Creato da jusperine il 26/04/2007

Essenza e sintesi

Cose che contano per una sbagliata...

 

 

Strana sensazione...

Post n°136 pubblicato il 18 Novembre 2007 da jusperine

Ieri ho finalmente dato l'ultimo esame ed ora inizerò la tesi.
E' strano come si desiderino tanto le cose e come, una volta ottenute, si provi una sensazione di vuoto.
C'è il sollievo di essere arrivati alla meta, la soddisfazione per avercela fatta nei tempi previsti, l'orgoglio...
Ma quando cala l'adrenalina, ti domandi: "E adesso? Cosa mi rimane?".
Non lo so...
So che mi mancheranno le lezioni del fine settimana.
So che mi mancheranno i colleghi e la pausa pranzo al baretto all'angolo.
So che mi mancherà il brivido dell'attesa dell'esame e poi la curiosità del voto.
So che mi mancheranno le risate e le battute sarcastiche.
So che mi mancherà il contatto umano.
So che mi mancheranno i dieci caffè del distributore automatico.
So che mi mancherà il confronto con i compagni di corso, la condivisione, il pathos.
Beh... troverò qualcos'altro da fare e per ora mi concentro sulla tesi e mi godo questa domenica di riposo, silenzio e solitudine.
Domani si torna al lavoro, solita vita, solita routine, solita noia... ma forse guarderò tutto con occhi diversi... chi lo sa...

 
 
 

La partita

Post n°135 pubblicato il 08 Novembre 2007 da jusperine

A volte ci rapportiamo agli altri come se stessimo giocando una partita.
Appena inizia, ci sentiamo forti, scendiamo in campo con la certezza della vittoria, spesso conosciamo bene l'avversario, i suoi punti deboli, le sue mancanze e una volta imparato a colmarle, piazziamo la trappola e ci comportiamo seguendo un copione studiato minuziosamente, nella speranza di avere l'ultima parola e di fare, per una volta, la parte di chi ride per ultimo.
A metà partita siamo in netto vantaggio, non senza qualche tentennamento, è vero, ma ci si rialza prontamente, con ancora più forza, grazie alla conoscenza dei propri errori ma si sa, le umane debolezze sono ancora difficili da dominare.
All'improvviso, però, una scossa arriva da chissà dove, come una forza sconosciuta mascherata di bellezza, ed ecco che le distanze si annullano, ci troviamo faccia a faccia e per la prima, volta abbassando gli occhi davanti allo sguardo fisso del mio avversario, mi chiedo dove sia finta tutta la mia spavalderia, che ne sia stato della mia sicurezza.
Ormai siamo presso il termine della partita e ancora non mi sono ripresa... non capisco come sia stato possibile sottovalutare tanto le sue capacità... o forse ho semplicemente sopravvalutato le mie... Ed eccola lì la mia trappola, dimenticata in un angolo, tra le cataste dei miei ricordi.
La partita è si è ormai conclusa con la tragica scoperta che le debolezze del mio avversario erano in realtà le mie e il piano che avevo accuratamente progettato non era altro che l’oscura rete in cui ero destinata a cadere.
Si, io facevo finta di niente, ma lui conosceva il mio lato nascosto, il mio doppio, quello che ci fa assomigliare ai reietti dell'umanità e che si nutre di pensieri proibiti, quel lato che tutti abbiamo, ma di cui vogliamo ignorare la presenza perché ce ne vergogniamo e perché temiamo che se gli altri lo vedessero cambierebbero l'opinione che hanno di noi.
Ma il lato oscuro c'è, è lì, ora lo so, l'ho scoperto e non voglio più fare finta di niente, perchè so che esiste chi, pur vedendolo, lo capisce e lo ama senza giudicare.

 
 
 

Nostalgia

Post n°134 pubblicato il 06 Novembre 2007 da jusperine

Vorrei passeggiare un'ultima una volta insieme a te nelle strade invernali circondate di neve candida e sottile e sfiorarla con un tocco lieve delle dita, mentre mi guardi in silenzio e sorridi felice e spensierato, prendendomi in giro per la mia timidezza e per i miei sguardi innamorati.
Vorrei ancora una volta passeggiare con te in quei vicoli stretti e affollati, addobbati di luci natalizie, e abbracciarti senza accorgermi di chi c'è attorno, senza contare le ore che passano e perdermi nella luce che lentamente si affievolisce per lasciare spazio ad un tramonto tenue e silenzioso.
Vorrei addormentarmi ancora una volta in macchina, abbracciata a te, rannicchiati sul sedile posteriore, con addosso solo quel vecchio sacco a pelo a quadri verdi, svegliarmi poco prima dell'alba e rimanerti seduta accanto, mentre guidi verso quella casa dove fingevo di aver passato la notte.
Vorrei ancora una volta fare una gita al quel lago triste e deserto che ci piaceva tanto osservare ed ascoltare il silenzio con te, mentre mi guardavi pescare, felice della mia serena fragilità, felice di poterti prendere cura di me... e non ti stancavi mai di farlo...
Temo però che in quelle strade circondate di bianco, ora non penseresti più al candore della neve, né alla mia timidezza o ai miei sguardi innamorati... 
Forse il tuo sorriso nasconderebbe un senso di noia e rassegnata comprensione e forse, in quei vicoli freddi e affollati, non dimenticheresti la gente che ci cammina accanto, né le ore che passano e di ritorno dal lago deserto e triste, non ti accorgeresti del mio capo reclinato verso di te, dei miei occhi chiusi, del mio respiro lento, della mia mano posata sulla tua gamba, di questo piccolo gesto di amore smisurato ma, attento alla strada, ti perderesti nella preoccupazione del tempo passato troppo in fretta, sottratto a impegni più importanti.
Ma non importa.
Se potessi, io vorrei ugualmente passeggiare con te un'ultima volta per i vicoli stretti, percorrere le vie affollate e addormentarmi sul sedile posteriore della macchina, nel silenzio di una musica dolce, accanto a te, con addosso solo il vecchio sacco a pelo a quadri verdi.
Ma forse tu, da tempo, hai cancellato questi ricordi, come fossero parole scritte con l'acqua su pagine bianche ormai asciutte.

