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Anniversari particolari -XIV puntata

Post n°255 pubblicato il 23 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Mi bastarono pochi mesi per capire che nulla era cambiato, che LUI non era cambiato!  Continuava a dire e a fare esattamente le stesse cose di prima... Perfino le sue esigenze, le sue necessità, erano rimaste immutate, mentre le mie, compiuta già una brusca virata, si stavano allontanando in direzione opposta... Impossibile che potessero tornare a convergere in un qualsiasi punto! Difatti egli continuava ad aver bisogno di qualcuno che:

  1. gli traslasse intorno e che soddisfacesse il suo narcisismo, intanto che lui  ruotava sempre e solo su sè stesso... ma io, nel frattempo, avevo imparato a guardarmi con altri occhi e forse anche ad amarmi un po' di più. In poche parole, iniziavo a considerarmi un INDIVIDUO, cosicché il ruolo di satellite cominciava a starmi stretto:
  2. gli facesse da appoggio, ma io ero troppo stanca per poterlo "trascinare". Desideravo camminare leggera, senza pesi nel cuore, e magari, pian piano, provare anche a decollare... Sentivo che con lui sarebbe stato impossibile, dato che, col suo modo di fare, depauperava le mie riserve energetiche, impendendomi di utilizzare al meglio il mio Ki;
  3. lo facesse sentire sentimentalmente sicuro e che, in cambio, s'accontentasse delle briciole (se ne avanzavano!)... Che però a me non bastavano... Non bastavano più;
  4. fosse parte integrante della sua vita, ma ne stesse accuratamente fuori... Peccato però che quel concetto mi risultasse del tutto inconcepibile, così come si sembrava inammissibile che lui provasse vergogna a parlare al telefono con me se era con degli amici (ammesso che di amici si trattasse!) e con gli amici se era con me... Il fatto stesso di essere identificata con quella VERGOGNA, mi faceva sentire sminuita e svalutata ed io non volevo mai più sentirmi così;
  5. gli servisse da capro espiatorio... Qualcuno da incolpare per tutto ciò che gli accadeva, pur di non mettersi a confronto con la propria coscienza e non assumersi l'onere dei suoi sbagli. Però io nel frattempo avevo capito che non dovevo colpevolizzarmi per tutto e che, semmai, potevo essere responsabile delle MIE azioni, non anche delle sue! Un esempio su tutti? Non era colpa mia (e ne avevo avuto la prova!) se mi aveva tradita. Chi tradisce, si sa, cerca sempre delle motivazioni perché in esse c'è automaticamente la giustificazione che, consentendogli di appoggiare il peso del proprio gesto su qualcun altro, alleggerisce la propria coscienza.  Spesso si dà un carattere aleatorio, a quelle giustificazioni: "E' stato inevitabile", "E' capitato", ecc... Eh no, un tradimento non è un incidente: lo si può sempre evitare. Volendo. Basta non cercarlo e, se ci trova gioco forza coinvolti, basta dire di no. Avete mai sentito di qualcuno che ha tradito perché gli avevano puntato una pistola alla tempia (in questo caso, tra l'altro, si tratterebbe di violenza, non di tradimento)? No, vero? Beh, neanch'io. La verità e che un tradimento  non è  MAI coatto. In esso c'è sempre la volontà e il desiderio di chi lo perpetra... E forse anche il piacere sottile, eppur sadico, di ferire;
  6. vestisse i panni della vittima sacrificale... Ma purtroppo (per lui!) io non ero più disposta ad immolarmi sul suo altare;
  7. risolvesse i problemi che lui stesso causava, l'unica cosa in cui eccellesse tanto da poterlo considerare uno specialista (che triste primato!)... Creare problemi e poi scappare; creare problemi per poi lamentarsene; creare problemi per raggirarli; creare problemi per poi lasciarli agli altri... Sempre e solo problemi! Solo che io già a vuoto ne ero bella carica: figuriamoci se potevo prendermene altri!... L'unica cosa che desiderassi davvero era risolvere i miei più in fretta possibile, per liberarmene! Che vantaggio mi avrebbe apportato quella relazione con lui? Nessuno! Ahimè, in certe circostanze si è costretti a ricorrere ad un certo opportunismo, volontario e funzionale. Così ci si ritrova a chiedersi: "Mi è utile tutto questo? E' opportuno che io lo faccia?". Se la risposta è "no", occorre desistere. Oltretutto un attento studio di fattibilità non può prescindere da un'accurata analisi delle criticità e quel rapporto ne presentava così tante che le garanzie di successo erano praticamente nulle. 

