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Mele: grande prova di coerenza "centrista"

Post n°38 pubblicato il 30 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Cioè, voglio dire, di che partito poteva essere uno che si porta due prostitute in albergo? Ma è ovvio: Unione di Centro!! Una di qua, una di là (oppure una sotto e una sopra, una davanti e una dietro, come volete voi) e lui naturalmente al Centro dell'Unione!!

Beh, se l'UDC funziona così, mi sa che lo voto, mi iscrivo, farò vita di sezione, mi offrirò volontario per i gazebo... Addio centro-sinistra. Tra l'altro il PD mi propone Rosy Bindi, che squallore!

Lo confesso, queste notizie mi fanno godere come un maiale (modo di dire che ha assunto un valore diverso da quando ho scoperto che l'orgasmo dei maiali dura 30 minuti). Non che l'abbia in particolare con Mele, ma quando questi paladini della famiglia "normale", della sacralità del matrimonio formato "family day", delle radici cristiane, dei "valori" che una volta c'erano e oggi invece..., questi acerrimi sostenitori del proibizionismo, di ogni proibizionismo, fanno la figura di quegli ipocriti che sono non è possibile non dar loro addosso.

Quando poi ho letto Cesa, che giustificava il comportamento di Mele adducendo le difficoltà di lavorare fuori sede me la stavo veramente facendo sotto dalle risate! Cioè, uno soffre di solitudine e quindi... si porta in un albergo di Via Veneto due prostitute (e chissà quanta cocaina). Non è che io soffra di solitudine, però... tutto sommato non è che la cosa mi farebbe schifo! No, su siamo seri, la soluzione di Cesa è geniale: aumentare la paga dei parlamentari così che possano portare a Roma anche le famiglie!! Ricongiungimento familiare!! Cioè, lo permettiamo ai lavoratori stranieri, non vogliamo consentirlo ai parlamentari? Anzi, ecco che emerge l'incapacità di questo governo di centro-sinistra di combattere il lavoro precario (in fin dei conti i parlamentari sono precari, anche se un po' meno da quando hanno deciso di farsi le liste da soli) e usurante (poverini, così soli e lontani da casa, con appena la paghetta che consante loro giusto di pagarsi due prostitute per una notte in albergo a via Veneto). Hanno diritto alla nostra comprensione e solidarietà: evidentemente le sottovalutate e vilipese carenze di gelato lamentate da Buttiglione nascondevano in realtà, come sa bene chiunque, pesanti carenze affettive!

Risate sì, ma risate amare. Delle due l'una:
1) volete (chiunque) rompere le balle al prossimo standogli sempre a fare le lezioncine sulla morale? Almeno siate i primi ad attenervi alle vostre parole, siate coerenti
2) (la mia preferita) non rompete le balle al prossimo

Ciao a tutti!

 
 
 

I furbetti del circuitino

Post n°37 pubblicato il 27 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Un italiano dentro di sé lo sa che appartiene ad un Paese di "furbetti". Storie di marciume vario vengono alla luce un po' a tutti i livelli. Qualcuno paga, qualcuno se la cava, solitamente chi paga riesce a scontare il tutto con un buffetto sulla guancia o poco più. Si parte sempre da tolleranza zero (quanto ci piace riempirci la bocca di modi di dire affascinanti senza poi far niente per dare seguito ai tentativi di cambiamento), poi piano piano la nebbia torna a depositarsi sui vari "porti" italiani e tutto più o meno rimane come prima. Anche se non lo diciamo apertamente lo sappiamo di essere un popolo un po' cialtrone che in fondo i furbetti li ammira. Un popolo in cui la differenza tra chi paga e chi no è spesso la possibilità o meno di farsi fare una bella legge "salvaquesto" o "salvaquello".

Questa specie di complesso interiore di inferiorità emerge anche quando ci rapportiamo con alcuni Paesi a noi vicini: tedeschi, inglesi, francesi, quelli sì che sono gente seria. E loro stessi si atteggiano a poveri ingenuotti corretti e leali che corrono sempre il rischio di essere defraufati di quanto faticosamente meritato con il lavoro dal furbo italiano che aggira le regole e alla fine li frega. Gli piace farci le lezioncine di persona e sui loro rispettabilissimi giornali.

