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Anniversari particolari -XV puntata

Post n°258 pubblicato il 08 Luglio 2009 da sonosaffitrina

Non mi restava che continuare, da sola, per quella strada intrapresa più di un anno prima... Eh sì perché nel frattempo il mio primo anniversario particolare era passato... Si era anche tenuta quella benedetta prima udienza, il cui risultato fu però in seguito inficiato per un vizio procedurale. Bisognava ricominciare tutto daccapo e questo era l'unico motivo di sconforto. Per il resto, e nonostante le innegabili difficoltà del mio percorso, cominciavo a vedere tutto più chiaro, a godere di una certa serenità e di quello stato interiore che rende più semplice anche camminare in salita. Le mie giornate erano fatte di battaglie quotidiane, sì, ma anche di tante piccole, grandi vittorie e di conquiste impensabili. I miei occhi, per la prima volta in vita mia, erano bagnati non da lacrime di dolore, ma di gioia. In fondo riuscivo a far tante cose, da sola: lavorare instancabilmente; portare avanti una casa e una famiglia; tenere in riga tre figli; far respirare loro un clima diverso, fatto di pacifica armonia e di grande chiarezza; risolvere problemi enormi che mai avrei creduto di poter risolvere; promettere e mantenere; seminare e raccogliere; progettare e concretizzare... Tutto questo, e anche di più, giorno dopo giorno, lontana da lui e dalla sua nefasta influenza. E poi avevo un sogno da realizzare che, unito alla forza e all'amore che mi trasmettevano i miei figli, mi rendeva caparbia e ostinata. C'era una tale determinazione in me che le montagne diventavano colline; i fiumi, ruscelli; i baratri, fossati... E sebbene questi ostacoli continuassero a rallentare il mio cammino, non riuscivano mai a fermarmi del tutto. Li affrontavo  uno dopo l'altro, con una grinta che non pensavo di possedere e tutto ciò accresceva, passo dopo passo, la mia autostima. Era tutto molto faticoso, non posso negarlo, ma se le giornate erano prove da superare, le nottate finalmente mi donavano il giusto e meritato ristoro. Non più incubi terribili e pianti interminabili. Solo sonno tranquilli. Ero, come si suol dire, in grazia di Dio e questo mi consentiva di mantenere una concentrazione altissima e di convogliare sempre nel punto giusto tutte le mie energie. Di lì a poco anche il progetto socio-educativo terminò ed io, a breve, mi sarei ritrovata il mio sudatissimo gruzzoletto tra le mani. Era giunto il momento di cominciare a pensare al trasferimento. Dovevo procedere con oculatezza, per non sprecare una sola cartuccia del mio arsenale, pena la disfatta totale e definitiva. Decisi che il momento migliore per partire era l'estate, ma per quell'anno potevo anche scordarmelo, dato che avrei riscosso solo a settembre. Dovevo aspettare ancora, ancora un anno, ma in fondo era un anno soltanto ed io ero sicura che non sarebbe stato tempo sprecato... Non c'era mai più stato tempo sprecato, da che lui se n'era andato. Ogni minuto era stato ben utilizzato e quell'impegno mi era sempre tornato sotto forma di risultati. Ora sapevo che per me sarebbe stato ancora così, sempre così. Difatti sfruttai quel tempo meglio che potevo. Tanto per cominciare andai avanti con le procedure legali (ottenendo infine la separazione!). Nel frattempo mi misi di buona lena per recuperare prima possibile il capitale della mia piccola attività: non sarebbe stato saggio trasferirla altrove e rischiare che restasse inattiva troppo a lungo. Molto meglio trasformarla subito in contante, che mi sarebbe senz'altro stato più utile. Poi accettai un lavoro per i mesi di luglio e agosto (mantenendo contemporaneamente anche gli altri) e, in autunno, grazie a quegli emolumenti, iniziai un corso. Volevo qualificarmi, visto che fino ad allora il mio diploma mi era servito a ben poco. Tornare tra i banchi di scuola fu per me una grande soddisfazione. L'ennesima sfida conclusasi con successo e con le congratulazioni degli esaminatori e dei compagni, consapevoli del grande sacrificio che avevo fatto per portare avanti contemporaneamente (e senza aiuti) studio, lavoro e famiglia. Ci presi così tanto gusto che subito dopo ne feci un altro, brevissimo ma molto formativo. Intanto arrivò un altro febbraio e il mio secondo anniversario. Mio Dio, quante cose avevo fatto in due anni! Così tante che quando mi soffermavo a pensarci, non mi sembrava neanche vero! E non era ancora finita. M'iscrissi a diversi siti di trova-lavoro, compresi quelli per gli stagionali, e finalmente, a giugno ricevetti la proposta di un lavoro estivo in riviera. Anche se era solo per due mesi, ero propensa ad accettare. In quel breve lasso di tempo avrei potuto presentare domande di lavoro direttamente in loco, conoscere e farmi conoscere, "esplorare" la zona, capire come muovermi, ecc. Così fui costretta, mio malgrado, a chiedere l'aiuto del mio ex. Bisognava che qualcuno si prendesse cura dei ragazzi, mentre ero via. E chi, meglio del padre? Ma, manco a dirlo, egli si rifiutò.