 
 
 

Chissà...

Post n°133 pubblicato il 03 Novembre 2007 da jusperine

Ebbene si, è successo... dopo tanto tempo, finalmente è successo...
L'attesa è stata lunga, la ricerca ha richiesto tempo, la passione è cresciuta di giorno in giorno.
Sguardi soddisfatti, amorevoli, voluttuosi, tipici di chi guarda con amore l'oggetto del proprio desiderio.
Il polpastrelli lo percorrono, lo accarezzano e lui è lì, bello, tirato a lucido, in tutto il suo splendore... il regalo per il mio compleanno che arriva con qualche mese di ritardo, ma arriva: una macchina per scrivere antica, nera con i tastini dorati e ancora su quel vecchio nastro bicolore.
Che meraviglia!
E' lì, posata in bella vista sul mobile, ne vado orgogliosa e mentre la guardo penso che ieri è stata una bella giornata, che lui è stato davvero carino a cercarla e regalarmela, che l'ho rivisto volentieri, che ho passato un pomeriggio piacevole, che il tramonto sul lungomare era stupendo.
Certo, ammetto che mi ha stupita quando mi ha salutata ed è tornato a casa uscendo dalla porta quasi di fretta.
Nemmeno un tentativo di bacio, non un abbraccio...
E' andato via in modo strano... o forse in modo normale, chi lo sa... forse quella strana sono io, probabilmente è stato giusto così.
Ma mi chiedo: chissà se rivedere qualcuno che si è amato fa a tutti lo stesso effetto...
Cosa ci si aspetta?
Cosa si prova?
E' solo nostalgia o c'è qualcosa di più profondo?
E soprattutto, chissà come si è sentito lui...
Domanda inutile... so bene che non me lo dirà mai.

 
 
 

Caleidoscopio

Post n°132 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da jusperine

La mia cognizione del tempo comincia a traballare.
Mentre arranco tra ieri e l'oggi, ho l'impressione che le ore siano eterne: deviata dall’effetto oppiaceo delle mie preoccupazioni, talvolta mi rallento da sola, senza accorgermene.
Ma ci sono anche giorni in cui succede l’opposto, l'orologio comincia ad avere comportamenti scortesi e le lancette si spostano troppo in fretta, distribuendo promesse, dubbi e cambiamenti come fossero volantini pubblicitari.
Continuo a percepire intorno a me lo stesso disagio, infastidita dal fatto che tutti quegli interventi di chirurgia emotiva ai quali mi sono sottoposta non abbiano dato i frutti sperati.
Mi irrita questa lunga convalescenza, questa guarigione incompleta, questo cambiamento statico del mio essere, questo lento annegare nel mio Lete personale, questa lunga e monotona marcia senza una meta precisa.
Ancora una volta mi sento deragliare, senza un motivo apparente, ma è la solita vecchia storia, sono sempre i soliti vecchi problemi da risolvere, che pesano ogni giorno di più, specie quando si è fecondi inventori delle proprie flagellazioni.
Mi rifugio nei meandri emotivi per trovare un luogo di conforto.
Le parole che scintillano sono manciate di schegge delle mie suggestioni.
La rigenerazione tarda e io sono impaziente.
Guardo dritto davanti a me, perché i miei occhi sono troppo fieri e odiano abbassarsi, ma forse farei meglio a contemplare il sentiero per non rischiare di cadere ancora.
Vorrei tanto un po' di normalità, anche se so che dopo un poco mi annoierei e inizierei a maledirla, ma ora mi manca il suo sapore calmo e vorrei respirarlo anche solo per un poco, prima di ricominciare con la danza dei dannati, sotto una grandinata di stelle che ardono la notte.
Ormai fatico a non assecondare le mie percezioni istintive e i miei pensieri corrono in vertiginose galoppate negli anfratti bui.
Le vertigini del sonno addolciscono i contorni, il tutto sfumato in un caleidoscopio di miraggi onirici.
Vale la pena di perdersi così, nelle ore arrugginite dal mio orgoglio, in in un'alterigia dannosa che con gli anni non diventa più flessibile, in un amore che è come la pioggia... quando finisce rimane solo la strada bagnata.

 
 
 

SCHEGGE

Post n°131 pubblicato il 29 Ottobre 2007 da jusperine

Irrequietezza, tensione palpabile, aria satura di elettricità.
Il mondo ascolta in silenzio e attende... gli oggetti si consumano e si rompono, i ricordi sono eterni.
Sono nervosa... non ho quello che voglio... non so che cosa voglio...
C'è meno rabbia dopo una lite furiosa, meno paura quando si prende coscienza dell'inevitabile, meno sogni dopo un risveglio brusco.
Necessito di una metamorfosi che migliori i miei difetti ma è difficile fare il primo passo, difficile accettare il rischio...
In testa solo gli echi di parole vuote a cui non presto ascolto, che rimbalzano tra le pareti della mia mente e si rincorrono senza un senso compiuto.
Pensieri obliqui, sguardi d'odio, vitrei e persi nel vuoto, sensi di colpa che sventolano come vessilli ad indicare presenze impalpabili e inquietanti.
Ma nelle stanze silenziose il mio essere trova una dimensione congeniale, in un luogo buio, tranquillo, solitario, ideale per pensare... dove il tempo è fermo, l'attesa infinita, le cicatrici pulsanti..
Testa leggera, richiami lontani... sento chiamare il mio nome ma qui non c'è nessuno... la casa è vuota, come i miei pensieri che cadono senza fare rumore e si schiantano al suolo.
Camminerò su quelle schegge che rimarranno sul pavimento e rimarrò a guardare il sangue rosso scuro, ascolterò il dolore, immergerò le mani nella polvere dei sogni delusi, sperando ogni volta che sia l'ultima.
Ci sono cose che vanno condivise, cose che non si devono dire, cose da non raccontare, regole da infrangere, conseguenze per cui pagare un prezzo, a volte troppo alto.
Non importa se questa notte sarà la più divertente e indimenticabile o la più noiosa e deludente di tutta la mia vita.
Comunque vada... domattina sarà passata.