A me questa specie di ordine naturale delle cose potrebbe pure stare bene, però a questo punto mi girano (molto) le balle quando questi perfetti gentlemen, onesti, leali, corretti, riescono a giudicarsi innocenti di una cosa come il furto dei progetti della Ferrari di Formula 1. Cioè, la Juventus siamo riusciti a mandarla in serie B. La McLarenMercedes (cioè inglesi e tedeschi) invece è innocente perché beh, sì, aveva rubato i progetti Ferrari (ma solo 1 tecnico però...), se li era studiati (sì, ma solo qualche capo-progettista, così tanto per passare il tempo qualche mese...), aveva fatto un reclamo su un pezzo invisibile della Ferrari (invece di denunciare la cosa), ha licenziato il solito capo espiatorio (il Cusani o Citaristi di turno) quando proprio non ne poteva fare più a meno, però alla fine non ha tratto alcun vantaggio dalla cosa... cioè, in uno sport(?) dove la differenza di prestazione è un battito di ciglio, questi qua hanno capito 'sta cosa stando a pensarci qualche oretta in un albergo. Però attenzione birbanti, dice in sostanza la sentenza, se nei prossimi anni (quando le regole saranno cambiate e quindi anche le macchine) doveste fare qualche marachella con i progetti rubati... finite a sculaccioni eh! (oddio, mi preoccupo un po', non saranno stati troppo severi con questi poveretti?).

Probabilmente la nomea degli italiani è meritata, ma la "furbite" è una  malattia molto più diffusa di quanto si creda.

Ciao a tutti!

 
 
 

Grande boucle o Grand buc?

Post n°34 pubblicato il 26 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Qualche anno fa avevo problemi alla schiena. Tra i vari personaggi del panorama medico che consultai ci fu un chirurgo. Io sono sempre stato un praticante di sport da 5-6 allenamenti a settimana, e a lui come ad altri dottori chiesi: "posso continuare a fare sport?". La sua risposta fu più o meno questa: "Sì, purché non fai niente di agonistico. Lo sport agonistico a qualsiasi livello non è più interessato al benessere della persona ma alla prestazione: alla fine ti rovina il fisico". Al momento mi sembrò un'esagerazione, anche se non mi importava molto perché comunque io non sono agonista di niente.

Eppure queste parole, dirette in realtà a criticare l'eccessiva intensità degli allenamenti che gli aveva procurato negli anni molto "lavoro", mi risuonano in testa ogni volta che sento parlare di doping. Cioè, uno prima di prendersi una medicina qualunque si legge tutte le controindicazioni (e dopo averla presa gli sembra che si siano scatenate tutte, tipo "induce secchezza delle fauci"), e poi si butta giù un mare di schifezze per fare... cosa? Vincere una gara? Vabbè, è vero ci sono i soldi di mezzo. Due o tre anni al top in sport come l'atletica leggera o il ciclismo consentono guadagni piuttosto alti. Ecco, il ciclismo in particolare,  in questi giorni c'è il Tour de France: da quanti anni è un bollettino di guerra di ciclisti dopati? Oramai mi deprime seguirne le vicissitudini sui giornali, mi fa un po' l'effetto di Alitalia. Leggevo una volta il commento di un giornalista che scriveva, in sostanza: "come si fa a pensare che non si dopino persone che su tornanti di montagna riescono a tenere medie orarie che si fatica a tenere con una macchina?". E' un po' una provocazione, ma non è una cosa molto lontana dalla verità. Ha senso il ciclismo come sport agonistico? E gli altri sport?  Il doping è' una cosa così diffusa solo nel ciclismo? Sinceramente non so cosa pensare.

Ma fino a qui stiamo ancora parlando di sport di alto livello. Quello che trovo allucinante è che frequentando una palestra (cosa che faccio), si vede gente prendere di tutto per sollevare qualche chilo in più e farsi la stagione estiva col fisico da spiaggia. E' addirittura pacifico che tutti coloro che partecipano a gare di Body Building (ne conosco qualcuno) si "facciano" (in realtà non è che si "bucano", ma mi piaceva il gioco di parole con boucle...) di ormoni e prodotti che attenuano la fatica. Non so se è stato fatto, ma si pensava di fare controlli antidoping alla fine di gare di corsa amatoriali, quelle in cui si vince un sacchetto premio con quattro stupidaggini.