"Io non posso ospitarli -mi disse- né tantomeno posso assentarmi dal lavoro per venire lì a seguire loro. Portateli dietro, poi li raggiungo".

Ero stizzita: ma si rendeva conto di quel che significava partire con tre ragazzi al seguito?? Per di più verso una città che non conoscevo, tra persone e luoghi sconosciuti? Possibile che prendesse tutto così alla leggera? In fondo non stavo mica andando in villeggiatura! L'intenzione era di provare a garantire un futuro ai figli, e quei figli erano anche suoi! Possibile che se ne fregasse? E poi se fossi partita da sola avrei avuto vitto e alloggio gratuiti, mentre per portarli con me avrei dovuto prima cercare una casa e poi affrontare innumerevoli disagi, compresi costi sostanzialmente diversi... Possibile che non lo capisse? Gli feci presente anche questo problema ed egli promise di aiutarci economicamente, facendo fronte alle spese d'affitto, qualora avessi trovato un appartamento. Ovviamente non ci credevo. Non credevo che ci avrebbe sovvenzionati né che sarebbe venuto (e in seguito quell'incredulità si sarebbe rivelata fondata). Quella era solo l'ennesima dimostrazione che su di lui non si poteva minimamente contare. Tuttavia ero determinata a non farmi mettere i bastoni tra le ruote e così mi misi in cerca di un alloggio per quei due mesi. Un'impresa che non vi dico, considerato che l'estate era ormai iniziata e che i pochi appartamenti rimasti avevano raggiunto prezzi esorbitanti! Ancora una volta mi venne incontro la fortuna: praticamente fu la casa a trovare me e non viceversa! Difatti, quando stavo ormai per gettar la spugna, ricevetti inaspettatamente la telefonata di una signora gentilissima che, avendo letto uno dei miei numerosi annunci, mi propose l'affitto di un bilocale ad un prezzo decisamente più ragionevole rispetto a quelli di mercato. Solo che nel frattempo i miei potenziali datori di lavoro, giustamente, avevano assunto un'altra persona; non potevano mica aspettare me! Persi mordente. Il mio sogno, ad un passo dal realizzarsi, mi era scoppiato tra le mani come una bolla di sapone ed io fui tentata di mollare tutto. Ci pensai un po' su... Il mio ragionamento suonava più o meno così:

-Se parto, rischio di perdere tutto ciò per cui ho lavorato finora... Ma d'altra parte non sarebbe la prima volta in vita mia che perdo tutto. In quel caso so per certo che sono capace di ricominciare da zero. L'ho già fatto una volta, potrò farlo ancora... Ma se non parto, rischio di non avere mai più un'altra possibilità di cambiare la nostra vita...

Sembrava "Lascia o raddoppia"... Il MIO lascia o raddoppia!...
Dissi ai miei figli:

-Ragazzi, vi porto a fare una bella vacanza!

 
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5 Ottobre 2008

Ops!!!... Ti aspettavi forse di trovare una CUFITECA???
Eh no, direi che hai proprio sbagliato indirizzo web!
Qui non c'è nessuna CUFITECA, solo pagine di vita VISSUTA, emozioni, pensieri e sensazioni, musica e, qualche volta, anche poesia... E c'è interazione col prossimo, confronto, scambi di idee e di vedute... Il tutto nella massima semplicità possibile.
Non amo i fronzoli e, qui dentro come nella vita reale, prediligo l'essere, non l'apparire!... Inoltre non sopporto l'ostentazione, in qualsiasi forma essa venga espressa...
D'altra parte, quando ricevi un regalo, tieni forse la confezione, buttando via il dono?
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Io te lo auguro di cuore e ti ringrazio lo stesso per essere entrato, seppure sbadatamente o per puro caso... Ma quelli che restano, li ringrazio ancor di più, perché mi donano la cosa più preziosa che abbiano: il loro tempo! Ed io non posso che apprezzare :-)

 
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