Messaggi di Giugno 2009

Avete voglia di leggere una poesia?

Post n°256 pubblicato il 28 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Sì???
Però vi avverto: è lunghetta. So che molti si annoieranno e abbandoneranno l'impresa prima ancora di averla terminata, ma coloro che invece avranno pazienza e costanza troveranno, alla fine, un messaggio positivo... Un messaggio di speranza.

Pronti?... Bene!

C'era una volta...

 
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Anniversari particolari -XIV puntata

Post n°255 pubblicato il 23 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Mi bastarono pochi mesi per capire che nulla era cambiato, che LUI non era cambiato!  Continuava a dire e a fare esattamente le stesse cose di prima... Perfino le sue esigenze, le sue necessità, erano rimaste immutate, mentre le mie, compiuta già una brusca virata, si stavano allontanando in direzione opposta... Impossibile che potessero tornare a convergere in un qualsiasi punto! Difatti egli continuava ad aver bisogno di qualcuno che:

  1. gli traslasse intorno e che soddisfacesse il suo narcisismo, intanto che lui  ruotava sempre e solo su sè stesso... ma io, nel frattempo, avevo imparato a guardarmi con altri occhi e forse anche ad amarmi un po' di più. In poche parole, iniziavo a considerarmi un INDIVIDUO, cosicché il ruolo di satellite cominciava a starmi stretto:
  2. gli facesse da appoggio, ma io ero troppo stanca per poterlo "trascinare". Desideravo camminare leggera, senza pesi nel cuore, e magari, pian piano, provare anche a decollare... Sentivo che con lui sarebbe stato impossibile, dato che, col suo modo di fare, depauperava le mie riserve energetiche, impendendomi di utilizzare al meglio il mio Ki;
  3. lo facesse sentire sentimentalmente sicuro e che, in cambio, s'accontentasse delle briciole (se ne avanzavano!)... Che però a me non bastavano... Non bastavano più;
  4. fosse parte integrante della sua vita, ma ne stesse accuratamente fuori... Peccato però che quel concetto mi risultasse del tutto inconcepibile, così come si sembrava inammissibile che lui provasse vergogna a parlare al telefono con me se era con degli amici (ammesso che di amici si trattasse!) e con gli amici se era con me... Il fatto stesso di essere identificata con quella VERGOGNA, mi faceva sentire sminuita e svalutata ed io non volevo mai più sentirmi così;
  5. gli servisse da capro espiatorio... Qualcuno da incolpare per tutto ciò che gli accadeva, pur di non mettersi a confronto con la propria coscienza e non assumersi l'onere dei suoi sbagli. Però io nel frattempo avevo capito che non dovevo colpevolizzarmi per tutto e che, semmai, potevo essere responsabile delle MIE azioni, non anche delle sue! Un esempio su tutti? Non era colpa mia (e ne avevo avuto la prova!) se mi aveva tradita. Chi tradisce, si sa, cerca sempre delle motivazioni perché in esse c'è automaticamente la giustificazione che, consentendogli di appoggiare il peso del proprio gesto su qualcun altro, alleggerisce la propria coscienza.  Spesso si dà un carattere aleatorio, a quelle giustificazioni: "E' stato inevitabile", "E' capitato", ecc... Eh no, un tradimento non è un incidente: lo si può sempre evitare. Volendo. Basta non cercarlo e, se ci trova gioco forza coinvolti, basta dire di no. Avete mai sentito di qualcuno che ha tradito perché gli avevano puntato una pistola alla tempia (in questo caso, tra l'altro, si tratterebbe di violenza, non di tradimento)? No, vero? Beh, neanch'io. La verità e che un tradimento  non è  MAI coatto. In esso c'è sempre la volontà e il desiderio di chi lo perpetra... E forse anche il piacere sottile, eppur sadico, di ferire;
  6. vestisse i panni della vittima sacrificale... Ma purtroppo (per lui!) io non ero più disposta ad immolarmi sul suo altare;
  7. risolvesse i problemi che lui stesso causava, l'unica cosa in cui eccellesse tanto da poterlo considerare uno specialista (che triste primato!)... Creare problemi e poi scappare; creare problemi per poi lamentarsene; creare problemi per raggirarli; creare problemi per poi lasciarli agli altri... Sempre e solo problemi! Solo che io già a vuoto ne ero bella carica: figuriamoci se potevo prendermene altri!... L'unica cosa che desiderassi davvero era risolvere i miei più in fretta possibile, per liberarmene! Che vantaggio mi avrebbe apportato quella relazione con lui? Nessuno! Ahimè, in certe circostanze si è costretti a ricorrere ad un certo opportunismo, volontario e funzionale. Così ci si ritrova a chiedersi: "Mi è utile tutto questo? E' opportuno che io lo faccia?". Se la risposta è "no", occorre desistere. Oltretutto un attento studio di fattibilità non può prescindere da un'accurata analisi delle criticità e quel rapporto ne presentava così tante che le garanzie di successo erano praticamente nulle. 