E tutti questi prodotti:

1) Fanno infinitamente male un po' a tutto il corpo (fegato, reni... cosucce così)

2) Costano un sacco di soldi

3) Hanno effetti "positivi" sulla muscolatura che, al contrario di quelli negativi sulla salute svaniscono immediatamente

Mi sa che quel chirurgo aveva ragione a proposito dello sport agonistico!

Ciao a tutti!

 
 
 

Occupazione dell'Afghanistan

Post n°33 pubblicato il 25 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Leggo sul sito del Corriere della Sera le dichiarazioni di D'alema sull'opportunità che la missione USA (Enduring freedom) in Afghanistan venga interrotta, e che tutte le operazioni militari in Afghanistan avvengano sotto il comando della missione ISAF, la quale si è costituita ed agisce nel quadro di una risoluzione ONU.

L'Afghanistan e l'iraq sono state due guerre con le quali ho dovuto confrontare la mia visione della vita. Sono sempre stato un riflessivo e poco propenso all'ideologia, del tipo sono pacifista = tutte le guerre sono da evitare. Non sto giudicando altre scelte o dicendo che sono migliore o peggiore degli altri, sto solo parlando di me. E' chiaro, la guerra non mi piace, così come non mi piace la violenza, ma come scrissi su un post (Essere pacifici, essere pacifisti, in realtà questo post è un approfondimento dei temi che trattai in quell'occasione), se qualcuno minacciasse me potrei pure, se fossi molto, molto pacifista convinto, subire, ma se qualcuno minacciasse mia moglie non esiterei a reagire con violenza. Non mi piace essere ipocrita, quindi non mi voglio mettere a pontificare sulla politica internazionale in termini di assoluta non-violenza quando so che sarei il primo a essere violento in determinate condizioni.

Veniamo quindi a queste "condizioni". Io adoro gli USA (lo so, messa su un blog questa frase è pericolosa, ma spero di avere diritto alla stessa tolleranza che ho per le idee degli altri), questo è un dato di fatto. Ci sono andato (due volte) estremamente diffidente, ne sono tornato entusiasta. Chiaro, sto descrivendo sensazioni da turista, non sto parlando di geopolitica, però sono uno che quando viaggia si butta molto a conoscere la gente qualunque che incontra (che so, mi piace fare quattro chiacchiere con i tizi delle stazioni di servizio, con i mormoni di Salt Lake...) e quindi instauro, se così si può dire, un certo rapporto con il Paese che visito. Quando ho visto cadere le due torri mi sono sentito un po' morire. Sarà stato perché ero in viaggio (in Svizzera), mi stavo prendendo un gelato con mia moglie e abbiamo adocchiato per caso la TV della gelateria (stava parlando Mentana), ma siamo rimasti sotto choc impalati 10 minuti buoni prima di riuscire a muoverci per andare a sederci da qualche parte. Lei si è messa a piangere. Non ho mai avuto dubbi che chi ha fatto questo meritasse di essere preso e giudicato e che tutte le democrazie del mondo dovessero fronteggiarlo unite: tutte erano state colpite. Naturalmente ciò significa che non ho mai creduto a quelle cose del tipo "... sono stati gli USA da soli a minarsi le Torri ...". Già che c'erano potevano pure seppellire un caxxo di barile di gas in Iraq invece di sputtanarsi di fronte al mondo co' 'sta balla delle armi di distruzione di massa. Ho sempre creduto che gli americani fossero colpevoli di criminale negligenza, ma niente di più.

Mi dispiace essermi così dilungato nella premessa, ma senza chiarire queste cose è difficile per me spiegare come la vedo adesso. Detto che ho sempre pensato che l'aggressione dell'Iraq sia stata del tutto immotivata o, per meglio dire, senza giustificazioni presentabili pubblicamente, voglio parlare dell'Afghanistan. Dopo averci pensato a lungo, ho maturato l'idea che occorra distinguere tra attaccare un Paese e occuparlo. Attaccare l'Afghanistan era giusto (a mio personalissimo giudizio). Dava asilo all'organizzazione terroristica che aveva progettato e messo in atto l'11 settembre e al suo capo, che il governo si rifiutò di consegnare. L'attacco avvene in ambito ONU (sì, sono al corrente di tutte le polemiche su queste considerazioni, ma io la penso così). Anzi, mi sarebbe piaciuto che l'Italia partecipasse attivamente. Ma oggi (e non solo oggi in realtà), dopo che Bin Laden è fuggito, dopo che l'Afghanistan ha un altro governo (che tra l'altro si è affrettato a fare una bellissima Costituzione i cui primi articoli dichiarano che si basa sulla legge islamica. Un Paese in cui le donne continuano tranquillamente a essere vessate come prima) che senso ha stare ancora lì a occuparlo? Costruire ospedali, strade e ponti? ma se muoiono ogni giorno civili, inevitabili "vittime collaterali" di una cosa che dovrebbe essere una missione di pace. Quando gli afghani si pacificheranno, quando decideranno di chiedere un aiuto internazionale, quando questo aiuto potrà essere portato in sicurezza senza che servano decine di migliaia di soldati, allora potremo tornare. Oggi dall'Afghanistan non dovrebbero andarsene solo gli americani, dovrebbero andarsene tutti gli eserciti stranieri