 
 
 

Imprevedibilità

Post n°130 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da jusperine

Il sonno si insinua nei meandri della mia mente.
Languido e seducente mi chiama e attende che mi abbandoni a lui.
Vorrei rispondergli ma non posso, ho cose da fare, doveri da portare a termine.
Ma perché la natura non ha ancora superato la necessità del dormire?
Perché tutto questo spreco di ore e di tempo?
Ancora una volta reagisco, ancora una volta mi trovo a dare retta ai miei doveri, ai miei pensieri, a dare spiegazioni a chi non le chiede, ancora una volta mi sento giudicata e penso che dovrei difendermi e dimostrare le mie ragioni, ma alla fine che mi importa?
Non devo dimostrare niente a nessuno, meriti di successi o responsabilità di fallimenti saranno comunque interamente miei e pagherò il prezzo dei miei errori, o godrò dei benefici delle mie azioni.
Testa leggera, pensieri che fluttuano, ricordi, sensazioni, alcune belle, alcune no...
Sento la vita che mi scorre intorno. A volte partecipo, a volte fingo di farlo, intanto la maggior parte di quelli che mi stanno vicini non notano le dissonanze, non prestano attenzione in questo teatro fatto solo di apparenza, pieno di pregiudizi, recite e ipocrisie.
Anche l'incoerenza è un diritto e l'unica morale giusta, probabilmente, è quella che ognuno si sceglie coscientemente, buona o cattiva che sia.
Debole chi la subisce.
Tutto rientra nelle statistiche... Dov'è finita l'imprevedibilità delle persone?

 
 
 

Bagliori

Post n°129 pubblicato il 24 Ottobre 2007 da jusperine

Potrebbe sembrare strano, ma a volte trovo la stabilità proprio nei miei dubbi. Per quanto possa sentirmi confusa, forse più del solito, il tempo e i miei spazi mi appaiono nitidi come mai prima d'ora.
Mi sono accorta che in ambito emotivo poche cose sono impossibili, il problema è essere disposti a pagare il prezzo che ogni decisione richiede.
Ho nascosto in qualche anfratto dell'anima il mio solito tormento, che fa capolino con modulazioni più lente di quelle abituali e vivo giorni anomali, che mi dipingono addosso colori che profumano di vita e palpitano di un sapore fiabesco.
Ogni tanto la vita si diverte a rimescolare le carte e ti capitano mani che non sono eccezionali, ma possono avere una loro utilità, a patto di avere abbastanza fantasia e prontezza da bluffare, tentare la sorte, rischiare... o lasciar perdere.
Che fare? Incassare la posta in gioco e andarsene o contare sulla fortuna e cercare di portarsi via il più possibile, forse anche più di quanto si merita?
L'aria profuma di cambiamento e per quanto odori di buono, ho comunque un po' di apprensione per come le cose potrebbero andare, temo soprattutto di non avere la forza di oppormi al flusso che gli eventi potrebbero prendere e di esserne travolta.
Si, ho una paura dannata.
I ricordi, certo, non si cancellano e il passato, ultimamente, pare stia in agguato in una dimensione quasi onirica facente parte di una realtà privilegiata che a volte si beffa della concretezza e di tutta l'arroganza della mia razionalità.
Certi giorni scorrono veloci, a ritmi forsennati e sfuggono senza una meta precisa.
Pochi istanti e sono svaniti...
Eppure sembra impossibile che dei bagliori di ieri non rimanga altro che qualche immagine sfuocata, nonostante i momenti fitti, che sono stati pieni di significati e che hanno rappresentato una parte tanto importante del mio passato.

 
 
 

Ottobre

Post n°128 pubblicato il 16 Ottobre 2007 da jusperine

La magia non nasce unicamente da bagliori accecanti e momenti sfrontati, potrebbe essere necessario coglierla... nelle parole, nei fili d'erba mossi dal vento, tra le foglie cadute, dove germoglia con discrezione.
Il mese di Ottobre è davvero affascinante, direi quasi seducente ed io mi lascio trasportare senza ritegno dai suoi profumi, dal declino rifulgente di sortilegi umidi e dai suoi colori antichi.
La mia mente scorre immagini di botti invecchiate, in giorni che passavano morbidi e affilati come il tocco dei gatti, lungo viali madidi di pioggia, musiche fumose, luci soffuse, fiocchi di tenebra come fili che profumavano di vita.
In questo giorno di pioggia e di cielo color metallo, la mia anima vaga nei ricordi, perchè la nebbia nasconde il futuro e posso solo dare vita alle ombre di un passato che mi ha dato molto e mi è di aiuto quando la realtà va in apnea e deve essere nutrita con l'ossigeno dei fantasmi.
Spalanco le ali con orgoglio, vestita solo del mantello dei miei limiti, mentre la vita procede in questi fiocchi autunnali, languidi e fatati, come tenui bagliori nel buio che segnano un confine sottile tra i meandri del tempo.
Non ho mai amato le gite organizzate, le emozioni preconfezionate e gli itinerari consigliati. Sebbene io sia totalmente priva di senso dell'orientamento, preferisco vivere alla giornata e viaggiare senza una meta precisa.
Ho sbalzi di umore, malinconie improvvise, inquietudini poco adatte ai colori vivaci e tuttavia mi trovo a mio agio in questi chiaroscuri in cui i miei pensieri governano rigogliosi, tra fughe improvvise, ironie acute, immagini incontrollate.
Ho affinato la capacità di squarciare il velo della noia e fluttuare in territori fantastici che solo pochi conoscono e apprezzano.
Sono orgogliosa del mio passo singolare e barcollante, anomalo e ingarbugliato dalle correnti che si sgranano nell'incedere dei giorni e anche se non sarò mai una stella scintillante, avrò comunque la capacità di muovermi a mio agio tra le ombre, per regalarmi tutta la luce che mi serve.

 
 
 

Perchè...

Post n°127 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da jusperine

...i polli attraversano la strada?


...ecco come risponderebbero a questo atroce dilemma personaggi storici, religioni, filosofie, ecc...

UN ALTRO POLLO:
Perche' ha visto una gallina.

ARISTOTELE:
E' nella natura del pollo, attraversare la strada.

