PUNTO SECONDO
Abbiamo visto, nel precedente articolo, come questo referendum abbia un duplice scopo. Da un lato, ottenere la neutralizzazione del senato della repubblica, al fine di accelerare l’approvazione di nuove leggi care al governo (molto meno ai cittadini…); dall’altro, ricevere, attraverso il “sì”, quella legittimazione che al governo ed al suo capo da sempre mancano. Entrambi i propositi non sono apertamente dichiarati; al contrario, furbescamente occultati mediante argomentazioni fuorvianti, quali la litania delle due camere col medesimo compito, o della riduzione dei costi della politica.
Ma, concentriamoci brevemente sul tema-costituzione.
E’ vero che essa pone seri vincoli. Come no…? Se ne erano mica accorti gli aspiranti riformatori, che in ogni epoca, come funghi, ciclicamente spuntano…??? Sissignore, è verissimo! Del resto, è lì proprio per quello, non certo per essere emendata per il capriccio del ciarlatano di turno.
La Costituzione è la garanzia della libertà del popolo. Tanto è vero che, per cambiarne anche un solo pezzetto, è il popolo ad esser chiamato, in ultima istanza, a pronunciarsi in un referendum con un “sì, lo voglio”…, “no, non lo voglio”.
La Costituzione tutela la sovranità del popolo da eventuali “derive” dei governi; non certo la sopravvivenza di questi ultimi.
Le due camere che costituiscono il Parlamento hanno sacrosanta ragione, entrambe, di esistere: poiché l’una controlla l’operato dell’altra, mentre analizza, valuta, propone, integra… Troppo comodo far passare leggi attraverso il volere di un solo organo, specialmente quando in parlamento si detiene la maggioranza… Ma, soprattutto, pericoloso! Certe leggi, infatti, potrebbero non essere giuste, eque, o, più in generale, nell’interesse del paese e dei cittadini. Il fascismo non incontrava certo ostacoli nella promulgazione di leggi in modo rapido e tempestivo. Con buona ragione, questa Costituzione non ci è giunta dal cielo come una sorta di legge “delle dodici tavole”… E’ il frutto dello stato di distruzione e prostrazione in cui versava l’Italia all’indomani di una guerra decisa unilateralmente da un regime dittatoriale.
Ma Renzi e i suoi scodinzolanti cockerini si lagnano perché le leggi impiegano troppo tempo a diventare tali, passando, come una palla da ping-pong, da una camera all’altra, impedendo loro di aver mano libera per governare, come a loro pare e piace…
…mentre nei “paesi evoluti” nulla accade di tutto ciò.
Forse… Ma sarà perché, nelle democrazie consolidate, la necessità di pesi e contrappesi è stata superata da un’attitudine e da un approccio culturale alla politica più maturi e responsabili.
Qui da noi, purtroppo, la democrazia è ancora troppo un’opinione, perché ci si possa permettere di abbassare la guardia.
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