A parte questo (se ancora non bastasse) c'erano anche le mie aspirazioni e quel mio grande desiderio di emergere e ri-emergere. Stavo lì, in quel mio tunnel, e ne avevo scalfito in più punti le spesse pareti col solo ausilio di uno spillo... Era stata una fatica immane, certo, ma aveva portato dei risultati: si era infiltrata un po' di luce e, sebbene fioca, mi rendeva già più agevole il cammino. A nessuno avrei permesso di vanificare i miei sforzi! Quella Luce mi serviva per guardar fuori e dentro me, per trovare e l'uscita e la VERA Giusi! La di lui tendenza ad "oscurare" era per me fortemente deleteria, in quel delicatissimo momento: ero ancora troppo debole per affrontare nuove cadute e per di più non mi conoscevo ancora abbastanza. Questo gli avrebbe permesso di farmi credere ciò che voleva, rimandandomi un'immagine deformata di me stessa. Infine c'era un altro importatissimo fattore: i troppi taciti compromessi che quella relazione esigeva! Eh sì, perché qualche compromesso è utile se non addirittura indispensabile per il buon funzionamento di una coppia, ma quando diventano eccessivi ci si snatura! E quella prospettiva, avendola già vissuta, non mi piaceva per niente. Sentivo che in me stava avvenendo una metamorfosi... Sì sì, proprio così. Da ciò che lui si ostinava a vedere di me a ciò che ero realmente, da bruco a farfalla... Ed ero nella fase più critica: quella di crisalide. Affinché quella trasformazione giungesse a termine, avevo bisogno di starmene calma e tranquilla nel mio bozzolo, senza dannose interferenze. Per questo motivo osteggiai con tutte le mie forze le sue pericolose dinamiche comportamentali e relazionali... Ancora non ero in grado comprenderle o analizzarle, ma se non altro cominciavo a riconoscerle. Ciò che vedevo e vivevo con lui non mi piaceva... Come in un film, stavo rivedendo tutte le scene più drammatiche del mio matrimonio, ma alla fine e per la prima volta in tanti anni, la mia mente fu attraversata da un bellissimo pensiero, lesto e fugace come un titolo di coda, ma non per questo meno incisivo: "Non sono io a non meritare lui, bensì lui a non meritare me!". Fu la molle che fece scattare tutti i miei NO: NO alle sue bugie; NO al suo egoismo e al suo narcisismo; NO all'inaffidabilità,  all'inconcludenza, all'irresponsabilità e alla mancanza di senso del dovere che gli erano tipiche; NO alla sua istrionica teatralità, ai suoi deliri, ai suoi processi manipolativi e a tutti gli altri suoi biechi comportamenti, compreso quello  di seminar zizzania; NO alle pesanti rinunce che quel rapporto comportava -e non parlo di rinunce materiali: quelle mi avrebbero fatto un baffo; NO alla sua aggressiva passività!...

Lo lasciai... IO sì che stavo cambiando!

Continua

 
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Conversazioni...