KARL MARX:
Era storicamente inevitabile.

CLINTON:
Non sono mai rimasto da solo con questo pollo.

RONALD REAGAN:
Non ricordo.

CAPITANO JAMES T. KIRK:
Per arrivare lì, dove nessun pollo era mai arrivato.

IPPOCRATE:
Per via di un'eccessiva lentezza del pancreas.

MARTIN LUTHER KING, JR.:
Vedo un mondo in cui tutti i polli saranno liberi di attraversare strade, senza che i loro motivi vengano messi in questione.

MOSE':
E Dio venne dal cielo, e disse al pollo "Devi attraversare la strada". Ed il pollo attraversò la strada, e ci fu grande giubilo.

MACHIAVELLI:
L'importante e' che il pollo abbia attraversato la strada. A chi interessa il motivo?
L'attraversamento della strada giustifica ogni possibile motivo.

FREUD:
Il fatto che lei si ponga la domanda, perche' il pollo ha attraversato La strada, esprime la sua sub-cosciente insicurezza sessuale.

DARWIN:
I polli furono selezionati dalla natura attraverso un lungo periodo di tempo in modo da essere geneticamente in grado di attraversare strade.

ADLER:
E' la nevrosi del pollo che l'ha spinto ad attraversare la strada per avere il sopravvento sugli altri polli.

EINSTEIN:
Se e' stato il pollo ad attraversare la strada o se la e' strada che si e' spostata sotto al pollo, dipende dal vostro ambito di riferimento.

NIETZCHE:
Ovviamente è un superpollo

HITLER:
Il pollo ariano non solo attraversa la strada ma governerà anche il mondo.

WILLY COYOTE:
Mi è sfuggito un'altra volta.

CHUANG TZU:
Il pollo ha sognato di attraversare la strada o la strada ha sognato che un pollo la attraversasse.

I CHING:
Se il pollo ha attraversato la strada, prima o poi la riattraverserà per ritornare.

REIKI:
Il suo respiro era in armonia con l'universo.

KAMIKAZE:
Cooooccooodeeeeeeeeeeeeee!

SHUMACHER:
Mi dispiace di averlo messo sotto ma ho avuto un problema al cambio.

JORDAN:
Se avesse avuto le mie scarpe, l'avrebbe saltata.

FEDERAZIONE MEDICO SPORTIVA:
Era dopato.

PUBBLICITA':
Guarda mamma, un pollo!

ALDO, GIOVANNI E GIACOMO:
Miiii, pollo! All'arrembaggio!

PADRE DEL POLLO:
Se lo rifai ti butto fuori dal pollaio

MADRE DEL POLLO:
Ce l'avevi il casco, almeno?

FRATELLI DEL POLLO:
Ci volevi far menare tutti?

NASA:
Per la Missione A-Pollo

PIERO ANGELA:
Adesso vedremo un interessantissimo documentario sui polli...

RAFFAELLA CARRA:
Il pollo che ha attraversato la strada è Quiiiiiiiiiiii !!!!!

 
 
 

Ho voglia di...

Post n°126 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da jusperine

Dopo mesi di fine settimana frenetici, lezioni universitarie, esami, pranzi e cene al ristorante, persone da ascoltare e a cui rispondere, traffico, autostrada, telepass e corse in libreria, avrei voglia di concedermi un intero sabato a casa, magari seduta davanti ad uno schermo, senza comunicazioni e senza fraintendimenti.
Una nuova me stessa in rodaggio che manda la vecchia me in rottamazione, capace di concentrarsi solo pensieri nuovi e di mettere quelli vecchi in discarica.
Basta con l’infinto, con le instabilità che lamentano la caducità dell’esistenza, basta con i falsi amici che si fanno vivi solo quando hanno bisogno di solidarietà…
Ho voglia che mi siano fatte domande alle quali non rispondere, di lasciar andare senza avere contatti, di prendere senza dare e senza chiedere il permesso.
Ho voglia di passare attraverso le vite degli altri come se fossi fatta non di carne e sangue ma di fumo e vento, vagando senza scopo, senza meta, solo vivendo… semplicemente questo…
Ho voglia di vita, voglia di notte… voglia di aspettare l’alba senza un particolare motivo, di ritrovare i ricordi in fondo a vecchie scatole di casa, immersa in pensieri che fanno rumore…
Ho voglia di leggere la paura, la solitudine, il dolore e di pareggiare i conti in sospeso con il destino.
E la domenica mattina, spandere gocce di malinconia per i suoni e i visi familiari, lasciar sfogare la rabbia repressa, lasciare che le immagini di persone perdute non tornino più a farmi visita, ma rimangano perdute e godere di questa solitudine cercata, forzata, forse temuta, ma alla fine ottenuta, pensando che tutto questo abbia uno scopo, per sentirmi scorrere dentro la vita, la speranza, qualcosa…
E allora basta aspettare risposte che non arrivano, basta con le persone troppo lontane, fisicamente e mentalmente, non c’è più abbastanza tempo per vivere le distanze e avvicinarsi a sufficienza… troppo lontana da tutti, da chi mi interessa e da chi vorrei si interessasse a me… troppo vicina a chi vorrebbe imprigionarmi.
Le apparenze sconfiggono la realtà, la diffidenza uccide la curiosità.
Siamo tutti davvero bravi ad emettere giudizi, ma troppo restii ad ammettere invece gli errori.
E’ sempre la stessa ipocrisia, che fa fare di tutt’erba un fascio, che fa vedere solo ciò che appare dal di fuori, il resto è pigrizia, troppo faticoso guardare dentro, meglio perdere tesori pur di non fare fatica.
E oscilliamo tra maturità e rassegnazione, incoscienza e divertimento, solitudine e responsabilità, amore e sesso, ricerca di significati, ricerca di conferme, senza interessi.
Un lampo nel buio rompe il silenzio, colpisce a fondo nel deposito dei sentimenti smarriti, in una notte che culla fino all’oblio, in mezzo a suoni disarticolati di nenie infantili che parlano all’io interiore, in un tempo oltraggiosamente fermo, cristallizzato in un attimo eterno di corsi e ricorsi, maree e riti di passaggio.
Vorrei fare un rewind della mia vita, non seguire solchi già tracciati, cantare fuori dal coro e non accontentarmi più del calore della lacrime per scaldarmi dal freddo della solitudine.