A parte questo (se ancora non bastasse) c'erano anche le mie aspirazioni e quel mio grande desiderio di emergere e ri-emergere. Stavo lì, in quel mio tunnel, e ne avevo scalfito in più punti le spesse pareti col solo ausilio di uno spillo... Era stata una fatica immane, certo, ma aveva portato dei risultati: si era infiltrata un po' di luce e, sebbene fioca, mi rendeva già più agevole il cammino. A nessuno avrei permesso di vanificare i miei sforzi! Quella Luce mi serviva per guardar fuori e dentro me, per trovare e l'uscita e la VERA Giusi! La di lui tendenza ad "oscurare" era per me fortemente deleteria, in quel delicatissimo momento: ero ancora troppo debole per affrontare nuove cadute e per di più non mi conoscevo ancora abbastanza. Questo gli avrebbe permesso di farmi credere ciò che voleva, rimandandomi un'immagine deformata di me stessa. Infine c'era un altro importatissimo fattore: i troppi taciti compromessi che quella relazione esigeva! Eh sì, perché qualche compromesso è utile se non addirittura indispensabile per il buon funzionamento di una coppia, ma quando diventano eccessivi ci si snatura! E quella prospettiva, avendola già vissuta, non mi piaceva per niente. Sentivo che in me stava avvenendo una metamorfosi... Sì sì, proprio così. Da ciò che lui si ostinava a vedere di me a ciò che ero realmente, da bruco a farfalla... Ed ero nella fase più critica: quella di crisalide. Affinché quella trasformazione giungesse a termine, avevo bisogno di starmene calma e tranquilla nel mio bozzolo, senza dannose interferenze. Per questo motivo osteggiai con tutte le mie forze le sue pericolose dinamiche comportamentali e relazionali... Ancora non ero in grado comprenderle o analizzarle, ma se non altro cominciavo a riconoscerle. Ciò che vedevo e vivevo con lui non mi piaceva... Come in un film, stavo rivedendo tutte le scene più drammatiche del mio matrimonio, ma alla fine e per la prima volta in tanti anni, la mia mente fu attraversata da un bellissimo pensiero, lesto e fugace come un titolo di coda, ma non per questo meno incisivo: "Non sono io a non meritare lui, bensì lui a non meritare me!". Fu la molle che fece scattare tutti i miei NO: NO alle sue bugie; NO al suo egoismo e al suo narcisismo; NO all'inaffidabilità,  all'inconcludenza, all'irresponsabilità e alla mancanza di senso del dovere che gli erano tipiche; NO alla sua istrionica teatralità, ai suoi deliri, ai suoi processi manipolativi e a tutti gli altri suoi biechi comportamenti, compreso quello  di seminar zizzania; NO alle pesanti rinunce che quel rapporto comportava -e non parlo di rinunce materiali: quelle mi avrebbero fatto un baffo; NO alla sua aggressiva passività!...

Lo lasciai... IO sì che stavo cambiando!

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5 Ottobre 2008

Ops!!!... Ti aspettavi forse di trovare una CUFITECA???
Eh no, direi che hai proprio sbagliato indirizzo web!
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Non amo i fronzoli e, qui dentro come nella vita reale, prediligo l'essere, non l'apparire!... Inoltre non sopporto l'ostentazione, in qualsiasi forma essa venga espressa...
D'altra parte, quando ricevi un regalo, tieni forse la confezione, buttando via il dono?
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Chissà che tu non sia più fortunato, trovando al primo colpo la CUFITECA che vai cercando!
Io te lo auguro di cuore e ti ringrazio lo stesso per essere entrato, seppure sbadatamente o per puro caso... Ma quelli che restano, li ringrazio ancor di più, perché mi donano la cosa più preziosa che abbiano: il loro tempo! Ed io non posso che apprezzare :-)

 
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