Post n°254 pubblicato il 20 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Due settimane fa ebbi modo di conversare un po' con P. (l'uomo che riportò la luce a casa mia... aggiustandomi il lampadario )...
Mi aveva telefonato la sera prima per informarmi che si sarebbe tenuto un meeting al quale mi consigliava di partecipare. L'indomani c'incontrammo per parlarne:

Lui: Vacci, al meeting- mi disse -E' una buona occasione per te e per gli altri...

Io: Per me e per gli altri?... Che vuoi dire? Non capisco...

Lui: Ma sì, per te è l'occasione per fare altre conoscenze (visto che l'altra volta mi dicevi di non avere ancora molti amici, qui) e poi per accelerare la tua integrazione... E per gli altri... Beh dai, tutti dovrebbero avere la fortuna di conoscerti... Meriti davvero amicizia... Sei una donna straordinaria...

Io: Vabbè dai! Mò non esagerare...- dissi piuttosto imbarazzata. Subito cercai un altro argomento, non ricordo neanche più quale. So che parlammo di tante cose, anche del mio lavoro:

Io: Sai, ho cambiato diversi lavori... Quello attuale non è che mi gratifichi più di tanto... Avevo altre aspirazioni... Ma per il momento ho questo e me lo tengo, cercando di trovarne i lati positivi...

Lui: Vedrai che conoscendo persone nuove ti si apriranno tante altre porte... E' tutta gente a modo, con un certo grado d'istruzione, capacità, competenze e doti umane. Ti apprezzeranno sicuramente

Io: A ridaglie! ...P. ma dov'è 'sto meeting? Ci si arriva a piedi? Perché sai che io non ho la macchina...

Lui: Sì, ci si arriva tranquillamente... Ma non preoccuparti. Telefono ad una mia amica e le dico di passare a prenderti. Mi dispiace solo di non poter venire anch'io. Ho già un altro impegno...

Io: Ah sì? Che farai di bello? Dimmi dimmi, che son curiosa

Mi raccontò dei suoi impegni professionali e molte altre cose di sè... Più lo ascoltavo e più restavo meravigliata per la sensazione di autenticità e trasparenza che mi trasmetteva... Il suo discorso era fluente, spontaneo, mai disturbato da tentennamenti, mai intercalato da fastidiosi "Uh?... Ah?... Eh?"... Non solo: notai anche una grande sintonia. No, non parlo di quella sintonia tra lui e me che m'aveva colpito già quando lo conobbi. Mi riferisco piuttosto alla sintonia tra sè e sè. C'era grande corrispondenza tra il linguaggio verbale e quello non verbale, tanto che le parole venivano spesso accompagnate da gesti confermanti. Non solo: parlava con grande naturalezza di tutto, anche dei suoi stati d'animo e delle sue paure, argomenti che talvolta, in molti, creano disagio. Era come se egli, invece, quel disagio l'avesse risolto... Come se fosse in pace con sè stesso, ecco. Mi chiesi (e gli chiesi) se questo potesse dipendere dalla pratica del Buddismo ed egli mi rispose che senz'altro gli era stato di grande aiuto.

-Sai? Man mano che cerchi la buddità ti accorgi che impari ad attingere a tutte le tue risorse, anche quelle più nascoste. E pian piano superi tante difficoltà, divenendo sempre più forte... Dovresti provare anche tu...

-Ma P., io se divento ANCORA più forte mi spuntano i super poteri!... Mi ci vedi in mantello e tutina aderente a sorvolare i cieli della città?

Scoppiammo a ridere entrambi, perché di certo non ho la silhouette per una tale mise!

Poi arrivò il mio autobus e dovemmo salutarci, con la promessa di rivederci per un'altra cena tutti insieme (la mia amica M., lui, i miei figli ed io... Eggià, perché IO onoro sempre i miei debiti e quella cena che gli dovevo quale "compenso" per la riparazione del lampadario, l'avevamo fatta ed era stata anche molto divertente!)...

