Un blog creato da maria.cetty il 26/10/2008

La Dolce Vita

I Peccati di Gola

 
 
 
 
 
 

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Oggi Sfingi

Post n°10 pubblicato il 11 Novembre 2008 da maria.cetty

Come da tradizione, il giorno di San Martino viene festeggiato con le sfingi, però come al solito le usanze possono cambiare da una zona all'altra della nostra bella isola

Ingredienti:

1 kg. Farina 00, 300 g di patate lesse, 50 g. lievito di birra , Acqua tiepida q.b., Olio per friggere, zucchero o miele,  cannella, Sale

Preparazione: 

Setacciarela farina e raccoglietela in una terrina, aggiungete, quindi, la purea di patate al centro mettere il lievito  sciolto in 1 tazza di acqua tiepida con un pizzico di sale.
Impastare sbattendo la pastella, fino a quando l'impasto risulti molle, molto elastico ed in superficie si formino delle bollicine.
Coprire con un panno e lasciare lievitare per qualche ora.
Con l'aiuto di un cucchiaio, prendere dei piccoli pezzi di pasta ed immeggerli in abbondante olio bollente.
Quando gli sfinci saranno dorati, adagiarli su un vassoio con la carta assorbente, per eliminare l'olio di frittura in eccesso.
Passare gli sfingi in un piatto da portata,  condirli con zucchero o miele caldo e cannella.

PS: l'amica Paola ha suggerito di mettere una bustina di purè al posto delle patate, per fare più in fretta, assicura un ottimo risultato.

grazie Paola dell'arricchimento della ricetta

 
 
 

I maritozzi

Post n°9 pubblicato il 10 Novembre 2008 da maria.cetty

MARITOZZI CON LA PANNA

INGREDIENTI:
g 250 farina
g 250 farina 00
g 75 zucchero
g 5 sale
g 75 di strutto
g 20 di lievito di birra
170 ml d'acqua
170 ml di latte
scorza di arancia
1 tuorlo d'uovo
1 albume

IMPORTANTE iniziate con un totale liquidi di 250 ml,

PROCEDIMENTO: (se si vogliono fare in giornata...)
Fare un impasto con gli ingredienti indicati (tranne l'albume) lo strutto alla fine.
Porre a lievitare per un'ora e mezza in luogo tiepido. Quindi formare i maritozzi senza rilavorare eccessivamente l'impasto.

Allinearli man mano distanziati sulla placca da forno foderata di carta forno, pennellarli con l'albume e lasciarli lievitare per circa un'ora e mezza.
Cuocere in forno a 180 gradi circa finchè non saranno belli dorati.

Per dare lucido ai maritozzi, si prepara in un pentolino uno sciroppo composto da 3 cucchiai di acqua e 2 di zucchero, dopo averlo fatto bollire per sciogliere lo zucchero, lo si usa per spennellare i maritozzi appena sfornati.

Poi si aprono e si farciscono di panna montata...

Se invece si vogliono ancora più soffici e profumatissimi, meglio iniziare la sera prima, così:

... ho impastato tutti gli ingredienti usando 13 gr. di lievito, fatto lievitare 50' e messo in frigo circa 9 ore.
Al mattino ho ripreso l'impasto, l'ho lasciato a temperatura ambiente poco più di un'ora, poi ho proceduto come da ricetta.


Briosci cu’ zuccaru

"In sicilia i maritozzi sono diversi da quelli romani, sono dei panini a treccia con sopra zucchero semolato

Le Brioches Siciliane

la brioscia siciliana per eccellenza è quella che si mangia con la granita o col gelato, ma vi assicuro che se ve ne mangiate una accoccolati sul divano, sono il massimo della goduria !!

 
 
 

Un pò di pasticceria

Post n°8 pubblicato il 03 Novembre 2008 da maria.cetty

Pasta di mandorle

Ingredienti: Per 4 persone: 800 gr di zucchero semolato; 3 bicchieri di acqua; 800 gr di farina di mandorle; 100 gr di farina di Maiorca; 1/2 bustina di vaniglia; coloranti vari per alimenti.