 
 
 

NOIA

Post n°125 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da jusperine

Ci sono periodi in cui i pensieri migrano come stormi di rondini ai primi freddi.
Pensieri che dominano cieli stellati e rotte verso un tempo che non è mai il presente.
Si sposano bene con il profumo dell’incenso e un bicchiere di liquore amaro, che brucia dentro scendendo lentamente, rendendomi di umore ancora più instabile.
La consapevolezza del mio passato alterna basi solide a zone d’ombra, un po’ sfuocate, ma se mi guardo nello specchio riconosco sempre la mia immagine incorniciata e la guardo annaspando nell’affannosa, quasi ossessiva ricerca della mia essenza più pura che però, per quanti sforzi faccia, non riesco a vedere.
Mi illudo di avere raggiunto traguardi lontani, spinta dalla volontà e dall’ambizione, dai sogni e dalle speranze, ma poi apro gli occhi e non vedo nulla di poetico su questa strada di infinito asfalto grigio, senza consistenza, il cui orizzonte è nebbioso e opaco come uno sbadiglio.
Battiti quasi impercettibili mi fanno compagnia, in questo tragitto infinito in cui accelerare o rallentare non fa nessuna differenza, quando il disorientamento è tale da ovattare la percezione dei passi che mi rimbombano in testa.
Il mondo sembra aver perso molti dei suoi profumi e rimangono soltanto alcuni colori, con gradazioni che a tento riconosco.
Tutto appare rallentato, come un miraggio nel deserto, con i contorni indistinti di un tempo senza armonia, dove i sentimenti assumono la forma irregolare dei miei pensieri.
Ubriaca di inerzia, in questo momento percepisco solo l’eco perpetuo di una parola: noia.

 
 
 

Inversione di rotta

Post n°124 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da jusperine

So che rimarrete delusi, specialmente tu, la_mia_notte, che ti aspettavi uno dei miei soliti post introspettivi e un po’ cupi, ma ieri sera mi sono sorbita tutta la puntata dell’Isola dei Famosi e voglio rendervi partecipi di “cotanta gioia” e anche di alcune mie considerazioni.
Lo ritengo un buon format ed è inoltre sociologicamente interessante vedere le reazioni e le modificazioni di umore e personalità che il disagio e lo spazio ristretto determinano negli esseri umani.

Ieri sera il ballottaggio per l’eliminazione era tra Miriana Trevisan, che non è tra le mie preferite in quanto la trovo furbetta e falsa, e Cristiano Malgioglio, soprannominato “La Regina dell’Isola”, che è stato eliminato a sorpresa, contro ogni previsione.
Lui, ovviamente, non ha preso bene la cosa e non ha perso occasione per fare brutta figura.
Sarà fragile, sensibile, emotivo… forse… ma a me è apparso un ometto di mezza età patetico, maleducato e con poca dignità. Dopo l’eliminazione è stato condotto sull’ultima spiaggia, dove ha trattato il concorrente non VIP con sussiego e disprezzo, criticandone persino il costume e, non contento, ha rinfacciato a Francesco Coco, che lo aveva nominato, di non essersi ritirato insieme a lui.
Finale con pianto e frase di rito: “Voglio tornare a casa, intanto io l’Isola l’ho già vinta”… se ne è convinto lui… mah…
A me questo exploit ricorda tanto la prima edizione, in cui trionfò Walter Nudo, quando Adriano Pappalardo venne dichiarato vincitore morale… Ma vincitore di cosa??? Con vari escamotages era riuscito a non farsi nominare e alla prima nomination fu sbattuto fuori… vincitore di cosa lo sa solo Simona Ventura.
Alfonso Signorini ha commentato l’eliminazione di Malgioglio dicendo che “La Regina” ha pagato lo scotto della sua diversità, perché forse gli italiani non sono così pronti ad accettare un gay… io dico invece che ha pagato lo scotto della sua maleducazione, condita da una buona dose di puzza dotto il naso.
La puntata è poi proseguita con le nomination per il ballottaggio della prossima settimana.
Ho sempre pensato che squadra che vince non si debba cambiare, allo stesso modo, format che funziona non andrebbe rinnovato drasticamente a tutti i costi ma, si sa, in alcuni programmi si vuole strafare e così sono stati inseriti alcuni concorrenti NIP (contrario di VIP).
Gli sconosciuti in questo programma (come dice il titolo Isola dei FAMOSI) ci azzeccano come i cavoli a merenda, non solo, hanno squilibrato un contesto che poteva avere potenzialità migliori sia di divertimento che di pronostici.
E così le nomination sono state pessimamente influenzate dall’arrapamento del “Rambo dè no artri”, Vittorio, che si è lasciato irretire da “faccia da cavallo", Karen, una gatta morta con il marito che l’aspetta al varco, al ritorno a casa, ma che in studio si è finto comprensivo e fiducioso, nonostante il mal di testa da “corna che spuntano”.
Finalmente avevamo la possibilità di toglierci dai piedi la fastidiosa Karen, che crea zizzania e malumori, ma essendo leader Vittorio, tanto bello quanto stupido, e avendo lui la possibilità di scegliere chi salvare tra i due più votati ex aequo, la mora equina è stata graziata e sono finiti in nomination Francesco Coco e Manuela Villa, due tra i concorrenti migliori.
Risultato: Vittorio ha dimostrato ancora una volta che muscoli e cervello spesso non vanno d’accordo, ma per fortuna ha bruciato, sia per sé che per Karen, ogni possibilità di vincere il gioco.
Come si dice… tira più un pelo di… ehm… che una coppia di buoi, costi quel che costi, fosse anche il cospicuo premio in Euro in palio per il vincitore del programma.

 
 
 

Adesso...