Ma tornando alla conversazione di quella mattina, ripensandoci nei giorni seguenti ebbi spesso a domandarmi: Ma le persone "normali" badano a così tante cose, quando parlano con qualcuno??? Perché se così non fosse, vorrebbe dire che non sono tanto normale!!


 

 
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Anniversari particolari - XIII puntata

Post n°253 pubblicato il 13 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Se hai perso qualche puntata, puoi recuperarla cliccando qui

Proprio come avevo immaginato, la partecipazione al progetto fu per me un bel banco di prova. Appresi tantissime cose, lavorativamente parlando, e a livello personale le soddisfazioni si susseguirono una dopo l'altra, dall'inizio alla fine. Affinai il metodo osservativo, giacché uno dei tanti obiettivi del progetto era di individuare e monitorare i casi di disagio infantile. Essendomi stati affidati dei bambini dai 24 ai 36 mesi, dei quali mi occupavo insieme ad una delle colleghe, la mia attenzione doveva necessariamente concentrarsi sul linguaggio non verbale. Forse ciò mi consentì di "osservare" meglio anche me stessa e questo mi portò a fare tante piacevoli scoperte, le quali mi suggerivano, di volta in volta, che forse NON ero ciò che lui aveva voluto farmi credere in tanti anni. L'assertività, la dolcezza, la propensione al dialogo, la capacità di comunicazione, l'empatia, ecc. non nascono dall'oggi al domani: devono per forza essere già dentro di noi. Eventualmente le si può perfezionare, ma non creare dal nulla (almeno credo). Partendo da questa convinzione, cominciavo a chiedermi come mai non erano mai emerse prima. Forse era lui che non le percepiva e che era solito vedermi in maniera diversa?? Si palesavano troppi contrasti tra ciò che lui diceva di me e ciò che io ero realmente... Ad esempio: per anni si era ostinato a vedermi come una figura autoritaria, tanto da arrivare a definirmi "il Generale". Beh, non lo ero affatto, mentre invece ero sicuramente autorevole (cosa che mi consentì di riuscire a svolgere bene il mio lavoro, avendo a che fare con dei bimbi); ma c'è una bella e sostanziale differenza tra autorevolezza e autoritarismo, sapete? C'era poi un'altra cosa che mi dava da pensare e provo a spiegarvela. Vista la particolarità del progetto, le mie colleghe ed io eravamo tenute alla stesura di report settimanali, non solo per informare i superiori riguardo all'andamento, ma anche per rapportare loro quegli episodi che avevamo vissuto come maggiormente coinvolgenti a livello emotivo. Ebbene, mi accorgevo ogni volta di riuscire a "tradurre" fedelmente in forma scritta (o anche parlata, poiché se ne discuteva anche) quelle emozioni. Dunque non era vero che non riuscivo a trasmettere niente!?!... Infine un'altra "scoperta", non meno piacevole delle altre: ogni volta che parlavo con i nostri supervisori (molto più istruiti e colti di me e sicuramente anche più esperti e preparati), essi non solo capivano perfettamente ciò che dicevo (e senza neppure bisogno che lo ripetessi più volte), ma dimostravano di tenere in grande considerazione le mie opinioni e tutte le mie proposte! Quindi non era vero neppure che non sapevo esprimermi!! Così, per la prima volta in tanti anni, cominciai a pensare che alla base delle numerose incomprensioni con lui ci fosse non una mia incapacità, bensì un SUO limite, un problema di comprendonio che, peraltro, era piuttosto serio!... Non crediate però che fosse tutto già così chiaro, dentro di me; i miei pensieri erano in semplice forma d'intuizione e la vera consapevolezza era ben lontana dal venire. Ero come una che aveva appena scoperto di possedere un terreno edificabile e che cominciava ad accarezzare l'idea di poterci costruire sopra la propria dimora... Ma il lavoro era solo agli inizi e i materiali molto scarsi... Pochi mattoncini e della Lego, per giunta!... Qualche conferma, alcuni importanti rinforzi, un po' di lodi, un tot di supposizioni e una manciata di interrogativi: tutto qua. Davvero difficile superare, con questi, una dipendenza durata quasi un ventennio e tutti i condizionamenti che ne erano derivati... Troppe falle si erano create in me in tutto quel tempo e anche se alcune erano state già riparate (grazie agli avvenimenti recenti), tante altre dovevano ancora esser tappate. Purtroppo era proprio attraverso queste fenditure che egli ancora riusciva ad infiltrarsi e, come acqua, allagare tutti i miei spazi interni. Proprio per questo, secondo me, accadde ciò che vado ora a raccontarvi.