Preparazione: Sciogliete a fuoco molto basso lo zucchero con i tre bicchieri di acqua. Attendete che cominci a filare: ve ne accorgerete quando qualche goccia di zucchero sciolto, fatta scolare da un mestolo di legno, si allungherà a filo. Quindi togliete il tegame dal fuoco. Aggiungete la farina di mandorle, la farina di maiorca, la vaniglia e mescolate fino a quando la pasta si staccherà tutta insieme dal tegame. Versate l'impasto su un tavolo di marmo bagnato. Appena si sarà raffreddato, lavoratelo a lungo con le mani. Quando sarà compatto e liscio, sistematelo negli stampi dalla forma voluta. Decorate infine, a vostro piacimento, con coloranti per alimenti.
Curiosità: QUESTI DOLCI Si sono adeguati ai tempi: nascono infatti, in occasione della festa dei Santi e per il giorno dei Morti, ma oggi si trovano durante tutto l'anno. Inoltre un tempo, con il loro impasto, si imitava solo la frutta, mentre adesso è facile trovare nelle pasticcerie siciliane. Il dolce è ricordato come "Frutta di Martorana"

Pupi di zuccaru
Ingredienti: 500 g di pasta da pane già lievitata, 20 g di zucchero, 5 uova, mandorle dolci.

Preparazione:
 Incorporate lo zucchero nella pasta, dividetela in pezzi dando la forma di pupazzetti. Su ognuno mettete un uovo con il guscio che fermerete con una strisciolina di pasta e metteteli su una piastra da forno. Gli occhi e la bocca dei pupazzi saranno fatti con le mandorle. Spennellateli con uovo battuto e lasciateli lievitare per un'oretta. Cuoceteli in forno caldissimo sino a quando saranno imbionditi.

Curiosità: Alcune raffigurazioni sono così artistiche da meritare di rimanere intatte in esposizione: sarebbe un peccato frantumarle per mangiarsele


Ossa di morti

Ingredienti: 300 gr. di farina 00, 600 gr. di zucchero, 12 albumi, 1 limone, 300 gr. di nocciole

Preparazione: Impastate la farina con lo zucchero e gli albumi. Tritate finemente le nocciole (possibilmente con un mortaio ma potete utilizzare anche un mixer elettrico) e aggiungetele al composto. Formate un cilindro largo 6 cm e alto 2 cm. Tagliate delle fette di ½ cm nel senso dell’altezza e sistematele in una placca ben imburrata. Cuocete in forno a temperatura media (150°-180°). I biscotti ottenuti saranno piuttosto duri nel mangiarli.

 
 
 

"La festa dei morti"

Post n°7 pubblicato il 02 Novembre 2008 da maria.cetty

In Sicilia il 2 novembre non è la Commemorazione dei defunti, bensì “La Festa dei Morti”: 'pupi di zuccaru', 'frutta martorana' e 'ossa i morti'.Ecco cosa vuole la nostra tradizione....
Nel convento della Martorana le suore preparavano a novembre dei dolci di marzapane per la commemorazione dei defunti. A questi dolci davano la forma di frutta e verdure, talmente realistiche da sembrare vere.
Ma il marzapane è una ricetta araba,(infatti il nome deriverebbe dall'
arabo mauthabán, originariamente nome di una moneta, che risale al ‘200): un impasto di mandorle e miele, legato con albume d’uovo e aromatizzato con fiori d’arancio e cannella.

Le più preziose ricette di dolci siciliani sono state tramandate all’interno di questi conventi palermitani di monache di clausura.

I Dolci della Festa dei morti

Questi dolci che variano da parte a parte della Sicilia sono, - i "pupi i zuccaro"alti almeno venti cm e colorati in tinte vivaci: "Chi ti lassaru i morti?" (Che ti hanno donato i morti) ancora si chiede, alla domanda si risponde come una filastrocca "Un pupu cu l'anchi torti” (un pupo con le gambe storte). Il Pupo, statuetta composta da un impasto zuccherino solidificato al forno e colorato a mano.
- le "
ossa di morto
": macabri dolcetti a forma di tibia o femore o falange di pasta bianca che subito si sfarina sotto i denti, proprio come ossa calcinate, il tutto deposto su uno strato croccante di pasta marroncina, la bara......e per finire,i sontuosi  frutti di "pasta di mandorle" - la cosiddetta "pasta reale, frutta martorana" - connessi al luttuoso evento o all'auspicata rinascita. Ogni vetrina si fa vanto di esibire ceste di vimini traboccanti di lucidi dolci in forma di mandorla che per la sua precoce fioritura allude alla resurrezione, o di melagrana spaccata e rosseggiante simbolo di fecondità per l'abbondanza dei suoi chicchi, o di fava e di fico dalle forti valenze sessuali.