Post n°123 pubblicato il 09 Ottobre 2007 da jusperine

A volte, quando le cose da dire sono troppe, la scelta migliore è tacere, anche se ti senti esplodere, anche se vorresti vomitare migliaia di parole.
Ma a che scopo poi? Nessuno ti ascolta.
Da tempo orma tutto ciò che resta è solo un sorriso interrogativo, uno sguardo indagatore.
Le domande sono mute.
Sarà forse per la distanza, sarà  magari la voglia di rovinare tutto per l'ennesima volta.
In fondo il presente non esiste, è solo un attimo sospeso tra passato e futuro, è il tempo in cui pensiamo, respiriamo, viviamo, ma nell'istante in cui vediamo qualcosa, sentiamo una parola, un profumo, una nota musicale, tutte queste sensazioni sono già parte del passato.
Il presente è solo un istante sul quale attraversiamo il tempo, un'entità astratta e minuscola che non possiamo percepire.
Conosciamo bene il passato, perché lo abbiamo vissuto, è accaduto, ha una sua realtà precisa, non conosciamo il futuro, perché è pura teoria non ancora accaduta, ma il presente è inafferrabile,  proprio non esiste, è solo un'astrazione che non possiamo fermare.
Ora, immersa in  questi pensieri, alla fine della giornata, ascolto le mie paure senza comprenderle...
Ma non fuggo, non inseguo, non minaccio, non imploro, non piango...
Alla fine tutto è destino, anche se odio lasciargli in mano la mia vita e il susseguirsi degli eventi.
Il destino si diverte a giocarci con la mia vita, a mescolare le tessere di questo puzzle infinito ogni volta che sto per vederne il disegno...
Le ore passano lente, mentre vago languidamente da un luogo all'altro, con l'umore che procede a sbalzi come una nave tra le onde di un mare in tempesta.
Mi sento un'ombra, un alito di vento, una macchia di luce informe riflessa in uno specchio.
Puoi guardarmi ma non puoi vedermi, sentirmi senza ascoltarmi, inafferrabile, stanca, irrequieta, in bilico tra gioia e disperazione.
Non mi resta che aspettare con pazienza, urlando un addio che scuote un dolore alle soglie della coscienza.

 
 
 

Coincidenze

Post n°122 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da jusperine

E’ incredibile come il concatenarsi di coincidenze a volte permetta di risolvere nel migliore dei modi anche la situazione più complessa.
E’ incredibile come alcune persone perdano delle ottime occasioni per motivi assolutamente banali.
Forse è molto più difficile dire un “no” che dire un “si” senza discutere e poi dare una buca colossale… chi può dirlo…
E intanto continuo a cambiare pelle, forse perché ancora non ne ho trovata una che mi calzi a pennello.
Le mie giornate non hanno una vera connotazione, è come se fossero un racconto senza titolo. Passo il tempo passeggiando tra i miei ricordi, pensieri sparsi tra annotazioni di similitudini e differenze, regole infrante, regole rispettate, mani aperte da cui fugge qualcosa di importante ma in cui entra qualcosa di nuovo… peccato che io lasci quasi sempre le cose a metà.
Chissà come mai…
Forse ho bisogno di una passione vera… già… la passione…
Senza di essa la vita sarebbe un viaggio senza scopo, uno scorrere tranquillo, lento e noioso come quelle giornate afose in cui non si ha nemmeno la forza di alzarsi dal letto.
Forse questo è il motivo per cui siamo sempre attratti dalle persone capaci di vivere pienamente le loro passioni, probabilmente perché riescono a trasmetterci il loro entusiasmo e le vivono, a differenza di chi ne fa a meno pensando che intanto c’è qualcuno che le vive al suo posto.
Certo, è facile pensare che per gli altri sia tutto più facile, mentre tu sei presa da ben altri problemi, ma non è così… In realtà, siamo tutti un po’ omologati su un qualche modello, però con caratteristiche peculiari che fanno di ognuno di noi un individuo unico e irripetibile.
E’ anche vero, però, che una stessa cosa, vista da una diversa prospettiva, cambia radicalmente e allora ci si sofferma a riflettere su chi abbia la visione reale e completa della situazione.
Tutti cercano soluzioni ai problemi, ma siamo certi che li vogliano davvero risolvere?
Tutti pretendono di conoscere qual è la scelta giusta, ma siamo certi che sappiano davvero dov’è il giusto?
Non si soffre perdendo qualcosa… o qualcuno… di cui non si sente il bisogno.
Viviamo di verità personali, di certezze tutte nostre che pretendiamo non siano contraddette mai, nemmeno se stessimo navigando alla deriva, senza alcuna meta, costruendoci fragili castelli di carta, chiedendo agli altri di fare la loro parte e troppo spesso dimenticandoci di fare la nostra.

 
 
 

Un altro caffè...

Post n°121 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da jusperine

Periodo di apatia…
Normale quando mi trovo in uno stato di disorientamento totale…
Normale, quando non so dove dirigere i miei passi…
Per quanto provi a cambiare le cose, a supplire in qualche modo a questa mia carenza, a prendere la mira verso la direzione migliore, sembra sempre che l’orizzonte si sposti e non centro comunque il bersaglio.
Tutto questo è fastidioso, lo ammetto, perché ogni cosa mi sembra sempre più difficile, fumosa, eccentrica e mi sento diversa, sbagliata e al di fuori di questa dimensione che forse ormai non mi appartiene più.
Spesso ho l’impressione che le mie idee si alternino ad una velocità mai sincronizzata con quella delle altre persone e la confusione si trasforma in un vago senso di torpore…
Ma non dormirò.
Ho solo bisogno di un altro caffè, di una sigaretta che mi conforti, dei miei gesti lenti e rilassati, per calmare un cervello che si agita come un vulcano in eruzione.
Ci sono momenti in cui ho l’euforia dei periodi speciali, quelli che si pensa cambieranno la vita, ma poi, il più delle volte, tutto torna alla stessa versione della realtà, senza trucchi né giochi da prestigiatore, semplicemente procedendo con incoerenza, come un marinaio con la bussola senz’ago.
E continuo a camminare senza fretta, per cercare soluzioni sulla via più semplice della vita.
Sarà una buona scelta?
Non lo so, ma il mio istinto sfugge alle certezze e ho voglia di lasciare che i miei pensieri volino via, liberi...

