VOLANTINAGGIO

DA QUESTO PULPITO: il Punto Primo del "NO"

PUNTO PRIMO
Veramente singolare il paese in cui le istituzioni non mandano i propri cittadini alle urne per eleggerne i rappresentanti, però chiedono loro di votare su un quesito estemporaneo, per mezzo di un referendum  chiamato in causa per far fronte a deficienze governative derivanti proprio dalla mancata espletazione della volontà di costoro attraverso il voto.
Si può obiettare che il cittadino tende a votare in modo “sbagliato”, cioè dispersivo, e tale da rendere estremamente ardua (se non impossibile) la formazione di un governo, senza che il presidente della repubblica debba intervenire, affidando ad un suo prescelto l’incarico di procedere, se mai possibile, a detta formazione (vedasi il caso, all’indomani della consultazione elettorale del 2013, che portò alle nomine prima di Letta, poi di Renzi).
Ciò non di meno, è inaudito e scorretto l’atteggiamento di un governo che cerca la propria legittimazione, servendosi dello strumento referendario, per cancellare uno degli istituti costituzionali di garanzia della democrazia (il senato della repubblica, nella fattispecie), solo perché sostiene non esser capace di espletare appropriatamente la propria funzione, a causa dell’intralcio sistematico, che incontrerebbe per la presenza, in parlamento, di due camere, definite una la fotocopia dell’altra.
In buona sostanza, si chiama in causa il popolo mentre si ammette di non esser in grado di rappresentarlo, ripassandogli, così, una palla che non si è saputo giocare.
Ora, chiunque dimostri la propria inadeguatezza al compito o al mandato affidatogli dovrebbe dimettersi, non cercare di cambiare le regole del gioco.