Ciao a tutti!

 
 
 

Sepolcri imbiancati

Post n°32 pubblicato il 24 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Oggi mi va di parlare di una notizia che leggo sul sito del giornale La Stampa: "È lesbica: il giudice le toglie le figlie". Il fatto è avvenuto (credo, anche se l'articolo non è molto chiaro) nell'ambito di una separazione causata dalla storia della donna con la sua amante. Naturalmente attengo le mie valutazioni a quanto scritto nell'articolo: "...(giudice) la condizione omosessuale pregiudica i figli ... non è necessario essere uno specialista, lo dice chiaramente il senso comune ... (giudice a proposito della madre) dovrà scegliere tra le figlie e la sua nuova compagna ...".

La prima cosa che mi viene da pensare è che se avessimo dato sempre retta al "senso comune" probabilmente saremmo ancora al riparo di una grotta. Mi immagino un dialogo di questo tipo: "... Aho, ma che stai a di', ma levate co' 'sto foco, brucia, è pericoloso. N'avemo fatto a meno fino a mo, potemo benissimo anna' avanti così ...". Il senso comune può avere un suo valore, ma bisogna fare molta attenzione nell'imporlo: non è un valore assoluto, va sempre rapportato al mondo in cui si vive.

La seconda cosa che penso è che la sentenza è estremamente ipocrita: se si crede che l'omosessualità pregiudichi l'educazione dei figli, che senso ha porre la madre davanti ad una scelta di quel tipo? Le vanno tolte le figlie e basta, come andrebbero tolti tutti i figli a tutti i genitori che ad un certo punto della loro vita si scoprono omosessuali. No, se la madre rinuncia alla compagna può tenersi le figlie: forse che in questo caso smette di essere omosessuale?

No, In realtà non è tanto la sentenza che è ipocrita, quanto la visione del mondo che denota chi la emette (come coloro, giudici e non, che tutti i giorni emettono "sentenze" simili). "donne che lavorano", "legge sull'aborto", "divorzio", "unioni omosessuali", quante di queste cose hanno urtato o urtano il "senso comune"? In realtà mi sembra che questo supposto "senso comune" non sia altro che l'eterna ipocrita aspirazione ad un bellissimo mondo di sepolcri imbiancati, pieno di famiglie "normali" in cui magari il marito tradisce o picchia la moglie o beve, ma che sono però benedette dal matrimonio. Un mondo in cui è meglio una famiglia così (formato "Family day") piuttosto che una unione di due omosessuali che si amano veramente. Un mondo senza nessuna attenzione per i veri sentimenti, per come le cose sono, ma per come appaiono.

C'è una categoria di persone che ho sempre ammirato, che sento migliori di me. Sono tutte quelle che hanno il coraggio, che dubito riuscirei ad avere al posto loro, di combattere contro questo "senso comune" che sentono ingiusto e per via del quale soffrono, anche se molto probabilmente ne saranno schiacciate. Probabilmente non ne godranno i benefici, ma è per merito di queste persone se qualcosa di buono prima o poi si afferma, lentissimamente e con grande fatica, nel mondo.

Magari non c'entra molto, ma parlare di separazione mi fa venire in mente un dialogo che ho ascoltato qualche giorno fa mentre passeggiavo a Ostia con mia moglie. Un uomo stava parlando con le sue bambine (6-7 anni) dicendo loro che "papà voleva tanto bene a mamma, le ha sempre dato retta. Mamma ha fatto l'università e papà ha pagato tutto e l'ha sempre aiutata. Mamma avrebbe dovuto faje un monumento a papà, e invece l'ha lasciato...". Spero che sia stato lo choc per la separazione a renderlo così...

