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INSODDISFATTI DI TUTTO......PERCHE'

Post n°148 pubblicato il 23 Marzo 2010 da cavallo140

Perché siamo insoddisfatti 

Ci sono momenti in cui una persona sente il bisogno di aprirsi e di raccontare tutto quello che uno ha dentro, perché il modo in cui vive, i risultati che ha ottenuto fino a quel momento, non gli danno piacere, non si sente contento di quello che ha fatto e non capisce più il perché, non sa sbrogliare la sua matassa, non sa prendere il bandolo per cercare di risolverla e si lascia andare in un malumore, una depressione, che lo conduce sempre più in basso, con perdita di autostima ed abbandono dei propri sogni, speranze, futuro.

Ricordo di aver passato tante volte momenti del genere, perché la vita è fatta di alta e bassi, di vette e di abissi ed è semplice viverla nei momenti in cui si è in vetta, mentre è difficile superare i momenti in cui ti trovi nell’abisso. In uno di questi momenti in cui sentivo proprio di aver toccato il fondo, ricordo di essermi aperto con un amico.Tutto è iniziato da una mia domanda, perché gli avevo chiesto come facesse ad essere sempre sorridente e lui aveva risposto che non capiva perché io non lo fossi, quindi c’era (secondo lui) qualcosa nella mia vita che non andava bene, perché non ricevevo gioia da quello che facevo!

Ho pensato molto a questo modo di impostare le cose, concludendo che la nostra vita ce la creiamo da soli giorno dopo giorno, prendendo tutta una serie di piccole o grandi decisioni che sono basate sulle nostre emozioni, sulle nostre convinzioni interne e quindi su come ci raffiguriamo la realtà in quel momento, cioè in base a ciò che pensiamo!

Cambiare il nostro modo di pensare non è cosa facile, ma cambiare l’atteggiamento che influenza i nostri pensieri è più semplice e quindi ha ragione il mio amico nel dire che dobbiamo fare ciò che ci porta ad avere piacere.

 STORIELLA

LO SPACCAPIETRE

C’era una volta, tanto tempo fa, un giovane spaccapietre. Tutto il giorno lavorava con martello e scalpello, sempre in mezzo alle rocce ed alle pietre. “Eppure ci deve essere qualcos’altro al mondo, oltre alle pietre!” pensava una mattina lavorando sodo. “Come mi piacerebbe viaggiare e vedere tante cose!”

Per consolarsi, cominciò a cantare ad alta voce una canzone inventata lì per lì che raccontava i suoi desideri. Per caso lo sentì un giovane mago, che stava girando il mondo per istruirsi. Si fermò ad ascoltare e pensò: “ questo giovane mi sembra tanto bravo…
è desideroso di conoscere il mondo, mi piace il suo atteggiamento”
. E decise di aiutarlo. “senti- gli disse – io posso aiutarti. Dimmi cosa desideri più di ogni altra cosa.”

Lo spaccapietre smise di lavorare e guardò stupito quello sconosciuto. Sembrava così giovane, ma trasmetteva serenità e affidabilità così decise di credergli, ed iniziò a pensare attentamente. “Se fossi ricco sarei libero di fare tutto quello che mi piace…”“E allora sarai ricco!”  Gli disse il mago

Ed infatti lo spaccapietre diventò l’uomo più ricco della zona. E per un po’ di tempo fu anche abbastanza felice. Poi, d’un tratto, iniziò a diventare inquieto. “Vorrei anche essere l’uomo più potente di tutti!” pensava. Ed allora il mago lo fece diventare Imperatore.

Passato un po’ di tempo, lo Spaccapietre-Imperatore diventò di nuovo infelice. E pensava: “La mia potenza finisce su questa terra, mentre nel cielo c’è il sole che domina tutto il firmamento”.
Allora il mago lo fece diventare
Sole.

“Adesso risplendo sul cielo e sulla terra”, pensava lo Spaccapietre-Sole. Ma, mentre guardava sulla terra un bel parco dove tanti bambini giocavano allegramente, vide ad un tratto che tutti smettevano di giocare e correvano a ripararsi dentro le case. Perfino i fiori del parco chiudevano le loro corolle e cercavano di farsi più piccoli che potevano. Che cosa stava succedendo laggiù? Guardando si intorno, lo Spaccapietre-Sole si accorse che stava arrivando una grossa nuvola nera che di lì a poco gli impedì di continuare a riscaldare il giardino con i suoi raggi. Stupito pensò: “Ma allora, la nuvole è più potente di me?” Il mago, che era curioso di vedere come si comportava lo spaccapietre, lo accontentò anche stavolta, e lo trasformò in una grande nuvola nera.  Lo Spaccapietre-Nuvola si divertì ad esplorare su e giù il cielo, a mandare una pioggia rabbiosa e violenta sugli alberi dei boschi e sulle rocce delle montagne. Ma si accorse che le rocce diventavano incrollabili e neppure facevano caso se c’era il sole o la pioggia. Questo lo irritò molto.

“Ma allora io voglio essere come una roccia!” ed ancora una volta il mago lo accontentò. Diventò una grande roccia, solida e maestosa.

Un bel mattino arrivò un giovane con uno scalpello ed un martello in mano e, iniziando a cantare, cominciò a colpire la roccia,  facendone volare tutt’intorno i frammenti.

Lo Spaccapietre-Roccia si spaventò moltissimo e iniziò a gridare: “ Non voglio più essere una roccia, voglio essere come quell’ uomo che canta laggiù e che osa scalfire la mia potenza!”

Ancora una volta il mago lo accontentò ed il giovane tornò ad essere lo Spaccapietre che era…

 RIFLESSIONE

Ognuno di noi spesso sente in sè una particolare insoddisfazione dovuta a svariati motivi.
Chi non vede realizzarsi i propri desideri, chi non accetta il suo corpo o la sua mente, chi è scontento della propria situazione fisica, affettiva, familiare, economica e sociale. Molte frustrazioni nascono anche dal continuo confronto con gli altri, perchè ci sembrano più realizzati o felici.

Ma la nostra insoddisfazione, però, non dovrebbe essere limitata alla semplice dimensione terrena.
Ad un’analisi più sincera ed approfondita del nostro dinamismo mentale, ci rendiamo conto che gran parte dei problemi sono generati dal nostro modo di vedere la vita. Se si usa troppo la mente, trascurando il cuore, vediamo solo un’infinità di questioni insolubili che ci portano, se non stiamo attenti,  a perdere il significato della vita stessa.
Non esistiamo per riempirci di problemi.
La nostra vita assume il significato che noi le diamo e molte circostanze si adattano spesso ad esse.
Se puntiamo sull’avere crediamo di espandere il nostro “io” sulle cose materiali che possediamo, sugli affetti, sul prestigio sociale, ecc. In effetti non ci rendiamo conto che sono queste cose a possederci ed a tenerci prigionieri in un bozzolo esistenziale che non vuole evolversi e schiudersi al senso dell’essere.
Quando qualcuno si chiede se esistono i miracoli, come tradizionalmente li intendiamo, dovrebbe riflettere sullo stesso miracolo della vita, in cui ogni momento ritenuto da noi “ordinario”, possiamo interpretarlo in modo straordinario.
Gli interrogativi sull’ontologia dovrebbero condurci ad una sana riflessione sulla stessa nostra esistenza, la quale merita un’alta considerazione per il fatto stesso che è infinitamente superiore al nulla.

 

 L'insoddisfatto, qualunque sia il punto in cui arriva, non sa appagarsene.

 E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo per quanto sta in te:
non sciuparla nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro in balìa
del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti
fino a farne una stucchevole estranea.

 
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