Dovrà passare ancora molto tempo, io credo, prima che la donna possa sedere al suo tavolo a scrivere un libro senza scoprire un fantasma da uccidere, una pietra da scagliare con rabbia.
Virginia Woolf
Post n°318 pubblicato il 13 Maggio 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
Mi sono unita anch'io questa volta. Una sottile nube di vapore fuoriusciva dal tombino nel bel mezzo di Main Street, si addensò fino a diventare un tipico prodotto del benessere e del progresso economico: un magnifico ventenne. Mi sgranchisco le membra, le fognature di Martha’s Vineyard non sono certo all’altezza dei suoi illustri ospiti. La Club House è di fronte a me. Sicuramente Francesca starà ancora dormendo. Una sistemata ai lunghi rasta biondi tenuti insieme da una bandana azzurro cielo e poi via. Non ho bisogno di farmi annunciare dal concièrge. Un attimo appena e sono accanto alla mia Francesca. La stanza è in penombra, lei dorme rannicchiata come una bimba. Dio, quanto è bella. Ci siamo conosciuti dieci giorni fa e sembrano passati secoli. Stazione Times Square della linea 1 della metropolitana di New York. Una delle mie stazioni preferite. Lei era lì, con l’aria leggermente spaesata dei turisti appena sbarcati nella Grande Mela. - Scusi, pronuncia quasi impeccabile. - Devo raggiungere Canal Street, sono sul marciapiede giusto? Solo allora avevo notato il suo bastone bianco. Cieca. - Guarda sei fortunata. E’ la mia meta, mentìì spudoratamente. - Se ti fidi ti accompagno io. Mi chiamo Luc. - Ed io Francesca. Hai una bella voce, mi piace. Voglio fidarmi. Era cominciata così. E da dieci giorni siamo diventati inseparabili. - Come mai in America? - Beh, insegno inglese in Italia. Dovevo assolutamente vedere New York. - Vedere? Avevo balbettato arrossendo. - Certo vedere, con la mente, attraverso gli altri sensi. Rendere diverso il mio buio. In fondo nemmeno Torino, il posto dove vivo, l’ho mai vista. - E davvero viaggi da sola? - Si certo, che c’è di strano? - Nulla. E’ bellissimo. Anzi, tu sei bellissima. Ti farò da cicerone. - Va bene, ma promettimi che non mi descriverai nulla. Voglio vedere con i miei occhi. La solita New York: un crogiuolo di odorirumorisilenzi. Il vento tra le foglie di Central Park, l’odore speziato di un Deli, la brezza dell’Oceano a Battery Park. E alla fine siamo arrivati qui, a Martha’s Vineyard con le canne piegate dal vento, le dune e l’oceano. Mi chino su di lei e le sfioro i capelli con un bacio. Francesca sorride nel sonno. - Ti amo, le sussurro. - Vieni con me a Torino, mormora. - Lo sai che dopo l’incidente, da quando quel donnone mi spinse volontariamente sui binari mentre sopraggiungeva il convoglio, non ho più lasciato la subway. Questa è la prima volta che abbandono la mia città sotterranea. - Vedrai Torino ti piacerà, ha dei silenzi più profondi. Basta saperli cercare. Lei mi sorride, la mia mente si perde in quel sorriso. - Sai bene che non potrei lasciarti. Verrò con te. Aeroporto John Fitzgerald Kennedy, l’addetto al controllo bagagli guarda torvo lo schermo del pc. E’ suo dovere salvare la Madre Patria dai terroristi. La grossa Samsonite sfila davanti ai suoi occhi. Le solite carabattole da femmina. Il monitor sembra appannarsi un attimo, come si vi fosse passato un filo di vapore. L’addetto sbatte le palpebre, è svanito. Si appunta mentalmente di fissare una visita di controllo oculistico. La Stampa cronaca cittadina. Da alcuni giorni i passanti in Via Po, hanno notato degli improvvisi sbuffi di vapore fuoriuscire dai tombini. I tecnici comunali non hanno saputo dare spiegazioni dello strano fenomeno. Francesca e Luc sono seduti in un piccolo e delizioso bar della Crocetta. - E’ vero, i silenzi sono diversi. |