 
 
 

Quiete

Post n°120 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da jusperine

Strana sensazione oggi, come di essere nello spartiacque dei miei giorni, una sorta di confine emotivo dove tutto è quiete, forse quella che precede le grandi manovre, i grandi accadimenti, o forse è più semplicemente monotonia…
Difficile a dirsi…
Dall’orizzonte spuntano speranze variopinte, che non distinguo ancora bene… amiche… nemiche… Non lo so ancora.
Posso solo osservarle, aspettando gli eventi, seduta su questa terra di nessuno che mi circonda, miope e incapace di focalizzare lo sguardo nei punti giusti.
Intorno a me una strage emotiva… errori sepolti, progetti lacerati… senza contare l’orgoglio ferito a morte.
La sola consolazione è che sono ancora viva.
La mia anima ha un disordine sacro e concreto, articolato in una sorta di ritmica farneticazione della cui armonia ho smesso di preoccuparmi.
E’ come se avessi voluto sognare orizzonti troppo lontani e fossi caduta in un vortice emotivo troppo diverso da quello che mi aspettavo, con regole troppo diverse dalle mie.
Ma imparo in fretta, la mia mente è aperta a geometrie nuove, a cerchi da disegnare senza compasso… a giochi di prestigio da attuare in senso opposto.
Riprendo a poco a poco coscienza di come ero un tempo, con qualche anno di esperienza in più.
Si, forse sono ancora ingenua, animo candido facile da imbrattare con i pennarelli dell’ipocrisia e della menzogna, ma con un equilibrio più forte ed una nuova simmetria, in questo giorno di autunno in cui la stanchezza ha un buon sapore, quasi crepuscolare ed effimero, che sa di quiete.

 
 
 

VORREI...

Post n°119 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da jusperine

Vorrei una nuova meta, un pretesto per andarmene, anche se dovesse rimanere solamente un sogno.
Chiudere tutto, come se nulla fosse, voltare le spalle e non guardarmi mai più indietro, per non vedere più le persone sparire senza motivo e senza spiegazioni e per una volta essere io quella che se ne va…
Stop, chiuso… arrivederci e grazie…
Ma grazie di cosa poi?
Ho davvero poche persone a cui dire grazie… mollando tutto avrei molto da guadagnare e ben poco da perdere.
Ma il vento continua a soffiare, portandosi via le speranze e i progetti, raccontando storie di persone lontane, tornando indietro con il fardello dei sogni di qualcun altro e la fragilità che sempre minacciosa incombe sulle cose più importanti e mentre ascolti i racconti del passato, ti rendi conto che c’è sempre posto per una nuova ferita, posto per l’ennesima cicatrice.
In fondo la vita è fatta così… di momenti e di persone…
Ci sono momenti in cui vorresti dire a qualcuno che il vostro rapporto non ha più senso, tanto è diventato freddo e distante, ma poi non ne hai il coraggio e speri che quel legame si spezzi in un modo diverso e magari cerchi un pretesto per farlo, per darti un giustificazione che ti preservi dai sensi di colpa…
Ci sono momenti in cui vorresti che qualcuno ti dicesse esattamente il contrario, che nonostante i problemi il vostro rapporto avrà sempre un senso, perchè quel filo invisibile che vi lega è troppo forte per essere spezzato, nonostante i mille tentativi per allontanarsi, ma questo raramente succede e sprechi giorni, settimane, mesi torturandoti nella vana ricerca di qualcosa che non accadrà…
Ci sono momenti in cui intravedi una via diversa, nuova, che inizi a percorrere con fiducia e con il cuore in mano, ma poi te lo riprendi quel cuore, perché capisci di averlo messo nelle mani sbagliate, mani che non hanno la minima idea di come usarlo e che non si rendono conto della potenzialità di quello che stanno buttando via…
E allora ti fermi a guardare… la luce si scioglie in quel liquido ambrato, caldo e accogliente, dolce e bruciante al suo passaggio… mentre la rabbia lascia il posto alla rassegnazione, in una di quelle giornate in cui vorresti mandare al diavolo il mondo intero, in cui la stanchezza si fa insopportabile, senza che ci sia nemmeno un motivo per essere stanchi, uno di quei giorni in cui sarebbe sufficiente andare a dormire per pensare che sia finita, ma non è il momento, perché intanto domani non è un altro giorno, domani sarà un giorno come il precedente e quello che ti rende tutto questo ancora più insopportabile è non sapere quanto ancora durerà.

 
 
 

Nonostante tutto...

Post n°118 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da jusperine

Ogni volta che ci si trova in una situazione che prevede la costituzione di un gruppo di persone, si determinano invidie e talvolta anche dissapori che dipendono direttamente non solo dal numero di persone che fanno parte di questa aggregazione, ma anche dalla differenza di cultura, intelligenza, capacità e talento tra di esse.
Talvolta, però, basta spostarsi anche di poco perché tutto cambi e si perda la possibilità di giudicare il tutto correttamente…
Risultato: devi imparare a leggere di nuovo… tabula rasa, si ricomincia da capo.
Ma in questi frangenti si capiscono molte cose.
Si individua gente che  si fa abbindolare da poche parole dette al momento giusto.
Si incontrano persone che pretendono talmente poco, che spesso non gli si dà nulla e nemmeno se ne accorgono.
Ci si rende conto che ci sono partite perse prima ancora che inizi il gioco.
Si capisce che non fa paura rimanere da soli, quello che fa paura è incontrare qualcuno che ci faccia capire che da soli non possiamo più starci.
Ci si trova in situazioni che fino a quel momento ritenevamo impensabili e totalmente avulse da noi.
Si comprende la differenza enorme che passa tra avere un amante ed essere un amante.
Ci si stupisce di quanto alcune persone si aggrappino ad un’idea e ad una convinzione a tal punto da non cambiarla più nemmeno quando vengono messe di fronte all’evidenza.
Ci si rattrista pensando a quanto poco calore basti, a volte, per scaldare una solitudine.
Ci si convince di trovare risposte esatte a domande totalmente sbagliate.
Si diventa un po’ più esperti, un po’ più cinici, un po’ più furbi…
Fino a quando un giorno si incontra qualcuno con cui non si è in grado di essere né cinici né furbi…
Ed è proprio con quella persona che finisce male, perché ti farà cattiverie, ti tratterà male ingiustamente, forse persino arriverà ad odiarti, e nonostante tutto, nonostante alla fine la vita ti vendichi senza che tu abbia mosso un solo dito, e restituisca il male che hai subito, non riuscirai comunque a gioirne e le sole cose che riuscirai a provare saranno pena e compassione.