 
 
 

Le nostre tradizioni

Post n°6 pubblicato il 01 Novembre 2008 da maria.cetty

Halloween = "Robba americana"

È giusto conoscere e capire gli altri, ma questo non vuol dire emularli a tal punto da dimenticare da dove veniamo e quali tesori possediamo, per correre dietro ad una zucca bucata! 


La nostra tradizione

Alla fine del mese di ottobre noi siciliani ci prepariamo a festeggiare la Festa dei Morti. E’ una ricorrenza particolare per la gioia dei bambini ai quali i genitori fanno credere che, se sono stati bravi e hanno recitato le preghiere riceveranno dei doni, portati dai morti

Come vuole la nostra tradizione siciliana, la sera prima, i bimbi, vanno a letto con la speranza d’essere ricordati da nonni e familiari trapassati. Sul tardi i genitori preparano le “ceste” con i dolci tipici della festa (al posto dei dolci talvolta i bambini ricevono anche in regalo scarpe, maglioni, giocattoli) e li nascondono.

La mattina del 2 novembre, i bambini s’alzano già pronti per iniziare la caccia al tesoro in giro per la casa, dopo avere recitato la supplica:


        Armi santi, armi santi,
    Iu sugnu unu e vùatri síti tanti:

Mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai
 
Cosi di morti mittitimìnni assai.

Infatti i morti non mettono mai i doni a vista ma li nascondono abilmente, talvolta camuffandoli in maniera irriconoscibile. Poi, sotto il letto o dietro i libri posti su uno scaffale o in un armadio, o in uno dei cento altri posti possibili, i doni vengono trovati.
Alla fine del gioco, si va al cimitero a portare fiori ed accendere grossi ceri e lumini accanto alle lapidi dei parenti passati a miglior vita. Perché il 2 novembre è la Festa dei Morti. I nostri parenti defunti sono tornati a trovarci e lo rifaranno l’anno prossimo.


Nessuna meraviglia se in ogni città o paesino della Sicilia si faccia paradossalmente gran festa: grandi luminarie, bancarelle ovunque stracolme di giocattoli e, in qualche caso come a Palermo e a Catania, una grandiosa "Fiera dei morti"

 
 
 

Cosa è stato detto della "gola"

Post n°5 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da maria.cetty

Più che la ragione è lo stomaco che ci guida.
Arsene Ancelot

Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.
Charles Baudelaire

Il miglior condimento del cibo è la fame.
Marco Tullio Cicerone

L'ingordigia è un rifiuto emotivo: è il segno che qualcosa ci sta divorando.
P.De Vries

L'alcool è una sostanza che uccide ciò che è vivo e conserva ciò che è morto.
Miguel Zamacois

I medici lavorano per conservarci la salute, i cuochi per distruggerla; ma questi ultimi sono più sicuri del fatto loro.
Denis Diderot

I golosi si scavano la fossa coi denti.
Henri Estienne

All'inizio tu ti bevi un bicchiere, poi il bicchiere si beve un bicchiere, poi il bicchiere si beve te.
Francis Scott Fitzgerald

non la donna!ihihih

 
 
 

 e.. per finire: Il problema dei rapporti sociali

Post n°4 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da maria.cetty


Questa società attribuisce una grande importanza all'immagine estetica con la quale ognuno si presenta agli altri. Quando quest'immagine non corrisponde ai canoni di bellezza diffusi nella società, l'obesità o l'eccessiva magrezza si trasformano in un modello negativo di personalità e così la persona troppo grassa o troppo magra, che già ha problemi esistenziali, si trova oltretutto privata del conforto e della solidarietà degli altri…
É vero che,  esistono  club che promuovono ad esempio la grassezza, della serie "ciccioni è bello…", ma sono dei palliativi, dei tentativi spesso grossolani per mascherare un problema

La cura
La cura per i peccati di gola e per tutti i problemi relativi all'alimentazione sta quindi non solo nella morigerazione, ma anche nel fare una vita ricca e gratificante.

 
 
 

Le forme di squilibrio collegate al cibo

Post n°3 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da maria.cetty


Analizziamo le forme di squilibrio direttamente collegate al cibo e alla sua assunzione.

