio disse "
Sia Tesla e la luce fu".

 
 
 

Religione e scienza

Post n°177 pubblicato il 04 Giugno 2008 da ildalla

Un esempio della commistione fortissima, il raggio mortale.

Tesla non fu l’unico a costruire un sistema per generare un raggio simile, in tale impresa si cimentò, e sembra con esiti positivi, anche Guglielmo Marconi. A convalidare tale impresa, pur in modo indiretto, un testimone di tutto rilievo: Rachele Mussolini. Nel suo libro "Mussolini privato", descrive cosa le accadde una mattina del 1936 mentre percorreva con l’auto la Roma-Ostia: "Un giorno, alla fine di giugno del 1936, a pranzo, avevo detto a Benito che nel pomeriggio mi sarei recata ad Ostia a controllare alcuni lavori in una proprietà agricola. Mio marito sorrise e mi disse: Trovati sull’autostrada fra le tre e le tre e mezza. Qualcosa ti sorprenderà."
Secondo quanto riportato nel libro, a metà strada l’auto si fermò e nonostante che l’autista facesse di tutto per rimetterla in moto, la macchina non ne volle sapere. Accadde lo stesso a tutte le auto che si trovarono in zona, sia quelle che viaggiano verso Ostia, sia quelle dirette verso Roma. Rachele guardò l’orologio: erano le 3,10. All’autista disse di aspettare fino alle 3,30. L’uomo chiese perché aspettare tanto, ma dopo aver visto inutili i suoi tentativi di far ripartire il motore, alla fine si arrese. Alla 3,35 Rachele Mussolini disse all’autista di riprovare a far ripartire l’auto. Inutile dirlo l’auto si rimise in moto.
La sera a cena narrò l’accaduto a tavola e Mussolini confermò che era stato fatto un esperimento segretissimo in quel punto dell’autostrada. "Un’invenzione di Marconi che può dare all’Italia una potenza superiore a quella di tutti gli altri paesi del mondo. Marconi sta continuando le ricerche."
Mussolini spiegò alla moglie che Marconi utilizzando un raggio misterioso poteva interrompere il circuito elettrico dei motori di qualsiasi tipo.
Purtroppo Marconi era devotissimo alla chiesa, causa l’annullamento del matrimonio dalla sacra rota, e papa Pio XI, saputo della cosa, si allarmò e chiese allo scienziato di non proseguire le ricerche.
Da Donna Rachele sappiamo che Marconi riferì tutto a Mussolini che, non volendo inimicarsi il Papa, lasciò libertà di scelta allo studioso, il quale sospese le ricerche ma non distrusse la documentazione e la scoperta stessa. L’anno dopo, il 1937, Marconi morì.
La cosa è più che certa, dato che lo stesso duce lo confermerà a Ivanoe Fossati, il 20 Marzo 1945, in una intervista. "È vero sulla strada di Ostia, ad Acilia Marconi ha fermato i motori delle automobili, delle moto. L’esperimento fu ripetuto sulla strada di Anzio; a Orbetello aerei radiocomandati furono incendiati a duemila metri di altezza." Al giornalista Mussolini disse che Marconi ebbe degli scrupoli e chiese consiglio al Papa che gli disse di nascondere la scoperta.

 
 
 

La verità lontana

Post n°176 pubblicato il 03 Giugno 2008 da ildalla

Vi siete mai chiesti perché nell’antichità molte delle nostre cognizioni erano già note e come mai dall’anno mille tutto fu dimenticato?
Perché tante affermazioni che sono la base della nostra scienza furono combattute come eretiche e messe al bando chi le divulgava?
Giordano Bruno e Galileo hanno sfidato le opinioni limitate dei loro contemporanei con le loro affermazioni. Il primo finì sul rogo per aver affermato che esistono infiniti soli e pianeti che girano intorno ad essi, alcuni dei quali abitati. Il secondo fu condannato dalla chiesa per aver espresso un concetto riportato anche su testi indiani e cinesi redatti millenni prima del suo tempo, ossia che la "terra è un globo nello spazio".
Per quanto possa sembrare strano, al tempo di Aristarco di Samo (III° sec. A.C.), si insegnava che la Terra era rotonda e ruotava intorno al sole.

 
 
 

continua dal precedente

Post n°175 pubblicato il 03 Giugno 2008 da ildalla
Foto di ildalla

Let us turn our attention briefly to the matter of the purpose or multiple purposes of the Great Pyramid, drawing for our discussion on both the exact measurements made by modern scientists and the mythic legends of the remote past. A few facts:

§   The sides of the pyramid are lined up almost exactly with the cardinal points of the compass. The accuracy of this alignment is extraordinary, with an average discrepancy of only about three minutes of arc in any direction or a variation of less than 0.06 percent.

§   The Great Pyramid functioned as an enormous sundial. Its shadow to the north, and its reflected sunlight to the south, accurately marked the annual dates of both the solstices and the equinoxes.

§   The basic dimensions of the Great Pyramid incorporate measurements from which the earth's size and shape can be calculated. The pyramid is a scale model of the hemisphere, incorporating the geographical degrees of latitude and longitude. The latitude and longitude lines that intersect at the Great Pyramid (30 degrees north and 31 degrees east) cross more of the earth's land surface than any other lines, thus the pyramid is located at the center of the land mass of the earth (the pyramid is built on the closest suitable site to this intersection). The original perimeter of the pyramid equals exactly one-half minute of latitude at the equator, indicating that its builders measured the earth with extreme precision and recorded this information in the dimensions of the structure. Altogether these measurements show that the builders knew the exact dimensions of the planet as precisely as they have been recently determined by satellite surveys.