Ciao a tutti!

 
 
 

Terroristi e zingari

Post n°31 pubblicato il 23 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Dal sito di Repubblica leggo un fatto che mi fa riflettere, che mi fa venire voglia di esprimere un pensiero. In breve, un bosniaco e un marocchino si sono gettati in acqua per salvare due bambini in difficoltà e il bosniaco è morto dopo averli salvati. In realtà questa è solo metà della notizia, l'altra  metà riguarda il fatto che i genitori dei bambini si sono allontanati prima ancora di sapere se il soccorritore dei loro figli sarebbe riuscito a salvarsi, ma non voglio soffermarmi su questo aspetto. Chiaramente non mi sembra un bel comportamento ma non voglio giudicare due genitori che hanno rischiato di perdere i figli, e comunque non la ritengo una cosa da mettere al centro dell'attenzione.

Quello su cui voglio soffermarmi è il fatto che due stranieri qualunque non hanno esitato a mettere a rischio la loro vita per salvare due bambini, i figli di persone a loro sconosciute. Due stranieri di Paesi che spesso ci suscitano diffidenza. Due stranieri che magari uno quando li vede pensa "... oddio, attenzione che questo ruba i bambini ..." oppure "... 'mazza quanto è grosso, avrà mica una cintura esplosiva? ...". Due stranieri che quando qualcuno del loro Paese fa qualcosa di male fa felici i giornali che possono uscire subito con titoloni sul "pericolo islamico" o sugli "zingari ladri".

E' umano, è normale, è semplice spirito di sopravvivenza provare timore, diffidenza per chi è diverso da noi. E però, però, dobbiamo anche essere capaci di ragionare, riflettere. Per un terrorista, per un ladro di bambini, nel nostro Paese ci sono centinaia di migliaia di Dragan o H. R. (il giornale non riporta il nome del marocchino) disposti a fare senza esitazione quello che ognuno di noi farebbe (spero). Magari hanno abitudini diverse dalle nostre ma vivono i nostri stessi problemi. Sono molto diversi da noi ma ciò non implica che siano "cattivi". Anzi, dall'incontro, dalla reciproca conoscenza possiamo forse tutti imparare qualcosa, soprattutto imparare a vivere insieme in pace.

Non cediamo alla tentazione di vivere nella paura del diverso da noi, sentimento questo che si augura e anzi fa di tutto per provocare chi vuole manovrarci per fare i suoi comodi. E non cediamo a questo sentimento di paura prima di tutto per non ingrigire la nostra stessa vita, per non rinchiuderci in uno spazio piccolo piccolo che magari ci sembra tanto sicuro, ma che in fondo non è altro che una prigione.

Ciao a tutti!

 
 
 

A pranzo d'estate? Un bel CondyRice...

Post n°30 pubblicato il 20 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

Quando qualcuno, speriamo il più tardi possibile, mi appiopperà la catena delle 5 ossessioni, la prima che confesserò sarà la consultazione del televideo. Lo so, non c'è niente che non abbia già letto su internet  e molto più aggiornato, ma quando arrivo a casa e mi sistemo, prima di fare qualunque altra cosa, mi metto scorrere le pagine sempre nella stessa immutabile sequenza: 103 (notizie), 110 (quando c'è), 120 (politica interna), 130 (economia e finanza), 140 (cronaca italiana), 150 (esteri), 160 (cultura), 201 (calcio), 229 (brevi calcio), 245 (notizie sulla Roma), 260 (altri sport), 505 (programmi della sera), 533 (audience del giorno prima). Naturalmente, qua e là mi vedo qualche pagina che voglio approfondire. E' una sorta di rito.

Mi sto leggendo la pagina 15qualcosa sulla guerra diplomatica tra Mosca e la GB, quando vedo queste testuali parole di Condoleeza Rice: "Un crimine terribile è stato commesso in territorio britannico e la Gran Bretagna deve trovare gli autori e processarli. La Russia dovrebbe onorare la richiesta di estradizione". Un crimine terribile... in territorio straniero... trovare i colpevoli e processarli... queste frasi mi girano nel cervello , mi fanno andare indietro nel tempo,  indietro fino al 3 febbraio 1998: in quel giorno morirono in Val di Fiemme 20 persone. Questi 20 disgraziati caddero con la cabina in cui si trovavano quando il cavo della funivia del Cermis fu tranciato da un aereo USA partito dalla base NATO di Aviano. Proviamo un attimo a immaginare cosa si prova cadendo per 80 metri sapendo di morire.