L'obesità      Essere grassi in una società che predilige i magri equivale ad una auto-esclusione sociale.
Per questo tutte le discipline che un tempo servivano per salvare l'anima - mortificazione, astinenza, digiuno - sono state reintrodotte sotto forma di esercizi, diete, moderazione e misura, non tanto per garantire la salute del corpo, quanto per salvare l'identità della persona grassa, e la sua possibilità di essere accettata e cercata…
Quando le tecniche e le diete naufragano, in gioco non è l'appagamento alimentare, ma la sicurezza circa la propria esistenza, che non ha ancora trovato dove ancorarsi.

 L'anoressia       L'anoressia è un disturbo molto diffuso, soprattutto tra le adolescenti e le giovanissime, che si trovano in una fase in cui la personalità cerca faticosamente di costituirsi.
Le anoressiche arrivano al punto di vedere un pezzo di pane come un dannoso concentrato di zuccheri, e una goccia d'olio come un inaccettabile accumulo di grassi. I trenta chili sono il loro sogno, il "no, grazie" ad ogni offerta di cibo il loro vanto… Le loro labbra non si aprono più né per una forchettata di spaghetti, né per una parola di spiegazione. Poi, certe volte, una grande scoperta...


         La bulimia      La scoperta è che forse si può mangiare senza ingrassare: basta vomitare, e allora… prima si vomita quando gli altri obbligano a mangiare e poi si vomita quando non si resiste al desiderio di mangiare.
Col cibo si combatte l'angoscia del niente e si ripara il vuoto esistenziale, ristabilendo il contatto con i propri punti di riferimento corporeo.

… e non solo
Come dice la saggezza popolare "Uccide più la gola della spada".
Al di là dei disturbi dell'alimentazione più gravi, si assiste spesso ad episodi apparentemente "normali", dietro ai quali si può intravedere un rapporto col cibo non completamente sereno.
Giovani che mettono alla prova se stessi in modo continuo e ripetitivo, controllando con la bilancia la misura delle prestazioni ginniche effettuate e dei risultati raggiunti, hanno un comportamento che poco ha a che fare con la salute del corpo…
Anche gli estremisti dell'alimentazione (tipo i vegetariani "puristi" che non mangerebbero un uovo al tegamino neanche sotto tortura) non sono persone che ascoltano il proprio corpo…
Il nostro corpo ci comunica ciò di cui abbiamo bisogno volta per volta, senza bisogno di aderire ad alcuna "scuola di pensiero" e senza bisogno di eccessive rinunce…

 

 
 
 

Uno dei 7 peccati capitali

Post n°2 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da maria.cetty

 La gola

Può essere molto difficile darsi una misura nell'assunzione del cibo, perché gusto e olfatto sono i sensi più arcaici che mettono in moto le zone più primitive del nostro cervello, quelle su cui i nostri ragionamenti, i nostri propositi, la nostra buona volontà hanno una scarsissima incidenza.
Inoltre, alle sensazioni del gusto e dell'olfatto si può associare una reazione affettiva più o meno piacevole: assaporare o annusare un cibo, cioè, mette in moto la memoria e si... ci fa rivivere le emozioni.…

il richiamo alla nostra animalità

Che cos'è


Il peccato di gola coincide con un desiderio d'appagamento immediato del corpo

per mezzo di qualche cosa di materiale che provoca compiacimento.

É un'irrefrenabilità, un'incapacità di moderarsi nell'assunzione di cibo o, più

in generale, nell'oralità

(gli alcoolisti e i fumatori accaniti commettono peccato di gola).


Il rapporto col cibo è un problema serio che investe degli aspetti legati all'esistenza.

Infatti, siccome il cibo è la prima condizione di esistenza, spetta al cibo e alla

gola mettere in scena un tema che non è alimentare, ma profondamente esistenziale,

perché va alla radice dell'accettazione o del rifiuto di sé.


 
 
 

I vizi: malattie dello spirito

Post n°1 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da maria.cetty

 

I sette vizi capitali
  • Superbia (sfoggio della propria superiorità rispetto agli altri).
  • Avarizia (mancanza di generosità, colui che è taccagno, ma in origine indicava la tendenza all'accumulo eccessivo ed ingiustificato, la tesaurizzazione).
  • Lussuria (dedizione al piacere e al sesso).
  • Invidia (desiderio malsano verso chi possiede qualità, beni o situazioni migliori delle proprie).
  • Gola (abbandono e esagerazione nei piaceri della tavola).
  • Ira (il lasciarsi facilmente andare alla collera).
  • Accidia (la pigrizia, l'ozio, la poca voglia di fare, l'apatia, il disinteresse verso gli altri, verso se stessi, e verso la vita).


 
 
 
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