§   The foundation of the Great Pyramid is amazingly level., No corner of its base is more than one-half inch higher or lower than the others. Considering that the pyramid's base covers more than thirteen acres, this near-perfect leveling far exceeds even the finest architectural standards of the present day.

§   Measurements throughout the pyramid show that its constructors knew of the proportions of pi (3.14...), phi or the Golden Mean (1.618), and the "Pythagorean" triangles thousands of years before Pythagoras, the so-called father of geometry, lived.

§   Measurements show that the builders knew the precise spherical shape and size of the earth and had accurately charted such complex astronomical events as the precession of the equinoxes and the lunar standstill dates. The minute discrepancies of the lengths of the base of the pyramid (several inches over the 230 meter length of its base) reveal not an error on the part of the builders but an ingenious means of incorporating into the pyramid the "discrepancies" of the earth itself, in this case the flattening of the earth's globe at the poles.

§   Shafts leading upward from the two main chambers, previously thought to be air shafts for ventilation, have been shown to have another possible purpose. A miniature electronic robot mechanically crawled sixty-five meters up the shafts and its findings suggested that the south and north shafts in the Kings Chamber are pointed to Al Nitak (Zeta Orionis) and Alpha Draconis respectively, while the south and north shafts of the Queens Chamber point to Sirius and Beta Ursa Minor. The scientists conducting this research believe that the layout of the three pyramids on the Giza plateau precisely mirror the position of the three main stars in the Orion constellation. (While crawling along one of the shafts in the Queens chamber, the robot's cameras photographed a previously unknown closed door that may lead to some hidden chamber.) Readers interested in these new findings should consult The Orion Mystery by Robert Bauval and Adrian Gilbert.

What does all this mean? Why did the ancient builders of the Giza pyramids, whoever they may have been, encode so much precise mathematical, geographic, and astronomical information into their structures? What was the purpose of the Great Pyramid? While no authoritative answer can presently be given to this question, two intriguing matters suggest a direction for further inquiry and research. The first has to do with the persistent legends that the Great Pyramid, and especially the main chamber, was used as some sort of sacred initiation center. According to one legend, students who had first undergone long years of preparation, meditation and metaphysical instruction in an esoteric school (the mythic "Hall of Records" hidden deep beneath the desert sands somewhere near the Great Pyramid and the Sphinx) were placed in the granite coffer of the main chamber and left alone throughout an entire night. The coffer was the focal point of the energies gathered, concentrated, aimed, and directed at the main chamber by virtue of the precise mathematical location, alignment, and construction of the pyramid. These energies, considered to be especially potent at certain precisely calculated periods when the earth was in a particular geometric alignment with solar, lunar, and stellar objects, were conducive to the awakening, stimulation, and acceleration of spiritual consciousness in the suitably prepared adept. While it is now nearly impossible to spend an evening alone in the coffer of the main chamber, it is interesting to read the reports of those persons who have done so in the past. Mention will be made of experiences both terribly frightening (perhaps because of the lack of any appropriate training on the part of the experimenter) and also deeply peaceful, even spiritually illuminating. Napoleon himself spent a night alone in the chamber. Emerging pale and dazed, he would not speak of his powerful experiences, only saying, "You would not believe me if I told you."

A second matter needing further inquiry from the scientific community studying the Great Pyramid - and one that might help explain the subject just discussed - concerns the matter of unexplained energetic anomalies frequently noticed and recorded in the main chamber. In the 1920s, a Frenchman named Antoine Bovis made the surprising discovery that, despite the heat and high humidity of the main chamber, the dead bodies of animals left in the chamber did not decay but completely dehydrated. Thinking that there might be some relationship between this phenomena and the position of the main chamber in the pyramid, Bovis constructed a small-scale model of the pyramid, oriented it to the same direction as the Great Pyramid, and placed the body of a dead cat at the approximate level of the main chamber. The result was the same. As he had observed in the Great Pyramid, the cat's body did not decay. In the 1960s, researchers in Czechoslovakia and the U.S., conducting limited studies of the geometry of the pyramid, repeated this experiment with the same results. They also found that the form of the pyramid somehow mysteriously kept foods preserved without spoiling, sharpened dull razor blades, induced plants to germinate and grow more quickly, and hastened the healing of animals' wounds. Other scientists, in consideration of the high quartz content of the granite blocks in the main chamber and the incredible pressures those blocks are subjected to, theorized that the main chamber may have been the focal point of a powerful piezoelectric field; magnetometer measurements inside the chamber indeed showed higher levels than the normal background geomagnetic field.

Although much research remains to be done in these areas, legend, archaeology, mathematics, and earth sciences seem to indicate that the Great Pyramid was a monumental device for gathering, amplifying, and focusing a mysterious energy field for the spiritual benefit of human beings. We do not know exactly how the pyramid and its main chamber were used, and the geometric structure of the pyramid has been subtly altered by the removal of the casing stones and the cap-stone. None-the-less, the Great Pyramid of the Giza plateau still emanates great power as a transformational power place. It has done so for uncounted thousands of years and seems destined to continue for ages to come.

 
 
 

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