A onor del vero, di quegli assassini che formavano l'equipaggio dell'aereo non furono gli USA a rifiutare l'estradizione: in omaggio allo statuto dei militari NATO la giurisdizione spettava alla giustizia militare USA. Certo, visto quello che è successo con il processo per la morte di Calipari non credo che sarebbe potuta andare diversamente. Contro ogni logica, il pilota fu assolto dall'accusa più grave, quella di omicidio, e condannato solo per aver distrutto il videotape del volo (perché, se era "innocente"?). Probabilmente il suo avvocato difensore sarà stato l'invincibile Harmon Rabb, quello di "JAG Avvocati in divisa" (immagino che quel ciccione incapace di Buddy Roberts rappresentasse l'accusa).

Che cosa pensare. Certo la Rice è padrona di dire quello che vuole, tanto chi le contesta niente. Io comunque sono padrone di farmi girare un po' le scatole, di pensare che le lezioncine se le può risparmiare, o che se proprio le vuole fare cominci da casa sua. Quello che mi piacerebbe è che, quando gli USA vengono a rompere le balle per allargare le basi NATO esistenti in Italia, qualcuno di qualche governo, un politico qualunque, chiedesse loro:

1) Perché: sono aumentati i pericoli di un attacco militare all'Italia?

2) I soldati stanziati, anche quelli già presenti, partecipano solo a operazioni NATO? (non è che magari queste basi servono per mantenere l'occupazione iraqena, che tanto NATO proprio non è...).

3) I soldati vengono impiegati solo dopo autorizzazione anche italiana? Sapete com'è, un Paese straniero attaccato da soldati o aerei provenienti dall'Italia potrebbe pensare (che stravaganza!) che gli siamo ostili anche noi. Mi può stare bene se è una scelta italiana, un po' meno bene se è la conseguenza di scelte su cui noi non abbiamo voce in capitolo.

4) Visto che ci siamo, la situazione rispetto al 1951 è un po' cambiata, vogliamo rivedere lo statuto dei militari stranieri in territorio italiano?

Noi "dovremmo" essere alleati USA in sede NATO, non "sdraiati in terra con i piedi di Bush sulla faccia che si può anche muovere e noi zitti sotto" (come Troisi e Benigni sotto a Savonarola).

Ciao a tutti!

 
 
 

Servitori e asservitori dello Stato

Post n°29 pubblicato il 18 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

A 15 anni dalla morte di Falcone e Borsellino si indaga sul coinvolgimento di servizi segreti "deviati". Spero vivamente ne esistano anche di normali dal momento che questa espressione viene usata sempre più di frequente.

Eh sì, Falcone e Borsellino morirono nel 1992. Mi fermo a riflettere, fu un anno importante, quello, nella formazione della coscienza politica mia e, forse, di molti altri della mia generazione: non avevo fatto in tempo a vivere, a comprendere pienamente i fatti degli anni '70 e primi anni '80 anche se essendo di Roma mi rendevo conto che qualcosa di importante stava accadendo.

Nel febbraio del 1992 un oscuro PM di Milano, Antonio Di Pietro, beccò il socialista Mario Chiesa fuori dal Pio Albergo Trivulzio con la tangente in tasca. Fu l'inizio di Mani Pulite, il primo tentativo serio di colpire Tangentopoli, l'inizio della fine della DC e del PSI. Ho impresse nella memoria le immagini di Craxi e Forlani inchiodati da Di Pietro durante i processi. La saliva agli angoli della bocca di un Forlani balbettante fu forse la vera immagine simbolo del crollo di quel sistema politico

Avevo appuntamento fisso con "MIlano, Italia" di Gad Lerner, poi con "Il Rosso e il Nero" di Santoro. Finalmente si parlava di politica come di un qualcosa che si dovesse occupare di problemi concreti con soluzioni concrete, con forze politiche che non si scomunicavano reciprocamente tra supposte adesioni al Patto di Varsavia o tentazioni di estrema destra o piatta subalternità clericale. Si parlava accanitamente di referendum sul sistema elettorale maggioritario.

