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Caro Amato ti scrivo

Post n°56 pubblicato il 26 Maggio 2007 da agitazione78
 
Tag: Corato
Foto di agitazione78

Apprendo dagli organi d'informazione locale che il Sindaco ha preso la penna in  mano per scrivere al Ministro degli Interni, Amato, per invocare l'attuazione dei patti per la sicurezza anche per i centri minori, quindi anche per il nostro comune, dopo la firma di quelli per le città metropolitane Milano, Roma, Torino...

Con una punta d'invidia, il Sindaco chiede risorse, mezzi e uomini per attuare misure di prevenzione e contrasto della criminalità che fin'ora sono a carico anche del comune che finanzia gli straordinari dei Vigili Urbani.

Avrebbe dovuto innanzitutto leggere meglio i patti per la sicurezza il nostro Sindaco, dato che uno dei provvedimenti previsti è relativo proprio alla modifica delle modalità d'impiego delle Polizie Municipali in un'ottica di maggiore prevenzione e controllo del territorio. Un servizio che a Corato la P.M. svolge discretamente, ma che potrebbe migliorare con una gestione più efficiente delle risorse umane ed economiche (si ricordi la minaccia di sciopero della scorsa estate).

Ma il punto non è cosa fanno o non fanno i Vigili Urbani. Il punto è come la nostra Amministrazione intende la sicurezza e quali politiche adotta per perseguirla. La Giunta sembra dire "se non è repressiva, non c'interessa". Avevo già segnalato (post 23) i bandi POR 6.5 per la legalità e la sicurezza che contenevano la possibilità di presentare progetti per 3 azioni. E il nostro comune piuttosto che presentare progetti per la prevenzione delle devianze, per il rafforzamento della sicurezza urbana con strumenti di educativa territoriale, di mediazione sociale, di sostegno e accompagnamento delle fasce sociali "a rischio", preferì presentare progetti per sistemi di videosorveglianza urbana. Una scelta non solo infelice politicamente, ma infruttuosa ed errata visto che, grazie all'incompetenza di qualcuno, anche quel progetto di installare videocamere (che evidentemente non prevengono i crimini, semmai li registrano) è fallito miseramente, risultando escluso dalle graduatorie regionali per vizi di forma (post 49).

Ora rilevando come l'azione della nostra Giunta sia sempre ed esclusivamente concepita come un'azione che si svolge a valle del problema sicurezza, faccio presente che a monte si potrebbero attuare molte iniziative più fruttuose, anche se meno evidenti, che consistono nell'integrazione sociale dei soggetti deboli e disagiati. Ho appreso con favore che si è riaperto il centro per minori e famiglie in piazza S. Bernadette (anche se lì andrebbero approfondite altre questioni amministrative...) che ha ricominciato a svolgere attività positive di accoglienza ed assistenza.

E' questa la strada su cui bisogna proseguire provando ad intervenire, ad esempio, con progetti di inclusione sociale per gli immigrati (categoria generalmente considerata a rischio devianza) con i fondi messi  a disposizione, non a caso,  dal Ministero degli Interni, e presentabili fino al 30 giugno. I progetti dei vari comuni possono candidarsi a ricevere fino a 300mila euro dei 10 milioni disponibili presso il fondo UNRRA (sostegno ai rifugiati).

Tanto per gradire, tanto per sottolineare come, nonostante i fatti di criminalità che hanno coinvolto a vario titolo (in maniera attiva o, più spesso, passiva) gli immigrati della nostra città, l'Amministrazione - che, pure, nella persona del Sindaco, ha partecipato alla marcia dello scorso inverno per l'integrazione e la legalità - non ha alzato un dito.

Cari miei anche in questo modo, anzi direi soprattutto in questo modo si fa sicurezza.

Se continuiamo ad occuparci unicamente dell'aspetto repressivo rischiamo di cadere nel paradosso - che Bauman descive effecacemente - della "sicurezza insicura".

 
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