imagomentis - ***
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CON LA PAZIENZA DELLA RAGNA IN TELA

  e bocca lingua mani nervose e docilie ciocche scompigliate di una figlia d’eva che in silhouette carnosa dal profilo impeccabile si muovesopra il mio corpo nudo e inadempiente  in un dirupo di pietra lavicaper il vocio di tutto l’alcool erotto nella mia  lacera memoria eretica scalfita luccicante madreperla  sotto una luce bianchissima ove i simboli si…
 

ENTROPIA PER UN’ALTRA VOLTA (1)

 Ed è una ennesima storia quasi su commissione, anche e non solo da me a me stesso, che principio indolente a raccontare, tra memoria e reale, in borderline di compilazione, da io diviso e frantumato in cocci, da rappresaglia etica ed estetica,  con ridondanze varie da condom lessicale e calici svuotati e di parole dilapidate…
 

scorcio di te in bilico di premura

 Una volta mollata l’anima, tutto segue con assoluta certezza anche nel pieno del caos.”Henry Miller   ho imparato a graffiare sui muri ornati di trascuratezza e persinoa piroettare negli angoli dei margini svettati di caverna e di pausanell’interno spannato dai grumi aciduli della ritrosia indecisascomposta da questo susseguirsi improvviso di sensazioni chiusein frammenti di fotogrammi sfocati…
 

al cielo fulvo d’amore

 come un’ampolla mite alla lontananza dei bagliori sull’iride azzurrata che nella memoria lenta si riempie di simboli accostati a questi lemmi dati in cambio impoetici al caos inaspettato di un amplesso sciupato lievemente dall’ebbrezza sugli occhi di leggerezza è il tratto del mio gesto poggiato nei dintorni cedevoli di un ventre soffice e docile alla…
 

patruni e sutta

  Attorno ad un tavolo di un'osteria c'erano quattro persone. Un uomo buffo con i baffi spioventi, una donna ottusa con le cosce allargate, una femmina acuta con le labbra attente e un uomo distratto con lo sguardo proficuo.Giocavano a carte. Il gioco era antico. Uno, se capitava la carta giusta, faceva il padrone, un altro il…
 

con gli occhi recintati dagli dei

 quello sguardo che si distoglie, intagliato e diviso,  nell’alcova sospesa da segni di grafia e preludi di sensi, include spruzzi di eros colorati e brulichii di compattezze disgiunte, quasi come celate nel segreto di una bolla umida, soffiata nel cristallo infrangibile dell’illusione e del gesto  è uno scrivere urgente di follia seppiata di paradossi,picchiato a sangue…
 

atto secondo: omissis - atto terzo: non sono solo pagine di libro

  atto secondo: omissis l’uomo bevepiange ride piangeguarda davanti a sérimane sedutoa volte pare voglia urlareapre la bocca ma non esce suono.luci di molti colori rimbalzano attorno a luiun fascio di luce chiara è fermo sul suo viso (voce dietro le quinte,quasi un sussurro metallico un po’ alticcio,forse un urlo) Siamo spiacenti, ma non è più…
 

atto primo: tutto č disteso sulle frasi eppure

   l'uomo parlaMinchia però, questa stanza anche stanotte è un bordello. Passano i giorni rattoppati e non cambia, o meglio cambiano i pezzi delle cose che lascio in giro in forma di parole tra la gente distratta, che va e viene e si sgola per dire e si affatica per fare, mentre prima dovrebbe inabissare l’occhio…
 

monologo in tre atti prologo

si apre il sipario. silenzioUn uomo è seduto ad un tavolo di legno in un angolo della scena. Su un foglio bianco senza cornice, appeso al muro, quasi alle sue spalle, è disegnata, con pennellate rosse e spesse, una maschera precolombiana o africana. Sopra la sua testa c’è una tettoia bassa che sembra un soffitto.…
 

ti voglio bene aspettami

a togliere le inesattezzedel quotidiano stoltoil tuo pensiero soffiatiepido e lentonella mente sfrangiata dalla poesia dalla soglia dell’animazufola un sognonell’aria mitedi questo tempo monco il barbaglio dell’iridecerulea all’apparenzasi frammentain spicchi rossi di luce dentro e fuori si mischianoinsolenze e premureed i sinonimi scroscianotra le parole e le cosesimboli e segnia mitigare lo iato dell’esistere ti penso e nel pensieroparlo…
 

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