Erano trascorsi due mesi da che avevo messo per la prima volta il piede nel centro socio-educativo. Altrettanti ne mancavano al mio 1° "anniversario particolare" e alla prima udienza di separazione, già notificata. Una mattina, del tutto inaspettatamente, ricevetti una sua telefonata... Mi disse di aver compreso tutti i suoi sbagli. La ragione fu, a suo dire, l'aver affrontato una grave malattia che aveva modificato completamente la sua ottica di idee.
"Trovarmi faccia a faccia con la morte -affermò- mi ha fatto capire cosa ho perso. Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto e ne sono sinceramente pentito... Ho cominciato anche una psico-terapia e devo dire che avevi ragione tu: era proprio necessaria! Ho sbagliato a non darti mai ascolto e ho sbagliato a fare quello che ho fatto. Tu non hai colpa. E' solo colpa mia". Aggiunse di esser profondamente cambiato, di esser disposto a rimediare e bla bla bla...
Ovviamente non credetti a una sola parola. Mi sembrava tanto di assistere ad una recita, della quale, tra l'altro, non capivo i motivi... Tuttavia mi s'insinuò un dubbio:
"E se fosse come dice lui? E se fosse davvero cambiato? D'altra parte non era mai stato tanto tempo lontano dalla famiglia e dai figli... Forse la loro mancanza, più di qualsiasi altra cosa, l'ha fatto ravvedere... Chissà!... Non voglio rimpianti, in futuro... Solo certezze... E queste le posso avere solo verificando di persona ciò che dice..."
Acconsentii a vederlo, a parlarci... Posi due sole condizioni:

  1. i figli non dovevano saperlo. Non volevo che s'illudessero, che accogliessero inutilmente il pensiero di una riconciliazione... Erano stati delusi già troppe volte e avevano già sofferto abbastanza. Dovevo assolutamente cautelarli;
  2. sarei andata avanti con la separazione. Non mi piaceva l'idea di perdere altro tempo e, in caso di esito negativo di quella "prova", non volevo pentirmi di aver rallentato ulteriormente le pratiche... Tanto si poteva sempre tornare indietro, se tutto fosse andato come lui prospettava...

Ricominciammo a frequentarci...

 

...Continua

 
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Ora che molti di voi conoscono più approfonditamente la mia storia,

Post n°252 pubblicato il 09 Giugno 2009 da sonosaffitrina

voglio riproporvi e condividere un vecchio post, sicura che ne comprenderete i significati, sui quali desidero confrontarmi con voi. Si tratta di una lettera scritta ai miei figli più di un anno fa, ma che continua ad avere per me la stessa importanza di allora. Potete leggerla, se ne avete voglia, cliccando qui

 
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Incendio in un asilo nido di Hermosillo, in Messico

Post n°251 pubblicato il 06 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Tragico il bilancio del rogo. Alcune notizie parlano di 29 vittime, altre di 31... Tutti pargoletti dai tre mesi ai tre anni, morti mentre facevano il sonnellino pomeridiano... E tanti bimbi asfissiati o ustionati gravemente. Cinque tra questi sono in prognosi riservata...

Il mio cuore di mamma piange l'immane tragedia...
Vi chiedo solo una preghiera, anche se non siete credenti, affinché un pensiero collettivo li accompagni... Dovunque essi stiano andando...