E' proprio in quel periodo che è maturata, divenuta adulta la mia visione della politica, il mio "senso dello Stato". Falcone e Borsellino: quella che fu una tragedia per loro e per le loro scorte e per l'Italia mi fece però conoscere due persone che quando scopri che ne esistono di così (specialmente in Italia, dove sono "merce rara") ti senti meglio.

Sto pensando a tutte queste cose mentre vedo in televisione la faccia di Selva, quello che per andare a LA7 si è finto malato per farsi trasportare con l'ambulanza mentre Bush era a Roma, beandosene poi in trasmissione. Invece di stare sotto processo, o almeno sprofondato da qualche parte dalla vergogna, mi dice che ritira le sue dimissioni dal senato perché "i cittadini glielo chiedono". Non serve a niente scriverlo su questo blog, ma lo faccio lo stesso (ha effetto terapeutico): Selva, penso che tu sia un pezzo di me*da.

Ciao a tutti!

 
 
 

Una tragedia molto italiana

Post n°28 pubblicato il 16 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

C' è uno strano fenomeno che si verifica nell'informazione italiana: le cose, anche senza che esista un apparente colegamento tra loro, succedono a grapppoli. Un pitbull azzanna un bambino, di colpo tutti i pitbull italiani impazziscono e per una o due settimane attaccano chiunque capiti loro a tiro. Poi, senza che nessuno abbia fatto niente, gli attacchi smettono, le bestiacce tornano calme, si ricomincia a parlare di altro. E' stato così anche per i blocchi di ghiaccio caduti dal cielo, le statue piangenti della madonna e per molte altre cose che adesso non mi vengono in mente.

E' stato così per De Lorenzo: dal nulla, senza che se ne sentisse la mancanza, spuntarono servizi sul suo precario stato di salute (forse aggravatosi utilizzando la sanità pubblica da lui così' saggiamente amministrata in qualità di ministro). E' così per la fame nel mondo, ogni tanto ti cominciano a sommergere di bambini scheletrici e mamme piangenti da qualche remoto angolo del pianeta. Queste però non sono notizie casuali, solitamente servono a preparare la gente alla scarcerazione del primo o a una qualche missione umanitaria per aiutare i secondi. Di solito si tratta di soldati americani e inglesi più qualche altro sottopanza. E' del tutto casuale, naturalmente, che i morti di fame dei TG si trovino in aree petrolifere. La cosa che fa piacere è che poi i loro problemi si risolvono: così come sono apparsi nei TG, allo stesso modo svaniscono. Non hanno più fame o non serve più mostrarli?.

Alcuni argomenti sono ricorrenti, la discussione si rianima ogni tanto ma senza alcun senso per la gente comune. Sono quelle cose che mi danno vere e proprie crisi di rigetto, come le notizie su Alitalia: spengo la TV appena esce una notizia in proposito, è del tutto inutile cercare di capire.

Niente però è così simbolico dell'Italia come lo sterminato elenco delle "tragedie" più varie che si verificano sulle strade, e che dà periodicamente luogo a "allarmi" e "emergenze". E' in questo pentolone di mancati controlli, inciviltà di chi guida, superficialità e buonismo nell'applicazione di pene già lievi per conto loro che il nostro Paese è fedelmente rappresentato. Non ne posso veramente più (e infatti cambio canale: a che serve tormentarsi?) di sentire di gente che ammazza inermi passanti dopo tre ritiri di patente o dopo essere stato già trovato ubriaco al volante. O di ragazzi che si spiaccicano su qualche muretto all'alba con macchine che avrei paura a guidare anche io in pieno giorno (e senza aver sniffato/bevuto/fumato/calato...).

