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Operazione pietra tombale su calciopoli...

 



Abbiamo spesso parlato di sentimento popolare, lo abbiamo fatto analizzando gli articoli dei professionisti della carta stampata e non, ma anche ascoltando quelli che possono essere dei semplici commenti all’interno di un format radio o televisivo.

L’ambiente del giornalismo sportivo conferma una facilità, quasi un vizio perverso, nel riproporsi come testimone del maleodorante mondo dell’informazione, che fino alla noia vuole aver ragione della realtà. Saremo ingenui a stupirci; cinque anni sono sufficienti per comprendere che la necessità è quella di riscrivere una realtà adattandola alle teorie utili a far sopravvivere questo enorme connubio di interessi.

Succede quindi che oltre a riscrivere le classifiche a tavolino, nel nuovo vero sport nazionale arbitrato da Palazzi, è anche la realtà ad essere riscritta da giornalisti-tifosi in spregio alla loro professionalità. Con quale credibilità ed in che modo lo possiamo vedere.

Pietra tombale, chiusura definitiva di calciopoli, prescrizione. Questo è il punto di arrivo, la meta da raggiungere senza esclusione di colpi, costi quel che costi, sfruttando ogni situazione utile, ogni spazio disponibile, anche risultando incredibilmente di parte.

Dalla carta stampata…

Per Massimo De Luca, le critiche e le polemiche da parte del “popolo juventino più irriducibile” sono indubbiamente sbagliate, perché “la prescrizione è un dato obbiettivo, non opinabile” e anche se “moralmente lascia un piccolo segno sull'immagine interista”, “la decisione non è attaccabile, in punta di diritto”. Ma si spinge oltre. Le “nuove intercettazioni che hanno rivelato qualche comportamento inopportuno anche da parte dell'Inter (pur se in misura, e con metodi profondamente diversi rispetto a quelli tenuti dalla dirigenza juventina dell'epoca) non possono, in realtà, nemmeno essere prese in considerazione, perché, appunto, gli eventuali reati sportivi connessi sarebbero comunque prescritti”. Conclude dicendo che, “In un clima così, la prescrizione ha offerto la soluzione più pratica e, ripeto, inattaccabile.”
Inattaccabile per prescrizione anche la professionalità di De Luca?

Per Sconcerti siamo davanti alla “chiusura definitiva di calciopoli”, perché - udite udite - “non conviene mai a nessuno prendere una decisione che rivoluziona un intero mondo per andare incontro alla volontà di rivalsa di una sola società”.
Anche se la volontà di rivalsa di una sola società altro non sarebbe che l'esigenza di fare finalmente vera giustizia!

Per Fabrizio Bocca, di Repubblica.it, quello scudetto è dell’inter , perché “certi contatti, certe telefonate, certi abboccamenti – poi accertati nel successivo processo penale – facevano parte di un malcostume riprovevole e assolutamente condannabile che i radiati di Calciopoli avevano addirittura industrializzato, eretto a sistema di potere e di condizionamento”.
Vabbè, qui il commento vuole essere una sentenza, il solito vizietto…

RadioRadio qualche giorno fa, si discute sulla eventualità della revoca dello scudetto; Bartolomucci, Zazzaroni, Jacobelli e Maurizio Pizzoferrato i commentatori.

Iniziamo con Bartolomucci che parte a spada tratta in difesa del defunto Facchetti fino a spingersi a dire che “conoscerlo bene, condividerne l’amicizia… vuol dire poter mettere la mano sul fuoco”, distinguendo “Due tipi di comportamento: da una parte un’organizzazione, da un’altra parte una persona (o un paio di persone) che si sono avvicinati ad una trappola convinti di fare del bene alla loro squadra e ci sono cascati”. “Dietro quello scudetto non c’è solo un danno di imbroglio ma tanto altro. Io mi aspetto da Moratti un’ indagine dal 98’ in poi, qualcosa uscirà fuori” . E “L’errore di Facchetti ahimè è non chiudere il telefono a Bergamo.. . Ci ha parlato ha usato dei termini che lasciano intuire una difesa della propria squadra..” .
Le conclusioni della Giustizia Sportiva, seppur tardiva, indicano chiaramente una diversa responsabilità che vuol essere superata da sponsorizzazioni ad hoc, come questa.

E’ il turno di Zazzaroni che sposa la linea di Bartolomucci e si lascia sfuggire una frase poco felice verso Paolo Bergamo: ”i designatori avevano un telefonato caldissimo… poi Bergamo, mi vergogno di alcuni giudizi positivi che ho dato di lui in quegli anni..” . Il suo modo di porsi ricorda Narducci quando dice: ”Dal 1978 sento Presidenti che cercano di corrompere arbitri”. Non sorpreso dal clamore, perché le telefonate le conosceva, ma sdegnato solo da Bergamo (parlava da solo?).

Interviene anche Maurizio Pizzoferrato che giudica: “strana questa esplosione dopo la relazione; è strano sentire che adesso tutti ricorrono alla tesi che non è successo niente perché tutti facevano la stessa cosa… “. Ed ancora insinua che Bergamo, venuto a sapere di essere intercettato “telefonava a tutti per metterli nel calderone” . Afferma che “Collina garantisce la pulizia” e udite udite: ”i sorteggi sono comunque pilotati con le biglie nere ammaccate…”. Non finisce qui, gli juventini devono stare zitti perché hanno avuto “La prescrizione per il doping” ( e chi non è stato mai giudicato?); per terminare con un'accusa bella e buona:“ Mazzini che taroccava i campionati” .
La fiera dei luoghi comuni del sentimento popolare...

Unica voce fuori dal coro Xavier Jacobelli, che ha puntato il dito contro la federazione: ”Se la stanno facendo sotto, temono i ricorsi..”. Sulle intercettazioni: “acquisite ad ondate, che hanno preso polvere dove dovevano prendere polvere…”. Dice di “Ricordare forte e chiaro chi non è stato capace di azzerare gli organismi della Giustizia Sportiva che non funzionano”. Ancora: “Il peccato originale affonda le proprie radici nella decisione di Guido Rossi”. Ricorda che fu la “la dirigenza juventina” a decidere “di non percorrere tutte le vie; si rifiutò di adire al TAR". La chiosa finale su Facchetti. Per Jacobelli è un: “Clamoroso errore utilizzare la statura mondiale…, la memoria di Giacinto Facchetti come scudo per difendersi da quelle accuse…”.
E’ giusto quello che dice, ed è anche giusto il modo in cui lo dice, senza mancare di rispetto a nessuno. Ricordiamo che anche Jacobelli non è stato mai tenero sulle vicende calciopoli...

Come possiamo confrontarci con questi personaggi? Le chiacchiere legate al tifo vengono anteposte alle argomentazioni e con lo spazio che si trovano ad occupare, così riempito, contribuiscono a diffondere delle notizie deformate dal tifoso-commentatore e non aderenti alla realtà.
Deve cambiare l’intero sistema, ma non può farlo con gli stessi uomini e non può farlo in questo modo.
Il Bar Sport deve chiudere; chi fa informazione deve avere un minimo di professionalità.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1747