 

 
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Anniversari particolari - XII puntata

Post n°250 pubblicato il 03 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Come avevo potuto permettere che tutto questo non solo accadesse, ma si ripetesse nel tempo? A qualcosa di mio doveva pur essersi "agganciato" per riuscire nella sua folle impresa, no? Erano domande a cui, prima o poi, avrei dovuto dare risposta, per evitare che chiunque altro, in futuro, potesse fare un altro scempio simile. Tuttavia non avevo mai avuto modo di soffermarmi a riflettere seriamente sulla faccenda... Mentre stavo con lui ero sempre troppo presa a guardarmi le spalle, anche se già intuivo che qualcosa non andava. E quando se ne andò, pur cominciando a notare sostanziali differenze nella mia vita, ero comunque troppo impegnata a fronteggiare problemi più grandi di me. All'epoca in cui sono giunta con la narrazione, ad esempio, c'era da risolvere quella situazione di precarietà che mi mandava maledettamente in crisi... Sì perché nell'indefinitezza sto male; ho bisogno delle mie certezze, di una collocazione precisa al di là o al di qua di una linea; sapere di ESSERE o anche NON ESSERE, perché no, ma non contemporaneamente le due cose. E in quel momento non ero né realmente occupata, né realmente disoccupata, non avendo un lavoro sicuro e di conseguenza neanche certezza di stipendio. E malgrado impegno e buona volontà, continuavo a scontrarmi con la realtà del posto, in cui la disoccupazione la fa da padrona. Vedete, io sono una che vive giorno per giorno -nel senso che prendo il bello che c'è in ogni giornata, accettando, per contro, anche il brutto... Ho detto "accettando", non "rassegnandomi", che sono due cose ben diverse. Aborro la rassegnazione. Trovo che sia disincentivante e che non produca stimoli, permettendo così la stagnazione degli eventi ed impedendo l'evoluzione e l'emancipazione. Tuttavia vivere giorno per giorno è ben diverso dal vivere alla giornata, non so se mi spiego. Come fare per uscire da quel vicolo cieco? "Te ne devi andare da qui" -mi sussurrò un giorno la mia vocina interiore- "se questo posto non offre nulla a te oggi, figurati in futuro ai tuoi figli!". Saggia, la mia vocina interiore! Aveva però dimenticato un particolare e cioè che non basta avere un'idea perché questa automaticamente si realizzi! Certo l'idea è importante, è il primo passo verso il cambiamento... Poi però occorrono i mezzi ed io, in quel momento non ne avevo! Ma poiché il suggerimento era buono, cominciai a pensarci seriamente, a fantasticare e a sognare... e decisi che avrei dedicato tutti i giorni a venire (non importava quanti) alla realizzazione di quel sogno!
Ancora una volta mi venne incontro la Fortuna. Di lì a poco fui scelta per condurre un progetto socio-educativo, insieme ad altre operatrici e dietro la supervisione di un team di tutto rispetto, composto da un'assistente sociale, una psicologa e una pedagogista. Anche se fu subito chiaro che avremmo riscosso solo a fine progetto, accettai lo stesso, per tanti motivi. Prima di tutto era un lavoro molto stimolante e gratificante, che mi avrebbe consentito di sperimentare le mie capacità e possibilità e, allo stesso tempo, di confrontarmi costantemente con persone molto valide e preparate; poi perché mi avrebbe tenuta occupata solo la mattina, dal lunedì al venerdì, lasciandomi quindi molto tempo libero da dedicare ad altri lavori; infine perché erano nove mesi di lavoro sicuro e garantito che, pagati tutti insieme, mi avrebbero fatto ritrovare con un discreto gruzzoletto da destinare alla realizzazione del mio personale progetto. Insomma, lo considerai come un salvadanaio a fronte del quale valeva sicuramente la pena fare un po' di sacrificio e investire tempo ed energie... Ce ne vollero tante, vi assicuro, perché seguì un periodo molto impegnativo e faticoso. Lavoravo incessantemente dal Lunedì alla Domenica, dividendomi tra quel progetto, la mia piccola attività di vendita e tutti gli altri lavoretti che avevo in giro e che aumentavano sempre di più grazie, credo, ad un tam tam della foresta... E anche se con estrema lentezza, diventavo sempre più indipendente...