…sentire il pizzichio della pelle, gli occhi che osservano, i muscoli che si tendono per poi rilasciarsi. Avvertire lo spazio del vuoto, il rumore del silenzio, la leggerezza dell’aria: un quadro fatto di luci e ombre, di chiaro e scuro. E li, nel mezzo, qualcosa comincia a manifestarsi. Il fascino è una sensazione, un’emozione che muove l’attenzione, l’attira e la respinge. Affascinare è mostrare per poi nascondere. Io sono così. Non perché ci gioco, ma solo perché fa parte di me e, quindi, è per me inevitabile. Non mi lascio imprigionare dall’idea che gli altri hanno di me, non mi lascio condizionare da ciò che è giusto. Seguo la libertà di fare ciò che fa parte di me, seguo la libertà di essere. Così ciò che faccio riempie lo spazio e, nello stesso tempo, crea l’occasione perché gli altri si avvicinino e avvertano il senso di possibilità che trasmetto. Credo che affascini il mio modo di vedere le cose, di spostarmi per vederne delle altre, di inseguire il mio sesto senso: una naturale e spontanea curiosità che ha trovato spazio per muoversi. Il mio sguardo si appoggia sulle cose e me le porta dentro, gli altri mi guardano e si fanno accarezzare dal mio mistero, dall’imprevedibile leggerezza del mio essere. |
Roma, 12 maggio 2007 'Coraggio laico' a Piazza Navona "Difendiamo i diritti di tutti" E' necessario che vada riaffermata la laicità dello Stato, luogo di tutte le libertà compresa quella religiosa. Non si può accettare che i principi di una confessione religiosa, praticata solo da una parte degli italiani, vengano imposti come principi universali a cui tutti i cittadini, cattolici o non debbano uniformarsi. Mi unisco alle parole del sottosegretario al Ministero della Famiglia Chiara Acciarini. |
Post n°315 pubblicato il 11 Maggio 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
In perfetta sintonia con l' idea iniziale, l' iniziativa "Era una notte buia e tempestosa", tratta dal blog, Autoestinguente si trasferisce da me. Di seguito trovate l' incipit. Buon divertimento a tutti.. Una sottile nube di vapore fuoriusciva dal tombino nel bel mezzo di Main Street... |
- Te l’hanno mai detto che assomigli ad Humphrey Bogart? Sembri un suo sosia. - Beh certo, a ben guardare se mi impomatassi i capelli. Accendo la prima sigaretta, Dio è disgustosa, devo imparare a tenerla incollata al labbro come faceva Bogey. Si, così può andare. - Buongiorno, in cosa posso servirla? - Guardi sto cercando un trench vintage. Ha presente Bogart nel film Il falconemaltese? Ecco, ne vorrei uno identico. E se poi aveste un borsalino non troppo malandato sarebbe perfetto. Si, sono quasi identico. Mi potrebbero scambiare per lui, se non fosse morto. Sono felice, ma non basta ancora: manca la mia Laureen. A.A.A. Cercasi, scopo matrimonio, bionda affascinante di nome Laureen. Si offre fedeltà assoluta. - In collegamento da Cinecittà, la nostra inviata Francesca Orla per il Primo Concorso Internazionale SaremoSosiaFamosi. - Si, buonasera Signore e Signori. In questa splendida cornice la giuria presieduta da Maurizio De Filippi e Maria Costanzo sta per annunciare il verdetto finale. - Ladies and Gentlemen the winner is: il concorrente numero 59, Humphrey Bogart per la sua totale identificazione con il personaggio. - Grazie, sono commosso. Mi chiami pure Bogey, per me è un onore incarnare il suo spirito. Anche con l’alcool ormai ci dò dentro pesante, per non parlare delle 80 sigarette senza filtro al giorno. - Mi dispiace la PET ha confermato la diagnosi iniziale: carcinoma inoperabile ai polmoni, le restano meno di tre mesi di vita Signor - Bogart, ma mi chiami Humphrey, Dottore. Alle ore 18 e 15 del 15 Agosto si constata il decesso del paziente numero 471311. - Questo è il vestito portato dalla vedova, quella bella bionda. Ha insistito per il trench e il borsalino. Dai, vieni a darmi una mano. - Dì, ma non trovi che assomigli come una goccia d’acqua a Clark Gable? |
CINQUE PEZZI FACILI
PRIMAVERA
La primavera senza una foglia che potesse venir rovesciata dal vento, nuda e luminosa come una vergine di scontrosa castità, di sdegnosa purezza, si distese sui prati con gli occhi spalancati e attenti e del tutto indifferente a quel che facessero o pensassero quanti guardavano.
Gita al faro
Virginia Wolf
Virginia Wolf
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