La polizia fa pochi controlli. Dopo che lo ha scoperto anche il ministro Amato, lo sanno proprio tutti che in Spagna, Inghilterra, Germania, Francia si fanno trenta o quaranta volte i controlli con etilometro che si fanno in Italia. In Germania ci sono meno ubriachi al volante che in Italia: pensando a quanto bevono i tedeschi è un dato quasi assurdo. "Le forze dell'ordine devono svolgere compiti più importanti", dicono. Magari manganellare a sangue ragazzi in una scuola fabbricando prove per giustificarsi, chissà. La gente è superficiale, non si rende conto di quello che fa. Io frequanto poco/per nulla locali e discoteche, ma basta pensare alle condizioni di chi si mette al volante dopo un pranzo di matrimonio (tanto sono cose che succedono sempre agli altri...). La giustizia è troppo mite, vengono applicate blandamente anche quelle misere leggi che ci sono: "non volevano uccidere". Io uno che si mette al volante ubriaco lo considero come uno che si mette a sparare a caso con una pistola: certo, non voleva uccidere quella persona, ma sapeva di mettere a repentaglio la vita di tutti quelli che avrebbe trovato sulla sua strada. Se ammazza qualcuno per me è omicidio volontario.

Una ragazza di sedici anni non può morire travolta da uno che poi si mette a fumare tranquillamente una sigaretta, non può, non può. Ma no, siamo italiani, può benissimo: non è la prima e non sarà l'ultima. Non facciamo gli ipocriti, però, prendiamocela con noi stessi, non con Dio, con il destino, con la fatalità... In fondo siamo tutti un po' assassini.

Ciao a tutti!

 
 
 

Referendum elettorale

Post n°27 pubblicato il 13 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

http://www.referendumelettorale.org/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&doc=2

Ho firmato, spero che si faccia e nel caso voterò Sì. Il fatto che Mastella minacci addirittura di provocare una crisi di governo nel caso che la raccolta di firme abbia successo è già di per sé un buon motivo per schierarsi a favore (non è che io voglia una crisi di governo, ma Mastella non lo reggo proprio, è più forte di me), ma sono anche convinto che i quesiti permetterebbero di migliorare l'attuale legge (porcata secondo lo stesso soggetto che l'ha redatta) elettorale.

I quesiti 1 e 2 sono simili, semplicemente si riferiscono il primo alla Camera dei Deputati e il secondo al Senato. La vittoria del Sì comporterebbe l'assegnazione del premio di maggioranza allla lista (non più quindi alla coalizione di liste) che ottiene il maggior numero di voti. I partiti che volessero presentarsi coalizzati sarebbero costretti a fare liste comuni (sotto un unico simbolo), costruendo così un legame più forte rispetto alla semplice definizione di un programma che può poi anche restare lettera morta. Altro effetto del Sì a questi quesiti è la definizione di una soglia di sbarramento per le liste del 4% alla Camera e dell'8% al Senato.

Il quesito 3 prevede, in caso di vittoria del Sì, l'impossibilità di candidarsi in più di una circoscrizione elettorale, pratica questa che dà il potere, a coloro che vengono eletti, di scegliere poi a quale circoscrizione rinunciare cooptando di fatto il primo escluso della stessa (destinato a diventare quindi un parlamentare "riconoscente").

Sinceramente, io non nutro molta fiducia nei tecnicismi per la risoluzione dei problemi italiani. Un professore universitario mi fece una volta un ragionamento tipo questo "... si vabbè, maggioritario alla francese, all'inglese, proporzionale alla tedesca, maggioritario all'americana (sembra un menu)... tutti questi sistemi funzionano nei Paesi che li adottano, il problema non è il sistema, è chi vota ...". In effetti la penso anche io così. Quante notizie si sentono a proposito di grandi innovazioni, riforme, e poi in sostanza non cambia niente? Per cambiare le cose in Italia dovrebbe cambiare la testa degli italiani (qualcuno una volta ha detto: "... bisognerebbe sciogliere il popolo ed eleggerne uno nuovo ..."), e questo processo di cambiamento, di maturazione, ammesso che un giorno inizi veramente, è inevitabilmente lungo.

E' vero anche che il referendum è abrogativo, non può quindi creare ciò che non c'è. Non può, per esempio, prevedere nuovamente l'indicazione della preferenza da parte dell'elettore, senza la quale non c'è nessun modo, ad esempio, di non votare candidati "pregiudicati" (per dirla alla Grillo).

Mi sono però convinto, approfondendo un po', che il sistema elettorale che scaturirebbe da un'eventuale vittoria del sì è migliore di quello attuale, e il fatto che praticamente tutti i partiti, con poche eccezioni, stanno tentando di boicottare la raccolta delle firme ha contribuito a convincermi ancora di più. Non possiamo stare sempre a lamentarci senza poi fare neanche quel poco che possiamo per provare a migliorare le cose.

Ciao a tutti!

 
 
 
 
 

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