Continua


Il resto alla prossima puntata. Intanto gustatevi questa canzone. Anche se genere e gruppo non sono dei miei preferiti l'ho scelta come colonna sonora di questa storia, per via del testo

 

 
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Parco Bucci - Faenza

Post n°249 pubblicato il 02 Giugno 2009 da sonosaffitrina

Ci siamo stati l'altro ieri, i miei figli ed io. Il tempo era incerto e minacciava pioggia, ma poiché era una gita che progettavamo da tempo, non me la sono sentita di deluderli e ce li ho portati lo stesso. Muniti di impermeabili, ombrelli e colazione al sacco, ci siamo messi in viaggio (autobus + treno) in tarda mattinata. Giunti a Faenza, abbiamo affrontato la lunga passeggiata dalla stazione al parco sotto l'acqua, ma animati da grande entusiasmo che si è trasformato in sincero stupore appena varcato il cancello del parco. Otto ettari di quiete e di pace, in netto contrasto col caos tipico delle città e un percorso che permette di goderseli tutti, quegli otto ettari (un ettaro, per chi non lo sapesse, corrisponde a 10.000 mq)! Un sentiero che a tratti costeggia laghetti comunicanti e che attraversa vaste aree a prato e mini boschi. Sono presenti numerosi arbusti e più di 1000 alberi ad alto fusto, che creano zone d'ombra in cui è piacevolissimo sostare se fa troppo caldo. Disseminate qua e là tantissime panchine, alcuni punti pic-nic e aree gioco per i più piccoli. In una di queste è parcheggiata una vecchia locomotiva a vapore, bella da vedere e anche da visitare, visto che è possibile entrarci. Ma ciò che stupisce di più è la massiccia presenza di animali, liberi e per nulla disturbati dalla presenza dell'uomo: anatre, tartarughe acquatiche e pesci, galli e galline, pavoni, conigli, oche, ecc., nutriti non solo dai volontari del parco, ma anche dai visitatori.   Abbiamo visto perfino uno scoiattolo e un porcellino d'India, ma sinceramente non saprei dire se ce ne siano degli altri. E poi tantissimi uccelli, alcuni dei quali nidificano addirittura all'interno del parco, segno che vi trovano l'ambiente ideale. E in effetti la sensazione che si prova lì dentro è di grande equilibrio e sintonia. Provare per credere.
Noi siamo tornati stanchi, ma decisamente rigenerati e rinfrancati per aver vissuto momenti magici, in intimo contatto con la Natura.

P.S.: nella gallery trovate alcune delle foto che ho scattato. Dateci un'occhiata

 
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5 Ottobre 2008

Ops!!!... Ti aspettavi forse di trovare una CUFITECA???
Eh no, direi che hai proprio sbagliato indirizzo web!
Qui non c'è nessuna CUFITECA, solo pagine di vita VISSUTA, emozioni, pensieri e sensazioni, musica e, qualche volta, anche poesia... E c'è interazione col prossimo, confronto, scambi di idee e di vedute... Il tutto nella massima semplicità possibile.
Non amo i fronzoli e, qui dentro come nella vita reale, prediligo l'essere, non l'apparire!... Inoltre non sopporto l'ostentazione, in qualsiasi forma essa venga espressa...
D'altra parte, quando ricevi un regalo, tieni forse la confezione, buttando via il dono?
Io non credo proprio!
Comunque, se non approvi questo mio modo di essere, puoi sempre cliccare su Esplora, in alto a destra...
Chissà che tu non sia più fortunato, trovando al primo colpo la CUFITECA che vai cercando!
Io te lo auguro di cuore e ti ringrazio lo stesso per essere entrato, seppure sbadatamente o per puro caso... Ma quelli che restano, li ringrazio ancor di più, perché mi donano la cosa più preziosa che abbiano: il loro tempo! Ed io non posso che apprezzare :-)

 
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