 
 
 

Giustificazioni

Post n°117 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da jusperine

Riesco a stare bene nel silenzio delle stanze buie e tranquille, dove posso meditare senza avere paura dei miei pensieri, quei pensieri non allineati che fanno rumore dentro.
I miei dubbi ci sono da sempre, li porto con me insieme alle cicatrici che testimoniano le mie lotte e le mie sconfitte.
E adesso il tempo è fermo, in attesa. 
C'è chi continua a cercarmi anche se mi nego, chi cerca una giustificazione a tutti i costi per ottenere il perdono e la fine dei sensi di colpa, chi cerca di raggiungermi prima che io fugga di nuovo.
C'è chi vuole essere cercato, chi si fa trovare solo per un caso fortuito, chi non vuole farsi trovare e chi gioca a nascondino.
Ed io, nel mezzo, osservo il niente che mi circonda fissando il vuoto ed ascoltando questi echi di silenzio.
Una lacrima scivola fuori, lenta e inascoltata, mentre vago alla ricerca di qualcosa che non so, con addosso questa mia voglia di volere che mi rende altalenante, a volte spinta verso l'apatia a volte verso un eccesso di emozione.
Immagini confuse, previsioni, pensieri, speranze, desideri, volti che mi osservano cercando un perchè che non troveranno, una spiegazione che non c'è, domande che rimarranno senza risposte.
Troppo tardi ormai...
Sono momenti strani, che non lasceranno tracce durature ma solo gocce di pioggia che forse evaporeranno o forse si confonderanno con altre, ma continuerò a fare errori, a usare persone, a rubare baci e sorrisi, a ferire e ad essere ferita.
Se dovrà essere sarà, ma per ora voglio intorno solo gente che non abbia secondi fini, dichiarazioni da rilasciare, comunicazioni di pessimo servizio e cartelli di pericolo.
Non voglio più fidarmi.
Ci sono cose che non voglio più dire, che non voglio far capire, tanta è la paura di risposte a domande che i più non possono nemmeno concepire.
La mia morale non è allineata e sento in me la tristezza della diversità.
Ho bisogno di un posto in cui rannicchiarmi, al riparo dal vento, al riparo da tutto, perchè sono un bersaglio facile ma inutile e non ho nessuno a cui farlo capire...
Si possono condividere emozioni e sentimenti, ma non si può davvero capire.
Pensieri strani stasera penzolano nel buio, strane idee ronzano fastidiose...
Attenzione a ciò che desideri perchè potresti ottenerlo e vorrai sempre di più... Ma forse sono le risposte a fare paura.
Forse il vero problema è che ciò che ti viene offerto ha meno valore di ciò che devi conquistare, forse una dichiarazione d'amore vale meno di un bacio rubato... chissà...
La testa è leggera, fluttuano pensieri, ricordi, sensazioni, sento la vita che mi scorre intorno e la mia incoerenza come un sacrosanto diritto.
Quando dico che posso fare molto male, non c'è nessuno che mi prenda sul serio, se ne accorgono sempre quando è troppo tardi.
Ognuno ha diritto alle proprie opinioni.
Io non giudico, chi potrebbe farlo?
Ma esprimo opinioni e, in quanto tali, soggette a cambiamento. 
Chi mi vuol capire lo fa già bene da solo, chi non vuole o non può passi pure oltre.
Alla fine credo che rimanere soli sia anche un modo per evitare inutili spargimenti di sangue.
Non sopporto le giustificazioni.
Se ce n'è bisogno manca la comprensione, senza comprensione non c'è comunicazione, senza comunicazione non c'è rapporto. 

 
 
 

TI SCATTERÒ UNA FOTO

 

AREA PERSONALE

 

I WANT TO KNOW WHAT LOVE IS

 

FACEBOOK

 
 

SEI NELL'ANIMA

 

ULTIME VISITE AL BLOG

giuliano.alunni4carpe_diem_why_notgibran1970mLaFryrosolino1976architettogalloimpbortoliniivansamy.1973Studio.Paganomukkina17giusypalmiere90claudioestoppaolosanfijusperine
 

OTHER SIDE OF THE WORLD

 
 

SAIL AWAY

 
Citazioni nei Blog Amici: 21
 

ALWAYS

 

ULTIMI COMMENTI

CRAZY FOR YOU

 

LA MIA PASSIONE...

 

I DON'T WANT TO MISS A THING

 

AGAINST ALL ODDS

 

FIELDS OF GOLD

 

THANK YOU FOR LOVING ME

 

CAN'T FIND THE MOONLIGHT

 

SOGNA RAGAZZO SOGNA

E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte;
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.
Sogna, ragazzo, sogna
quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole
o non vive più.
Sogna, ragazzo, sogna,
non lassciarlo solo contro questo mondo,
non lasciarlo andare, sogna fino in fondo,
fallo pure tu!
Sogna, ragazzo, sogna
quando cala il vento ma non è finita,
quando muore un uomo per la stessa vita
che sognavi tu.
Sogna, ragazzo, sogna,
non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione,
non fermarti tu!
Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre,
perché hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente.
Passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita.
E la vita è così forte
che attraversa i muri senza farsi vedere;
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che "quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire".
Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore
non lo senti più.
Sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni, passerrà l'amore,
passeran le notti, finirà il dolore,
sarai sempre tu ...
Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo nella mia memoria,
tante volte tanti dentro questa storia:
non vi conto più.
Sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
manca solo un verso a quella poesia,
puoi finirla tu.

 

SEI PARTE DI ME

 

LE COSE CHE HAI AMATO DI PIÙ

 

I CAN'T HELP FALLING IN LOVE WITH YOU

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963